Certi film non sono come altri. Alcuni, infatti, come i migliori film cult, entrano nella storia del cinema, poiché rappresentano delle pietre miliari che dettano nuove vette artistiche e narrative sul grande schermo. Ma cosa intendiamo esattamente? Tra i film di culto, dobbiamo probabilmente guardare non soltanto ai titoli più riconosciuti o di maggiore successo di pubblico di un determinato regista, quanto a un'opera che l'ha rivelato o che, piuttosto, condensi in maniera essenziale il suo cinema. Magari ci si riferisce a film rivalutati nel tempo; ma si parla esclusivamente di opere di altissimo profilo, con il talento registico nella massima espressione, verso la consacrazione.
Nella nostra selezione di cult movie da vedere troverete pellicole straordinarie e non senza qualche sorpresa, in particolare quando citeremo personaggi più contemporanei o con una lunga filmografia in carriera. In quest'ultimo caso, spesso le opere più datate sono ritenute cult proprio perché osservate successivamente con uno sguardo diverso, e comprendendo come quei film siano stati l'inizio del percorso di un grande autore. Da Spielberg a Nolan, passando per Leone, Ford, Wilder, Scorsese e tantissimi altri, ecco 65 film cult realizzati dai più celebrati maestri del cinema. Se poi vorrete approfondire ulteriormente l'argomento, non possiamo che consigliarvi l'acquisto del nostro libro firmato Movieplayer: Cult. I film che ti hanno cambiato la vita
1. Agente 007 - Licenza di uccidere (1962)
Un uomo del servizio segreto britannico, John Strangways, viene ucciso da tre sicari in Giamaica assieme alla sua segretaria. Gli assassini sottraggono anche dei documenti relativi a informazioni sul Dr. No, un misterioso scienziato che ha la sua base in un'isola vicina. James Bond, l'agente più brillante dell'MI6, viene inviato sul posto dal suo superiore, M, per scoprire cos'è accaduto veramente. Tratto dal romanzo di Ian Fleming, Agente 007 - Licenza di uccidere consacrò un personaggio che avrebbe dato l'inizio a una serie cinematografica intramontabile. In questo film, si ritrovano i tratti distintivi di James Bond nella presenza scenica di Sean Connery, oltre a tutti gli elementi che hanno reso i 24 (quasi 25) titoli di 007 dei cult in oltre 50 anni.
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2. Batman (1989)
Il tormentato Bruce Wayne, che non ha mai davvero superato la rabbia per l'assassinio dei suoi genitori, di notte diventa Batman, un eroe dotato di mezzi iper tecnologici per combattere il crimine e dare così un aiuto determinante alla polizia di Gotham City. Di giorno è invece il personaggio più ricco della città, un filantropo e un affascinante scapolo. Ma un nemico temibile si prepara a sfidarlo: l'imprevedibile e spietato Joker, un eccentrico pazzoide in cerca di vendetta e potere.
Per la regia di Tim Burton, che donò il suo tocco dark al Batman di Michael Keaton e quello sprizzante di colori al Joker di Jack Nicholson, il film fu un successo di pubblico di fine anni '80 che rilanciò l'iconico Cavaliere oscuro della DC Comics sul grande schermo.
3. Birdman (2014)
Riggan Thomson (Michael Keaton) è una ex stella del cinema - interpretava il supereroe Birdman - che cerca il rilancio attraverso il teatro di Broadway, in uno spettacolo tratto da un'opera di Raymond Carver. Ha un rapporto finito con la moglie, vede a malapena la ribelle figlia Sam (Emma Stone) e frequenta l'attrice Laura (Andrea Riseborough), pur senza tanta convinzione. Quando riesce a far fuori dal cast un attore a lui poco gradito, nonostante le ire del suo avvocato Jake (Zack Galifianakis) e lo stupore dell'altra attrice dello spettacolo, Lesley (Naomi Watts), Riggan ingaggia il celebrato Mike Shiner (Edward Norton), talentuoso ma eccentrico.
Cast stellare diretto da Alejandro González Iñárritu. Presentato alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia, Birdman - o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza) vinse quattro Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura originale e fotografia. Opera d'autore e vetta del talento del regista messicano.
4. Blade Runner (1982)
Nel 2019 Los Angeles è una città ultra tecnologica ma altrettanto cupa e caotica, nella quale socializzare è divenuta un'utopia. Tra le caratteristiche di quest'epoca vi è la creazione di esseri del tutto simili agli umani, ovvero degli androidi replicanti, destinati all'utilizzo come schiavi nelle colonie extra-terrestri, grazie alle loro capacità intellettuali e ad una forza superiore. Essi sono però dotati di una longevità programmata limitatamente. Chi di loro si ribelli o dovesse tornare sulla Terra verrebbe abbattuto. Rick Deckard, un agente specializzato nel recupero ed eliminazione dei replicanti, deve mettersi a caccia di sei di essi pericolosamente subordinatisi, fra cui lo straordinario Roy Batty.
Versione cinematografica del 1982, Director's cut del 1992 e Final Cut del 2007: tre versioni per un unico film cult della fantascienza moderna firmato Ridley Scott. Tratto dal romanzo di Philip K. Dick, Blade Runner affronta diverse tematiche tra le scenografie distopiche e le note di Vangelis. Da ricordare su tutti lo scontro tra Deckard (interpretato da Harrison Ford) e Batty (il compianto Rutger Hauer), con il discorso finale del replicante tra i più celebri della storia del cinema.
5. Brazil (1985)
Sam Lowry (Jonathan Price) è un onesto impiegato promosso al Dipartimento dell'Informazione. Sogna spesso ad occhi aperti delle avventure fantasmagoriche. Quando gli appare una meravigliosa ragazza della quale si innamora perdutamente, tenterà di trovarla in ogni maniera possibile. Scoprirà che il suo nome è Jill Layton, ma inseguirla e dichiararle il suo amore lo porterà a vivere davvero delle vicissitudini al limite dell'incredibile.
Ambientato in un'epoca distopica e nella quale la burocrazia e il controllo politico sulle persone hanno preso il sopravvento (quasi come nel 1984 di Orwell), Brazil è una delle opere più celebrate di Terry Gilliam, nel quale si racchiudono le peculiarità del suo cinema.
6. C'eravamo tanto amati (1974)
Antonio (Nino Manfredi), Gianni (Vittorio Gassman) e Nicola (Stefano Satta Flores) sono tre amici che hanno preso parte alla Resistenza contro i nazifascisti, e nel dopoguerra ripongono le loro speranze per il futuro. Antonio fa il portantino in ospedale ed è appassionato di politica; Gianni è divenuto un brillante avvocato; Nicola è professore di Lettere e grande intenditore di cinema. A dividerli sarà l'amore per la stessa donna, l'aspirante attrice Luciana (Stefania Sandrelli). Avranno alterne fortune, nella Roma che va dal 1948 agli anni '70. Ma si ritroveranno, ancora una volta.
C'eravamo tanto amati racconta un'epoca di illusioni e soprattutto delusioni: il ritratto di una generazione che voleva cambiare (in meglio) l'Italia ma, probabilmente, non vi è riuscita, affogando nell'arrivismo e nello spreco di ogni possibilità. Il capolavoro di Ettore Scola è un'opera intramontabile, con un cast eccezionale (oltre ai già citati interpreti, ricordiamo anche Aldo Fabrizi e Giovanna Ralli, e le partecipazioni di Mike Bongiorno e Vittorio De Sica, omaggiato coi riferimenti a Ladri di biciclette), la colonna sonora di Armando Trovajoli e la sceneggiatura di Age, Scarpelli e dello stesso Scola. Un film cult del cinema italiano nelle sue massime espressioni.
7. Casablanca (1942)
Anni '40, durante la guerra. A Casablanca, nel Marocco francese adesso occupato dai nazisti, transitano coloro che fuggono dalla cattura degli oppressori, in particolare combattenti e partigiani. L'americano Rick (Humphrey Bogart) gestisce un locale notturno molto frequentato, e tenuto d'occhio dal capitano Louis Renault (Claude Rains). Quando arrivano il patriota Laszlo (Paul Henreid) e la moglie Ilsa (Ingrid Bergman), amata da Rick qualche tempo prima a Parigi, gli eventi precipiteranno.
Tre Oscar (miglior film, regia di Michael Curtiz, sceneggiatura non originale), il brano As time goes by (Suonala ancora, Sam) e un cast stellare per il cult patriottico e anti-nazista per antonomasia. Un inno alla libertà in un capolavoro senza tempo.
8. Colazione da Tiffany (1961)
Holly (Audrey Hepburn) è una ragazza di New York che vive nel lusso, frequentando l'alta società. Paul (George Peppard) è un promettente scrittore mantenuto da una ricca signora, che desidera farsi accompagnare da un uomo affascinante e più giovane. Holly e Paul vivono nello stesso palazzo e, nonostante due vite frenetiche, iniziano a conoscersi meglio. Paul si innamora della ragazza, tormentata, però, da una serie di problemi che la affliggono.
Colazione da Tiffany è uno dei migliori film cult della storia del cinema, la commedia drammatica manifesto degli anni '60 diretta da Blake Edwards, maestro nel saper miscelare più sfumature narrative in un'unica opera. Indimenticabili le riprese newyorkesi, il fascino di Audrey e la Moon River da lei cantata, e scritta da Henry Mancini (vincitore di due Oscar).
9. Dancer in the Dark (2000)
Selma (Björk) è un'immigrata cecoslovacca negli Stati Uniti, insieme al figlio Gene. La donna, però, soffre di una malattia agli occhi che poco alla volta la rende cieca e che le impedisce di lavorare e dedicarsi alla passione per i musical hollywoodiani, che sono per lei svago dalla grigia realtà. Selma continua comunque a impegnarsi per guadagnare quanto serve per salvare il figlio dalla sua stessa malattia, ma un amico poliziotto la ingannerà, rubandole tutti i risparmi. Le conseguenze saranno imprevedibilmente drammatiche.
Il Festival di Cannes del 2000 consacrò Lars von Trier, il controverso regista danese che con Dancer in the Dark ha probabilmente toccato l'apice della sua espressione cinematografica. Palma d'Oro e premio per la miglior interpretazione femminile per Björk, cantante prestata qui al grande schermo e co-autrice della colonna sonora.
10. Deserto rosso (1964)
Giuliana, inquieta e rassegnata, rimane profondamente turbata dopo un tentativo di suicidio. Dopo che nemmeno la clinica dove viene ricoverata riesce a guarirla, la situazione si aggrava per lei ulteriormente sul piano psicologico dalla vita monotona che conduce anche a causa del marito, un ingegnere elettronico. L'incapacità a esternare il proprio stato d'animo e una società che non sembra disposta ad ascoltarla la gettano sempre più nella solitudine. Corrado, un amico del marito, si sente però attratto verso la donna e tenta di aiutarla, iniziando con lei una fugace relazione...
Leone d'oro alla Mostra di Venezia 1964 per Deserto rosso, diretto da Michelangelo Antonioni e scritto dal regista insieme a Tonino Guerra. Le tematiche ricorrenti della cinematografia più centrale di Antonioni trovano ampio respiro in un'opera di straordinario impatto, con una magistrale Monica Vitti e la magnifica fotografia di Carlo Di Palma.
11. Divorzio all'italiana (1961)
Nella Sicilia assolata di inizio anni '60 vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè (Marcello Mastroianni), che deve condividere il letto matrimoniale con l'assillante Rosalia (Daniela Rocca) e la casa con una famiglia viziata ed eccentrica. In realtà, Fefè è invaghito della giovanissima cugina Angela (Stefania Sandrelli), ma coronare il suo sogno d'amore, ripudiando la moglie, susciterebbe lo scandalo. Fefè pensa così di sfruttare l'arcaico codice penale italiano e studiare come mettere in scena un delitto d'onore. Ma come gettare la pia Rosalia tra le braccia di un altro uomo?
Miglior commedia a Cannes 1962, tre candidature agli Oscar 1963, con la vittoria per la miglior sceneggiatura originale, e due Golden Globe ottenuti. Diretto da Pietro Germi, Divorzio all'italiana fece scalpore per le tematiche scottanti e per aver raccontato, tra il grottesco e il realistico, uno spaccato d'Italia letteralmente sospeso in un'epoca dalle usanze retrograde e dai richiami ottocenteschi.
12. 2001: Odissea nello spazio (1968)
All'alba dei tempi, un gruppo di scimmie trova un misterioso monolite nero: d'un tratto, iniziano a utilizzare gli oggetti come armi o utensili, segnando dunque il principio della civiltà umana. Dopo milioni di anni, nel 1999, il presidente del Comitato Nazionale Americano per l'Astronautica viene inviato in una missione spaziale top secret sulla Luna. Sul satellite terrestre è stato recentemente rinvenuto un oggetto simile a quel fatidico monolite, che adesso sembra essere vicino Giove. Nel 2001, viene così inviata l'astronave Discovery One con a bordo cinque uomini, tra cui il comandante David Bowman (Keir Dullea) e il suo vice Frank Poole (Gary Lockwood). Il viaggio verso il pianeta gassoso è supervisionato dal computer HAL 9000, un'intelligenza artificiale in grado di interagire con gli umani e teoricamente infallibile.
Manifesto della fantascienza del Novecento cinematografico, opera forse impareggiabile per importanza: 2001: Odissea nello spazio consacrò Stanley Kubrick e proiettò l'uomo, come il cinema, nel futuro. Persino troppo, dato che Giove resta ancora inarrivabile così come restano senza sicura risposta le domande sulle origini della specie, sul rapporto con entità superiori (divine o meno) e su quanto queste possano determinare nell'esistenza di ogni essere che vive nell'universo. Un film tecnicamente sublime che valse l'Oscar a Kubrick per gli effetti speciali ma, come spesso accade, un singolo riconoscimento sembrava abbastanza per l'epoca ma non fu nulla di fronte a una pellicola di questa caratura, rivalutata definitivamente negli anni.
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13. Frankenstein Junior (1974)
Anni '30. Il dottor Frederick von Frankenstein (Gene Wilder) è un rinomato professore universitario, oltre che l'unico erede di una ricca famiglia dell'antica Europa. È inoltre il nipote del barone von Frankenstein, un luminare di ricerche scientifiche impossibili. Giunto in un antico maniero in Transilvania, Frederick scopre un fluido magnetico grazie al quale, innestando un nuovo cervello in un uomo morto, lo si potrebbe riportare in vita. Dopo aver trafugato un cadavere gigantesco e un cervello di essere anormale, l'esperimento produce un immenso mostro...
L'irresistibile assistente Inga, Frau Blücher e il maggiordomo gobbo Igor (...quale gobba?) tra gli altri personaggi di Frankenstein Junior, un'opera degli anni '70 tra i film cult migliori che si siano visti al cinema. Il capolavoro di Mary Shelley secondo Mel Brooks e Gene Wilder.
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14. Fronte del porto (1954)
New York. Gli scaricatori del porto devono affrontare una banda di criminali che impedisce loro di guadagnare quanto la legge stabilisce. Chi si oppone rischia di pagare un caro prezzo. Uno della banda è Terry Mallory il quale, di indole diversa, quando sarà accidentalmente responsabile della morte di uno scaricatore verrà dilaniato dai sensi di colpa, e tenterà di cambiare la situazione.
Firmato da un grande autore quale Elia Kazan, qui nella parte centrale della sua carriera, e con due iconici attori, gli allora trentenni Marlon Brando e Eva Marie Saint. Otto Premi Oscar nel 1955 su dodici candidature per Fronte del porto: miglior film, regia, attore protagonista (Brando), attrice non protagonista (Saint), sceneggiatura originale (Budd Schulberg), fotografia, scenografia e montaggio. Nel cast anche Lee J. Cobb, Rod Steiger e Karl Malden.
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15. Gli intoccabili (1987)
Durante l'epoca del Proibizionismo negli Stati Uniti, a Chicago lo spietato Al Capone (Robert De Niro) domina incontrastato la malavita, dopo aver ucciso, contrabbandato e derubato. Il commercio clandestino degli alcolici è il suo fulcro affaristico e per questo corrompe le forze dell'ordine e infrange la legge senza ritegno. Eliot Ness (Kevin Costner), giovane agente del Dipartimento del tesoro, viene incaricato di fermare il criminale con ogni mezzo. Dopo le iniziali diffidenze, crea una squadra determinata, composta oltre a lui dall'esperto Jimmy Malone (Sean Connery), dall'abile George Stone (Andy Garcia) e dal contabile Oscar Wallace (Charles Martin Smith).
La regia di Brian De Palma (compresa di citazioni, una su tutte a La corazzata Potemkin), la colonna sonora di Ennio Morricone, un cast stellare e tematiche che si intrecciano, come la lotta per la legalità, l'amicizia sincera e la domanda ricorrente: dov'è il limite tra giustizia e violenza, quando il crimine dilaga?
16. Gli spietati (1992)
Wyoming, 1880. La prostituta Delilah Fitzgerald viene sfregiata da due cowboy. Anziché arrestarli, lo sceriffo Little Bill Daggett (Gene Hackman) li multa con l'obbligo di consegnare cinque cavalli al proprietario del bordello, quale risarcimento. Per ottenere vendetta, le donne decidono così di porre una grossa taglia sui due criminali. Intanto, il giovane pistolero Schofield Kid avverte William Munny (Clint Eastwood), ora allevatore ma formidabile pistolero un tempo, della possibilità di ottenere la taglia, che lo risolleverebbe dalle difficoltà del suo ranch. Munny dapprima rifiuta, ma poi, insieme al suo amico di lunga data, Ned Logan (Morgan Freeman), decide di partire verso la città di Big Whiskey.
Quattro Oscar su nove candidature per Gli spietati: miglior film, regia, attore non protagonista (Hackman) e montaggio (Joel Cox). Da molti considerato il vero capolavoro di Clint Eastwood, Unforgiven è un film di culto duro, glaciale, che forgia i nuovi antieroi del western moderno. Così come forse soltanto Clint poteva fare.
17. Heat - La sfida (1995)
Lo scontro infinito tra il brillante e tormentato agente Vincent Hanna (Al Pacino) e lo spietato criminale Neil McCauley (Robert De Niro), in una Los Angeles che diventa un campo di battaglia tra buoni e cattivi.
Diretto da Michael Mann, Heat - La sfida è stato il secondo film in ordine temporale nel quale hanno recitato insieme Pacino e De Niro, dopo Il Padrino - Parte II e prima di The Irishman). Lì non potevano incrociarsi, mentre Mann, in poche battute, realizza sequenze di straordinaria efficacia con le due star sulla scena. Film spettacolare, realizzato con scenografie per lo più naturali esaltate dal talento del regista statunitense, che ha fatto scuola per i più recenti heist movie.
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18. I 400 colpi (1959)
Antoine Doinel (Jean-Pierre Léaud) ha dodici anni e vive a Parigi, ma non è il figlio che i severi genitori vorrebbero. Non ama studiare, non vuole condurre la stessa vita dei suoi compagni di scuola ma piuttosto girare per la città, conoscere nuovi luoghi, frequentare altri posti. Del resto, in casa non viene certo aiutato da un padre dal carattere debole e pieno di superbia, e da una madre che passa da un amante all'altro e non ha cura che per sé stessa.
È il desiderio di libertà a spingere il giovane Antoine a spendere il poco denaro che ha e a reprimere la rabbia dell'indifferenza dei suoi genitori in marachelle più o meno gravi. I 400 colpi, capostipite della Nouvelle Vague e opera prima di François Truffaut, rivelò al cinema europeo il talento del regista francese.
19. I 7 samurai (1954)
Una banda di briganti a cavallo invade un villaggio, sottraendo ai contadini i viveri e tutto quanto possiedono, e portando via anche alcune donne. Minacciano, inoltre, di ritornare al tempo del raccolto. Il capo del villaggio prepara però una controffensiva: invia un giovane ad assoldare sette vecchi samurai, in modo da proteggere la comunità ed eliminare i numerosi nemici. I samurai organizzano così la battaglia: sarà una sfida all'ultimo sangue.
Si ricorda forse di più lo spettacolare remake statunitense, ovvero I magnifici sette di John Sturges (1960), ma I 7 samurai è l'originale film cult diretto e scritto (con Shinobu Mashimoto e Hideo Oguni) da Akira Kurosawa, che pesca nella storia e nella tradizione giapponese. Versione integrale di 207 minuti. Leone d'argento alla Mostra di Venezia 1954 ex-aequo con La strada, Fronte del porto e L'intendente Sansho.
20. I soliti ignoti (1958)
Dopo aver carpito, da un ladro loro amico che avrebbero voluto scarcerare, il progetto di un furto con scasso alla cassaforte del Monte di Pietà a Roma, Peppe (Vittorio Gassman), Mario (Renato Salvatori), Tiberio (Marcello Mastroianni), Ferribotte (Tiberio Murgia) e il vecchio Capannelle (Carlo Pisacane) si organizzano, in maniera totalmente improvvisata, per compiere l'impresa criminale. Ad aiutarli, forse, basteranno le lezioni del ladro più esperto, Dante Cruciani (Totò) e la voglia di compiere il colpo che potrebbe cambiare loro la vita.
Diretto da Mario Monicelli e scritto dal regista insieme ad Age (Agenore Incrocci), (Furio) Scarpelli e Suso Cecchi D'Amico, I soliti ignoti è tra i capostipiti della commedia all'italiana che avrebbe poi fatto la storia nei due decenni successivi. Con dei protagonisti tragicomici, simbolo della periferia romana degli anni '50, ma caparbi e generosi per riuscire a sbarcare il lunario, in una costruzione narrativa divertente e calibrata. Indimenticabile la sequenza in terrazza con Totò alla cattedra della banda.
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21. I tre giorni del condor (1973)
Una sezione newyorkese della CIA, assegnata alla lettura e approfondimento di libri e giornali di ogni lingua e paese, viene sterminata in orario d'ufficio da sicari professionisti. Si salva, per caso, soltanto Joe Turner (Robert Redford), nome in codice "Condor", che aveva in precedenza inviato un rapporto ai suoi superiori. Inseguito dai killer e braccato dalla stessa CIA, per Joe inizia una corsa alla sopravvivenza nella quale comprenderà le ambiguità di un intero sistema.
Diretto da Sydney Pollack, I tre giorni del condor si inserisce nel contesto polemico statunitense degli anni '70 utilizzando le note del thriller. Trama molto complessa che si interroga sulle pieghe oscure della sicurezza americana.
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22. Il braccio violento della legge (1971)
Jimmy Doyle (Gene Hackman), poliziotto della squadra narcotici di New York dai metodi particolarmente sbrigativi, è convinto che stia arrivando una grossa quantità di eroina da Marsiglia. Inizia così a pedinare e indagare, ma viene sollevato dall'incarico. Questo non lo distrarrà però dall'obiettivo.
Strepitoso cult movie di William Friedkin che fece parecchio discutere all'epoca, ma era in perfetto tono col nuovo cinema americano del periodo: stringato, realistico, diretto. Il braccio violento della legge vinse cinque Oscar: miglior Film, regia, attore protagonista (Hackman), sceneggiatura non originale (Ernest Tidyman) e montaggio. Celebre la sequenza dell'inseguimento in automobile di Doyle contro un killer in fuga su un treno sopraelevato.
23. Il cacciatore (1978)
Pennsylvania. Sei amici condividono il lavoro da operai di un'acciaieria e la passione per la caccia al cervo. È in corso la guerra degli Stati Uniti in Vietnam e tre di loro - Michael (Robert De Niro), Nick (Christopher Walken) e Steven (John Savage) - sono in procinto di partire verso l'inferno verde. Quest'ultimo sta per sposare Angela (già incinta di un altro uomo), mentre Michael - forte, taciturno e sicuro di sé - e Nick amano la stessa donna, Linda (Meryl Streep), la quale fugge da una situazione familiare difficile e sembra preferire, tra i due, proprio Nick. Dopo l'ultima caccia, durante la quale Michael abbatte un cervo col canonico "colpo solo", per i tre, leali e fraterni, è giunto il momento di andare alla deriva verso il Vietnam, dove ogni giorno vengono uccisi centinaia di uomini sia dalla parte americana che da quella del nemico.
Scritto da Deric Washburn, Il Cacciatore (titolo originale The Deer Hunter) diretto da Michael Cimino, non è solo un cult da ritrovare e ritrovare, ma è anche uno dei film più importanti della storia del cinema. Candidato a nove Premi Oscar, ne vinse cinque: miglior film, regia, attore non protagonista (Walken), montaggio e sonoro. Candidature per De Niro e Streep (per lei la prima in carriera). L'opera racconta il dramma di un'intera generazione, mettendo in scena la barbarie della guerra e delineando i personaggi in tutta la loro frustrazione e, soprattutto, disperazione. Cimino riuscì a tratteggiare tutta la crudeltà di una guerra infinita: nelle cruente battaglie, nelle torture e negli espedienti per cercare di uscire vivi dall'abisso vietnamita. Tutt'altro che un manifesto a favore degli Stati Uniti, come qualcuno si affrettò a dire all'uscita del film: Il cacciatore è il quadro di un'enorme desolazione.
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24. Il Cavaliere Oscuro (2008)
La lotta tra Bruce Wayne/Batman e la criminalità di Gotham City è giunta al culmine, con il Cavaliere Oscuro che ha attaccato nel profondo la mafia e l'ha messa spalle al muro, con l'aiuto del tenente Gordon, del procuratore distrettuale Harvey Dent e della sua assistente Rachel Dawes, amica d'infanzia e amore da sempre di Bruce. Conciliare la vita privata con il proprio ruolo segreto è sempre più difficile per Wayne, come sa bene anche il suo insostituibile maggiordomo Alfred. Nel frattempo, tra i boss si fa largo il Joker, un misterioso e spietato criminale travestito da clown che lancia la propria sfida infernale a Batman, provocando il caos nella metropoli e colpendo ogni bersaglio a lui più vicino.
Tra gli autori che hanno ottenuto la consacrazione nel nuovo secolo, Christopher Nolan è certamente colui che ha posto la più indelebile firma nell'immaginario collettivo. Da Memento a Inception, passando per The Prestige, la Trilogia del Cavaliere Oscuro, Interstellar e Dunkirk, il regista e sceneggiatore britannico ha raccontato storie incredibili e ha mostrato il proprio talento dettando nuove vette cinematografiche. La maggior parte dei suoi film sono considerati dei cult moderni. Uno dei più amati è proprio Il Cavaliere Oscuro, secondo capitolo dedicato al supereroe fumettistico più amato al Mondo. Una pellicola dalla costruzione narrativa perfetta, che unisce cinema fantastico, drammatico, d'azione come nessuno era mai riuscito e probabilmente nessun altro riuscirà in un'opera ispirata ai fumetti. E vanta un cast eccezionale: oltre a Christian Bale, Michael Caine, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhaal e Morgan Freeman, a rubare la scena fu certamente il compianto Heath Ledger, il Joker più apprezzato di sempre e vera e propria icona nel ruolo che l'ha consacrato (anche con l'Oscar) sebbene, purtroppo, in maniera postuma dopo la sua tragica scomparsa a inizio 2008.
The Dark Knight (titolo originale) conserva, da oltre un decennio, una potenza narrativa intatta, in particolare grazie ad alcune sequenze indimenticabili e alla colonna sonora di Hans Zimmer e James Newton Howard. Intramontabile.
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25. Il corvo (1994)
Film simbolo degli anni Novanta, anche se ricordato principalmente per la tragedia sul set che ha visto il protagonista Brandon Lee perdere la vita, Il corvo di Alex Proyas è, a tutti gli effetti, uno dei cult memorabili. Basato sul fumetto underground di James O'Barr, il film racconta la storia del musicista Eric Draven, che dopo aver perso la vita, resuscita per vendicare l'omicidio e lo stupro della propria fidanzata.
L'atmosfera dark e gotica, la colonna sonora dark wave e alcune frasi memorabili come "Non può piovere per sempre" caratterizzano questo film cupo e allo stesso tempo romantico e malinconico che non si smette di amare.
26. Il gattopardo (1963)
Nel 1860, mentre Garibaldi e il suo esercito arrivavano in Sicilia per risalire alla conquista dell'Italia da unificare, l'aristocratico Don Fabrizio, Principe di Salina (Burt Lancaster) si dirige verso la residenza di campagna di Donnafugata. Tra i valorosi che si distinguono in battaglia, anche il nipote del Principe, Tancredi (Alain Delon), il quale, in linea con il cambiamento di modi e usanze, intende sposare la bellissima Angelica (Claudia Cardinale), non di pari rango ma bensì figlia del sindaco locale Calogero Sedara (Paolo Stoppa), un borghese arrivista in piena scalata sociale. Don Fabrizio comprende come la vecchia nobiltà debba fare inevitabilmente spazio a nuove figure che saranno il riferimento dei Savoia, i quali dal lontano Settentrione intendono governare e cambiare il Meridione.
Tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo fu tra i progetti più costosi dell'intera storia del cinema italiano (che portò sull'orlo del fallimento la Titanus) ed è oggi ritenuta un'opera fondamentale di Luchino Visconti: cast superbo (ricordiamo tra gli altri Serge Reggiani, Romolo Valli, Rina Morelli, Pierre Clémenti e un giovane Terence Hill) e messa in scena straordinaria, in una storia di indiscutibile attualità. Indimenticabile la sequenza del gran ballo con Lancaster e Cardinale.
27. Il grande dittatore (1940)
Il capolavoro anti-nazista (e anti-fascista) per antonomasia, una parodia satirica geniale e uno dei migliori film di sempre, scritto e diretto da Charles Chaplin il quale, nel doppio ruolo del barbiere ebreo e del dittatore Adenoid Hynkel, consegnò alla storia Il grande dittatore, un film che ha raccontato, come nessuno in quegli anni, il delirio criminale della Germania di Hitler.
Negli Stati Uniti di inizio anni '40 la popolazione era molto lontana dal dramma che si consumava in Europa e nemmeno il cinema sembrava esserne interessato, questo almeno fino all'attacco a Pearl Harbor, che cambiò tutto. Chaplin ebbe il coraggio, attraverso il suo stile inconfondibile, di porre la questione e ribaltarla idealmente, soprattutto con quel discorso finale che gridava alla libertà e all'uguaglianza tra gli esseri umani. Agli Oscar 1941, Il grande dittatore ottenne cinque candidature, ma senza vincere alcuna statuetta.
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28. Il grande Lebowski (1998)
Los Angeles. La vita di Jeff Lebowski, detto Drugo (Jeff Bridges), scorre tra fumate di marijuana e bevute di White Russian, oltre che con infinite partite di bowling con gli amici Walter (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). Quando due sicari irrompono nel suo appartamento - credendo di avere a che fare con Jeff Lebowski, un miliardario omonimo del Drugo - il nostro commette l'errore di andare a trovare il magnate, cacciandosi nei guai...
Scritto e diretto da Joel e Ethan Coen, Il grande Lebowski è forse l'opera più iconica degli autori statunitensi, tra i migliori film cult di sempre, con personaggi entrati di diritto nell'immaginario collettivo. Nel cast anche Julianne Moore, John Turturro e Philip Seymour Hoffman.
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29. Il laureato (1967)
Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) si è appena diplomato al College e torna a casa, ma ha parecchi dubbi su quello che potrebbe essere il proprio futuro: continuare a studiare, cercare un lavoro o seguire i "consigli", interessati, dei propri genitori, che vorrebbero farlo già entrare nel mondo degli affari? Quando, tra gli invitati a un ricevimento, lo avvicina la signora Robinson (Anne Bancroft), moglie del socio d'affari di suo padre, e tenta di sedurlo le cose per lui cambiano radicalmente. La relazione tra i due inizia e si conclude in una camera d'hotel di lusso, consumandosi col passare degli incontri. Intanto torna a casa anche Elaine (Katharine Ross), figlia dei Robinson, della quale Ben quasi aveva dimenticato l'esistenza...
Tratto dal romanzo di Charles Webb e scritto da Buck Henry e Calder Willingham, Il Laureato ottenne sette nomination agli Oscar con la statuetta per la straordinaria e sorprendente regia di Mike Nichols, ma anche cinque Golden Globe e cinque BAFTA. Un trionfo anche di critica, segnando l'inizio della cosiddetta New Hollywood. Il film coglie molte delle problematiche dei giovani americani alla vigilia delle contestazioni studentesche del '68, raccontando il senso di insofferenza verso la condizione sociale acquisita che appiattiva le iniziative e sopprimeva i sogni, anche i più estrosi, che i ragazzi coltivavano. Quasi un controsenso per la società ricca e borghese alla quale appartiene il protagonista, che infatti si lascia sprofondare prima di innamorarsi davvero. Storica la colonna sonora con i brani di Simon & Garfunkel, tra cui The Sound of Silence, Mrs. Robinson, April she will e Scarborough fair.
30. Il Padrino (1972)
New York, 1945. La famiglia italo-americana dei Corleone rappresenta la più potente organizzazione mafiosa della città. Tra i suoi numerosi traffici, trae i più lauti profitti dal controllo del gioco d'azzardo, mentre finora ha sempre ritenuto di voler restare fuori dal giro della droga, per espressa volontà del patriarca, Don Vito (Marlon Brando), che ritiene deplorevole entrare in quel tipo di attività. Il giorno del matrimonio della figlia Costanza, detta Connie (Talia Shire), Don Vito ha organizzato un'imponente festa, alla quale sono invitate le maggiori personalità newyorkesi. Fanno gli onori di casa anche gli altri giovani Corleone: Santino, detto Sonny (James Caan), istintivo e irascibile; Fredo (John Cazale), di indole meno rissosa ma parecchio ingenuo; il "consigliere" di famiglia, l'abile avvocato Tom Hagen (Robert Duvall), come un fratello per tutti; e Michael, detto Mike (Al Pacino), eroe decorato di guerra e del tutto al di fuori dagli interessi del suo clan, tanto da pensare più all'affascinante fidanzata Kay Adams (Diane Keaton). La proposta per coinvolgere i Corleone nell'ormai preponderante commercio della droga non tarderà però ad arrivare: Don Vito riceverà infatti una richiesta da parte del clan Tattaglia, rispondendo però con un altro rifiuto. Sarà la scintilla che darà il via alla rappresaglia contro i Corleone. Don Vito subirà un attentato dal quale riuscirà a salvarsi miracolosamente: un evento che scuoterà profondamente Michael, che deciderà di vendicare l'onore del padre...
Diretto da Francis Ford Coppola e scritto dal regista con Mario Puzo, autore del romanzo omonimo, Il Padrino è oggi considerato un riferimento del grande schermo e spicca ai vertici di tutte le più importanti classifiche, in particolare quella dell'illustre American Film Institute, il quale nel 2007 lo ha posizionato al secondo posto, subito dopo Quarto Potere e davanti a Casablanca, nella sua AFI's 100 Years... 100 Movies (nel centenario della prima pellicola prodotta negli Stati Uniti). Nonostante i personaggi siano estremamente negativi, la formidabile regia di Coppola e la straordinaria costruzione della sceneggiatura, unite a un cast creativo e artistico di prim'ordine, rendono Il Padrino un capolavoro difficilmente eguagliabile per perfezione stilistica, con alcune scene cult che sono entrate di diritto nell'immaginario collettivo.
Il Padrino, 50 anni dopo: la storia del film che è diventato un cult del cinema
31. Il petroliere (2007)
Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis) è un cercatore di petrolio che giunge in una piccola cittadina dell'Ovest degli Stati Uniti. Qui, nel sottosuolo, trova enormi giacimenti di oro nero, e installa così i propri impianti di trivellazione che ne fanno un uomo ricco e potente. L'avidità, però, ne compromette il rapporto con il figlio e lo farà diventare sempre più solo, rinchiuso nel suo carattere autoritario. E nemmeno un giovane predicatore, l'ambiguo Eli (Paul Dano) riuscirà a opporsi alla forza di Plainview nei rapporti personali e d'affari.
Un racconto che viaggia nell'arco di quasi 30 anni, dai fasti di fine '800 al periodo che anticipava la Grande Depressione. In mezzo, la nascita dell'impero del protagonista, interpretato da un monumentale Daniel Day-Lewis, che ricevette il suo secondo Oscar. Nove candidature in tutto per Il petroliere che confermò ulteriormente il talento cristallino di Paul Thomas Anderson.
32. Il settimo sigillo (1957)
Antonius Block (Max von Sydow), un nobile cavaliere svedese, dopo dieci anni come crociato in Terrasanta ritorna nel suo Paese. Sbarcato sulla spiaggia svedese, trova ad attenderlo la Morte, che ha scelto questa circostanza per portarlo via con sé. Eppure Antonius, che durante il periodo in battaglia ha più volte sentito vacillare la propria fede, non vorrebbe morire prima di aver affrontato e risolto la propria crisi mistica. Propone quindi alla Morte una sfida, attraverso una partita a scacchi: dovesse uscire sconfitto, sarà pronto a seguirla. Non prima di aver percorso un lungo viaggio.
Una delle opere più celebrate di Ingmar Bergman Il settimo sigillo parla della paura della morte e di quella di non aver fatto tutto quanto il possibile in vita, dei dubbi sulla fede e sulla possibilità di ottenere la vita eterna.
33. Il sorpasso (1962)
In una assolata e deserta Roma ferragostana, Bruno (Vittorio Gassman) incontra per caso Roberto (Jean-Louis Trintignant), un giovane studente universitario. Il più maturo ma irresponsabile Bruno trascina il ragazzo lungo la via Aurelia a caccia di avventure, a bordo di un'auto veloce e sferzata dalla guida spericolata e strafottente dell'uomo. Tra situazioni paradossali e incontri incredibili, Roberto si immerge in un mondo a lui sconosciuto.
Diretto da Dino Risi e scritto dal regista insieme a Ettore Scola e Ruggero Maccari, Il sorpasso è una pietra miliare della storia del cinema italiano degli anni '60. Tutti i vizi e le poche virtù dell'italiano comune vengono riassunti in un'opera agrodolce, come nella miglior tradizione della nostra commedia. Strepitoso Gassman in un cast che comprende anche Catherine Spaak, Claudio Gora e Luciana Angiolillo.
34. Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977)
Dopo un avvistamento alieno e la raccolta delle prove dell'esistenza di esseri dello spazio che vogliono entrare nell'atmosfera terrestre, il governo statunitense decide di tentare il contatto con gli occupanti delle navette spaziali. A tale scopo, sotto la direzione dello specialista ufologo francese Claude Lacombe (François Truffaut), viene predisposta una piattaforma presso la Torre del Diavolo, una montagna del Wyoming, ed evacuata la popolazione per ragioni di sicurezza. Mentre gli UFO appaiono ancora in altri luoghi, la giovane Jillian Guiler (Melinda Dillon), a cui gli extraterrestri rapiscono il figlio Barry, e l'elettrotecnico Roy Neary (Richard Dreyfuss) si avvicinano al luogo designato dell'incontro.
Suoni e luci intense potrebbero essere i segnali di comunicazione che gli alieni ci lancerebbero se entrassimo in contatto con essi. Incontri ravvicinati del terzo tipo, scritto e diretto da Steven Spielberg, oltre ad essere un cult della fantascienza, ha consacrato ulteriormente il regista statunitense dopo il successo de Lo squalo. Indimenticabili le cinque note composte da John Williams come saluto agli extraterrestri. Nove candidature agli Oscar e statuette vinte per fotografia e montaggio sonoro.
Steven Spielberg e la fantascienza: una storia d'amore in 6 film
35. Indiana Jones e l'ultima crociata (1989)
Europa, 1938. Mentre si trovava sulle tracce del Santo Graal, il calice con il quale Gesù Cristo celebrò l'Ultima Cena e con cui venne raccolto il sangue del Redentore, l'archeologo e professore Henry Jones (Sean Connery) sparisce. Così il figlio Henry Jones Jr., ovvero il nostro già conosciuto Indiana Jones (Harrison Ford), deve partire alla sua ricerca. Con l'aiuto di una collega, rintraccia a Venezia la tomba di un crociato che gli fornisce alcune indicazioni, ma soprattutto ritrova lì il padre, caduto prigioniero dei nazisti che vorrebbero mettere per primi le mani sul Graal e sfruttare le leggendarie e straordinarie peculiarità che si dice possieda, tra cui quella di donare l'immortalità...
Prima dell'epico finale in Medio Oriente, già dal prologo Indiana Jones e l'ultima crociata regala sequenze di straordinario impatto visivo e spettacolare che lo caratterizzano per tutta la durata. Scritto da Jeffrey Boam, esso è indubbiamente il capitolo più amato della saga diretta da Steven Spielberg e prodotta da Lucasfilm. Soprattutto per il duetto cult, assolutamente indimenticabile, composto da Harrison Ford e Sean Connery: padre e figlio che si ritrovano, si scontrano e si sostengono, uniti dalla passione per l'archeologia che da sempre li ha animati. Senza mai prendersi troppo sul serio, Junior (come lo chiama affettuosamente il padre) e il vecchio professor Jones andranno a caccia del reperto più prezioso che possa esistere, e forse per questo giustamente inaccessibile per gli uomini.
36. Io e Annie (1978)
New York. Alvy Singer (Woody Allen) è attore comico perso tra i suoi complicati ragionamenti e un carattere nevrotico. Quando incontra casualmente Annie Hall (Diane Keaton), una donna attraente anch'ella dal carattere particolare e di estrazione benestante, nasce un rapporto sentimentale che fatica a diventare un amore anche per le reciproche paure e incomprensioni. Nonostante i due inizino a conoscersi meglio, il naufragio della loro unione sembra sempre meno lontano.
Uno dei capolavori firmati da Woody Allen e, probabilmente, l'opera di riferimento della lunga carriera del regista newyorkese, Io e Annie include tutte le tematiche a lui più care e le condensa in una pellicola intramontabile. Fenomenale il contrasto tra l'adorata New York e la caotica Los Angeles. Quattro Oscar: miglior film, regia, attrice protagonista (Keaton) e sceneggiatura originale (con Allen collaborò Marshall Brickman).
Io e Annie: la vita e l'amore secondo Woody Allen in sette scene cult
37. L'appartamento (1960)
C.C. "Bud" (Ciccibello) Baxter (Jack Lemmon), impiegato in una grande compagnia di assicurazioni, riesce a ottenere la promozione non tanto per i meriti personali su lavoro ma perché, essendo scapolo, concede il suo appartamento ad alcuni superiori, che lì portano di nascosto le amanti. Persino il capo del personale, Jeff Sheldrake (Fred MacMurray), ottiene la chiave, ma per Ciccibello è un'amara sorpresa scoprire che questi deve ospitare la graziosa Fran Kubelik (Shirley MacLaine), una delle addette ascensori, della quale Baxter è segretamente innamorato...
Diretto da Billy Wilder e scritto dal regista insieme a I. A. L. Diamond, L'appartamento è tra i gioielli della commedia americana. Brillante, divertente e imprevedibile nello sviluppo narrativo, vanta un cast eccezionale e alcune scene assolutamente indimenticabili. Dieci candidature agli Oscar del 1961 e cinque statuette, fra cui miglior film e regia.
Shirley MacLaine: i migliori ruoli della star de L'appartamento
38. La calda notte dell'ispettore Tibbs (1967)
Un omicidio sveglia una cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti. La vittima è un industriale che stava per aprire una nuova fabbrica che avrebbe dato lavoro a tantissime persone. Nel frattempo, un agente della polizia locale arresta un uomo che immagina come possibile sospetto. In realtà, l'unica "colpa" di quest'ultimo è quella di essere nero e, nonostante sia ben vestito, si trova in una zona razzista e diffidente che lo accoglie direttamente in centrale. Lì, il capo della polizia, Bill Gillespie (Rod Steiger) scopre che l'uomo è un ispettore federale, Virgil Tibbs (Sidney Poitier), uno dei migliori elementi della squadra omicidi di Philadelphia. Quando Gillespie comprende che Tibbs potrebbe essere l'unico in grado di risolvere il caso, anche su pressione della moglie dell'industriale e delle autorità, cerca di ottenere il suo aiuto, nonostante le oggettive difficoltà che li circondano.
Altro film fondamentale del rinnovato cinema statunitense di fine anni '60, La calda notte dell'ispettore Tibbs (titolo originale In the heat of the night, come la canzone di testa cantata da Ray Charles) racconta, per la regia di Norman Jewison, uno spaccato d'America con crudo realismo: l'odio razziale e l'intolleranza insiti nella società statunitense e mai superati sin dai tempi della guerra di Secessione. I personaggi principali sono però pieni di sfaccettature: Tibbs maschera le umiliazioni con una spiccata superbia; Gillespie cela la mal sopportazione di quel sistema e la solitudine con una corazza rude e razzista solo in superficie.
Cinque Oscar vinti nel 1968: miglior film, miglior attore protagonista (Steiger), sceneggiatura non originale (Stirling Silliphant), montaggio e sonoro.
39. La corazzata Potemkin (1925)
Nel 1905, l'equipaggio della corazzata russa Potemkin viene vessato e maltrattato dai superiori. La situazione crolla inevitabilmente quando il comandante si rifiuta di accettare le proteste per il pessimo rancio. L'ammutinamento diviene realtà. Giunti ad Odessa, i marinai vengono applauditi e incoraggiati dalla popolazione, ma le guardie imperiali soffocano nella repressione il giubilo, e verso il Mar Nero si dirigono altre navi da guerra inviate dai vertici zaristi.
Opera citata, studiata e rivalutata: La corazzata Potemkin di Sergej M. Ejzenštejn, a quasi un secolo dalla sua realizzazione, ci restituisce un cinema russo influenzato dalla rivoluzione bolscevica ma non per questo di minore impatto narrativo. Il film è anche un inno alla libertà e alle rivendicazioni sociali, oltre che un atto d'accusa contro le disparità dell'epoca dell'ultimo Zar Alessandro II, che nel periodo nel quale l'opera è ambientata faticava a mantenere unito l'Impero e i privilegi dei ceti alti, con la rivolta che cresceva e sarebbe culminata nella sua fine. Celeberrima la drammatica sequenza della scalinata di Odessa.
40. La dolce vita (1960)
Nella Roma all'alba del boom economico, il tempo sembra trascorrere in maniera del tutto differente. Tra la lussuosa via Veneto e i monumenti straordinari della Capitale, il giornalista Marcello Rubini (Marcello Mastroianni) segue i principali avvenimenti mondani, dai quali si lascia coinvolgere pur di sfuggire dal grigiore quotidiano, caratterizzato dall'infelice unione con la tormentata Emma (Yvonne Furneaux). Così, mentre cade tra le braccia dell'annoiata Maddalena (Anouk Aimée) e insegue per tutta la notte una diva del cinema americano, la bellissima Sylvia (Anita Ekberg), Marcello assiste a un carosello di feste, ricevimenti, bagordi senza fine, tra le isterie dei ricchi, la disperazione e la solitudine di alcuni di essi e il vuoto desiderio di sfarzo dei benestanti dell'alta società, le cui contraddizioni sono evidenti. Marcello non avrà però la forza per evitare di lasciarsi attrarre definitivamente da questo decadente spaccato sociale...
Uno dei capolavori di Federico Fellini, scritto dal regista con Tullio Pinelli, Ennio Flaiano e Brunello Rondi. La dolce vita è un cult per eccellenza, anche grazie ad alcune sequenze entrate nell'immaginario collettivo: fra tutte, il bagno notturno nella Fontana di Trevi tra Marcello e Sylvia, che rese la Ekberg un'icona di fascino negli Anni Sessanta. Palma d'oro a Cannes e quattro candidature agli Oscar nel 1962, con la statuetta assegnata per i migliori costumi di Piero Gherardi.
41. La donna che visse due volte (1958)
L'agente di polizia John Ferguson, detto Scottie (James Stewart), rimane coinvolto in un incidente durante un inseguimento sui tetti di San Francisco. Dopo essersi aggrappato a un cornicione, un attacco di vertigini lo fa precipitare in uno stato di paura, aggravato dalla morte di un collega che stava cercando di salvarlo. Traumatizzato, dopo un periodo di riposo Scottie lascia il servizio. Un giorno, verrà contattato da un amico, l'ex compagno di college Galvin Elster (Tom Helmore), il quale gli affida un incarico particolare: sorvegliare la moglie, la bellissima Madeleine (Kim Novak). Da qualche tempo, sembra che la donna sia vittima di ossessioni scaturite da un dipinto e dall'immedesimazione a colei che in esso è ritratta, e tutto questo potrebbe spingerla verso un possibile tentativo di suicidio. Madeleine, infatti, sembra credersi la reincarnazione di Carlotta Valdes, la bisnonna uccisasi poco più che ventenne. Scottie, inizialmente perplesso, accetta l'incarico, restando letteralmente rapito dal fascino di Madeleine...
Diretto da Alfred Hitchcock, scritto da Alec Coppel e Samuel A. Taylor, e tratto dal racconto D'Entre Les Morts di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, La donna che visse due volte (titolo originale Vertigo) è un capolavoro che ha bisogno di ben poche presentazioni. Forse l'opera più celebre della cinematografia hitchcockiana, vicina alla perfezione assoluta: stilisticamente impeccabile, registicamente sublime. Sarebbe stata l'ultima collaborazione tra Hitchcock e Stewart, ma impossibile pensare a una conclusione artistica migliore.
42. La La Land (2016)
Vincitore di sei Oscar su quattordici candidature, il capolavoro di Damien Chazelle è un omaggio al cinema classico, a Hollywood e un inno ai folli e ai sognatori.
Mia (Emma Stone) vorrebbe diventare un'attrice, Sebastian (Ryan Gosling) un pianista jazz affermato. Los Angeles fa da sfondo al loro amore e ai loro desideri, che devono fare i conti con la pragmatica realtà.
Ad accompagnarli le favolose musiche di Justin Hurwitz e brani quali City of Stars e Audition. Da vedere e rivedere all'infinito. Un instant cult che ha conosciuto un ampio pubblico ma che resta nei cuori di chi lo ha amato fin dalla prima visione. La La Land racchiude in sé tutta l'essenza del grande schermo sul piano narrativo, artistico e tecnico, incoraggiando tutti coloro che hanno un sogno da realizzare, nello spettacolo come in qualunque altro ambito, "perché alla gente piace chi mostra di avere passione".
La La Land, i numeri musicali: tutte le magie di Damien Chazelle
43. Ladri di biciclette (1947)
Antonio, un operaio disoccupato, avrebbe trovato un impiego come attacchino, ma per farlo gli occorre possedere una bicicletta. Nella Roma del secondo dopoguerra anche questo rappresenta un problema. Costretto a ricorrere a un pegno al Monte di Pietà, inizia a lavorare, ma un ragazzo gli ruba la bicicletta posteggiata vicino la sua scala. Disperato, ricorre alla polizia ma senza ottenere nulla. Così, con il figlio di sei anni, Bruno, girovaga per un'intera giornata alla ricerca di una speranza.
Il Neorealismo italiano stava per superare la narrazione di guerra per affrontare la ricostruzione di un Paese distrutto. In Ladri di biciclette la storia di Antonio e Bruno è quella di una popolazione ridotta alla miseria ma che umilmente cercava di venire fuori dalle difficoltà. Una storia semplice nel suo drammatico sviluppo, attraverso la veridicità della regia di Vittorio De Sica in un film scritto, tra gli altri, con Cesare Zavattini. Premio Oscar e Golden Globe nel 1950.
44. La parola ai giurati (1957)
Un giovane ispano-americano è stato accusato dell'omicidio del padre. Dopo il dibattimento in aula, i giurati si riuniscono in camera chiusa per decidere sul verdetto, che dovrà essere unanime in un senso o nell'altro per evitare la ripetizione del processo. La colpevolezza appare evidente per undici dei dodici giurati, ma uno di essi è convinto dell'innocenza dell'imputato, e tenta di far cambiare idea anche ai più restii attraverso la bontà delle due opinioni, iniziando a far emergere un ragionevole dubbio...
Scritto da Reginald Rose, La parola ai giurati fu l'opera prima cinematografica di Sidney Lumet e una dimostrazione piena del talento del regista statunitense, che ottenne l'Oscar alla carriera nel 2007. In un'impostazione teatrale nella quale una stanza diventa un terreno di scontro animato da un forte scambio tra i personaggi in scena, il film mantiene una tensione altissima che culminerà nell'atteso finale.
La parola ai giurati: perché dopo 60 anni il film di Sidney Lumet è più attuale che mai
45. La 25^ ora (2002)
Tra 24 ore Monty Brogan verrà rinchiuso in una prigione dove dovrà rimanere per sette anni, dopo una condanna per detenzione di droga. Monty è sì uno spacciatore, ma non si capacita di come sia potuto finire in un simile imbroglio, che lo ha rovinato. Così, sta per salutare la sua Manhattan, i suoi sogni e la vita che aveva finora condotto. Nel suo ultimo giorno di libertà, Monty cerca di recuperare il rapporto con il padre e trascorre del tempo con i suoi carissimi amici, Jakob e Slaughtery. Senza dimenticare la sua ragazza, Naturelle, che potrebbe aver indotto la polizia a irrompere in casa di Monty, il quale adesso è in preda al dubbio. Ma le lancette dell'orologio scorrono veloci ed egli sta per perdere la libertà.
In concorso al Festival di Berlino nel 2002, La 25ª ora è, probabilmente, il vero capolavoro di Spike Lee. Un film cult drammatico, struggente e malinconico che racconta la vita, l'amore, l'amicizia e gli errori che si commettono, ambientato in una New York appena ferita dagli attentati dell'11 Settembre 2001. Tratto dal romanzo di David Benioff, il quale ha scritto anche la sceneggiatura dell'opera.
Cast straordinario con Edward Norton, Barry Pepper, Rosario Dawson, Brian Cox, Anna Paquin e il compianto Philip Seymour Hoffman.
46. Lawrence d'Arabia (1962)
Anni dieci del Novecento. Thomas Edmund Lawrence è un giovane ufficiale inglese dal carattere particolare e poco conforme alla disciplina militare. Giunto nel deserto arabico, diventa amico di alcuni capi locali e tenta di avvicinare popolazioni divise tra di loro, riuscendo anche a conquistare Aqaba, un porto strategico sul mar Rosso. Un'impresa storica che però non basterà a far riconoscere a Lawrence i meriti conquistati sul campo di battaglia, data anche l'eterna indecisione delle tribù arabe nel riuscire a trovare un punto d'incontro.
Sette Oscar su dieci candidature per uno dei film cult migliori che si siano visti al cinema, un film indimenticabile dalla portata epica e storica con pochi pari nella cinematografia. Diretto da David Lean, regista tra gli altri de Il ponte sul fiume Kwai e Il Dottor Zivago, Lawrence d'Arabia lanciò Peter O'Toole nel panorama internazionale, confermando come fosse possibile unire le grandissime produzioni con il cinema d'autore. Nel cast anche Omar Sharif e Alec Guinness.
47. Mad Max: Fury Road (2015)
Se c'è un film degli ultimi anni che si può fregiare del titolo di cult movie, questo è senza dubbio Mad Max: Fury Road. Adrenalinico, spettacolare, fuorioso: il quarto capitolo della saga ideata da George Miller preme sull'acceleratore, dando vita a un capolavoro indimenticabile. In un mondo post-apocalittico, Max (Tom Hardy) rimane invischiato nella fuga disperata della guerriera Furiosa (Charlize Theron) e le mogli del despota Immortan Joe, decise a lasciare la terribile Cittadella e giungere nel paradisiaco Luogo Verde.
Spettacolo assicurato per questo incredibile vincitore di 6 premi Oscar, che è entrato nell'immaginario collettivo. Ammiratelo!
48. Metropolis (1927)
Attorno il 2026, nella città di Metropolis le disparità sociali sono ormai evidentemente segnate. Tra grattacieli e altre infrastrutture futuristiche, pensate per la gente benestante, non ci si potrebbe immaginare che nei bassifondi vi è un'altra città, quella operaia, dove gli uomini sono ridotti alla schiavitù e lavorano in enormi centrali con pesantissimi macchinari. Quando un operaio viene licenziato direttamente dal padrone di Metropolis, caduto nella disperazione tenta di suicidarsi ma viene salvato da John, il figlio del tiranno. Avendo scoperto la città sotterranea e le condizioni disagiate di quelle persone, decide di vivere per un periodo tra di essi e cercare di capire come aiutarli. Qui conosce la ribelle Maria, notata anche dai piani alti per la sua "pericolosa" caparbietà.
Il riferimento del cinema espressionista tedesco è anche il manifesto di un cinema europeo (muto all'epoca) libero di sperimentare e creare forme d'arte fuori dagli schemi, in un periodo che precedeva i preparativi per la Seconda Guerra Mondiale ma conservava, anche in Germania, una parvenza di libertà. Metropolis, diretto da Fritz Lang e scritto con Thea van Harbou, è anche una pietra miliare della fantascienza distopica da cui avrebbero tratto spunto altri capolavori moderni precedentemente citati.
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49. Mulholland Drive (2001)
In conseguenza di un incidente avvenuto sulla Mulholland Drive di Hollywood dove stava per essere uccisa, una donna (Laura Harring) perde la memoria. Dopo inevitabili peripezie si ritrova a casa della giovane Betty Elms (Naomi Watts), un'attrice, in cerca di una possibilità nel cinema, che inizia a prendersi cura di Rita - quest'ultima ha improvvisato tale nome - per aiutarla nel tentativo di ricostruire l'accaduto. Ma nulla sarà come appare.
L'opera più contorta e affascinante di David Lynch è tra i film più celebrati del nuovo secolo. Mulholland Drive è un thriller drammatico che tra citazioni e riferimenti all'ambiente hollywoodiano ne restituisce uno spaccato ambiguo. Per Lynch premio alla miglior regia a Cannes e candidatura a Oscar e Golden Globe, per Naomi Watts, invece, questa fu la prova della consacrazione.
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50. Per un pugno di dollari (1964)
Un pistolero (Clint Eastwood) arriva a San Miguel, al confine tra Stati Uniti e Messico. Qui entra da protagonista nello scontro tra le due ricche e potenti famiglie della città: i Rojo, capeggiati dal sadico Ramon (Gian Maria Volonté) e che trafficano in alcol, e i Baxter, che concentrano i loro affari nelle armi.
"Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile... quello con la pistola è un uomo morto. Avevi detto così?". Lo scontro finale tra il pistolero sarà il culmine di Per un pugno di dollari. Un duello epico che esalta primi e primissimi piani, inquadrature uniche che rappresentano una delle peculiarità del talento di Sergio Leone. Il capostipite del western all'italiana consacrò il regista romano quale figura fondamentale del cinema italiano e inaugurò un nuovo genere, citato a più riprese da tantissimi altri autori.
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51. Pulp Fiction (1994)
Los Angeles. Due rapinatori, Ringo "Zucchino" (Tim Roth) e Yolanda "Coniglietta" (Amanda Plummer) devono realizzare il prossimo colpo nella caffetteria in cui si sono fermati per la colazione. Intanto, i due sicari Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) devono recuperare una valigetta, ma alcuni contrattempi gli metteranno i bastoni fra le ruote, finché il risolutore Mr. Wolf (Harvey Keitel) non dovrà cercare di aiutarli. Vincent, nel frattempo, resterà molto colpito da Mia Wallace (Uma Thurman), moglie del suo capo Marsellus. Quest'ultimo, infine, ha dato indicazioni al pugile Butch (Bruce Willis) su come perdere il suo prossimo incontro.
Il capolavoro di scrittura e regia che ha consacrato Quentin Tarantino il quale, dopo Le iene (1992), ottenne così il successo internazionale. Dopo Cannes, Pulp Fiction sarebbe stato protagonista agli Oscar, ai Golden Globe e di tutti gli altri eventi più importanti. Sulla Croisette, il film ottenne un'inaspettata Palma d'Oro, assegnatagli dalla Giuria presieduta da Clint Eastwood.
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52. Quarto potere (1941)
Charles Foster Kane, dalle umilissime origini ma divenuto ricco ereditiere, viene educato nella maniera migliore per poter gestire, a tempo debito, la sua immensa fortuna. Spinto da una eccezionale forza di volontà e da una capacità imprenditoriale unica, oltre che da un'ambizione sfrenata, Kane diviene un editore potente e una personalità di spicco, ma vede frenare la carriera politica. Conoscerà luci e ombre, fino a una lenta discesa verso la solitudine.
Diretto, scritto (insieme a Herman J. Mankiewicz) e interpretato da Orson Welles, Quarto potere è un riferimento della storia del cinema e segnò una svolta nell'industria statunitense sia per lo stile dell'allora ventiseienne Welles (che allargò e allungò il campo di ripresa uscendo dagli schemi compassati degli anni '30) che per la capacità di raccontare un personaggio controverso e inusuale quale il cittadino Kane. Candidato a otto Oscar, vinse per la sceneggiatura.
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53. Ritorno al futuro (1985)
È il 1985. Marty McFly (Michael J. Fox) è un diciassettenne con una fidanzata, una vita confusionaria propria della sua età e una famiglia frenetica, tutt'altro che perfetta. Il suo amico, lo scienziato Emmett "Doc" Brown (Christopher Lloyd) è riuscito, nel frattempo, a trasformare una DeLorean in una straordinaria macchina del tempo. Per alimentarla, ha sottratto del plutonio a dei terroristi libici che adesso lo inseguono, sparandogli. Marty, insieme a Doc durante l'esperimento, salta a bordo e inizia a scappare, ma giunto a 88 miglia orarie... si ritroverà nel 1955.
Prodotto da Kathleen Kennedy, Steven Spielberg, Frannk Marshall e diretto da Robert Zemeckis, Ritorno al futuro, e i due successivi capitoli, sono di diritto nell'olimpo del cinema. Tra commedia, fantascienza e avventura, un classico intramontabile.
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54. Roma città aperta (1945)
Roma. Durante l'occupazione tedesca, la Gestapo è sulle tracce di Giorgio Manfredi, militante comunista e riferimento della resistenza. Sfuggito all'arresto, ha trovato rifugio presso Francesco, un tipografo antifascista in procinto di sposare Pina, una vedova madre di un bambino. Nel frattempo, anche don Pietro, il parroco locale, non nega mai aiuto ai perseguitati politici e funge da tramite per i partigiani.
Primo capitolo della cosiddetta trilogia della guerra antifascista che Roberto Rossellini completerà con Paisà (1946) e Germania anno zero (1948). Capostipite del neorealismo italiano, Roma città aperta consacrò Anna Magnani e Aldo Fabrizi, e fu un grido di libertà mentre ancora erano vive le ferite di una guerra che aveva distrutto ogni cosa.
55. Scream (1996)
L'ultima grande icona dell'horror. A metà degli anni Novanta Wes Craven utilizza il genere slasher per dare vita all'horror post-moderno Scream. Con una scena d'apertura da manuale, che vede Drew Barrymore vittima del misterioso Ghostface, il film mette sotto i riflettori le regole che appartengono al genere horror, giocando con le formule consolidate e dando vita a un cult memorabile. Il trio di protagonisti composto da Neve Campbell, nel ruolo di Sidney Prescott, Courtney Cox e David Arquette è tornato recentemente nel quinto capitolo di un franchise che non accenna a fermarsi.
D'altronde, con quella maschera ben riconoscibile, le spaventose telefonate e un pizzico di black comedy, Scream è entrato prepotentemente nella memoria degli spettatori. Qual è il vostro film horror preferito?
56. Sentieri selvaggi (1956)
Siamo nel 1868. Ethan Edwards (John Wayne), di ritorno al ranch del fratello Aaron in Texas, viene accolto con gioia da parenti e amici, ma porta con sé le scorie della guerra di Secessione. Un giorno, partito con i coloni a caccia di indiani razziatori di bestiame, comprende come i Comanche abbiano teso loro una trappola: i pellerossa sono piombati a casa degli Edwards trucidando i componenti e portando via con sé la più giovane Debbie. Insieme a Martin Pawley (Jeffrey Hunter), un mezzosangue cresciuto con gli Edwards, Ethan inizia una lunga e difficile ricerca della tribù guidata dallo spietato capo Scar, spinto da un odio accecante.
Sentieri selvaggi è un punto di riferimento del western americano, probabilmente l'opera più importante e riconosciuta tra i capolavori di John Ford.
57. Seven (1995)
L'abile detective William Somerset (Morgan Freeman), giunto agli ultimi giorni di lavoro, è costretto a seguire un difficile caso in coppia con il giovane e irruente collega David Mills (Brad Pitt). Dietro una serie di omicidi feroci, tutti collegati tra di essi a riferimenti ai vizi capitali, potrebbe celarsi una mente criminale difficile da acciuffare.
Thriller diretto da David Fincher, Seven è probabilmente l'opera più compiuta del regista statunitense (insieme a The Social Network). Scritto da Andrew Kevin Walker, il film sorprende per l'estrema cura al dettaglio e per delineare personaggi con controverse sfaccettature, su tutti l'efferato John Doe di Kevin Spacey.
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58. Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza (1977)
In una galassia lontana lontana, ai confini dello spazio, una terribile dittatura tiene in scacco i sudditi con la potenza di fuoco della stazione militare denominata Morte Nera, guidata dal potente Sith Darth Vader (David Prowse), il quale esegue gli ordini dell'Imperatore attraverso l'uso della Forza. Ma la rivolta è in atto: la principessa Leia Organa (Carrie Fisher), prima di cadere nelle mani di Vader, riesce a inviare i piani della Morte Nera a due androidi, e a chiamare in aiuto il vecchio Jedi Obi-Wan Kenobi (Alec Guinness) il quale, con l'aiuto del giovane Luke Skywalker (Mark Hamill), dell'avventuriero Han Solo (Harrison Ford) e del suo assistente wookie Chewbacca, dovrà dare il via alla missione per distruggere la nave nemica.
L'inizio della saga più amata fu una grande sorpresa: mai si sarebbe atteso un successo di tale portata, anche per aver dato un progetto tanto ambizioso (e costoso) in mano a un giovane George Lucas e a un cast di quasi sconosciuti, a parte Guinness e Peter Cushing (nel ruolo di Tarkin). Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza ottenne anche otto Oscar (su dodici candidature): scenografia, montaggio, effetti speciali visivi, costumi, sonoro, colonna sonora (John Williams) e un Premio Speciale agli effetti sonori. Nel 1980 sarebbe arrivato L'impero colpisce ancora, nel 1983 Il ritorno dello Jedi. E dopo 40 anni la leggenda ancora si rinnova.
59. Taxi Driver (1976)
New York, anni '70. Travis Bickle è un tassista notturno ed ex marine reduce del Vietnam. Incapace di reinserirsi nella società, verso la quale prova rancore e rabbia, e soffocato dalla sua solitudine, che si consuma scrivendo appunti e con qualche visione cinematografica a luci rosse, si invaghisce di Betsy (un'impiegata dello staff elettorale del senatore Charles Palantine) e si impegna per liberare la giovanissima prostituta Iris dalle angherie del suo protettore.
Taxi Driver è senza dubbio uno dei film più riconosciuti di Martin Scorsese. Un'opera dalle tematiche forti (frutto della sceneggiatura di Paul Schrader), con un protagonista straordinario quale Robert De Niro. Un cult assoluto che agli Oscar 1977 ricevette quattro nomination: miglior film, attore protagonista e attrice non protagonista (De Niro e l'allora 14enne Foster) e colonna sonora (Bernard Herrmann).
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60. The Blues Brothers (1980)
Chicago. Appena uscito dal carcere, Jake Blues (John Belushi) si dirige con il fratello Elwood (Dan Aykroyd) all'istituto religioso nel quale sono cresciuti. Occorrono cinquemila dollari per pagare le tasse arretrate dall'orfanotrofio e scongiurarne così la chiusura. Non avendo che l'unico (grande) talento nel procurarsi da vivere attraverso la musica, i due decidono di riunire i vecchi componenti della loro band musicale. Ma tutti loro adesso svolgono dei lavori rispettabili e non intendono avere guai. I fratelli Blues non si arrenderanno di certo.
Da James Brown ad Aretha Franklin, passando per Cab Calloway, Ray Charles e tantissimi altri, il cast di The Blues Brothers, dal quale spiccano comunque i due straordinari protagonisti in giacca, cappello e cravatta, introduce uno dei film cult migliori della storia del cinema, diretto da John Landis. Tra commedia e musical, una scena indimenticabile dietro l'altra per un film intramontabile.
61. Titanic (1997)
Il viaggio drammatico del transatlantico che avrebbe dovuto fare la storia e invece finì per affondare tragicamente nell'Atlantico, trascinando con sé oltre 1.500 persone, a fronte di soli 700 passeggeri tratti in salvo. La storia d'amore tra il modesto e affascinante Jack e la benestante e bella Rose, che consacrò Leonardo DiCaprio e Kate Winslet e cementò la loro ventennale amicizia.
Titanic, scritto, diretto e co-prodotto da James Cameron, costò oltre 200 milioni di Dollari alla Fox incassando però oltre 2 miliardi al botteghino. Un successo planetario che ottenne undici Oscar e appagò la smodata ambizione cinematografica del regista statunitense, che avrebbe tentato di rinnovare i fasti con Avatar.
Pur rimanendo un cult commerciale, Titanic ha consegnato alla storia del cinema una concezione di kolossal simile a quelli che si realizzavano nell'epoca d'oro di Hollywood.
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62. Tutti insieme appassionatamente (1965)
Salisburgo, fine anni Trenta. Un comandante della Marina austriaca, Georg von Trapp (Christopher Plummer) assume per i suoi figli (orfani di madre) un'istitutrice, la novizia Maria (Julie Andrews), appassionata di canto e dall'indole troppo ribelle per restare in convento. La donna, ben presto, otterrà il sincero affetto dei sette figli del comandante e sovvertirà i metodi severi con i quali l'uomo ha educato i ragazzi. Riporterà, in quella casa, il suono della musica. Ma gli eventi rischiano di precipitare: si avvicina infatti l'annessione dell'Austria alla Germania nazista.
Cinque Oscar (tra cui Miglior Film e Regia) per Tutti insieme appassionatamente, uno dei musical più importanti di sempre con protagonista Julie Andrews, la quale ribadì il successo già ottenuto con Mary Poppins. Canzoni celebri, storia intrigante e grande cifra artistica per un'opera straordinaria e coinvolgente. Diretto da Robert Wise (che aveva già firmato insieme a Jerome Robbins il pluripremiato West Side Story nel 1961), il film venne tratto dallo spettacolo di Broadway firmato da Rodgers & Hammerstein e dal libretto di Howard Lindsay e Russel Crouse, ispirato dalla storia di Maria Augusta von Trapp.
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63. Ultimo tango a Parigi (1972)
In un appartamento parigino, Paul (Marlon Brando) inizia a incontrare Jeanne (Maria Schneider) e tra di loro scatta una passione intensa che sfocia in una serie di rapporti sessuali. Nonostante il patto di non dirsi nemmeno i nomi, poco alla volta si scoprono l'un l'altro, delineando la loro frastagliata esistenza. Paul, 43 anni, è un americano, figlio di alcolizzati e reduce da fallite esperienze; Jeanne, alle prese con una relazione complicata, è incerta su cosa volere davvero dal suo futuro.
Ultimo tango a Parigi è il film più controverso e dibattuto di Bernardo Bertolucci, censurato e osteggiato, ma di recente restaurato e nuovamente riconosciuto come un'opera di rilievo, in particolare per l'interpretazione di Brando.
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64. Un dollaro d'onore (1959)
L'abile sceriffo John T. Chance (John Wayne) deve fronteggiare un gruppo di banditi capeggiati dal ricco Nathan Burdette, un cinico possidente del luogo. Nella cittadina di Rio Bravo, Chance può avvalersi dell'aiuto del vice-sceriffo Dude (Dean Martin), formidabile pistolero ma adesso in preda ai fumi dell'alcol, del vecchio Stumpy (Walter Brennan) e dopo qualche tempo dall'inizio degli scontri, anche del giovane Colorado (Ricky Nelson). Nel frattempo, Chance si innamora dell'affascinante Feathers (Angie Dickinson), una giocatrice d'azzardo che vorrebbe finalmente convertirsi a una vita onesta.
Un dollaro d'onore è un capolavoro di Howard Hawks dalla costruzione geniale: in pochi luoghi, lungo le vie strette di una classica cittadina del vecchio west, si sviluppano duelli, sparatorie e confronti tra i personaggi principali. Ciascuno di essi è in cerca di qualcosa per cui battersi e soprattutto di un riscatto, a partire dal tormentato Dude.
65. Via col vento (1960)
Nell'America del 1861, il Sud delle grandi piantagioni di cotone fondate sulla schiavitù sembra vivere sospeso nel tempo e lontano dalla guerra alle porte. In particolare a Tara, in Georgia, la giovane Scarlett "Rossella" O'Hara (Vivien Leigh) non ha certo tempo per pensare a questioni importanti, persa com'è nelle frivolezze. La ragazza sta però per essere sconvolta dall'annuncio delle nozze tra l'uomo che ama, Ashley Wilkes (Leslie Howard), e sua cugina Melania Hamilton (Olivia de Havilland). Nonostante i tentativi di rompere il fidanzamento, Rossella non riesce a raggiungere il proprio intento, rifugiandosi in un matrimonio che si rivelerà sfortunato. Mentre divampa il conflitto tra Unione degli Stati Uniti e Confederazione, ad una festa di beneficenza Rossella incontrerà l'affascinate e benestante Rhett Butler (Clark Gable), un uomo destinato a entrare nella propria vita. Ma sarà prima il dramma della guerra a dividere le esistenze di tutti i protagonisti del racconto.
Diretto da Victor Fleming e tratto dal romanzo di Margaret Mitchell, Via col vento è il prototipo della grande produzione cinematografica statunitense, ed uno tra i titoli fondamentali della Golden Age di Hollywood. Tra i più grandi successi commerciali della storia, il film vinse dieci Oscar su quattordici candidature, incluso un premio speciale: un record che resistette fino al trionfo di Ben-Hur nel 1960.
"Dopotutto, domani è un altro giorno".