È senza dubbio uno principali artefici della New Hollywood: tra i registi ribelli degli anni Settanta, i cosiddetti "movie brats", Francis Ford Coppola è stato senza dubbio il più colto e intellettuale (il suo primo amore è stato Sergej M. Ejzenstejn), il talento più visionario e avveniristico, l'unico realmente anticonformista e riluttante a omologarsi al sistema dell'industria cinematografica.
Francis nasce a Detroit da una famiglia di origini lucane, che diverrà però una delle dinastie più imponenti dell'entertainment americano. Con un padre jazzista e una madre proprietaria di una sala cinematografica, cresce con i germi dello spettacolo nel sangue. La passione per il cinema la sviluppa sin da ragazzo, dilettandosi a girare corti amatoriali con la 8 mm del papà.
Si laurea in cinematografia alla UCLA, dove inizia a dirigere numerosi cortometraggi.
A instradarlo nel mondo nell'industria del cinema è però il maestro dei B-movies Roger Corman, che gli insegna tutti i trucchi del mestiere, facendogli svolgere una serie innumerevole di mansioni per la sua factory, tra cui la regia dell'horror Terrore alla tredicesima ora (1963). Sui set cormaninani Francis conosce la moglie Eleanor, da cui avrà quattro figli, tra cui l'acclamata regista Sofia. Coppola inizia a farsi notare dapprima come sceneggiatore con film come Questa ragazza è di tutti e Parigi brucia? e nel 1970 viene persino premiato con l'Oscar per il copione di Patton, generale d'acciaio.
Come regista, invece, dopo il film che costituisce la sua tesi all'Ucla, la commedia sperimentale Buttati Bernardo! (1966), realizza addirittura un musical con Fred Astaire. Sulle ali dell'arcobaleno (1968), cui segue l'anno dopo il dramma Non torno a casa stasera, con James Caan e Robert Duvall, due attori che faranno parte anche nel successivo lavoro del regista, Il Padrino. Con l'adattamento del libro di Mario Puzo del 1971 Coppola realizza una delle pietre miliari del cinema contemporaneo (è considerata la terza miglior pellicola statunitense della storia dall'American Film Institute), un affresco monumentale che consacra alla storia la figura mitica di Don Vito Corleone, incarnato dallo sconvolgente Marlo Brando (premiato con l'Oscar), e lancia definitivamente Al Pacino, nel ruolo del figlio Michael Corleone. Il Padrino entra nella leggenda e si guadagna tre premi Oscar, tra cui al miglior film e alla migliore sceneggiatura; mentre la colonna sonora di Nino Rota rimane per sempre scolpita nell'immaginario collettivo.
Nel frattempo il regista fonda assieme all'amico George Lucas una casa di produzione indipendente, la Zoetrope, che realizza anche il primo film del futuro autore di Guerre Stellari, L'uomo che fuggì dal futuro, e che nel corso degli anni ha sostenuto i progetti di maestri come Akira Kurosawa e Wim Wenders (oltre che le opere di Sofia Coppola).
Il padrino - Parte II, che vede questa volta come protagonista Michael Corleone ed è segnato dall'ingresso di Robert De Niro nelle vesti di un giovane Don Vito (premiato con l'Oscar) è un successo ancora più sbalorditivo, e viene premiato con ben sei statuette dell'Academy (tra cui ancora per miglior film e sceneggiatura). Nello stesso anno però Coppola firma anche la sceneggiatura de Il grande Gatsby e realizza un altro dei suoi capolavori, La conversazione, geniale rivisitazione del genere noir, con uno straordinario Gene Hackman nel ruolo del protagonista, che viene insignito della Palma d'oro al Festival di Cannes.
Il regista conclude questo straordinario periodo della sua carriera con un altro caposaldo della settima arte, Apocalypse Now, personalissima rivisitazione del racconto Cuore di Tenebra di Joseph Conrad trasposto nella giungla del Vietnam e bagnato dalla fotografia magniloquente di Vittorio Storaro (premiato con l'Oscar). Opera estrema, visionaria, monumentale, che osa spingersi oltre i sentieri cinematografici consueti per divenire uno dei più straordinari manifesti sulla follia della guerra e della mente umana, che si sostanziano nella performance larger than life di Marlon Brando alias il Colonello Kurtz. Apocalypse Now ottiene il massimo riconoscimento al Festival di Cannes e diventa ben presto un punto di riferimento nella storia del cinema.
A partire da questo momento, però, è come se qualcosa si fosse spezzato. Coppola si sente ingabbiato nei meccanismi produttivi del cinema americano e comincia a sviluppare un approccio sempre più creativamente sfrenato e fuori controllo, finendo gradualmente per essere espulso dal sistema. L'ingresso in un territorio inedito, radicalmente sperimentale è segnato da Un sogno lungo un giorno, in anticipo di decenni rispetto alla moderna estetica del cinema digitale, e per questo all'epoca del tutto incompreso.
Dopo questo clamoroso insuccesso - che in qualche modo, assieme al flop de i Cancelli del cielo di Micheal Cimino segna la fine di un'epoca a Hollywood - il regista si rifugia allora in opere più intimiste, maggiormente influenzate dal cinema europeo, come gli affreschi sulla gioventù ribelle I ragazzi della 56ª strada e Rusty il selvaggio, realizzati nello stesso anno, che costituiscono una duplice prospettiva dello stesso tema.
Negli anni Ottanta seguono l'incursione nel musical di Cotton Club con Richard Gere; la sottovalutata commedia Peggy Sue si è sposata con Kathleen Turner e Nicolas Cage (nipote di Coppola); il dolente dramma bellico Giardini di pietra, che incarna un'altra faccia della tragedia del Vietnam, il biopic Tucker, un uomo e il suo sogno, affidato a un eccellente Jeff Bridges, e un episodio del collettivo New York Stories, cui ha collaborato anche la figlia Sofia.
Negli anni Novanta Coppola torna al cinema delle major concludendo la saga che lo ha reso celebre con il crepuscolare e nostalgico Il padrino - Parte III (come se il regista volesse dire addio a un mondo e a un cinema che non esistono più), cui segue la sontuosa e affascinante trasposizione di Dracula di Bram Stoker, incarnato da uno straordinario e irriconoscibile Gary Oldman. Due successi, cui si affiancano l'irrisolto e inetichettabile Jack, con protagonista un Robin Williams vittima della sindrome di Matusalemme, e il lucido e serrato legal thriller L'uomo della pioggia, con Matt Damon e Danny De Vito.
Il decennale silenzio registico di Francis Ford Coppola - scalfito soltanto dalla presentazione della versione estesa Apocalypse Now Redux nel 2001 - è stato finalmente interrotto nel 2007 con l'enigmatico Un'altra giovinezza, tratto dal romanzo mistico di Mircea Eliade, in cui l'autore decide di sfruttare le nuove possibilità espressive ed estetiche fornite dalla tecnologia digitale per continuare a rinnovare la Settima Arte. In questa direzione va anche il successivo Segreti di famiglia (2009), girato in digitale, con un bianco e nero intervallato da improvvise esplosioni di colore, in cui il regista si affida al volto scavato di Vincent Gallo per raccontare i turbamenti dell'artista.
Nel 2010 il regista è stato insignito del Premio alla memoria Irving G. Thalberg per le innovazioni apportate nell'industria cinematografica.
Le apparizioni del regista, via via, si faranno sempre più sporadiche. Tuttavia, nel 2011 dirige Twixt con Val Kilmer, film horror visionario. Dopo una lunga gestazione, nel 2024 presenta a Cannes il suo lungometraggio più ambizioso, ovvero Megalopolis. L'accoglienza però non è delle migliori, ricevendo diverse critiche.
2011 Premio Premio alla carriera
1991 Candidatura Miglior regia per Il padrino - Parte terza
1991 Candidatura Miglior film per Il padrino - Parte terza
1980 Candidatura Miglior film per Apocalypse Now
1980 Candidatura Miglior regia per Apocalypse Now
1980 Candidatura Miglior sceneggiatura non originale per Apocalypse Now
1975 Premio Miglior film per Il padrino - Parte seconda
1975 Premio Miglior sceneggiatura non originale per Il padrino - Parte seconda
1975 Premio Miglior regia per Il padrino - Parte seconda
1975 Candidatura Miglior film per La conversazione
2024 Sceneggiatura, Soggetto, Regia, Produzione
2012 Produzione
2010 Produzione
2009 Regia, Sceneggiatura, Soggetto, Produzione
Il regista di Platoon ha apprezzato particolarmente l'ultimo film di Francis Ford Coppola.
Il regista di Platoon ha apprezzato particolarmente l'ultimo film di Francis Ford Coppola.
Il film apre al dibattito approfondito sul cinema e sul suo rapporto con la realtà. Per cercare di coglierlo bisogna però parlare della gestazione del progetto, della vita del regista, della sua poetica e del suo studio sull'immagine filmica.
Un'opera di grande attualità, che riflette sul potere dell'uomo idealista in contrapposizione alla politica reazionaria e populista. Emblematico, nel suo parallelo contemporaneo: come fu per l'Impero Romano, anche gli Stati Uniti sono all'inizio di un inesorabile decadimento.
Francis Ford Coppola presenta il film a Roma e riceve la Chiave di Cinecittà. Ed è sicuro: vuole realizzare almeno altri due film. Il nostro incontro con il regista.