Nato da una famiglia di origini siciliane, Martin Scorsese (17 novembre 1942) trascorre la sua infanzia nel quartiere newyorkese del Queens, divorando fin da piccolo enormi quantità di pellicole cinematografiche. Dopo aver abbandonato l'idea di diventare sacerdote, Scorsese ha deciso di orientarsi verso un'altra passione, il cinema, prendendo una laurea in cinematografia nel 1964 alla New York University. Si fa notare dal produttore di B-movies Roger Corman con i film girati durante gli studi (tra cui il dirompente corto La grande rasatura), e sotto la sua egida realizza nel 1973 Mean Streets, in cui erano già presenti gli ingredienti del suo cinema futuro (l'ambientazione nei quartieri italoamericani, l'atmosfera noir, il riferimento a tematiche religiose) oltre a Robert De Niro e Harvey Keitel, gli attori che rimarranno a lungo legati al regista italo-americano. Dopo il dramma al femminile Alice non abita più qui (che fruttò alla protagonista Ellen Burstyn L'Oscar), infatti, il trio si ricongiunge nel 1976 sotto l'egida della sceneggiatura di Paul Shrader per Taxi Driver, l'epopea del tassista Travis Bickle, un cult immortale che ha anche ispirato un tentativo di omicidio ai danni dell'allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan.
Il curriculum di Scorsese non conta però soltanto gangster movies, perché il regista ha spaziato praticamente attraverso tutti i generi classici hollywoodiani, come dimostra il successivo musical New York, New York, dove l'immancabile De Niro è affiancato da Liza Minnelli, che regala alcuni numeri memorabili, a partire dalla canzone che dà il titolo al film. New York, New York, tuttavia, non ottene il riscontro commerciale sperato e porta Martin a un periodo di sbandamento. La ripresa registica avviene grazie alla realizzazione di una delle sue opere più emblematiche e universalmente acclamate: Toro scatenato, poderoso affresco dedicato al pugile Jake LaMotta, protagonista di una vorticosa parabola di successi e cadute. Il film aderisce perfettamente alla figura imponente di Robert De Niro (che per l'occasione è ingrassato di 30 chili, mettendo anche a rischio la propria salute), che qui esprime il massimo delle sue capacità di immersione in un personaggio, ottenendo l'Oscar.
Tre anni dopo è di nuovo De Niro il protagonista di Re per una notte, insolita dark comedy ambientata nei retroscena del mondo dello spettacolo, dove l'attore elabora ancora una volta la tipologia del personaggio ossessivo e squilibrato ai danni di un inconsueto Jerry Lewis. Segue un altro film dai contorni stravaganti, il nottambulo e ipnotico Fuori Orario, allucinato viaggio nei bassifondi della Grande Mela, questa volta affidato a Griffin Dunne e Rosanna Arquette. Dopo questa opera indipendente il regista torna nelle grazie del cinema commerciale, realizzando il sequel de Lo spaccone, Il colore dei soldi, con ancora Paul Newman nel ruolo di Eddie lo svelto, anche lui baciato dall'Oscar.
Scorsese, tuttavia, sembra non voler proseguire la sua carriera assecondando le major, come dimostra il suo successivo, controverso, progetto: L'ultima tentazione di Cristo, tratto dal romanzo di Nikos Kazantzakis, rielaborato dalla sceneggiatura di Paul Schrader, in cui un'eccezionale Willem Dafoe si trasforma in un Gesù umanissimo e tormentato, che si è attirato gli strali delle gerarchie cattoliche.
Dopo alcune opere dal formato "ridotto" (il videoclip Bad per Michael Jackson, il segmento nel collettivo New York Stories, dove dirige Nick Nolte e Rosanna Arquette), gli anni Novanta coincidono con il ritorno alle atmosfere oscure del gangster movie. Con Quei bravi ragazzi Scorsese prosegue la sua genealogia criminale continuando a indagare il sottobosco della malavita italoamericana, affidandosi questa volta al capobanda Ray Liotta e agli scagnozzi Robert De Niro e Joe Pesci (vincitore del premio Oscar per la sua esagitata interpretazione). La rievocazione del genere noir, invece, prevale in Cape Fear - Il promontorio della paura, remake di un classico con Robert Mitchum (qui in un cameo), che si distingue ancora una volta per una monumentale performance di De Niro, nei panni di uno squilibrato e diabolico ex galeotto.
Il regista si accosta, in seguto, all'affresco d'epoca con lo splendido L'età dell'innocenza, tratto dal romanzo eponimo di Edith Wharton e impreziosito dalle interpretazioni di Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder.
Da qui alla fine del decennio Scorsese continuerà a realizzare opere variegate per stile e impostazione, dall'ennesima incursione al gangsteristico con l'incalzante Casinò, dove al fianco dei soliti De Niro e Joe Pesci figura un'eccezionale Sharon Stone (vincitrice del Golden Globe), all'esaurientissimo e appassionato documentario Un secolo di cinema - Viaggio nel cinema americano (cui ne seguirà uno dedicato al cinema di casa nostra), proseguendo con il biografico e più convenzionale Kundun, dedicato alla vita del Dalai Lama, fino a un ritorno allo stile indipendente e allucinato degli esordi (non per niente la sceneggiatura è firmata da Shrader) con il visionario Al di là della vita, interpretato da Nicholas Cage.
Il nuovo Millennio per Scorsese segna, invece, un sensibile cambio di registro verso la grandeur di costose e sontuose produzioni commerciali, che riecheggiano il cinema classico delle grandi major e omaggiano la storia del cinema americano. A partire dall'affresco monumentale sulla fondazione degli Stati Uniti, Gangs of New York, realizzato negli studi di Cinecittà, e affidato alle scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che gli è valso ben 10 nomination agli Oscar, ma nessuna statuetta attribuita alla regia o al film. Da questo film Scorsese intreccia un duraturo sodalizio con Leonardo DiCaprio, che sostituirà De Niro nella sua schiera degli attori feticcio. DiCaprio è, infatti, il perno cui ruota attorno la successiva opera, The Aviator, ancora la biografia di una personalità larger-than-life, l'inquieto magnate Howard Hughes, che si aggiudica ben cinque statuette, tra cui una attribuita a Cate Blanchett per la sua straordinaria rievocazione di Katharine Hepburn, ma ancora nessun Oscar nelle categorie principali.
La maledizione dell'Academy che sembra essersi abbattuta sull'intera carriera di Scorsese si scioglie però con il seguente The Departed - Il bene e il male sorta di rifacimento, a dire il vero poco ispirato, della trilogia di Hong Kong Infernal Affairs, dove il protagonista è ancora DiCaprio. Il film viene insignito con l'Oscar per miglior film, regia e sceneggiatura originale, anche se i premi paiono essere conferiti soprattutto come risarcimento per i torti subiti dall'autore nel passato.
La nuova vena mainstream del regista prosegue con il blockbuster Shutter Island, thriller psicologico tratto dal best seller di Dennis Lehane, che ha per protagonista nuovamente DiCaprio, assistito da Mark Ruffalo, Ben Kingsley e Michelle Williams.
Martin Scorsese, che si è dedicato anche ad alcuni progetti paralleli - come la realizzazione dei documentari musicali No Direction Home e Shine a Light, rispettivamente dedicati a Bob Dylan e ai Rolling Stones, ma anche l'episodio pilota della spettacolare serie gangsteristica Boardwalk Empire - L'impero del crimine - è stato insignito del Golden Globe alla carriera nel 2010.
2024 Candidatura Miglior Regia (Oscar 2024) per Killers of the Flower Moon
2020 Candidatura Miglior regia per The Irishman
2014 Candidatura Miglior regia per The Wolf of Wall Street
2012 Candidatura Miglior regia per Hugo Cabret
2012 Candidatura Miglior film per Hugo Cabret
2007 Premio Miglior regia per The Departed - Il bene e il male
2005 Candidatura Miglior regia per The Aviator
2003 Candidatura Miglior regia per Gangs of New York
1994 Candidatura Miglior sceneggiatura non originale per L'età dell'innocenza
1991 Candidatura Miglior sceneggiatura non originale per Quei bravi ragazzi
2023 Regia, Sceneggiatura, Soggetto, Produzione
2020 Recitazione
2016 Produzione
2017 Produzione
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