
Ha un passato decisamente burrascoso Harvey Keitel, figlio di gestori di un ristorante di Brooklyn, ebrei di origine est-europea. Giovane scapestrato e irrequieto (come molti dei personaggi che interpreterà in seguito), viene persino espulso da scuola per il suo comportamento indisciplinato. Decide di mettere il suo carattere turbolento a servizio del corpo dei Marines, finendo addirittura a combattere in Libano.
Il ritorno nella Grande Mela coincide con un nuovo periodo di dissolutezze e sregolatezze, fino a quanto non arriva a cambiargli la vita la folgorazione per la recitazione.
Dopo aver seguito brillantemente i prestigiosi corsi dell'Actor's Studio, intraprende una carriera decennale sui palcoscenici teatrali newyorkesi.
A segnare la svolta nella vita dell'attore è l'amicizia con Martin Scorsese, conosciuto sin dall'epoca del primo lungometraggio del regista, la tesi Chi sta bussando alla mia porta?
Seguono i primi capolavori, Mean Streets e Taxi Driver, resi memorabili non solo dal talento rivelazione di Robert De Niro ma anche da quello, altrettanto eccezionale, di Keitel.
Dopo un ruolo interessante in Buffalo Bill e gli indiani di Robert Altman, l'occasione per un'altra performance straordinaria arriva con l'acclamato esordio di Ridley Scott, I duellanti, dove si sfida inesorabilmente e incessantemente contro Keith Carradine. A questa segue, sfortunatamente, un'occasione mancata nel capolavoro di Francis Ford Coppola Apocalypse Now: l'attore era stato infatti reclutato per il ruolo di Willard, in seguito affidato a Martin Sheen, ma è stato costretto ad abbandonare il set dopo accesi contrasti sorti con il regista.
Gli anni Ottana scorrono, così, lontano dalle luci della ribalta, anche se Harvey continua a dare ugualmente prova del suo talento in titoli di minore impatto, come il poliziesco Rapsodia per un killer, i fantascientifici La morte in diretta di Bertrand Tavernier e Saturno tre di Stanley Donen, il dramma Frontiera di Tony Richardson, il romantico Innamorarsi e l'esilarante Cadaveri e compari di Brian De Palma.
Il decennio è segnato anche da un proficuo approdo nel cinema italiano, a partire dallo storico Il mondo nuovo di Ettore Scola, cui seguono il thriller Copkiller - L'assassino dei poliziotti di Roberto Faenza, il grottesco Un complicato intrigo di donne vicoli e delitti di Lina Wertmüller, il biblico L'inchiesta di Damiano Damiani, dove impersona Ponzio Pilato, e Caro Gorbaciov di Carlo Lizzani.
È un perfetto Giuda in L'ultima tentazione di Cristo, con cui rinnova il suo sodalizio con Martin Scorsese e con Paul Schrader (da cui era stato diretto in Tuta blu), mentre torna a ruoli da poliziesco ne Il grande inganno, ultima regia di Jack Nicholson, nell'acclamato Thelma & Louise, di nuovo per Ridley Scott, e in Bugsy di Barry Levinson, per cui riceve la sua prima nomination all'Oscar.
Ma negli anni Novanta sono due i titoli che scolpiscono nella leggenda la ruvida maschera di Keitel: il maledetto Il cattivo tenente di Abel Ferrara, in cui si offre senza remore al copione ineluttabile di Schrader per incarnare un personaggio oscuro, contorto e tormentato; e il geniale Le iene di Quentin Tarantino, in cui interpreta il carismatico Mr. White. In questo modo Keitel si rende direttamente responsabile del successo di un nuovo regista esordiente, anche perché è stato proprio l'attore, entusiasta della sceneggiatura, a finanziare la pellicola.
Keitel tornerà a recitare per Quentin, trasformandosi nell'icona Mr. Wolf, l'uomo "che risolve problemi" nel cult movie per eccellenza, Pulp Fiction.
Divide invece il set con Tarantino in qualità di interprete in Dal tramonto all'alba di Robert Rodríguez, dove è un improbabile (ma molto divertente) reverendo in crisi mistica.
Il decennio è però costellato da svariate altre interpretazioni di rilievo, tra cui quella in Lezioni di piano di Jane Campion, dove la sua maschera ruvida questa volta si intenerisce, dimostrando di essere capace anche di inedite sensibilità. Altro ruolo di culto - che gli vale anche L'Orso d'oro al Festival di Berlino - è quello del gestore di una tabaccheria newyorkese, Auggie Wren, a contatto con varia e incredibile umanità in Smoke e in Blue in the Face di Wayne Wang.
Passa dalla commedia di successo Sister Act - Una svitata in abito da suora al thriller bessoniano Nome in codice: Nina, dal cupo Sol levante, al romantico Somebody to Love - Qualcuno da amare, approdando persino nel film per famiglie Il mio amico Zampalesta, e lavorando per autori come Spike Lee (Clockers) e Théo Angelopulos (Lo sguardo di Ulisse).
Torna in Italia con il flop Il mio West di Giovanni Veronesi, con Vipera di Sergio Citti e più avanti con il poco convincente Il mercante di pietre di Renzo Martinelli.
Per Holywood, invece, si presta al bellico U-571, e alla commedia con Adam Sandler Little Nicky - Un diavolo a Manhattan dove incarna addirittura il Diavolo in persona.
Affronta temi più impegnativi in La zona grigia di Tim Blake Nelson e in Nowhere, esordio alla regia di Luis Sepúlveda; ma il nuovo millennio è segnato soprattutto dalla partecipazione a opere più commerciali, come Red Dragon, prequel fallimentare de Il silenzio degli innocenti, la saga d'avventura di Jon Turteltaub composta da Il mistero dei Templari e Il mistero delle pagine perdute, le commedie action Crime Spree - In fuga da Chicago e Be Cool. Presa persino la voce nel cartone di Luc Besson Arthur e il popolo dei Minimei, ma si cimenta anche in un piccolo cammeo vocale in Bastardi senza gloria.
Conferma la vena più istrionica e divertita nella commedia Vi presento i nostri, terzo capitolo della serie di successo con Robert De Niro e Ben Stiller.
1992 Candidatura Miglior attore non protagonista per Bugsy
1992 Candidatura Miglior attore non protagonista per Bugsy
1996 Premio Miglior attore straniero per Smoke
1996 Candidatura Miglior attore non protagonista per Dal tramonto all'alba
2008 Candidatura Miglior attore non protagonista (Serie TV, Miniserie o Film TV) per Life on Mars
1993 Premio Miglior attore/attrice
2015 Recitazione
2015 Recitazione
2013 Recitazione
2014 Recitazione
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