Tutte le recensioni dei film al cinema, in televisione e in streaming visti dalla redazione di Movieplayer. La nostra critica con voto per trovare velocemente nuovi film da vedere di ogni genere e per ogni preferenza.
Quello di Simone Spada è uno dei più bei film sul cinema, o meglio, sul suo senso profondo, che abbiamo visto negli ultimi anni. Non un'operazione seriosa e intellettuale, ma una commedia. Molto diversa da quelle che siamo abituati a vedere, fatte un po' con lo stampino, quotidianamente sui nostri schermi.
Il 23 maggio uno speciale del National Geographic, in onda anche su Fox Sports, ricostruisce la storia del più grande giocatore di tutti i tempi.
Su Netflix approda Cargo, horror australiano di Yolanda Ramke e Ben Howling basato sul loro omonimo cortometraggio, con un intenso Martin Freeman nel ruolo di un padre di famiglia impegnato in una disperata lotta contro il tempo: un esperimento non del tutto convincente, ma con diversi motivi d'interesse.
Oltre a un buon video, sia nel blu-ray che nel 4K, e a un ottimo audio, il bel film di Martin McDonagh esce con due extra imperdibili: i segreti dell'incredibile piano sequenza del film e il corto Six Shooter premio Oscar 2006
Uno dei peggiori film di Cannes 2018, che aspira a Argento e De Palma, ma finisce per essere un pasticcio di genere con derive trash.
Al terzo film, presentato in concorso a Cannes, Alice Rohrwacher compie una maturazione sorprendente, raccontando la parabola di Lazzaro, ragazzo di cui tutti si approfittano scambiando la sua gentilezza disarmante per stupidità, rinunciando in questo modo a bellezza e umanità. Dal 31 maggio nelle sale italiane.
Semplice, lineare, delicato, il film di Ryusuke Hamaguchi intrattiene ma si rivela fin troppo leggero per colpire nel contesto del concorso di Cannes, dove è stato presentato.
Bizzarro, pazzo ma non perfettamente equilibrato, il film di Ali Abbasi osa e spazia tra i generi senza dar punti di riferimento allo spettatore.
L'attrice Maria Laura Moraci è la regista e la sceneggiatrice dell'opera in ricordo di Niccolò Ciatti.
The Wild Pear Tree affronta il tema del confronto generazionale e della difficoltà da parte dei giovani turchi di oggi di relazionarsi con un paese che sta cambiando solo in parte, fin troppo legato alle tradizioni e al passato. Ma il film di Nuri Bilge Ceylan è anche e soprattutto la storia di un padre e di un figlio che si cercano e si amano, spesso da lontano.
Nonostante le incongruenze del plot, le sequenze slegate e le occasioni mancate di questo progetto trentennale colpito da molteplici traversie, The Man Who Killed Don Quixote è un'opera autoriale in grado di regalarci momenti di cinema purissimo e visionario che sono una vera gioia per gli occhi.
Uno humor black, caustico e nichilista pervade la pellicola, soprattutto nelle sequenze più divertenti e politically uncorrect.
Il cinema di Lee Chang-dong è costantemente sospeso tra poesia e cinema (apparentemente) di genere, e questo Burning ne è forse l'esempio più splendente ma anche il più arduo.
Cafarnao, la recensione: c'è chi ne esalterà la realizzazione e la recitazione naturalissima, c'è chi invece si dirà scandalizzato dal modo furbo e ricattatorio con cui la regista manipola i suoi spettatori con immagini che non possono lasciare indifferenti; noi facciamo parte della prima categoria.
Kevin Macdonald racconta la rapida ascesa al successo di Whitney Houston ed i problemi che ne hanno causato il declino e poi la morte in un documentario ben costruito ed intenso.
La sceneggiatrice di Pitch Perfect esordisce dietro la macchina da presa con una commedia piena di ormoni, cuore e cervello, e un grande trio comico adulto dominato da John Cena. Produce Seth Rogen.
Il nuovo film del regista giapponese, in anteprima mondiale a Cannes 2018, è un'opera adorabile, poetica e delicata che com guizzi di fantasia racconta il complesso rapporto tra fratello e sorella.
La scelta di Garrone di depurare la vendetta di Marcello dei tratti di raccapricciante ferocia che caratterizzano il fatto di cronaca restituisce purezza e potenza al racconto.
Il regista di Blancanieves torna sui grandi schermi con una commedia grottesca ed esilarante sull'amore coniugale. In sala dal 17 maggio distribuito da Movies Inspired.
L'opera prima di Emmanuel Gillibert, né naïve né politicamente scorretta, è solo molto banale e pesca tutti i luoghi comuni su scapoli incalliti e mamme single, riproponendoli senza alcun approfondimento né alcun'idea brillante che facciano distinguere questo film da migliaia di altri.
L'atteso film di Ramin Bahrani con Michael B. Jordan e Michael Shannon nei ruoli principali, remake del film di François Truffaut del 1966, è una grande delusione: tutta la pellicola si riduce ad un banalissimo sci-fi movie con elementi action e due protagonisti tanto affascinanti quanto sprecati.
Il regista esploratore ci porta nelle profondità del continente blu per ammirarne la magnificenza e ricordarci quanto sia importante salvaguardarlo, per la nostra e le generazioni future. In sala dal 17 maggio grazie a M2 Pictures.
Il regista giapponese torna alle atmosfere di lavori come Father and Son, di cui riprende in qualche modo anche i temi, raccontando i legami tra i membri di una famiglia sui generis.
Se Solo: A Star Wars Story verrà accolto con meno clamore, non sarà soltanto a causa di un calo "fisiologico" dell'interesse nei confronti della saga rispetto al "Risveglio della Forza". Alden Ehrenreich funziona bene nei panni del protagonista, ma le falle di questo film così travagliato sono altrove.
Un film che brilla per eleganza ed equilibrio, un'opera matura che rappresenta una felice summa della poetica di Spike Lee sposando felicemente forma e contenuto e stemperando la vis polemica nell'ironia.
Seppur colpito in ciò che più gli sta a cuore, Jafar Panahi continua a nutrire un profondo amore per l'Iran e lo dimostra nel tono bonario che accompagna le critiche.
Una storia drammatica, vera e attuale, che mette al centro figure femminili forti ma fallisce nel raccontarne le vicende con la dovuta sensibilità affidandosi a retorica ed eccessi di messa in scena.
Il bel film di Joe Wright che ha conquistato due Oscar per miglior attore e miglior trucco è arrivato in homevideo con un video fantastico che valorizza l'eccezionale make up del protagonista. Buono l'audio, solo sufficienti i contenuti speciali.
La casa di Jack, la recensione: Lars Von Trier torna a Cannes con un film che ha sconvolto gli spettatori della prima per la sua violenza e insistenza nel descrivere omicidi e torture.
La storia di Lara, una ragazzina transgender che sogna di diventare ballerina, è semplice nelle sue premesse ma terribilmente efficace nella sua realizzazione. La bravura del regista Lukas Dhont è soprattutto nel riuscire a rendere al meglio il senso di urgenza e disperazione della protagonista, interpretata ottimamente da Victor Polster.
Torna l'antieroe Marvel con un sequel in linea con quanto visto di buono nel primo film, a dispetto di un paio di forzature in più che non rovinano l'effetto complessivo.
Nella visione di Jia Zhang-ke illusioni e desideri sembrano destinati a non trovare realizzazione in una Cina malata e crudele.
Il popolare regista torna a Cannes dopo Adieu au language con un'altra opera sperimentale, che decostruisce il concetto di cinema tradizionale per realizzare un'opera artistica in senso più ampio.
Joe Penna sfrutta al meglio il budget ridotto lavorando su realismo e credibilità, supportato dalla vibrante performance di Mads Mikkelsen.
Prima di essere un film a tematica omosessuale, sottogenere categorizzato per comodità critica, Sorry Angel è soprattutto una bella storia d'amore. E l'amore è ciò che ci rende umani con tutti i nostri difetti.
Proprio come il precedente Ida, anche l'ultimo film di Pawlikowsi è girato in uno splendido bianco e nero e in un formato 4/3 che sembra voler avviluppare i suoi personaggi e non lasciarli mai liberi, nemmeno di sognare. D'altronde, con Cold War il regista polacco racconta l'amore come fosse una interminabile guerra a distanza.
Se il passato funge da specchio del presente, l'immobilità che contagia tutti i personaggi, oppressi da un regime politico che impone il suo controllo sulla popolazione in maniera tentacolare, è un attacco diretto alla Russia di Putin.
Yomeddine è un racconto delicato e fiabesco che scalda il cuore, ma raramente affonda il colpo trascurando di approfondire temi e luoghi che l'avrebbero meritato.
Arriva il 10 maggio nelle sale italiane Show Dogs, una commedia poliziesca scanzonata e dissacrante forte di un cast vocale d'eccezione.
La fotografia, come il cinema, nelle mani sapienti di Paul Dano diventa lo strumento principe per immortalare l'emozione di un istante, per descrivere quelle emozioni e sentimenti che ci connotano come esseri umani.
Con la visione della seconda parte del dittico berlusconiano firmato da Paolo Sorrentino, diventa evidente non solo la solidità della sceneggiatura, ma anche l'equilibrio e l'attenzione con cui Sorrentino e Contarello hanno affrontato l'umanità segreta di Silvio Berlusconi.
Frank Matano protagonista assoluto di una commedia dai toni dissacranti, scritta con Matteo Martinez al suo debutto alla regia.
Un sontuoso reparto video, sia in 2D che in 3D, e un superbo audio caratterizzano l'edizione blu-ray dell'opera Pixar che ha vinto la statuetta come miglior film d'animazione. Peccato per gli extra sottotono, ma nell'edizione Steelbook c'è un disco in più.
La nuova pellicola di Asghar Farhadi con protagonisti Penelope Cruz e Javier Bardem, che ha aperto la 71a edizione del Festival di Cannes, delude nella misura in cui non sfrutta a dovere quel crescendo di tensioni familiari e personali sapientamente costruite nella prima parte.
Finalmente uscita in esclusiva su Amazon e DVDstore la collana da collezione voluta da Warner Bros per festeggiare i 95 anni della Major: 13 capolavori del cinema con nuove cover metalliche raffiguranti stupende immagini iconiche. Ne abbiamo ammirate due da vicino e...
Dopo Il venditore di medicine Antonio Morabito torna con un film che continua a indagare il lato più oscuro del potere. Storie di debitori e creditori, dove a brillare è l'inedita coppia formata da Claudio Santamaria e Marco Giallini. Disponibile su Netflix dal 4 maggio.
Autobiografico, triste e legato a doppio filo a recenti fatti di cronaca, l'opera seconda di Iram Haq è un doloroso percorso di formazione in cui il desiderio di libertà lotta contro una cultura intollerante e ottusa.
Nell'agosto del 1945, la riconquistata serenità di un piccolo villaggio ungherese viene incrinata dall'improvvisa comparsa di due ebrei appena tornati dai campi di concentramento: la nostra recensione del film drammatico diretto da Ferenc Török e tratto da un racconto di Gábor T. Szántó.
Il primo film di finzione di Dario Albertini, presentato a Venezia74, con protagonista un'intenso Andrea Lattanzi. Una co-produzione Bibi Film e TIMVISION Production in sala dal 3 maggio grazie a Tucker Film.
La riflessione sull'identità, sul rapporto tra verità e finzione, l'intrigante rompicapo noir, le venature erotiche che permeano la pellicola e ancora le suggestive location rappresentano i punti di forza di un film che soffre a causa di uno script caotico.