Tuttapposto, la recensione: una commedia dissacrante per combattere le contraddizioni tutte italiane

La recensione di Tuttapposto, il film di Gianni Costantino con Roberto Lipari, Luca ZIngaretti e Monica Guerritore sulle insensatezze del mondo universitario.

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Tuttapposto: Roberto Lipari in un'immagine promozionale

"La vera rivoluzione dobbiamo cominciare a farla dentro di noi." Così diceva Che Guevara e forse non a torto. Perché Tuttapposto nasce dalla volontà di cambiare il proprio pensiero e di cominciare a riflettere per davvero su un mondo, come quello accademico, che vive di contraddizioni e di perbenismo immaginario, di nepotismo e di equità apparente. È così che cominciamo questa recensione di Tuttapposto, un film ambientato in un mondo plurigenerazionale e che vuole parlare a qualsiasi tipo di pubblico, rivolgendosi sia a chi ha frequentato l'università che a chi non ne ha mai fatto parte.

Un film in cui non ci si piange addosso e in cui la rivoluzione diventa un segnale di positività, un volere è potere 2.0 in cui non è detto che tutto debba per forza tornare come prima. Una produzione in cui la comicità diventa fonte primaria, senza muoversi sulla strada della risata forzatamente cercata, ma percorrendo una via più difficile e in cui la comicità viene usata come mezzo di riflessione.

La trama: una App per infrangere il sistema

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Tuttapposto: Luca Zingaretti e Roberto Lipari in una scena del film

A Borbona Sicula, una cittadina siciliana immaginaria, Roberto è uno studente universitario che si trova in una condizione particolare: oltre ad essere il figlio del rettore, diversi amici e parenti della famiglia sono stati raccomandati diventando così professori. Eppure, in lui comincia a muoversi un sentimento rivoluzionario, tanto da andare contro la sua famiglia e da inventare un modo per combattere il modus operandi accademico: rimettere in auge la meritocrazia e abbattere il nepotismo. In un mondo ultratecnologico come quello odierno, solo un sistema virtuale può essere il fulcro della rivoluzione: una semplice app.

Denominata come TuttAPPosto, questo sistema consente di valutare l'operato del corpo docente come una sorta di Tripadvisor universitario.
Questa app riesce così a rendere ridicola la forma di potere nella mani dei professori, di cui spesso abusano. Un modo per dare vita ad una rivoluzione virtuale che si affianca a quella fisica, un modo per poter raccontare in chiave comica tutte quelle ingiustizie a cui spesso e volentieri gli studenti universitari sono sottoposti e che sembrano insormontabili, difficili da combattere. Un modo per mostrare una volta per tutte quel menefreghismo ed egoismo di base che è un cancro presente non solo nel mondo accademico. Un mondo, quello universitario, che avrebbe potuto essere qualsiasi altro, così come il fatto che sia ambientato in un fittizio paese siciliano, mentre la storia potrebbe aver luogo ovunque.

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Due generazioni a confronto

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Tuttapposto: un'immagine del film

Tuttapposto, film di Gianni Costantino - grande aiuto regista e già dietro la macchina da presa per Ravanello pallido - mette a confronto due generazioni che sembrano così distanti, ma che spesso sono più vicine di quanto si possa pensare. Ed è così che i valori e il credo di questi due mondi entrano in conflitto con i rispettivi luoghi di appartenenza: non è un caso che il regista, insieme al direttore della fotografia Giuseppe Pignone, abbia voluto rappresentare le differenze generazionali anche da un punto di vista visivo, utilizzando immagini statiche e, in un certo qual modo stantie, per il mondo dei Baroni e riprese più fluide, movimentate e scorrevoli per i più giovani. Un modo, anche questo, per dare luogo ad una comicità critica e costruttiva, in grado di raccontare una rivoluzione funzionante e funzionale.

Comicità caustica nel segno di Ficarra e Picone

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Tuttapposto: Simona Di Bella in una scena del film

Una satira pungente figlia di una modalità comica appartenente a personaggi come Salvatore Ficarra & Valentino Picone che, pur non rientrando nei crediti del film, hanno dato una mano concreta alla sua realizzazione. Basato su una sceneggiatura scritta da Roberto Lipari, Ignazio Rosato e Paolo Pintacuda con Roberto Anelli e Gianni Costantino, Tuttapposto diventa il film di debutto per il giovane comico Roberto Lipari nei panni di attore protagonista e di sceneggiatore. È proprio lui ad essere stato preso per mano da un duo dissacrante come Ficarra & Picone, come se Tuttapposto fosse un po' figlio de L'ora legale e, cosa non proprio prolifera in un'Italia egoista ed egocentrica, hanno accompagnato questo ragazzo (e lo stesso Costantino) a dare forma ad una situazione così vicina alla realtà tanto da scavalcare la fantasia. Un modo per dare vita ad una rivoluzione collettiva ma, prima di tutto, individuale: e non è un caso che Che Guevara venga rievocato tramite la sua iconica immagine.

Conclusioni

A conclusione di questa recensione di Tuttapposto, bisogna sottolineare la volontà di dare forma a quello che ormai viene identificato come un sogno fanciullesco: avere un mondo, qualsiasi esso sia, che funzioni correttamente e che si focalizzi sulla meritocrazia, bandendo tutto ciò che è contraddittorio.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.4/5

Perché ci piace

  • La voglia di mettere sullo schermo un mondo contraddittorio.
  • La commedia che non punta alla grassa risata ma che diventa dissacratoria e che punta alla riflessione.
  • Andare oltre i luoghi comuni tipici siciliani.

Cosa non va

  • La rara presenza di una timida forma di disagio nel protagonista che si trova al suo primo film da protagonista.