Thanks!, la recensione: Una folle commedia nera

La recensione di Thanks!: film di Gabriele Di Luca, con Antonio Folletto, Massimiliano Setti e Luca Zingaretti nell'inedito ruolo di una transessuale.

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Thanks!: Claudio Bigagli in una foto del film

Spregiudicato, politicamente scorretto, cinico. Siamo dalle parti della commedia nera, genere poco o per nulla esplorato dal nostro cinema, o forse sarebbe meglio dire dimenticato, messo da parte a favore di una comicità grossolana e dozzinale, che si affida alla riproposizione di pattern narrativi stereotipati e consolatori. Urge partire da questo presupposto prima di addentrarsi nella recensione di Thanks!, film che Gabriele Di Luca dirige basandosi sul fortunato spettacolo teatrale Thanks for vaselina di Carrozzeria Orfeo, di cui è regista e sceneggiatore.

La trasposizione cinematografica che vedremo in sala dal 4 ottobre (per ora in pochissime copie visto la difficoltà di trovare un distributore), riporta in scena molti degli attori della pièce ed è il risultato di un duro lavoro di squadra. La sensazione però è che nel passaggio dal teatro alla sala la scrittura perda molto della sua dirompenza, e non è l'unica perdita che l'opera prima di Di Luca è costretta a subire: via "vaselina" dal titolo originale, Thanks for vaselina, a vantaggio di un più rassicurante Thanks!. Questione di censura, fanno sapere.

Una trama da commedia nera

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Thanks!: l'attrice Beatrice Schiros in una foto del film

La storia di Thanks! ruota attorno ad una scombinata famiglia allargata alle prese con dipendenze, conflitti irrisolti e non detti. Fil e Charlie (Antonio Folletto e Massimiliano Setti), sono due trentenni che vivono e coltivano marijuana in un fatiscente appartamento al terzo piano di un condominio alla periferia di una non meglio precisata metropoli italiana. Il primo è agorafobico, il secondo un devoto animalista, insieme sognano di andarsene in Costa Rica e aprire un coffee-shop, dove vendere semi rari ottenuti dall'incrocio delle migliori specie di piante esistenti. Ma prima bisogna trovare il modo per portare la droga oltreoceano eludendo i controlli aeroportuali: il primo tentativo, quello di usare come corriere un bulldog francese, non va a buon fine. Non rimane allora che affidare gli ovuli a Wanda (Francesca Turrini), un'insospettabile "cicciona" conosciuta per caso, improbabile fata turchina che frequenta corsi di autostima e vede ovunque atti psicomagici. Complice la madre di Fil, Lucia (Beatrice Schiros), cinquantenne ludopatica appena uscita da una clinica per disintossicarsi dal gioco, i tre cominciano così a prepararsi al viaggio. Fino a quando in scena non irrompe Annalisa (Luca Zingaretti), padre di Fil ed ex marito di Lucia, diventata una transessuale e ora prigioniera della setta religiosa che l'aveva accolta in un momento difficile della vita.

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Thanks!: una foto del film

Thanks! racconta con ironia lo spaccato di un'umanità socialmente instabile, un microcosmo di disperati definito dagli ambienti in cui si muovono (il sottobosco della periferia che si snoda in una lunga carrellata di murales, cortili interni, campi abusivi, bar fumosi e slot machine; la casa in cui vivono Fil e Charlie, sempre in penombra tra pareti scrostate, mobili di fortuna e lampade al led) e dagli atti di mera sopravvivenza che ciascuno dei protagonisti compie.

Il circo di Thanks!: personaggi tragicomici

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Thanks!: una foto di Luca Zingaretti

Su tutto incombe la lente deformante della comicità irriverente, surreale e grottesca, anche se infinitamente più mitigata rispetto al testo originale. I dialoghi diventano così meno sferzanti e il ritmo non sempre incalza lo spettatore; il film paga lo scotto di aver dovuto sacrificare parte della propria vena dissacratoria a vantaggio di soluzioni più accomodanti e in sintonia con un pubblico poco abituato, almeno in sala, a questo tipo di narrazione.
Il rischio è che a tratti l'opera risulti verbosa e didascalica, persino fuori luogo quando affida ad alcune battute il compito di smontare miti e proclami di una società cresciuta sugli slogan. Thanks! perde in questo caso il graffio, mentre l'assurdo cede il passo all'inverosimile.

I personaggi risultano forse un po' eccessivi nella caratterizzazione, ma le interpretazioni meritano il plauso collettivo. Tutti accettano di mettersi in gioco, prestandosi a ruoli non semplici da restituire fuori dalla comfort zone del palcoscenico, un ricettacolo di freaks segnati dalla follia e da una fragilità squisitamente umana.
Ma era un rischio che valeva la pena correre per un progetto che dimostra comunque originalità e coraggio, gli stessi che hanno convinto una figura iconica come Luca Zingaretti a vestire i panni della transessuale Annalisa, figura di straordinaria dolenza e tenerezza.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Thanks! difendendo il tentativo degli autori di portare in sala un'opera originale e coraggiosa. Una commedia nera e politicamente scorretta, che corre però il rischio di risultare in alcuni momenti banale e fuori luogo, complice la necessità di adeguare i toni a un linguaggio più consono al pubblico della sala. Il problema principale consiste nella graduale perdita di irriverenza e ritmo nel passaggio dal teatro al grande schermo. Siamo sicuri comunque che per il regista Gabriele Di Luca e gli autori sia solo l'inizio di qualcosa. Le rivoluzioni si fanno un passo alla volta.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • La scelta di un genere, la commedia nera, che non ha nulla di conciliante e punta sul politicamente scorretto.
  • L'idea di una comicità irriverente e surreale con cui il film racconta gli ultimi.
  • I personaggi così folli e tragici, un ricettacolo di individui socialmente instabili.
  • Il coraggio di osare nella scelta dei temi e del linguaggio.

Cosa non va

  • Nel passaggio dal teatro alla sala la scrittura perde molto della sua dirompenza e il tono dissacratorio proprio di certa comicità subisce una mitigazione che ne banalizza gli esiti.
  • La caratterizzazione dei personaggi risulta a tratti eccessiva.