Il decennio appena trascorso ha rappresentato una netta inversione di tendenza per il cinema italiano in sala e in home video. Incassi stratosferici per alcuni film (pensiamo al fenomeno Checco Zalone), interessanti per altri (principalmente per le commedie ma anche per delle opere che hanno esplorato differenti generi) ma, nonostante le difficoltà oggettive per le scelte di molti distributori e per lo scontro perenne con i blockbuster statunitensi, l'interesse attorno i film di casa nostra è cresciuto esponenzialmente.
Il catalogo di Netflix, in continua espansione, dedica molto spazio alle produzioni nostrane più recenti e non soltanto. In questo articolo proporremo una selezione dei migliori film italiani da vedere su Netflix: titoli dalla roboante accoglienza al botteghino, pluripremiati dalle giurie o più semplicemente acclamati da pubblico e critica, insomma film che meritano una nuova visione o di essere riscoperti.
1. A casa tutti bene (2018)
Su un'isola meravigliosa, arriva il momento di festeggiare le nozze d'oro di Alba (Stefania Sandrelli) e Pietro (Ivano Marescotti). Per l'occasione, viene riunita la numerosa famiglia che fa capo alla coppia. Figli e nipoti trascorrono una bella giornata insieme ma giunta la sera, al momento di ripartire, si ritrovano tutti bloccati sull'isola a causa di un'improvvisa mareggiata che impedisce ai traghetti di raggiungere la costa. Costretti a condividere lo stesso tetto, antipatie e nervosismo non tarderanno ad affiorare: torneranno a galla questioni in sospeso, conflitti e gelosie del passato, inquietudini e paure mai svanite. Almeno finché non calmerà la tempesta...
A casa tutti bene è una commedia corale firmata da Gabriele Muccino con il suo inconfondibile stile: talento straordinario nella direzione degli attori più che nel lavoro di scrittura (qui insieme a Paolo Costella). Cast sontuoso che comprende, tra gli altri, Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Stefano Accorsi, Sabrina Impacciatore, Massimo Ghini, Gianmarco Tognazzi, Claudia Gerini, Valeria Solarino, Giampaolo Morelli e Sandra Milo.
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2. A.C.A.B. - All cops are bastards (2012)
Cobra, Mazinga e Negro sono tre poliziotti con anni di servizio alle spalle e che militano nel VII Nucleo di Polizia, un reparto speciale della mobile sempre in contrasto al fenomeno degli ultrà, dei black bloc e degli estremisti politici. Duri e violenti, per loro l'unico mezzo per sopraffare contestatori, anarchici o comuni delinquenti è quello di usare tutta la forza della quale dispongono, anche con metodi affatto ortodossi. È anche la maniera per sfogare frustrazioni e problemi - di vario tenore - che vivono nei rispettivi nuclei familiari.
Diretto da Stefano Sollima, tratto dal libro di Carlo Bonini e scritto da Barbara Petronio, Daniele Cesarano e Leonardo Valenti, A.C.A.B. - All Cops Are Bastards mette in scena una realtà tremenda, anche per la sua attualità. Provando a porsi dentro il casco da poliziotto, il film viaggia sul filo tra denuncia sociale e descrizione di un fenomeno a rischio emulazione: quello che emerge è comunque un panorama (da anni) inquietante. Cast di prim'ordine con Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Filippo Nigro interpreti principali. Candidato nel 2012 a sei David di Donatello.
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3. Ammore e malavita (2017)
Ciro (Giampaolo Morelli) è uno spietato killer e, insieme a Rosario, è una tigre al servizio di don Vincenzo (Carlo Buccirosso), detto o' re do pesce, e dell'avvenente moglie, donna Maria (Claudia Gerini). La strada di tali criminali e quella di Fatima (Serena Rossi), una giovane infermiera piena di sogni, si incontreranno casualmente. Una notte la ragazza si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato: ha visto troppo. Ciro viene incaricato di eliminarla ma, nell'attimo decisivo, ricorderà cosa ha rappresentato Fatima nella sua adolescenza: il vero amore. Così, il destino di tutti i protagonisti potrebbe cambiare. Cinque David di Donatello per Ammore e malavita dei Manetti Bros., un musical intriso d'azione tra i quartieri e il golfo di Napoli.
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4. Benvenuti al Sud (2010)
Dopo un tentativo di truffa per ottenere il trasferimento a Milano, Alberto Colombo (Claudio Bisio), direttore di un ufficio postale, viene punito con la destinazione obbligata in Campania, per la precisione nell'assolata Castellabate. Nonostante i luoghi comuni che gli inculca la moglie siano terribili e la diffidenza verso i meridionali sia quella del tipico zuccone, Alberto riesce invece ad ambientarsi immediatamente, grazie a dipendenti strampalati ma sinceri e genuini. Tanto che la voglia di tornare nella nebbia milanese svanirà presto... Giocando sull'eterna sfida tra Nord e Mezzogiorno, e partendo dal film originale francese, Benvenuti al Sud di Luca Miniero ha ottenuto un enorme successo di pubblico nell'autunno 2010 e ben dieci candidature ai David di Donatello (statuetta per Valentina Lodovini). Meno riuscito ma altrettanto imponente al botteghino il seguito di due anni dopo, ovvero Benvenuti al Nord.
5. Chiamami col tuo nome (2017)
Estate 1983, Lombardia. Elio Perlman (Timothée Chalamet) è un diciassettenne che ama la musica, l'arte, la lettura, e trascorre ogni anno le vacanze nella sua tenuta di campagna insieme al padre (Michael Stuhlbarg), un professore molto rinomato, la madre Annella e la domestica Mafalda. Un giorno, arriva un ragazzo americano prossimo alla laurea, l'affascinante Oliver (Armie Hammer), il quale rinnova la tradizione per la quale ogni estate Mr. Perlman ospiti - per qualche tempo - uno studente al fine di aiutarlo nel completamento del percorso universitario. Inizialmente Oliver è molto espansivo sia con la famiglia Perlman che con gli altri ragazzi di città, mentre Elio, che ne è attratto, fatica ad aprirsi, anche perché impegnato in una timida relazione con la bella Marzia (Esther Garrel), la quale prova per lui un sentimento che non nasconde affatto. Elio, come molti adolescenti, è però confuso, e soprattutto tormentato dal fascino di Oliver, a sua volta sibillino nei confronti del giovane...
Diretto da Luca Guadagnino, scritto da James Ivory e tratto dal romanzo di André Aciman, Chiamami col tuo nome affronta, con la giusta misura e delicatezza, il tema della scoperta dell'amore e la declinazione in tutte le sue forme. Il racconto ha come riferimento un ragazzo molto giovane, intelligente ma inesperto. Sia Oliver che lo stesso Elio sanno che il loro amore è destinato a durare il tempo di un'estate che scorre via veloce nella tranquillità della campagna lombarda (e non della riviera ligure, come nel romanzo di Aciman), dove la purezza delle acque nelle quali i protagonisti si immergono per rinfrescarsi è la stessa dei sentimenti che affiorano.
Realizzato attraverso una co-produzione italiana, francese, statunitense e brasiliana, Chiamami col tuo nome ha raccolto una miriade di riconoscimenti in tutto il Mondo, tra i quali spicca l'Oscar alla miglior sceneggiatura adattata.
Chiamami col tuo nome: il mistero dell'amore e la scoperta del desiderio
6. Dogman (2018)
Periferia di Roma, in un quartiere non ben definito. Marcello (Marcello Fonte) ha un'attività di toilettatura per cani, ma arrotonda spacciando droga e con della piccola ricettazione, spesso provento dei furti compiuti da Simoncino (Edoardo Pesce), un delinquente di strada che, tra un reato e l'altro, è adesso divenuto il boss della zona. Quest'ultimo tiene in scacco l'ingenuo Marcello e lo coinvolge nelle sue malefatte, mettendo in difficoltà l'uomo sia con gli amici che con l'adorata figlia Sofia. Dentro Marcello cresce, un po' alla volta, la voglia di affrancarsi dalla prepotenza di Simoncino, soprattutto quando passerà in prima persona dei seri guai con la giustizia.
Dogman racconta la periferia, il disagio sociale, la delinquenza urbana, la sopraffazione del debole e l'esasperazione dei disperati, fino alla giustizia privata in uno Stato assente. Diretto da Matteo Garrone e scritto dal regista con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, Dogman è un film dentro il quale si ritrova il neorealismo contemporaneo, nell'incontro stridente tra la ferocia più profonda insita nell'animo degli uomini e il loro desiderio di libertà. Premio a Marcello Fonte al Festival di Cannes per la miglior interpretazione maschile.
Matteo Garrone: da L'imbalsamatore a Dogman, tutti i marchi di fabbrica del regista
7. Gli ultimi saranno ultimi (2015)
Diretto da Massimiliano Bruno e tratto dal suo spettacolo teatrale, Gli ultimi saranno ultimi ha come protagonista Luciana Colacci (Paola Cortellesi), una donna di semplici vedute che sogna soltanto una vita normale con il marito Stefano (Alessandro Gassmann). Quando tutto sembra andare per il meglio e Luciana resta anche in attesa, improvvisamente la donna si troverà senza lavoro. Nella disperazione, cercherà giustizia ma coinvolgerà, involontariamente, Antonio Zanzotto (Fabrizio Bentivoglio), una guardia in cerca di redenzione, e anch'egli tra gli "ultimi" di una scala sociale che esclude le persone come oggetti inanimati.
Gli ultimi saranno ultimi: la sfida di Paola Cortellesi e Massimiliano Bruno
8. Gomorra (2008)
Cinque storie che si sviluppano tra Scampia, Aversa e Casal di Principe, e raccontano del dramma quotidiano rappresentato dalla camorra e dalle sopraffazioni con le quali essa rovina la vita di tantissime persone e riempie le pagine della cronaca. Tra queste, il racconto di un ragazzino che entra a far parte della sfera criminale; un ragioniere della camorra che dovrà affrontare la violenza sul campo di battaglia; un abilissimo sarto che cerca di svincolarsi collaborando con i cinesi; la descrizione della pratica illegale dello smaltimento dei rifiuti tossici; infine, due irregolari che sognano di emulare Tony Montana, con conseguenze facilmente immaginabili.
Candidato al Golden Globe e al BAFTA come miglior film straniero e vincitore di sette David di Donatello, Gomorra, per la regia di Matteo Garrone e tratto dal libro di Roberto Saviano, ha suggerito la strada per un genere narrativo (ampiamente percorso negli ultimi anni) ma ha, soprattutto, aperto uno squarcio di luce su una realtà a lungo ignorata dall'opinione pubblica.
9. Il capitale umano (2013)
Il Nord Italia degli industriali e degli uomini d'affari, dei perbenisti e degli ipocriti, in una storia che coinvolge due ragazzi appartenenti a due famiglie piene di contraddizioni e segreti.
Il capitale umano, diretto da Paolo Virzì e scritto dal regista con Francesco Bruni e Francesco Piccolo, inquadra la decadenza di una certa parte della società italiana, attraverso un film che parte dalla commedia nera e sfiora il dramma, in uno stile che richiama il cinema italiano d'impegno che ha fatto scuola nel passato ed è indubbiamente ricorrente nella produzione più recente dell'autore livornese. Cast sontuoso del quale fanno parte Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Matilde Gioli, Luigi Lo Cascio e Guglielmo Pinelli. La pellicola ha ottenuto, tra i numerosi riconoscimenti, sette David di Donatello e altrettanti Nastri d'argento.
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10. Il divo (2008)
Giulio Andreotti è stato per decenni il protagonista... anzi, il divo della scena pubblica italiana, certamente per tutta la durata della cosiddetta Prima Repubblica. Figura di spicco della Democrazia Cristiana, parlamentare, ministro, capo di governo, manovratore delle trame di potere che hanno determinato la politica italiana e tutto ciò che ruotava attorno ad essa. Arguto, ironico, apparentemente impassibile anche di fronte alle peggiori accuse che lo hanno coinvolto in inchieste giudiziarie (la più eclatante resta quella per l'omicidio del giornalista Mino Pecorelli, mai del tutto chiarito) e accuse di rapporti con la mafia.
Un ritratto sulla figura più discussa della storia repubblicana italiana. Il divo, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, racconta un'epoca solo apparentemente lontana, nella quale personaggi come Andreotti erano in grado di catalizzare l'attenzione e andare ben al di là delle prerogative del proprio ruolo pubblico, cambiando la storia del nostro Paese e lasciando scorie che ne hanno minato le fondamenta istituzionali. Potente, ambiguo, egocentrico: per questo affascinante da narrare per un autore come Sorrentino, qui certamente più sferzante rispetto al più recente Loro. Straordinario Toni Servillo, punta di diamante di un cast eccellente. Il divo vinse il Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2008.
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11. Il figlio più piccolo (2010)
Bologna, primi anni '90. Il matrimonio tra Luciano Baietti e Fiamma si svolge affrettatamente. Già genitori di due bambini, sembrano però non poter condividere nemmeno un momento di gioia: arriva infatti l'affaccendato Sergio Bollino, con una pila di documenti da far firmare a Fiamma, che gli intesta i suoi beni immobili. Dopo alcuni anni, i due figli sono ormai cresciuti: il maggiore, Paolo, lavora in un locale del centro e serba rancore verso il padre; il figlio più piccolo, Baldo, d'animo decisamente più generoso, studia cinema e vive con la madre e la sua amica Sheyla, accompagnandole in una impossibile carriera musicale. Nel frattempo, Luciano e Sergio vanno avanti tra lusso, affari sporchi e imbrogli. Quando la situazione potrebbe precipitare, scorgono in Baldo un possibile scaricabarile...
Scritto e diretto da Pupi Avati, Il figlio più piccolo è un'opera che viaggia sul sottile equilibrio tra commedia amara e dramma, nello stile ampiamente conosciuto dell'autore bolognese. Protagonisti, insieme a Laura Morante, Christian De Sica e Luca Zingaretti, entrambi premiati ai Nastri d'argento 2010.
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12. L'amore è eterno finché dura (2004)
Professionista stimato, sposato con la psicologa Tiziana (Laura Morante) e padre di Marta, Gilberto Mercuri (Carlo Verdone) deve improvvisamente giustificare la convocazione in caserma che gli è stata notificata dai Carabinieri. Tiziana, all'oscuro di tutto, il giorno dopo si ritrova davanti ai frequentatori della serata di speed-date alla quale ha partecipato anche Gilberto. Tutti sono stati chiamati a rispondere per la scomparsa di Stella, che non si trova più dopo l'evento. Ma tra i coniugi si apre un'inevitabile crisi...
Diretto e interpretato da Carlo Verdone e scritto dal regista insieme a Francesca Marciano e Pasquale Plastino, L'amore è eterno finché dura è un'ottima commedia nel classico stile dell'autore romano, sempre attento nel cogliere le sfumature dei rapporti personali che cambiano di pari passo alla società contemporanea.
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13. L'uomo senza gravità (2019)
Oscar viene alla luce durante una notte tempestosa, in un piccolo paese. Da subito si comprende come vi sia qualcosa di straordinario in lui: non obbedisce alla legge di gravità. Fluttua in aria, si libra nella stanza più leggero di un palloncino di fronte allo sguardo incredulo della madre e della nonna. Le due donne fuggono con il neonato e decidono di tenerlo nascosto agli occhi del mondo per moltissimi anni. Solo la piccola Agata conosce il suo segreto. Fino al giorno in cui Oscar decide che tutto il mondo deve conoscere chi egli sia davvero. Diretto da Marco Bonfanti, L'uomo senza gravità è una produzione originale Netflix: una storia del tutto straordinaria narrata, con estrema delicatezza, tra fiaba e realtà.
14. La gabbianella e il gatto (1998)
Una gabbianella, avvelenata da una macchia di petrolio nei mari del nord, riesce ad affidare in punto di morte il proprio uovo al gatto Zorba, facendogli promettere tre cose: non mangiarlo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare alla nascitura. Essa verrà chiamata Fortunata dalla comunità dei gatti, coinvolti da Zorba per crescerla insieme. Prima di imparare a spiccare il volo, però, Fortunata dovrà conoscere la propria natura e capire di non essere un gatto. Lo farà con Zorba e con Colonnello, Segretario, Diderot, il giovane Pallino: tutti uniti nel compito di educare la gabbianella e darle protezione nella battaglia contro i temibili ratti.
La gabbianella e il gatto è un toccante film d'animazione diretto da Enzo D'Alò, tratto dal romanzo di Luis Sepúlveda e scritto da Umberto Marino. A rendere ancora più preziosa l'opera, le voci di Carlo Verdone e Antonio Albanese.
Infinity ricorda lo scrittore Luis Sepúlveda con La Gabbianella e il Gatto di Enzo d'Alò
15. La grande bellezza (2013)
Jep Gambardella (Toni Servillo) è un giornalista e critico ormai annoiato, dopo aver frequentato per lungo tempo gli ambienti più popolari e mondani di Roma. Nonostante sia ritenuto una presenza indispensabile in tutte le feste altolocate, egli vorrebbe piuttosto essere considerato come colui che abbia il potere "di farle fallire": Jep, infatti, non nasconde più l'insofferenza verso un ambiente corrotto e vizioso che gli impedisce di trovare il gusto di un tempo sia nelle piccole che nelle grandi cose. Qualcosa cambia quando viene a mancare Elisa, forse l'unico vero amore della sua vita. L'animo di Jep inizia a scuotersi, sempre di più, in attesa di una svolta che gli permetta di ritrovare armonia e, magari, di fargli concludere un altro libro dopo anni dal primo. Roma, decadente ma ancora meravigliosa, dovrà essere una fonte di ispirazione, mentre incontri casuali, amicizie antiche e ricordi che riaffiorano faranno da cornice alla grande bellezza ricercata da Jep.
Diretto da Paolo Sorrentino e scritto dal regista con Umberto Contarello, La grande bellezza è un viaggio tra sogno e realtà, nello stile riconosciuto del regista italiano. Atmosfere che richiamano il cinema felliniano, un lungo carosello di personaggi che compongono un mondo dissoluto e ipocrita, inquadrature che sottolineano lo straordinario contrasto tra bruttezza (la stessa nella quale si immerge il protagonista) e bellezza (quella dei monumenti, del Lungotevere, ma anche dei ricordi puri e lontani di Jep). Accolto positivamente da critica (pur non senza qualche eccezione) e pubblico, il film ha sbancato in quanto a riconoscimenti: Oscar, Golden Globe e BAFTA per il miglior titolo straniero nel 2014. Finora, l'ultima pellicola italiana a riuscire nell'impresa. Cast sontuoso: a Toni Servillo si affiancano, tra gli altri, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Galatea Ranzi, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Roberto Herlitzka, Luca Marinelli e Isabella Ferrari.
La grande bellezza del cinema di Sorrentino: le sue inquadrature più belle
16. La mafia uccide solo d'estate (2013)
Arturo nasce a Palermo nel periodo in cui il mafioso Vito Ciancimino viene eletto sindaco. Nell'epoca dove Cosa Nostra domina incontrastata, del resto, ciò non sembra nemmeno destare impressione. Arturo cresce in un ambiente pieno di contraddizioni, ma cerca di condurre una vita che possa definirsi normale. Coltivando l'amore, ad esempio: quello per la bellissima Flora, sua compagna di banco delle elementari e di cui Arturo è follemente innamorato. Attraverso il tenero e divertente racconto delle vicissitudini del ragazzo, il film narra alcuni degli eventi più tragici della storia contemporanea italiana tra gli anni '70 e '90.
Candidato a nove David di Donatello, La mafia uccide solo d'estate ha ottenuto il riconoscimento David giovani e quello di miglior regista esordiente, consegnato a Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif), qui anche sceneggiatore (con Michele Astori e Marco Martani) e interprete principale, insieme a Cristiana Capotondi, Claudio Gioè e Ninni Bruschetta. Una commedia drammatica che commuove e strappa più di un sorriso ma, soprattutto, propone delle riflessioni con misura narrativa e grande intelligenza.
La mafia uccide ma non solo d'estate. E Pif ne è Il testimone
17. La matassa (2009)
Gaetano porta avanti una disonesta agenzia di "collocamento" per anziani, destinati a matrimoni con donne giovani in cerca di cittadinanza italiana. Paolo è invece il proprietario di un albergo in centro città, che ha appena ereditato dal padre e fatica non poco a portare avanti. Gaetano e Paolo sono cugini, ma non si frequentano più da anni, dopo che i rispettivi padri litigarono a causa proprio di quell'albergo. Adesso, le loro strade tornano ad incrociarsi, e i due riscoprono l'affetto e l'amicizia che li univa un tempo. Ma i problemi da affrontare saranno tanti...
La matassa è un'irresistibile commedia griffata da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, qui in co-regia con Giambattista Avellino. Tempi comici straordinari ed esterni tra Catania, Ragusa e Paternò, una novità all'epoca per i due artisti palermitani. Da ricordare il finale da antologia.
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18. La pazza gioia (2017)
Beatrice Morandini Valdirana, che dice di essere una contessa, è chiacchierona ed eccentrica. Donatella Morelli è invece una ragazza fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Entrambe ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, non sopportano più le misure di sicurezza a cui vengono costrette. Unite da un'amicizia estremamente particolare, si rendono protagoniste di una fuga improvvisata e significativa, alla ricerca di un'agognata felicità. Cinque David di Donatello per La pazza gioia, il film di Paolo Virzì che è un manifesto di libertà nel quale spiccano due interpreti straordinarie come Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti.
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19. La prima cosa bella (2010)
La storia di una famiglia nell'arco di quasi quarant'anni. Quella di Anna, un tempo giovane madre di Bruno e Valeria che ancora adesso, mentre la malattia potrebbe portarla via, trasmette serenità e vitalità alle altre persone. Bruno, intanto, torna nella sua Livorno per affrontare un passato che aveva cercato di dimenticare, ma ecco che rivede dinanzi a lui le meschinità della gente, che tanto male hanno fatto a lui e ad Anna. Con esse, però, anche i ricordi belli e spensierati, di una parte della sua vita che non tornerà più.
Agre racconto delle origini firmato da Paolo Virzì, che ha realizzato con maestria un film toccante e malinconico. La prima cosa bella, candidato a diciotto David di Donatello, vanta un cast composto, tra gli altri, da Valerio Mastandrea e Micaela Ramazzotti (entrambi premiati), Stefania Sandrelli, Claudia Pandolfi e Marco Messeri.
20. La ragazza nella nebbia (2017)
Tra le impervie montagne del Südtirol, la nebbia avvolge il paese di Avechot. A farne le spese è l'agente Vogel, che finisce in un fossato col suo mezzo. Incolume, ha i vestiti ricoperti di sangue. Non ricorda quanto gli è accaduto nelle ore precedenti al fatto e non si può escludere alcunché di oscuro. Così, viene seguito da uno psichiatra, Flores, insieme al quale ripercorre gli ultimi foschi mesi della sua vita. Occorre risalire fino alla scomparsa della sedicenne Anna Lou, sulla quale le ipotesi - che vanno dal rapimento fino alla fuga volontaria - sono molteplici e solo le abilità da investigatore di Vogel avrebbero potuto far luce. Intercettando l'attenzione dei media, Vogel ha ricreato il ritratto angelico della ragazza e ha avanzato la presenza di un uomo che sarebbe il responsabile della situazione. Pur senza certezze sulla sua identità, risponderebbe a tale profilo l'apparentemente ignaro professor Martini. Ma il giallo è ben lontano da una soluzione...
Scritto e diretto da Donato Carrisi, alla sua opera prima, e tratto dall'omonimo romanzo dell'autore pugliese, La ragazza nella nebbia ha aggiunto il thriller glaciale alla proposta cinematografica recente del panorama italiano. Cast superbo composto da Toni Servillo, Jean Reno e Alessio Boni. Candidato a quattro David di Donatello, premio a Carrisi come miglior regista esordiente.
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21. La solitudine dei numeri primi (2010)
All'età di sette anni, Alice viene accompagnata dal padre a un corso di sci per farla evadere dalla sua situazione familiare. Sfortuna vuole che cada in un dirupo, restando zoppa.
Mattia è un bambino prodigio con la passione per la matematica. La sorella gemella, Michela, è invece nata con un ritardo mentale, motivo per cui gli altri compagni evitano sia Mattia che lei. Un giorno, avendo ricevuto un invito per una festa, Mattia porta con sé Michela, ma la lascia seduta in un parco vicino. Al ritorno, la piccola è scomparsa.
Alice e Mattia crescono così con dei traumi che li portano a vivere un'adolescenza difficile: lei precipita nell'anoressia, lui nell'autodistruzione per il senso di colpa. Quando si incontreranno, tra di loro nascerà una fortissima amicizia.
Diretto da Saverio Costanzo e scritto dal regista insieme a Paolo Giordano, autore del libro da cui l'opera è tratta, La solitudine dei numeri primi ha conquistato pubblico e critica con una delicatissima messa in scena di temi importanti e toccanti. Insieme alla splendida Alba Rohrwacher, protagonista anche Luca Marinelli, qui nell'interpretazione che ne ha rivelato l'immenso talento.
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22. La tenerezza (2017)
Napoli. Lorenzo, un avvocato molto conosciuto e adesso avanti con gli anni, con il tempo è rimasto vittima del suo carattere particolare, che lo ha portato a commettere diverse mancanze nella sua vita e nella sua professione. Neppure i rapporti familiari sono così brillanti, in particolare nel logorato rapporto con i figli. Saverio, il più giovane, se ne cura ben poco; Elena, la maggiore, cerca invece di recuperare, nonostante le incomprensioni. Qualcosa cambia quando la giovane coppia composta da Fabio, Michela e i loro due figli si trasferiscono nell'appartamento di fronte a quello di Lorenzo...
Diretto da Gianni Amelio e scritto dal regista insieme a Alberto Taraglio, La tenerezza è tra i film italiani più toccanti degli ultimi anni. Dalle tematiche molto forti e intense, la pellicola ha ottenuto otto candidature ai David di Donatello, con la statuetta quale miglior attore protagonista a Renato Carpentieri. Nel cast anche Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti e Giuseppe Zeno.
23. Lazzaro Felice (2018)
Lazzaro è un giovane contadino dalla sconfinata bontà d'animo. Essa può apparire come un'ingenuità facile da sfruttare per chi intende approfittarsene, ma Lazzaro crede sinceramente negli altri, avvicinandosi alle persone in una maniera ormai inusuale per la società moderna. Il miglior amico di Lazzaro è Tancredi, anch'egli cresciuto con semplicità e in preda a una fervida immaginazione. La loro lunga amicizia, però, è destinata a scontrarsi con bugie e segreti da rivelare. Per Lazzaro arriverà il momento di fare un passo avanti dalla campagna verso la città.
Scritto e diretto da Alice Rohrwacher, Lazzaro Felice è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2018, vincendo il premio per la miglior sceneggiatura. Candidato anche a nove David di Donatello, l'opera annovera nel cast Alba Rohrwacher (sorella della regista), Adriano Tardiolo, Tommaso Ragno e Nicoletta Braschi.
Lazzaro felice: la terra della gentilezza uccisa
24. Lo chiamavano Jeeg Robot (2016)
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un uomo che vive di espedienti vari nella degradata periferia romana. Un giorno, inseguito dalla polizia per il furto di un orologio, si tuffa nel Tevere ed entra a contatto con una misteriosa sostanza radioattiva. Dopo aver sofferto un terribile malessere e temendo anzi di essere rimasto avvelenato, Enzo torna comunque ad organizzarsi per un altro colpo, su ordine di Fabio Cannizzaro detto "Zingaro" (Luca Marinelli), uno spietato criminale di borgata con manie di protagonismo. A casa di uno dei complici Enzo incontra Alessia (Ilenia Pastorelli), una ragazza con problemi mentali e racchiusa in un mondo tutto suo, grazie a una fervida immaginazione e alla passione per Jeeg Robot d'acciaio. Successivamente, durante un incontro con dei corrieri della droga, Enzo rimane coinvolto in una sparatoria. Colpito ma incredibilmente illeso anche dopo un volo da un palazzo, comprende di aver assunto dei poteri straordinari: è invulnerabile, più rapido e dotato di forza sovrumana...
Diretto e prodotto da Gabriele Mainetti e scritto da Fabio Guaglianone e Menotti, Lo chiamavano Jeeg Robot esprime pienamente lo spirito propositivo del cinema italiano recente senza cercare di copiare i cinecomic d'oltreoceano, decisamente fuori budget, ma traendone la capacità di caratterizzare i personaggi principali e costruendo attorno all'incontro/scontro tra di essi la base narrativa del film, con omaggi e riferimenti ad altre pellicole tra dramma, violenza e fantasy. Buon successo al botteghino e trionfo di critica, con la vittoria di otto David di Donatello tra cui le statuette ai quattro interpreti principali (ai tre precedentemente citati si aggiunge Antonia Truppo). Lo chiamavano Jeeg Robot può già essere considerato un cult moderno, grazie soprattutto all'iconico Zingaro di Marinelli.
Lo chiamavano Jeeg Robot e la rinascita del cinema di genere italiano
25. Lo spietato (2019)
Lo spietato è un film originale Netflix diretto da Renato De Maria. Il boom economico vissuto da Milano ne ha anche aumentato il giro criminale. Santo Russo (Riccardo Scamarcio), un calabrese cresciuto nell'hinterland, dopo i primi furti e il carcere minorile, decide di seguire il proprio destino e dedicarsi al malaffare. Nel giro di pochi anni diventa la mente di una potente e temuta banda: tra rapine, sequestri, esecuzioni e traffico di droga riesce ad appagare il proprio desiderio di potere. Nella vita privata, Santo deve invece dividersi tra due donne, ovvero una moglie fedele e un'amante sfuggevole. Ma arriverà il momento di scegliere: una vita da borghese o da dannato?
26. Malèna (2000)
In una cittadina siciliana dei primi anni '40, il giovane Renato è perdutamente innamorato della donna più bella e desiderata del paese, l'affascinante Maddalena Scordia, per tutti Malèna. Figlia di un professore e, di lì a poco, dichiarata vedova di guerra, Malèna si concede a tanti uomini pur di tirare avanti, mentre fame e miseria dilagano in un'Italia distrutta dal fascismo e dal conflitto mondiale. L'unico che la ama sinceramente, ma di nascosto, è proprio Renato, il quale a bordo della sua bicicletta segue continuamente i passi di Malèna...
Scritto e diretto da Giuseppe Tornatore, Malèna fu la consacrazione per Monica Bellucci quale icona di bellezza nel Mondo, e ottenne due candidature agli Oscar e altrettante ai Golden Globe (tra cui quelle per la colonna sonora di Ennio Morricone). Pur restando lontano dalla perfezione stilistica di Nuovo cinema Paradiso e de La leggenda del pianista sull'Oceano, l'inconfondibile regia di Peppuccio compensa i difetti di scrittura di un film comunque molto particolare.
27. Metti la nonna in freezer (2018)
Claudia (Miriam Leone) è una affascinante restauratrice alle prese con enormi difficoltà economiche. In attesa di un pagamento che le sarebbe dovuto dalla Sovraintendenza, deve tirare avanti con la pensione della nonna, con la quale paga lo stipendio anche alle sue amiche e collaboratrici, Rosanna (Lucia Ocone) e Margie (Marina Rocco).
Quando, però, l'anziana donna muore, le tre ragazze decidono di architettare una truffa... raggelante, per continuare a incassare la pensione in attesa di migliori fortune. Sulle tracce di Claudia, però, si getta Simone Recchia (Fabio De Luigi), un finanziere apparentemente incorruttibile il quale, dopo una relazione finita malissimo, ha deciso di dedicarsi al lavoro come mai in precedenza. Alla vista di Claudia, però, si innamorerà perdutamente. Equivoci e bugie sono gli ingredienti di Metti la nonna in freezer, una irriverente commedia sulle difficoltà di sbarcare il lunario ai tempi della crisi.
28. Mio fratello è figlio unico (2007)
Accio (Elio Germano) sin da molto giovane si è diviso tra il desiderio di aiutare gli altri e quello di non lasciarsi scappare ogni occasione. Dopo aver abbandonato il seminario, torna dalla sua famiglia a Latina, ma è solo l'inizio di una serie di incomprensioni. Il fratello, Manrico (Riccardo Scamarcio) è un comunista e si batte per i diritti degli operai. Ma presto si verificherà una netta divisione tra i due poiché Accio, che ha stretto una forte amicizia con il nostalgico fascista Mario (Luca Zingaretti), decide di iscriversi al Movimento Sociale Italiano. Tra i fratelli la situazione precipita sempre di più e, una vicissitudine dietro l'altra, si allontanano fino a perdersi. Dopo qualche tempo, però, dovranno cercare di tornare a remare dalla stessa parte.
Diretto da Daniele Luchetti e scritto dal regista insieme a Stefano Rulli e Sandro Petraglia, Mio fratello è figlio unico è tratto dal romanzo di Antonio Pennacchi ma l'autore, in seguito, si è dissociato dal film. Il quale ha comunque avuto un ottimo riscontro di critica e pubblico: candidato a undici David di Donatello, ne ha vinti cinque (ricordiamo le statuette per Germano e Angela Finocchiaro).
29. Nessuno mi può giudicare (2011)
La vita apparentemente dorata di Alice (Paola Cortellesi) prende una direzione inaspettata. Rimasta senza un soldo, per riuscire a tirare avanti con suo figlio, si vede costretta a intraprendere la carriera della escort, forse la maniera più veloce per guadagnare e rimettersi a posto economicamente. Ma è totalmente inesperta per questo "mestiere": per farsi introdurre nell'ambiente, riuscirà ad avere il supporto di Eva (Anna Foglietta), una bellissima ragazza apparentemente superficiale e cinica.
Nessuno mi può giudicare, opera prima di Massimiliano Bruno qui anche sceneggiatore con Edoardo Falcone (e la collaborazione di Fausto Brizzi), ha ottenuto un ottimo successo di pubblico (circa otto milioni di euro al botteghino) grazie a una spiccata brillantezza narrativa e ad un cast di prim'ordine, dal quale spiccano le due protagoniste femminili e in particolare la Cortellesi, premiata con il David di Donatello nel 2011.
30. Ricomincio da tre (1981)
Dintorni di Napoli, primi anni '80. Gaetano ha 26 anni, è molto timido e introverso. Vive con la famiglia in un territorio che non offre grandi possibilità per i giovani spinge Gaetano a lasciare la provincia in cerca di fortuna. Un viaggio ai limiti dell'inverosimile, e con un imprevisto dietro l'altro, lo porta sino a Firenze dove, con l'appoggio della zia, spera di trovare degli sbocchi. Lì conosce dei personaggi particolari - tra cui un prete e il complessatissimo Robertino - ma anche la ragazza di cui si innamora, Marta. L'arrivo dell'amico Lello, però, lo metterà nuovamente in difficoltà...
David di Donatello per il miglior film ed a Massimo Troisi come miglior attore protagonista: Ricomincio da tre è oramai considerato un cult della commedia italiana ed è l'opera che ha rappresentato il debutto cinematografico dell'attore napoletano, qui anche regista e sceneggiatore. Indimenticabili battute e momenti di grande comicità, anche dal retrogusto agre, nello stile inconfondibile del grandissimo Troisi.
Massimo Troisi: venti motivi per cui ci manchi
31. Romanzo criminale (2005)
Diretto da Michele Placido e tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, Romanzo criminale ricostruisce le vicende della banda della Magliana. Nella Roma di fine anni '60, dove il malaffare ha iniziato a prendere il sopravvento sull'ordine sociale, quattro adolescenti rubano una macchina e investono un poliziotto. Nella fuga, uno di essi resta ucciso. Ma il Libanese (Pierfrancesco Favino), il Dandi (Claudio Santamaria) e il Freddo (Kim Rossi Stuart) riusciranno a comporre una banda criminale che diverrà il terrore della città. Tra azioni eclatanti ed esecuzioni efferate, il clan investe i proventi in eroina, diventando in poco tempo il punto di riferimento per lo spaccio a Roma. Da qui, per gli affari nella prostituzione al gioco d'azzardo il passo è breve. Ad opporsi a una escalation senza controllo sarà il commissario Scialoja (Stefano Accorsi), un uomo coraggioso e dedito alla propria missione, ma con un punto debole: l'amore per Patrizia (Anna Mouglalis), prostituta d'alto bordo e donna del Dandi.
32. Sole a catinelle (2013)
Checco è un meridionale che ha provato a sfondare nel Nord-Est. Nonostante qualche difficoltà, sembra esserci riuscito: ha una famiglia e ha trovato lavoro come venditore di aspirapolveri che, grazie alle sue incredibili "conoscenze", lo rende agiato e premiato. Quando però Checco non riesce a darsi una regolata e, nel frattempo, la moglie viene licenziata dopo la crisi della fabbrica dove lavora, la situazione precipita. Peccato che il figlio di dieci anni sia uno studente perfetto e, a fine anno scolastico, pretenda di trascorrere una vacanza a lungo immaginata. Checco, in crisi con la moglie e senza il becco di un quattrino, dovrà inventarsi qualcosa...
Terzo film di Luca Medici/Checco Zalone e, forse, il più riuscito sia nei tempi comici che nelle tematiche, purtroppo attuali e significative. Quasi 52 milioni di euro d'incasso per Sole a catinelle, un successo straordinario che Zalone amplierà con Quo Vado? e con Tolo Tolo. Il vero ciclone del cinema italiano.
Checco Zalone e l'imprevedibile virtù dell'ignoranza: le dieci scene cult dei suoi film
33. Suburra (2015)
Nell'antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità si fondevano, segretamente. Oggi contiene i palazzi della politica, il Vaticano e la criminalità, che si incrociano in un drammatico scontro. Filippo Malgradi è un politico corrotto e in affari con la malavita, quella capeggiata da Numero 8, al vertice di una potentissima famiglia che gestisce il territorio, e da Samurai , il più temuto rappresentante della criminalità romana e ultimo componente della Banda della Magliana. Tra gli altri personaggi raccontati dal film di Stefano Sollima anche Sebastiano, un PR viscido e senza scrupoli; Sabrina, una bellissima escort; Viola, la fidanzata tossicodipendente di Numero 8; e Manfredi, a capo di una spietata famiglia di zingari. Suburra si svolge in un arco temporale ristretto ma perfettamente sufficiente a inquadrare un'attualità sconvolgente, in una Roma quasi irriconoscibile.
Suburra: l'anello di congiunzione tra Romanzo Criminale e Gomorra
34. Sulla mia pelle (2017)
Roma. Tra il 15 e il 22 Ottobre 2009, all'interno di stazioni dei Carabinieri, aule di Tribunale, ospedali e il carcere di Regina Coeli, si consuma la tragedia di Stefano Cucchi. Arrestato dalle forze dell'ordine per la detenzione di alcune sostanze stupefacenti, il ragazzo venne picchiato durante le fasi preliminari della detenzione e trasportato, senza umanità, da un luogo all'altro, con le sue condizioni di salute non comprese o volontariamente celate da terzi che vanno a peggiorare progressivamente, conducendolo al decesso.
Scritto (insieme a Lisa Nur Sultan) e diretto da Alessio Cremonini, Sulla mia pelle racconta in maniera asciutta e diretta - senza risparmiare nulla allo spettatore - la vicenda di Stefano Cucchi (interpretato da un fantastico Alessandro Borghi), che scuote da tempo l'opinione pubblica e ha smosso le coscienze di molti. Il film cerca di fare luce dove si è tentato di mantenere il buio, di fare emergere silenzi e reticenze, e soprattutto vuole ricordare la figura di un ragazzo, come tanti, che nella sua vita aveva forse commesso qualche errore ma non avrebbe mai dovuto scontarli a prezzo della vita. Inaccettabile in un Paese civile, dove la Costituzione garantisce dei diritti fondamentali, e dove i cittadini non possono essere vittime del volto prevaricatore delle componenti irrimediabilmente corrotte dello Stato.
Sulla mia pelle: Alessandro Borghi è Stefano Cucchi, vittima in cerca di giustizia
35. Tutta colpa di Freud (2014)
Il cinquantenne Francesco (Marco Giallini) è un esperto psicoterapeuta alle prese con le figlie Emma, Marta e Sara, delle quali deve consolare le sfortunate avventure sentimentali. Sara, dopo un trasferimento a New York e una scottante delusione, sente di dover ridiscutere il proprio orientamento sessuale; Marta, proprietaria di una piccola libreria in centro, continua a coltivare amori non corrisposti per degli scrittori; la più giovane, Emma, inizia una relazione con un architetto di trent'anni più anziano di lei e per di più sposato con Claudia, la donna di cui Francesco è segretamente innamorato...
Tutta colpa di Freud è una commedia corale firmata da Paolo Genovese giunta dopo i due Immaturi e che avrebbe anticipato il successo di Perfetti sconosciuti.
36. Veloce come il vento (2016)
Nella famiglia De Martino la passione per i motori si tramanda da sempre. Si preparano auto da corsa e si crescono piloti da generazioni. Mario, il capofamiglia, sarà però costretto a lasciare il posto alla giovanissima figlia Giulia, dotata di un talento eccezionale. In un difficile addestramento verrà affiancata dal fratello Loris, ex pilota quarantenne totalmente inaffidabile, ma con una straordinaria conoscenza di traiettorie e preparazione dei motori. Insieme saranno obbligati a tornare in pista e vincere, fuggendo così dai loro demoni e imparando cosa significhi e, soprattutto, quanto sia difficile essere davvero uniti.
Diretto da Matteo Rovere e scritto dal regista con Filippo Gravino e Francesca Manieri, Veloce come il vento rappresenta, come forse nessun altro titolo, il rinascimento del cinema italiano nell'ultimo decennio. Azione e dramma si incontrano in un film dalla vocazione internazionale per produzione e realizzazione. Iconici i due protagonisti: uno scatenato Stefano Accorsi e una meravigliosa Matilda De Angelis, tra i migliori talenti del nostro panorama.
Cinema italiano: non ancora Veloce come il vento, ma nemmeno più un Perfetto sconosciuto