Golden Globe 2021: il commento alle nomination con Netflix asso pigliatutto

Il commento alle nomination ai Golden Globe 2021: il successo di Netflix, da Mank ai Chicago 7, l'exploit di Una donna promettente, il tris delle registe e le altre sorprese.

77Th Golden Globes
La statuetta dei Golden Globe

Quarantadue candidature complessive, di cui ben ventidue nell'ambito cinematografico: è Netflix, ancora una volta, a fare la parte del leone in occasione delle nomination ai Golden Globe 2021, che nella sciagurata annata della pandemia hanno sancito il successo trasversale del noto servizio di streaming, con Mank e Il processo ai Chicago 7 a fare da capofila tra i film e la quarta stagione di The Crown nettamente in testa fra le serie TV. Ma all'edizione numero 78 dei Golden Globe, che saranno assegnati il 28 febbraio in una doppia cerimonia in contemporanea fra New York e Los Angeles, non mancheranno diversi temibili rivali per i titoli Netflix, come vi illustreremo di seguito nel nostro consueto commento alle nomination della Hollywood Foreign Press Association. Nel frattempo, è stato annunciato appena qualche giorno fa che a ricevere il Cecil B. DeMille Award alla carriera sarà una delle leggende del cinema americano, la mitica Jane Fonda.

Mank e i Chicago 7 portabandiera di Netflix

Mank
Mank: Amanda Seyfried e Gary Oldman

Come anticipato, sono due pellicole targate Netflix ad aver raccolto il maggior numero di nomination per quest'anno, incluse quelle per miglior film drammatico, miglior regia e miglior sceneggiatura: sei per Mank di David Fincher, con Gary Oldman candidato grazie al ruolo dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz nella Hollywood fra gli anni Trenta e Quaranta, e cinque per il dramma giudiziario Il processo ai Chicago 7 (prodotto dalla Searchlight ma distribuito da Netflix), seconda opera da regista di Aaron Sorkin, che ricostruisce il clima politico e le proteste pacifiste nell'America di fine anni Sessanta. A far compagnia a questi due titoli nella cinquina per il miglior film drammatico ci sono, con quattro nomination a testa, The Father di Florian Zeller, Nomadland di Chloé Zhao e la sorpresa dell'annata, Una donna promettente di Emerald Fennell.

The Trial Of The Chicago 7
Il processo ai Chicago 7: un'immagine del film

Golden Globe 2021: tutte le nomination

Donne promettenti e registe alla riscossa

Promising Young Woman Carey Mulligan
Una donna promettente: un primo piano di Carey Mulligan

A metà strada fra il revenge movie e la black comedy, Una donna promettente si è rivelato uno dei più strepitosi esordi registici degli ultimi anni; e la sua autrice, Emerald Fennell, si è ritrovata in lizza per il Golden Globe come miglior regista insieme a un'altra attrice al suo debutto dietro la macchina da presa, ovvero Regina King per Quella notte a Miami..., e a Chloé Zhao per l'acclamatissimo Nomadland. La presenza di tre donne nella cinquina per la miglior regia, insieme a Fincher e Sorkin, sancisce un record assoluto nella storia dei Golden Globe (ad appena un anno di distanza dalle polemiche per l'esclusione di Greta Gerwig). Fra un mese la parola spetterà invece all'Academy, che finora ha candidato soltanto cinque donne per l'Oscar come miglior regista (e mai più di una per volta).

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L'exploit di Tahar Rahim e l'ottava volta di Anthony Hopkins

The Father
The Father - Nulla è come sembra: un primo piano di Anthony Hopkins

Se Una donna promettente ha registrato un consenso superiore alle aspettative, e potrebbe far guadagnare a Carey Mulligan il Golden Globe come miglior attrice (se la giocherà con la Viola Davis di Ma Rainey's Black Bottom e la Frances McDorman di Nomadland), l'altro exploit dei Golden Globe 2021 è senz'altro quello di The Mauritanian, legal drama sul carcere di Guantanamo per la regia di Kevin Macdonald, candidato per l'attrice non protagonista Jodie Foster e soprattutto per l'attore protagonista Tahar Rahim. Fra gli interpreti maschili, il franco-algerino Rahim se la vedrà con una coppia di veterani del calibro di Gary Oldman e di Anthony Hopkins, alla sua ottava nomination per The Father (finora, Hopkins ha ricevuto solo il Golden Globe alla carriera), nonché con il Riz Ahmed di Sound Of Metal e con il compianto Chadwick Boseman per Ma Rainey's Black Bottom.

The Mauritanian
The Mauritanian: Tahar Rahim in un'immagine del film

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Commedie e musical, da Hamilton a Borat

Hamilton
Hamilton: Leslie Odom Jr e Lin-Manuel Miranda

Meno prestigioso, quest'anno, il settore dedicato a commedie e musical, dove la HFPA ha ricompensato il mockumentary Borat - Seguito di film, con Sacha Baron Cohen e Maria Bakalova in lizza come protagonisti, la versione filmata dello spettacolo teatrale Hamilton di Lin-Manuel Miranda, la commedia romantica e surreale Palm Springs e, a completare la cinquina come miglior commedia/musical, due opere musicali accolte piuttosto negativamente dalla critica: Music, realizzato dalla popstar Sia e con Kate Hudson candidata come miglior attrice, e The Prom di Ryan Murphy, con James Corden segnalato come miglior attore (ma con la clamorosa, incredibile assenza di Meryl Streep). Fra gli interpreti nominati sul versante comico, si segnalano poi Dev Patel per La vita straordinaria di David Copperfield, Anya Taylor-Joy per Emma e soprattutto il grande ritorno di Michelle Pfeiffer, protagonista della commedia French Exit.

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I non protagonisti: Glenn Close, Daniel Kaluuya e la sorpresa Jared Leto

Hillbilly Elegy
Elegia americana: un primo piano di Glenn Close

Passando invece agli interpreti non protagonisti, le nomination di quest'anno vedono in gara veterani quali Bill Murray per On the Rocks e Glenn Close, giunta alla quindicesima candidatura della propria carriera per la sua magnifica performance in Elegia americana, ma anche giovani star in ascesa come Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah, Leslie Odom Jr per Quella notte a Miami... e la dodicenne tedesca Helena Zengel per il western Notizie dal mondo. Totalmente inaspettata invece la nomination a Jared Leto per il crime drama Fino all'ultimo indizio, a scapito di due attori già premiatissimi dalle associazioni dei critici, ovvero il Paul Raci di Sound of Metal e il Chadwick Boseman di Da 5 Bloods - Come fratelli.

Judas And The Black Messiah
Judas and the Black Messiah: Daniel Kaluuya in una scena del film

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Le omissioni: da Da 5 Bloods...

Da 5 Bloods
Da 5 Bloods: Clarke Peters e Delroy Lindo

E proprio Da 5 Bloods, il più recente lavoro di Spike Lee, è stato snobbato in toto dai giurati dei Golden Globe, che hanno lasciato al palo perfino il suo intenso protagonista Delroy Lindo. Rispetto alla doccia fredda per Spike Lee, è andata assai meglio ad altre pellicole di punta dell'attuale awards season che, tuttavia, non hanno trovato posto nella cinquina per il miglior film: Judas and the Black Messiah, Quella notte a Miami... e Ma Rainey's Black Bottom. Al contrario Minari di Lee Isaac Chung, produzione statunitense ma recitata in lingua coreana, è stato candidato come miglior film in lingua straniera, ma non ha ricevuto alcuna altra candidatura, neppure per l'elogiatissima interprete non protagonista Young Yuh-Jung.

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... a Ellen Burstyn, Sophia Loren e Zendaya

Ellen Burstyn
Pieces of a Woman: un primo piano di Ellen Burstyn

Fra le attrici non protagoniste, comunque, l'omissione più spiazzante rimane quella per la struggente Ellen Burstyn di Pieces of a Woman, film che è valso la candidatura solo a Vanessa Kirby; e giusto a proposito di attrici protagoniste, la nomination ad Audra Day per The United States vs. Billie Holiday ha troncato le chance di Zendaya per Malcolm & Marie (difficile, ma non impossibile, che possa rifarsi agli Oscar) e di Sophia Loren per La vita davanti a sé, in lizza in compenso come miglior film straniero e per la miglior canzone. E proprio tra i film stranieri, tre pellicole candidate al Golden Globe potrebbero essere selezionate a breve pure dall'Academy: Un altro giro dalla Danimarca, l'horror La Llorona dal Guatemala e Due dalla Francia.

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