Il Festival Internazionale del Film di Roma compie cinque anni e comincia a delinearsi la sua personalità. Largo ai giovani, l'età media degli autori si abbassa (molti tra loro sono nati nel 1964) e fioccano gli esordi e le opere seconde e terze, le major non latitano ma si fanno leggermente da parte a favore dei film d'autore e del cinema indipendente nelle varie sezioni. Così ci ha descritto il 'nuovo' Festival di Roma 2010 il Direttore Artistico Piera Detassis: "E' un segnale forte, una mutazione del cinema contemporaneo e non siamo solo noi ad averla notata ma è una tendenza mondiale. Tant'è vero che la madrina del Festival sarà Valeria Solarino e che il Marc'Aurelio all'attore quest'anno andrà a Julianne Moore, icona del cinema indipendente, un'attrice sì giovane ma che già merita un posto d'onore tra i grandi della recitazione". Personalità di spicco e perfetta incarnazione del connubio tra cinema indipendente e quello di Hollywood, la Moore rappresenta degnamente lo spirito con cui gli organizzatori hanno concepito originariamente il premio ed oltre che per ritirare di persona il premio l'attrice verrà ad accompagnare in carne ed ossa il suo ultimo film sulla maternità di una coppia omosessuale, il discusso I ragazzi stanno bene (The Kids Are All Right) di Lisa Cholodenko recitato in coppia con Annette Bening e presentato fuori concorso.
I battenti si apriranno ufficialmente il 28 ottobre ma il Festival di Roma ha deciso di iniziare un giorno in anticipo, quello in cui si celebrerà il ventennale della morte di Ugo Tognazzi avvenuta il 27 ottobre del 1990, una delle grandi personalità del nostro cinema che il festival omaggerà con la presentazione del documentario realizzato dalla figlia Maria Sole intitolato Ritratto di mio padre, che offrirà al pubblico filmati inediti di vita familiare in super8 oltre che le testimonianze dei suoi compagni di lavoro, e con la proiezione, prima di ogni film in concorso nelle varie sezioni, di straordinarie pillole del 'suo' cinema della durata di un minuto ciascuna. Pillole di cinema anche per celebrare i 140 anni di Roma Capitale, brevi montaggi di un minuto che precederanno ognuno dei film della seleziona ufficiale realizzati con immagini rubate dai più bei film della storia del cinema che hanno avuto l'onore e l'onere di avere la splendida Caput Mundi come 'protagonista'. Importanti omaggi riservati anche a Suso Cecchi d'Amico, la sceneggiatrice recentemente scomparsa che riceverà il primo Marc'Aurelio della storia 'alla memoria' consegnato da Mario Monicelli ai suoi familiari, al maestro del cinema d'animazione giapponese Satoshi Kon scomparso prematuramente a soli 47 anni con la proiezione del suo Perfect Blue e al grande Akira Kurosawa nell'anno del centenario della sua nascita, omaggio che aprirà il focus 2010 del Festival di Roma sul Giappone con la proiezione di Rashomon, il film che lo ha lanciato sulla scena mondiale e con il quale ha vinto il Leone d'Oro a Venezia nel 1950 che gli fu consegnato dall'attuale presidente della Fondazione Cinema per Roma Gian Luigi Rondi, all'epoca membro della giuria lagunare. Il film di Kurosawa sarà presentato per la prima volta in Europa in versione digitale ad alta definizione. Altre due novità riguardanti i premi sono l'assegnazione da parte della giuria della Targa Speciale del Presidente della Repubblica Italiana al film che meglio metterà in rilievo i valori umani e sociali e il Marc'Aurelio Esordienti, che andrà al miglior regista o attore alla sua opera prima, istituito in collaborazione con il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Sarà arduo il compito del presidente della giuria internazionale Sergio Castellitto, subentrato a Tornatore per via della concomitanza della manifestazione con la lavorazione del suo nuovo film, che insieme agli altri cinque giurati dovrà scegliere tra ben sedici film in concorso di cui quattro italiani. Saranno infatti i rappresentanti del 'nostro' cinema - 'nostro' si fa per dire visto che due film e mezzo sui quattro in concorso non sono girati in italiano - a fare la differenza quest'anno. Si tratta di Una vita tranquilla di Claudio Cupellini, dramma ambientato in Germania sulla camorra con uno straordinario Toni Servillo che recita buona parte del tempo in tedesco, di La scuola è finita di Valerio Jalongo film che racconta il buco nero in cui è precipitata la scuola italiana con una Valeria Golino in versione insegnante di un liceo di Roma, il nuovo film di Guido Chiesa intitolato Io sono con te che in poche parole narra la storia laica ma profondamente spirituale di Maria di Nazareth e il rapporto della donna con il figlio Gesù, una storia di educazione interamente girata in arabo con un inserto recitato in greco antico; chiude il quartetto italiano Gangor di Italo Spinelli, una co-produzione italo-indiana che racconta il dramma di una donna indiana messa alla gogna per colpa di una foto scattatale da un fotoreporter, tratto da un racconto breve della grande scrittrice indiana Mahasweta Devi e girato interamente in hindi.
Da segnalare un film che i selezionatori del Festival hanno definito 'apolide' nella cartella stampa e cioè I fiori di Kirkuk diretto da Fariborz Kamkari, regista iraniano curdo che vive a Roma, un'opera che rappresenta la prima co-produzione internazionale in Iraq, un film che la Detassis ha definito inclassificabile. Non manca ovviamente il cinema hollywoodiano rappresentato dall'attesa commedia sensuale che aprirà all'insegna del romanticismo le danze del festival e cioè Last Night della regista iraniana Massy Tadjedin con Sam Worthington e un duo di bellezze mozzafiato come Keira Knightley ed Eva Mendes, entrambe confermate sul _red carpet _dell'Auditorium Parco della Musica. L'altro rappresentante d'oltreocaeno è Rabbit Hole di John Cameron Mitchell, già regista del controverso Shortbus - Dove tutto è permesso, che vede Nicole Kidman, per la prima volta anche in veste di produttrice, protagonista insieme a Aaron Eckhart di un dramma sentimentale nei panni di una mamma in lutto che ha perso il figlioletto in un'incidente stradale. In concorso anche la Danimarca con il nuovo di Susanne Bier In a Better World, film ambientato in un campo profughi sudanese e Oranges and Sunshine, debutto cinematografico di Jim Loach, figlio di Ken, con Emily Watson e Hugo Weaving ispirato ad uno dei recenti scandali della storia inglese: la deportazione dei bambini inglesi indigenti nelle colonie del Commonweatlh.
Tanti i festeggiamenti e gli eventi collaterali legati al cinquantenario dell'uscita de La dolce vita di Federico Fellini con la proiezione in anteprima mondiale della versione restaurata del capolavoro del maestro riminese.
Ad arricchire il tutto i duetti Margherita Buy- Silvio Orlando e Giancarlo De Cataldo-Gabriele Salvatores, aperti al pubblico come gli incontri con John Landis e Alexandre Rockwell.
A concludere gli eventi speciali l'incontro con Fanny Ardant che presenterà il suo cortometraggio Chimeres Absentes girato nel campo rom di Formello, la proiezione di Bhutto, documentario sulla vita della leader politica pakistana Benazir Bhutto scomparsa tragicamente in un attentato nel 2007 che sarà seguito da un incontro con i suoi familiari. In ultima battuta la proiezione della versione cinematografica della fiction francese Carlos diretta dal maestro transalpino Olivier Assaysas, già passato fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes. Anche fuori dal concorso non mancheranno le sorprese a partire da Let me in, il remake hollywoodiano dell'omonimo lungiometraggio danese Lasciami entrare firmato da Matt Reeves, passando per la new entry d'eccezione The Social Network di David Fincher, inserita in extremis tra gli eventi speciali del festival, giungendo al nuovo di film di Hideo Nakata, regista orrorifico che presenterà in anteprima il suo nuovo lavoro The Incite Mill: 7 Day Death Game, un killer-movie sulla falsa riga de L'Enigmista.
Unico rappresentante italiano fuori dalla competizione il nuovo film di Ricky Tognazzi tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo (che ha collaborato anche alla sceneggiatura) intitolato Il padre e lo straniero con Alessandro Gassman e Xenya Rappoport, storia moderna di integrazione razziale ambientata a Roma.
Un assortimento di film per tutti i gusti e per un pubblico eterogeneo come ha dichiarato apertamente il direttore artistico Piera Detassis: "Tutti film che affrontano ossessoni quotidiane come la convivenza tra diverse culture, film impegnati su argomenti di grande attualità quali la maternità e la famiglia vista come una sorta di incubatrice dei dolori e dei disagi esistenziali delle nuove generazioni". L'appuntamento è dal 28 ottobre al 5 novembre all'Auditorium Parco della Musica. Che lo spettacolo abbia inizio.