Gabriele Salvatores nasce a Napoli il 30 Luglio 1950 ma, ancora bambino, si trasferisce a Milano dove studia e si diploma al liceo Beccaria. Si iscrive poi all'Accademia del Piccolo Teatro e nel 1972 fonda, assieme a Ferdinando Bruni, il Teatro dell'Elfo che nel giro di pochi anni diventa il punto di riferimento per una moltitudine di pubblico, soprattutto giovanile.
Salvatores dirige quasi tutti gli spettacoli al Teatro dell'Elfo dagli anni Settanta agli Ottanta, caratterizzati da un deciso taglio sperimentale e avanguardistico. Da uno di questi lavori teatrali nasce nel 1983 la sua prima regia cinematografica, il curioso musical-rock Sogno di una notte d'estate. Tra gli interpreti del film, oltre alla compagnia dello spettacolo, troviamo la rock star Gianna Nannini, Flavio Bucci e Alberto Lionello. L'opera riscuote l'interesse della critica e vince un premio alla Mostra del Cinema di Venezia.
Progressivamente allontanatosi dal teatro, Il lavoro di Solvatores procede su strade diverse e si allarga anche alla realizzazione di video-clip per cantanti italiani e spot pubblicitari.
Nel 1985 con lo spettacolo teatrale "Comedians" di Trevor Griffiths inizia la sua collaborazione con quelli che diventeranno i "nuovi comici", Paolo Rossi, Claudio Bisio, Antonio Catania, Silvio Orlando, Bebo Storti, e avviene la separazione dalla compagnia del Teatro dell'Elfo.
Nel 1987 realizza il suo secondo lungometraggio, il surreale Kamikazen ultima notte a Milano, ispirato a "Comedians" e con buona parte del cast dello spettacolo. Ma il vero successo cinematografico arriva nel 1989 quando esce Marrakech Express, malinconica rimpatriata di quattro vecchi amici (Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Cederna e Gigio Alberti) che si ritrovano dopo molti anni in Marocco per aiutare un altro compagno (Massimo Venturiello).
Da lì - insieme a Diego Abatantuono (di cui è grande amico e di cui ha anche sposato l'ex moglie Rita Rabassini) e ad altri interpreti ricorrenti, come Bentivoglio, Cederna e Bisio - e realizza una vera e propria quadrilogia sul tema del viaggio e dell'amicizia, proseguita nel 1990 con Turnè, in cui ritorna il tema del teatro. Ma è l'anno seguente con Mediterraneo - ennesima riflessione sul desiderio di libertà e di fuga, questa volta ambientato in una sperduta isola greca durante la Seconda guerra mondiale - che Gabriele Salvatores raggiunge la fama nazionale e internazionale, vincendo addirittura l'Oscar come miglior film straniero. Il "ciclo della fuga" termina l'anno dopo con Puerto escondido, tratto dall'omonimo romanzo di Pino Cacucci e ambientato in Messico che, nonostante sia inferiore ai precedenti, diviene il più grande successo della stagione cinematografica italiana 1992/93.
Ma Salvatores decide coraggiosamente di non adagiarsi sul successo cinematografico delle sue opere precedenti e di proseguire la propria carriera sperimentando nuovi generi e nuovi stili di regia.
Nel 1993 dirige Sud, omaggio alla sua terra d'origine, con Silvio Orlando, Francesca Neri e Claudio Bisio. Affidato alla colonna sonora del gruppo rap partenopeo 99 Posse, è l'opera più politicamente impegnata del regista, interamente ambientata in un seggio elettorale di un piccolo paesino del meridione, in cui fanno irruzione un gruppo di attivisti per denunciare brogli e corruzioni.
Nel 1997 il regista cambia completamente stile con l'ambizioso esperimento Nirvana, con Christopher Lambert, Diego Abatantuono, Sergio Rubini e Emmanuelle Seigner, interessante ma non del tutto riuscito tentativo di realizzare un film di fantascienza filosofico, che anticipa alcuni temi della futura saga di Matrix.
Con Denti, nel 2000, Salvatores affronta per la prima volta un genere cui sarà particolarmente legato nella sua successiva filmografia, vale a dire il noir, adattando in modo surreale e grottesco il romanzo di Domenico Starnone, e puntando per il ruolo da protagonista su un istrionico Sergio Rubini, e su un insolito e minaccioso Paolo Villaggio per la parte del dentista.
Il regista riprende due anni dopo la collaborazione con Rubini in Amnèsia, ambientato a Ibiza, in cui torna in parte alle tematiche dei suoi primi film e recluta di nuovo l'attore feticcio Abatantuono.
Salvatores torna nel 2003 ad atmosfere oscure e inquietanti con Io non ho paura, tratto dal libro noir di Niccolò Ammaniti, firmando un insolito e raffinato "giallo" che è anche un efficace ritratto del meridione negli anni Settanta. Una delle sue opere migliori dell'ultimo periodo, per il quale è stato candidato nuovamente all'Oscar e ha vinto un David di Donatello per la fotografia.
L'incursione nel cinema di genere prosegue con l'irrisolto Quo vadis, baby?, anch'esso tratto da un romanzo, scritto da Grazia Verasani. Si tratta di un insolito noir al femminile che si fonda sull'interpretazione ruvida della protagonista, la cantante Angela Baraldi, e nel quale Salvatores riprende la sua voglia di sperimentazione, girando interamente in digitale. Dal film è stata anche tratta una miniserie tv prodotta da Sky.
Nel 2008 Salvatores torna ad adattare un romanzo di Ammaniti in Come Dio comanda, tentativo, forse un po' troppo azzardato, di elaborare istanze del cinema di genere noir con riflessioni più profonde di tipo religioso e morale, e che si avvale delle interpretazioni di Filippo Timi nella parte di un padre violento e autoritario e di Elio Germano, in quella dello schizofrenico Quattro Formaggi.
La vena sperimentale prende ancora il sopravvento nel 2010 con Happy Family, bizzarra commedia pirandelliana, con il quale Salvatores torna in un certo senso alle origini: l'opera è infatti una trasposizione dell'omonimo spettacolo teatrale scritto da Alessandro Genovesi per il teatro dell'Elfo. Il film è un curioso esercizio di stile che omaggia lo scenario milanese e cita lo stile formalista di Wes Anderson, caratterizzato da un cast corale in cui figurano, tra gli altri, l'insolito Fabio de Luigi, nella parte di uno sceneggiatore in crisi, Abatantuono e Bentivoglio, riunitisi per la prima volta dopo Puerto Escondido, e le controparti femminili Margherita Buy, Carla Signoris e Valeria Bilello.
Gabriele Salvatores continua ancora a stupire il suo pubblico provando incessantemente nuove strade registiche: dopo il documentario nostalgico 1960 presentato al Festival di Venezia - che costruisce una storia di fiction a partire da reali immagini di repertorio dell'Istituto Luce -, l'autore è al lavoro su Educazione Siberiana, tratto dall'omonimo romanzo dallo scrittore russo Nicolai Lilin, incentrato su un giovane criminale nella Russia contemporanea.
2014 Premio Premio FEDIC - Menzione speciale per Italy in a Day. Un giorno da italiani
2014 Premio Premio Future Film Festival Digital Award - Menzione speciale per Italy in a Day. Un giorno da italiani
2015 Candidatura David giovani per Il ragazzo invisibile
2013 Candidatura Miglior regista per Educazione Siberiana
2013 Candidatura Miglior film per Educazione Siberiana
2004 Premio David giovani per Io non ho paura
2004 Candidatura Miglior film per Io non ho paura
1997 Candidatura Miglior sceneggiatura per Nirvana
1997 Candidatura Miglior regista per Nirvana
1997 Candidatura Miglior film per Nirvana
2024 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2023 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2021 Recitazione
2021 Sceneggiatura, Regia, Soggetto
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