Amati, odiati, attesi sognati: quest'anno anche chi non è un grande appassionato di cinema ha partecipato con passione all'88esima cerimonia di premiazione degli Academy Awards, perché due icone del cinema mondiale hanno finalmente conquistato la tanto agognata statuetta. Incredibile ma vero, i veterani Leonardo DiCaprio ed Ennio Morricone (se si esclude l'Oscar alla carriera assegnato nel 2007), non avevano mai ricevuto il premio, con il primo diventato un meme vivente, vittima degli scherzi della rete, che lo ha reso anche protagonista di un videogioco in cui cerca in tutti i modi di mettere le mani sul famoso oggetto dorato. Dopo 22 anni dalla prima nomination, alla quinta occasione l'attore ha vinto grazie al ruolo di Hugh Glass in Revenant - Redivivo, cacciatore di pelli che pur di sopravvivere si risolleva dopo il terribile attacco di un orso. Sorprendentemente calmo e rilassato al momento dell'accettazione DiCaprio, tanto quanto emozionato e commosso Morricone, fortemente voluto e corteggiato da Quentin Tarantino per il suo film, The Hateful Eight, grande assente di questa edizione.
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Tra esibizioni musicali, il ricordo In Memoriam e l'incoronazione di Il caso Spotlight come miglior film dell'anno, i due grandi rivali della serata sono stati The Revenant e Mad Max: Fury Road, la pellicola più premiata della serata, con sei statuette, tutte però nelle categorie tecniche. Grande protagonista anche la polemica #OscarSoWhite, che il presentatore Chris Rock non sempre ha gestito in modo adeguato. Se vi siete persi la premiazione per via dell'ora tarda o per paura delle quattro ore di cerimonia on temete: ecco il resoconto fotografico degli Oscar 2016, con tutto il meglio visto durante la notte delle stelle.
1. Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sul red carpet
Molta dell'attesa per questi Oscar 2016 era rivolta non soltanto alla vittoria di DiCaprio, ma anche alla premiazione della coppia protagonista di Titanic a 20 anni dal film di James Cameron: Kate Winslet e il collega si sono infatti spalleggiati per tutta la durata delle premiazioni pre-Oscar, facendosi fotografare insieme e abbracciandosi al momento delle rispettive vittorie. All'arrivo sul red carpet degli Oscar i due si sono cimentati in una renunion che ha fatto immediatamente partire nella testa di molti spettatori le note di "My heart will go on" di Céline Dion: ma il loro sogno sarebbe affondato poche ore più tardi proprio come il Titanic. Anche questa volta non c'è stato spazio per tutti e due su quella maledetta zattera che è il palco del Dolby Theatre di Los Angeles.
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2. Tom Hardy sul red carpet con gli occhiali da sole
Il più rilassato di tutti sul red carpet degli Oscar è stato sicuramente Tom Hardy (capito Henry Cavill? Guarda e impara): mani in tasca, occhiali da sole scuri e risata sempre pronta, con al braccio la moglie Charlotte Riley.
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3. Il montaggio iniziale
Un grande classico della notte degli Oscar è il montaggio iniziale che riassume tutta l'annata di cinema appena passata: quest'anno grande spazio è stato dato a film spettacolari e d'azione, Mad Max: Fury Road, The Revenant e Star Wars: Il risveglio della forza su tutti. Citazione anche degli altri nominati Sopravvissuto - The Martian, Room, Il ponte delle spie e La grande scommessa e di pellicole amate come Creed - Nato per combattere, The Hateful Eight e Jurassic World.
4. Il monologo di Chris Rock
A presentare gli Oscar quest'anno è stato Chris Rock: il comico è tornato sul palco degli Academy Award a 11 anni dalla 77esima edizione. Tutta la sua conduzione è stata incentrata sulla polemica #OscarSoWhite: se nel monologo iniziale Rock ha sostenuto bene la questione, mettendo in evidenza sia l'esagerazione dei toni polemici da parte di alcuni colleghi, come Jada Pinkett Smith, sia la reale difficoltà degli attori di colore nell'avere le stesse opportunità per ruoli importanti, con il passare dello spettacolo le posizioni si sono fatte sempre più da stadio, con battutine che hanno diviso Hollywood in due squadre, quella nera e quella bianca, finendo per firmare un autogol, anche perché se il discorso vuole essere serio bisogna parlare di opportunità in generale, considerando il talento e non il colore della pelle, che sia bianca, nera, gialla o latina. Un minuto di silenzio per i traduttori italiani che non hanno certo aiutato a capire la comicità di Rock, non riuscendo nemmeno a tradurre bene "panties", mutande, tradotte come pantaloni (quelle tirate in ballo erano quelle di Rihanna).
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5. #OscarSoWhite e la parodia dei film in concorso
La polemica #OscarSoWhite è continuata con la parodia di alcuni dei film in concorso rivisitati in chiave black: Whoopi Goldberg collega di straccio di Jennifer Lawrence, protagonista di Joy, Chris Rock come Matt Damon in The Martian e Tracy Morgan come Eddie Redmayne in The Danish Girl.
6. Alicia Vikander migliore attrice non protagonista: il bacio a Fassbender e la gioia della mamma
Primo premio di richiamo assegnato è stato quello di migliore attrice non protagonista, ed è qui che i sogni dei fan di Titanic si sono infranti: contrariamente a quanto accaduto a Golden Globes e Bafta, l'Oscar è infatti andato ad Alicia Vikander per The Danish Girl, che ha rotto la serie magica della Winslet, in lizza per il ruolo in Steve Jobs, impedendole di vincere l'Oscar insieme all'amico e collega Leonardo DiCaprio. Meritata comunque la vittoria della svedese, che ha avuto un'annata eccezionale, potendo vantare anche un lusso non da tutte: quello di baciare Michael Fassbender subito dopo la vittoria, sotto gli occhi della madre emozionatissima e con un vestito e una pettinatura evidentemente ispirati a Belle di La bella e la bestia.
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7. La giacca di pelle di Mad Max: Fury Road
Molto amato da critica e pubblico, Mad Max: Fury Road ha conquistato solo parzialmente l'Academy, che gli ha concesso il maggior numero di statuette, sei in tutto, ma tutte in categorie tecniche. Tra i riconoscimenti la pellicola ha ottenuto quello per i miglior costumi, andato a Jenny Beavan, che è salita sul palco con una giacca di pelle nera con sulla schiena il simbolo di Mad Max: Fury Road tempestato di cristalli. Oggetto di culto istantaneo.
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8. Margot Robbie e Jared Leto e le prove generali per Suicide Squad
D'effetto l'entrata in scena di Margot Robbie, impegnata, con il suo vestito dorato, nell'interpretazione della mitica statuetta, ma sempre bellissima, e Jared Leto (sul cui abbigliamento è meglio sorvolare), che, presentando la categoria miglior trucco, hanno fatto le prove generali glamour del loro prossimo film insieme, l'atteso Suicide Squad.
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9. L'orso di The Revenant
Momento assurdo della serata: dopo la presentazione di The Revenant è comparso in mezzo al pubblico del Dolby Theatre l'orso che nel film attacca Leonardo DiCaprio.
10. Emmanuel Lubezki vince per la terza volta di fila
Chi ieri sera ha fatto la storia è il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki: Chivo, questo il suo soprannome, ha infatti conquistato la terza statuetta di fila, dopo quelle per Gravity e Birdman, diventando l'unica persona a ricevere tre Oscar consecutivi. Un premio ancora più significativo se si pensa che in questa categoria c'era la maggior concentrazione di talento di tutta l'edizione 2016, con maestri come Roger Deakins (nominato per Sicario) e Robert Richardson (The Hateful Eight).
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11. Il miglior montaggio a Mad Max: Fury Road, una gioia in famiglia
Momento emozionante quello della vittoria di Margaret Sixel per il montaggio di Mad Max: Fury Road: moglie del regista George Miller, solo una persona con un profondo amore per il marito avrebbe accettato di montare 480 ore di girato, ridotte poi a 120 minuti, con una media di un cambio di inquadratura ogni due secondi.
12. La sorpresa: migliori effetti speciali a Ex Machina
Per la categoria migliori effetti speciali la lotta sembrava limitata a Mad Max: Fury Road e Star Wars: Il risveglio della forza: invece, a sorpresa, ha vinto Ex Machina, con massimo stupore dei vincitori Mark Williams Ardington, Sara Bennett, Paul Norris e Andrew Whitehurst, che, praticamente certi di non vincere, non avevano nemmeno preparato un discorso di ringraziamento.
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13. Star Wars sul palco del Dolby Theatre
Star Wars non è però mancato sul palco degli Oscar: hanno fatto il loro ingresso i droidi R2-D2, C-3PO e l'ultimo arrivato BB-8, che hanno anche trovato il tempo di scherzare con John Williams, storico compositore della saga, e lasciare senza fiato il piccolo Jacob Tremblay, co-protagonista di Room, grande appassionato della saga (ieri aveva i gemelli a forma di Millennium Falcon: della serie piccoli nerd crescono) che appena li ha visti entrare è saltato sulla poltrona.
14. Arrivano i Minions e il Cile vince la sua prima statuetta
Serata piena di ospiti "virtuali": sono infatti saliti sul palco del Dolby Theatre anche i Minions Bob, Stuart e Kevin, che hanno presentato le nomination per il miglior film d'animazione, premio andato a Bear Story, di Gabriel Osorio Vargas, che è anche il primo Oscar vinto dal Cile.
15. Woody e Buzz consegnano il premio a Inside Out
Ancora ospiti disegnati per l'assegnazione del premio al miglior film d'animazione: bellissima la presentazione di Woody e Buzz direttamente dal mondo di Toy Story, con tanto di giocattoli poggiati sul leggio improvvisamente pieni di vita, che hanno consegnato il premio a Inside Out, proprio della Pixar, forse con un leggero conflitto d'interessi, compensato dal bellissimo discorso del regista, Pete Docter: "Questo film è nato guardando crescere i nostri figli e crescere non è facile: tutti voi che magari a scuola non siete a vostro agio, sappiate che ci saranno giorni in cui vi sentirete tristi, arrabbiati e impauriti, è un fatto che non si può scegliere. Potete però scegliere di creare delle cose: fate film, disegnate, scrivete, il vostro mondo cambierà". Il tutto con appuntata sul bavero della giacca la spilla di Bing Bong: eroe.
16. Kate Winslet con gli occhiali da nerd e l'occhiolino di Mark Ruffalo
Visibilmente indispettita dalla mancata statuetta, Kate Winslet si è presentata sul palco, per annunciare le nomination al migliore attore non protagonista, con un paio di grandi occhiali dalla montatura nera e il sopracciglio accigliato. La nominata con gli occhiali da nerd più bella e brava di sempre. Gioco di occhi anche per Mark Ruffalo, che, dopo la presentazione del suo ruolo in Il caso Spotlight, ha concesso un occhiolino alle telecamere.
17. Mark Rylance vince come miglior non protagonista: l'abbraccio con Spielberg
Nonostante il super favorito fosse Sylvester Stallone, che, per il suo ruolo in Creed, ancora una volta il pugile Rocky Balboa, ha vinto il Golden Globe pochi giorni fa, è stato invece premiato a sorpresa Mark Rylance per Il ponte delle spie, forse effettivamente il più meritevole della cinquina. Bello il lungo abbraccio dell'attore con il regista Steven Spielberg subito prima di ritirare il premio.
18. Louis C.K. presenta il miglior corto documentario
Per presentare la categoria miglior corto documentario è stato scelto Louis C.K., nel cast di Trumbo, che ha deciso di introdurre il premio con un discorso originale: "Questa è la mia categoria preferita perché è una delle poche in grado di cambiare davvero delle vite: sono felice per tutti voi, siete già dei milionari e magari vincerete pure, per voi non è una grande differenza, queste persone invece con il miglior corto documentario non fanno un soldo, non saranno mai ricche. Quindi quest'Oscar significa davvero qualcosa, perché queste persone raccontano storie davvero importanti, lo fate anche voi, certo, ma poi diventate anche ricchi, la statuetta invece potrebbe essere la cosa più bella che queste persone possederanno mai nella vita: avranno l'ansia di tenerla nei loro appartamenti modesti".
19. Dave Grohl canta Blackbird nel momento In Memoriam
Molto commovente quest'anno il momento In Memoriam, in cui vengono ricordati tutti i professionisti del settore scomparsi durante l'anno: per l'accompagnamento musicale è stato scelto il cantante dei Foo Fighters Dave Grohl, che, con il solo accompagnamento di una chitarra, ha eseguito Blackbird dei The Beatles.
Lunghissimo l'elenco, che ha visto ricordare in ordine: Wes Craven, Stan Freberg, Saeed Jaffrey, Miroslav Ondricek, Robert Balser, Lizabeth Scott, Stuart Reiss, Chantal Akerman, Christopher Lee, Robert Chartoff, Murray Weissman, Jerry Weintraub, James L. White, Theodore Bikel, Robert Loggia, Barbara Brogliatti, Maureen O'Hara, Gene Allen, Omar Sharif, Louis DiGiaimo, Patricia Norris, Dean Jones, Ettore Scola, Alan Rickman, Haskell Wexler, Karolyn Ali, Tex Rudloff, Richard Corliss, John B. Mansbridge, Alex Rocco, Kirk Kerkorian, Bob Minkler, Douglas Slocombe, David W. Samuelson, James Horner, Bruce Sinofsky, Frank D. Gilroy, Holly Woodlawn, James Elmo Williams, Howard A. Anderson, Roger L. Mayer, Albert Maysles, Melissa Mathison, Richard Glatzer, David Bowie, Vilmos Zsigmond, Daniel Gerson, Leonard Nimoy.
20. Jacob Tremblay e Abraham Attah: il futuro del cinema
Adorabili i giovanissimi Jacob Tremblay e Abraham Attah, rispettivamente protagonisti di Room e Beasts of No Nation: canadese il primo e ghanese il secondo, nonché vincitore del premio Marcello Mastroianni alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia, i due hanno presentato la categoria per il miglior cortometraggio, dando contemporaneamente un bel segnale per il futuro di Hollywood.
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21. Il figlio di Saul è il miglior film straniero
Premiato come miglior film straniero, dopo la trionfale accoglienza al Festival di Cannes, la pellicola ungherese Il figlio di Saul, inedito racconto dell'Olocausto fatto guardando il mondo attraverso la vista del protagonista. Bello il discorso del regista László Nemes, che ha detto: "Anche nelle ore più oscure dell'umanità deve esserci una voce dentro di noi che ci permetta di rimanere umani".
22. Lady Gaga commuove il Dolby Theatre con "Til it happens to you"
Insieme all'esibizione di Dave Grohl, il momento musicale più apprezzato è stata l'esibizione di Lady Gaga, candidata per la miglior canzone con il brano "Til happens to you": la cantante, che ha rivelato di essere stata vittima di stupro, ha cantato il brano contro la violenza sulle donne in maniera molto sentita, mostrandosi sul palco insieme a delle vittime di violenze. La prima standing ovation della serata.
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23. La vittoria di Ennio Morricone: l'emozione e l'abbraccio con John Williams
La seconda standing ovation della serata è stata in omaggio di Ennio Morricone, che, per la prima volta nella sua carriera, ha conquistato la statuetta (se si esclude l'Oscar alla carriera del 2007) per la miglior colonna sonora di The Hateful Eight. Visibilmente emozionato e commosso, il maestro, che con i suoi 88 anni è il più anziano premio Oscar della storia, ha prima abbracciato il collega John Williams, che ha anche ringraziato nel suo discorso, e ha poi dedicato la vittoria alla moglie Maria.
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24. Sam Smith dedica la sua vittoria alla comunità LGBT
Il premio per la miglior canzone è andato a "Writing's on the Wall" di Jimmy Napes e Sam Smith, scritta per il film 007 Spectre. Smith ha dedicato la sua vittoria alla comunità LGBT, dicendo: "Qualche mese fa ho letto un articolo in cui sir Ian McKellen diceva che nessun artista uomo apertamente gay ha mai vinto un Oscar: se sono il primo, e anche se non lo sono, voglio dedicare la mia vittoria alla comunità LGBT di tutto il mondo. Questa sera sono qui davanti a voi come uomo gay orgoglioso e spero che un giorno riusciremo a vivere tutti insieme da uguali".
25. Ali G fa la sua comparsa agli Oscar
Il momento comico migliore della serata è stato quello in cui Sacha Baron Cohen si è presentato sul palco in qualità di Ali G per presentare il film Room, accanto a una scollatissima Olivia Wilde, trattando l'argomento #OscarSoWhite in modo molto più sottile: "So cosa avete pensato quando sono entrato: arriva un altro presentatore nero. Ma nel mondo ci sono persone di tutti i colori: come mai non ci sono Oscar per quei piccoli gran lavoratori gialli con il pisellino? Sapete, i Minions. Sono qui per rappresentare tutti quelli che non sono stati nominati: Will Smith, Idris Elba e ovviamente lo straordinario Darth Vader di Star Wars. Questo è per te. E ora guardatevi la presentazione di un film con una stanza piena di persone bianche".
26. Alejandro González Iñárritu vince l'Oscar per la seconda volta di fila
Dopo un testa a testa, almeno sulla carta, con George Miller, durato fino all'ultimo giorno, alla fine l'ha spuntata, per la miglior regia, Alejandro González Iñárritu per The Revenant, che, dopo il premio dell'anno scorso per Birdman, vince la seconda statuetta consecutiva, record che ora detiene insieme ai maestri John Ford e Joseph L. Mankiewicz. Ormai forte del suo successo, il regista si è preso tutto il suo tempo per fare il discorso, noncurante della Cavalcata delle Valchirie di Wagner che gli intimava di fermarsi, dicendo: "Sono molto fortunato di essere qui questa sera, ma purtroppo molti altri non hanno avuto la stessa fortuna. C'è una frase nel film, che Glass dice a suo figlio, che è: non ti ascoltano, vedono solo il colore della tua pelle. La nostra generazione ha la grande opportunità di liberarci da ogni pregiudizio e pensiero tribale, facendo in modo, una volta per tutte, che il colore della pelle diventi irrilevante come la lunghezza dei nostri capelli".
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27. Brie Larson vince la statuetta per Room
Nessuna sorpresa invece per la migliore attrice protagonista: dopo aver vinto tutto il vincibile, Brie Larson si è aggiudicata anche il premio Oscar per la sua interpretazione di una madre segregata in una stanza con il figlio piccolo. Nel suo discorso ha ringraziato anche gli spettatori che vanno a vedere il film al cinema e ha abbracciato, sia dopo la sua presentazione che dopo la vittoria, il co-protagonista Jacob Tremblay.
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28. La faccia di Bryan Cranston dopo la sua presentazione
Uno dei momenti più divertenti della serata è stata la faccia di Bryan Cranston dopo la presentazione della sua nomination per il ruolo dello sceneggiatore Dalton Trumbo nel film Trumbo. Un guizzo ironico e consapevole che il premio sarebbe andato a qualcun altro.
29. La vittoria di Leonardo DiCaprio: la standing ovation, l'ambiente e le reazioni di amici e parenti
La terza standing ovation della serata, molto probabilmente fatta anche in migliaia di salotti di tutto il mondo, è arrivata per il momento più atteso, quest'anno lasciato volontariamente, e sadicamente, per penultimo: dopo 20 anni dalla prima nomination, Leonardo DiCaprio, uno degli attori più amati (forse il più amato in assoluto dal pubblico) e talentuosi al mondo, ha vinto la statuetta. Impeccabile la sua reazione: quasi imbarazzato dall'accoglienza del pubblico, quell'Academy che tante volte, anche quando l'avrebbe meritato di più, gli ha preferito altri performer, sotto lo sguardo commosso della madre e di Kate Winslet, che ha entrambe abbracciato immediatamente dopo la vittoria, DiCaprio ha ringraziato tutti i suoi colleghi, compreso il compagno di set Tom Hardy, presentato come un fratello (con un'enigmatica risata di quest'ultimo), e ha ricordato il suo impegno per l'ambiente. "Non bisogna dare niente per scontato" ha detto DiCaprio: "Io non do niente per scontato, nemmeno questa serata".
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30. Il caso Spotlight è il miglior film del 2016
Infine la proclamazione della miglior pellicola del 2016: tra i due litiganti, Mad Max: Fury Road e The Revenant, ha vinto Il caso Spotlight, proclamato da Morgan Freeman. Premiato per il suo impegno politico e per l'esortazione alla stampa di tornare a fare il suo lavoro, Spotlight ha messo d'accordo l'Academy nonostante il tema difficile, ovvero l'abuso di minori da parte di preti pedofili: "Papa Francesco, ora bisogna pensare a proteggere i bambini" hanno detto i produttori del film accettando la statuetta.
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