Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 5

Siamo arrivati all'ultima tappa del nostro viaggio attraverso i momenti memorabili del cinema a stelle e strisce dei Nineties. Pronti a scoprire qual è la scena cult numero 1?

Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) in Pulp Fiction
Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) in Pulp Fiction

Non è stato facile selezionare soltanto 50 film tra tutti quelli che hanno caratterizzato il cinema americano degli anni '90, eppure ce l'abbiamo fatta. Se ci avete seguito nelle scorse settimane ormai lo sapete a memoria, ma è nostro dovere specificare ancora una volta che che non si tratta necessariamente di una top 50 sul meglio del decennio, ma una ricerca dei momenti cult che ancora oggi - a distanza di quindici, venti o venticinque anni -rappresentano al meglio lo spirito di quel periodo e che ne sono in qualche modo un simbolo.

Sicuramente ci saranno state da parte nostra gravi dimenticanze o esclusioni tanto eccellenti quanto difficili da mandar giù, ma siamo certi che anche solo scorrendo i titoli che troverete qui sotto e che rappresentano la vetta di questa classifica vi renderete conto che in mezzo a tanta eccellenza è davvero impossibile scegliere. Ancor di più quando si mettono insieme film così diversi tra loro. Eppure c'è una caratteristica che li accomuna tutti, ed è proprio il loro essere diventati immediatamente cult, iconici, riconoscibili anche da chi quei film non li ha ancora mai visti. Cosa staranno aspettando poi è tutto da capire, speriamo che questo breve viaggio negli anni '90 possa convincerli a compiere il grande passo. Siete pronti?

Top 50 Anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 1
Top 50 Anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 2
Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 3
Top 50 anni '90: i nostri film e momenti cult del cinema USA - Parte 4

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10. Thelma & Louise

Se l'instancabile Ridley Scott è considerato non solo un maestro del cinema ma anche come un regista femminista, è soprattutto grazie a questo film: un'opera che ci racconta l'autentico e vibrante rapporto di amicizia tra due donne molto diverse, ma che descrive anche le sfide, i paradossi, le ingiustizie che le donne sono costrette a subire in una cultura paritaria solo sulla carta, ma in realtà ancora profondamente maschilista.

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Ma il pregio maggiore dell'opera del cineasta inglese non sta nel coraggio con cui conduce il suo attacco frontale al sessismo sistemico e al privilegio maschile, e nemmeno nelle due preziose interpretazioni di Susan Sarandon e Geena Davis; è nella scelta di non fare di Thelma e Louise delle vittime, ma delle eroine. Così, voltando le spalle a un mondo che le sfrutta, le umilia e le punisce, queste indimenticabili ribelli trionfano nella maniera più catartica e soddisfacente possibile nell'iconico finale del film.

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9. I soliti sospetti

Molto prima di dedicare la sua carriera agli X-Men, l'allora semi-sconosciuto Bryan Singer sconvolse il mondo cinematografico con questo thriller geniale che ebbe, tra l'altro, anche il merito di consacrare il talento di Kevin Spacey. I due gioielli del film, Spacey e la sceneggiatura, vinsero entrambi il meritatissimo Oscar, ma in realtà grazie al mito di Keyser Söze e alla clamorosa e perfettamente congegnata rivelazione finale il film era già diventato immortale.

"La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste". E come niente... sparisce.

Anzi no, non sparisce affatto, perché venti anni dopo chiunque abbia visto questo film, anche solo una volta, quella scena finale non la può dimenticare.

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8. Il silenzio degli innocenti

Terzo film in assoluto nella storia del cinema ad aver vinto i cinque Oscar più importanti: miglior film, miglior regia, miglior attore, miglior attrice e migliore sceneggiatura. È giustamente considerato uno dei migliori thriller di tutti i tempi, e le performance di Jodie Foster e Anthony Hopkins ancora oggi rappresentano uno dei migliori duetti/duelli su schermo di sempre.

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Ted Levine è Buffalo Bill ne Il silenzio degli innocenti
Ted Levine è Buffalo Bill ne Il silenzio degli innocenti

Eppure, se dobbiamo scegliere la scena culto, quella che più ci è rimasta impressa, prima ancora di pensare ai perturbanti incontri tra Hannibal Lecter e Clarice torniamo con il pensiero all'inquietante Buffalo Bill ed il suo ansiogeno balletto sulle note di Goodbye Horses. E quindi applausi a Ted Levine ma soprattutto a Jonathan Demme.

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7. Terminator 2 - il giorno del giudizio

Da subito T2 fu definito uno dei migliori sequel di sempre, e non solo per la spettacolarità delle scene d'azione ma soprattutto per come James Cameron riuscì ad ampliare e rendere più affascinante e complesso l'universo, già di per sé originale e immaginifico, del suo primo film. Tra i tanti meriti di questo sequel c'è poi l'essere riuscito a trasformare il cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger: non più solo un killer senza cuore, ma un personaggio vero che interagisce, cresce e riesce ad emozionare.

Terminator 2: Edward Furlong e Arnold Schwarznegger
Terminator 2: Edward Furlong e Arnold Schwarznegger

Ed è per questo che la scena finale è assolutamente leggendaria, ma a colpire i fan e gli spettatori dell'epoca fu soprattutto il rapporto del T-800 con il giovane John Connor di Edward Furlong e le sue "lezioni" per diventare più cool. Ci piace immaginare quello che all'epoca i produttori avranno detto leggendo lo script per la prima volta. "Fantastica! Ma come riuscirai a far recitare il buon Arnold?" E la risposta di Cameron nella nostra mente non può che essere una: "No hay problema".

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6. Il sesto senso

In questo periodo di spoilerofobia imperante in cui ci troviamo per "colpa" dei social, fa quantomeno sorridere che qui continuiamo parlare di film che devono la loro fama al colpo di scena finale. In questo caso un twist talmente celebre da essere diventato immediatamente un topos narrativo sfruttato in lungo e in largo negli anni successivi.

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Bruce Willis e Haley Joel Osment in una scena di Il sesto senso
Bruce Willis e Haley Joel Osment in una scena di Il sesto senso

Eppure nel film di M. Night Shyamalan c'è molto di più di una sceneggiatura praticamente perfetta, ci sono per esempio anche due interpretazioni da brividi della star Bruce Willis e del giovanissimo e talentuoso Haley Joel Osment, che a soli 10 anni ci spezzava il cuore con la sua confessione: "Vedo la gente morta".

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5. Fight Club

Sono davvero pochissimi i film nella storia del cinema che si possono dire essere diventati oggetti di culto in modo istantaneo, e tra questi un posto d'onore lo merita senza alcun dubbio il film di David Fincher. Il merito è certamente del romanzo di Chuck Palahniuk e del suo argomento attualissimo, così come dell'ottimo cast capitanato da Edward Norton e Brad Pitt o della colonna sonora dei Dust Brothers a cui va aggiunta la Where Is My Mind? dei Pixies che si adatta perfettamente all'ultima scena del film.

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Edward Norton in una scena di Fight club
Edward Norton in una scena di Fight club

Ma è stato soprattutto Fincher con le sue scelte di regia e montaggio coraggiose e anche un po' bizzarre a regalare al film quell'alone di mistero e ambiguità dalla prima all'ultima scena, l'ingrediente perfetto per fare diventare questo film non solo un mito, ma un'opera che paradossalmente ti fa sentire meno solo. Ti fa sentire parte di un club segreto, con tanto di regole.

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4. Matrix

Anche in questo caso siamo alla fine del decennio, ma il film dei (fratelli all'epoca, ora sorelle) Wachowski ha veramente segnato un'epoca con il suo bullet time, con la sua capacità di mescolare generi, cinematografie e culture molto lontane tra loro (Cameron e Philip K. Dick, il cinema di Hong Kong e i fumetti americani, i videogiochi e la filosofia orientale) e, perché no, anche con un po' di furbizia. Nonostante i tentativi il risultato fu talmente tanto riuscito da divenire irreplicabile e forse anche inspiegabile. Perché, come dice Morpheus:

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Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è

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3. Jurassic Park

Chi non era in sala quel 17 settembre del 1993 difficilmente potrà immaginare lo stupore che la prima visione al cinema di Jurassic Park provocò in un'intera generazione di spettatori. Le indimenticabili musiche di John Williams unite ai sorprendenti effetti speciali della Industrial Light & Magic rappresentarono un connubio ed un'esperienza più unica che rara, un qualcosa che sarebbe rimasto per sempre nel cuore degli spettatori di tutte le età.

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Una scena di Jurassic Park
Una scena di Jurassic Park

E tutto questo senza dimenticare l'ispirata regia di Steven Spielberg, perché con un film di quest portata e di queste dimensioni anche per un professionista del genere sarebbe stato facile perdersi in un bicchiere d'acqua. E invece...

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2. Titanic

Prima ancora di superarsi con Avatar, James Cameron si autoproclamava Re del mondo dopo aver vinto ben 11 Oscar con il kolossal Titanic, un film che aveva fortemente voluto e che aveva brillantemente diretto superando enormi difficoltà e rischiando più volte il fallimento. Oltre gli Oscar e i miliardi al botteghino, cosa è rimasto oggi di quel progetto folle?

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Titanic: DiCaprio e Kate Winslet nella sequenza della zattera
Titanic: DiCaprio e Kate Winslet nella sequenza della zattera

La consacrazione di due giovanissime star (Leonardo DiCaprio e Kate Winslet) che nel frattempo sono diventati due dei migliori attori della loro generazione, un nuovo standard qualitativo per quanto riguarda il cinema catastrofico ed una love story, sdolcinata e imperfetta quanto volete, ma che ha fatto la storia del cinema. Come il celebre bacio al tramonto.

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1. Pulp Fiction

Quando parlavamo della difficoltà di scegliere i film di questa classifica o anche solo l'ordine in cui proporli di certo non mentivamo, ma in realtà avevamo omesso un piccolo particolare, ovvero che la prima posizione non è mai stata in discussione. Perché se qualcuno ci chiede di pensare agli anni '90 cinematografici il primo film che ci viene in mente non può che essere Pulp Fiction di Quentin Tarantino: per la qualità dell'opera, per l'impatto che ebbe all'epoca sugli spettatori, per l'influenza che esercitò sui giovani filmaker del mondo intero per tutto il resto del decennio e soprattutto perché riuscì a rimanere ben impresso nell'immaginario grazie a scene indimenticabili e battute ben presto recitate a memoria.

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Samuel L. Jackson addenta un hamburger in Pulp Fiction
Samuel L. Jackson addenta un hamburger in Pulp Fiction

Anche qui scegliere una sequenza non è semplice, soprattutto verrebbe spontaneo premiare i meravigliosi dialoghi che Tarantino ha scritto per i suoi personaggi - per esempio Jules e Vincent che discutono di massaggi ai piedi - eppure a distanza di 22 anni non possiamo che dimenticare quella che fu la prima immagine in assoluto che vedemmo di Pulp Fiction: la scena del ballo al Jack Rabbit Slim's riproposta al telegiornale per raccontare di questa Palma d'oro a sorpresa a questo giovane regista di origini italiane. Un enfant terrible, così lo chiamavano, che aveva scosso e sconvolto il più importante festival del mondo con un film violentissimo, feroce e divertente.

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Vincent Vega (John Travolta) e Mia Wallace (Uma Thurman) in Pulp Fiction
Vincent Vega (John Travolta) e Mia Wallace (Uma Thurman) in Pulp Fiction

E mentre Uma Thurman, la dolce Cecile de Le relazioni pericolose, e John Travolta, il Danny Zuko di Grease, continuavano a ballare noi ci chiedevamo come potesse essere possibile coniugare la violenza da gangster alle risate che apparentemente avevano echeggiato al Palais du Festival. E come, in tutto questo, il resto della giuria fosse riuscito a convincere l'allora Presidente Clint Eastwood. Qualche mese dopo il film arrivò anche nelle sale italiane e ogni dubbio sparì dopo pochissimi minuti, le visioni in sala divennero quattro o cinque, quelle in VHS si contarono a decine, ma l'immagine che non si tolse mai dalla nostra mente fu l'immagine di quel ballo a piedi nudi sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry. L'immagine del film del decennio. O forse della vita.

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