Guillermo Del Toro nasce a Guadalajara, in Messico, il 9 ottobre 1964. Gli anni dell'infanzia si rivelano già molto significativi per quella che sarà la sua poetica di regista: una grande influenza avrà infatti su di lui la figura della cattolicissima nonna, e a soli otto anni verrà in contatto con il mondo del cinema, dal quale verrà folgorato e per cui dapprima lavora come disegnatore di make up, per poi approdare finalmente alla regia all'età di 21 anni (con la pellicola Doña Lupe). E' del 1987 il suo secondo lavoro, Geometria, mentre risalgono rispettivamente al 1993 e al 1997 Cronos (La Invención de Cronos) e Mimic (che girerà a Hollywood e che gli aprirà la strada per il successo internazionale).
A questo primo periodo come autore, che già vede l'espressione, seppur in fase embrionale, di quelli che saranno gli stilemi della sua poetica, fa seguito un tragico avvenimento che porterà Del Toro a trasferirsi negli Stati Uniti: il rapimento del padre.
Del 2001 è forse una delle sue opere più ispirate, La spina del Diavolo (El Espinazo del Diablo), storia a sfondo horror ma sempre molto umana di un gruppo di bambini affidati ad un orfanotrofio, sui quali incombe vivido l'incubo della seconda guerra mondiale. Nel 2002 viene chiamato a dirigere il sequel della pellicola dedicata al vampiro "diurno" Blade, al quale riesce ad imprimere una certa profondità psicologica grazie ad un'accorta virata nel fantasy. Nel 2004 si lascia nuovamente coinvolgere, come avvenuto per la saga di Blade, dal mondo del fumetto, realizzando un adattamento cinematografico all'opera di Mike Mignola, Hellboy. Pur mantenendosi il più possibile fedele alla storia e all'ambientazione, così come anche ai dialoghi, originali, Del Toro riesce comunque a impreziosire anche in questo caso grazie alla sua particolare visione la pellicola, con la realizzazione di creature inquietanti e fascinose al tempo stesso e riuscendo a sfruttare al meglio la straordinaria fisicità di Ron Perlman, interprete del diabolico protagonista.
Nel 2006 torna a focalizzarsi sul mondo dell'infanzia e, insieme, della guerra con quella che forse è la sua pellicola più curata e riuscita: Il labirinto del fauno (El Laberinto del Fauno), in cui la piccola Ofelia, per sfuggire all'oppressione del patrigno, generale per l'esercito franchista e marito-padrone per la madre, si lascia trasportare nel mondo incantato di folletti e fate che sempre più inesorabilmente viene dimenticato e schiacciato dalla pochezza degli uomini. Una specie umana ancora sotto accusa, per la sua mancanza di relativismo e di accettazione del diverso, fa capolino anche nel secondo capitolo delle avventure del demone rosso, Hellboy - The Golden Army (2008), in cui ritrovano spazio Ron Perlman, Selma Blair e Doug Jones, che ci aveva regalato anche una grandissima interpretazione del ruolo del Fauno nella pellicola precedente.
Negli anni seguenti il regista messicano sarà al lavoro su tantissimi progetti ambiziosi: messa da parte la regia di The Hobbit, che inizialmente era stata affidata a lui, Del Toro ha in cantiere numerosi progetti come produttore, tra cui The Orphanage, e più avanti ancora l'horror Don't Be Afraid of the Dark.
Guillermo Del Toro ha saputo ritagliarsi, fra i registi contemporanei, una posizione di primo piano grazie all'originalità del proprio immaginario e alla cura maniacale che ripone nella realizzazione delle sue pellicole. Ispirato da autori quali H.P. Lovecraft e Jorge Luis Borges, è capace di prendere spunto da creature fantastiche, prese a prestito dalle più varie mitologie, per portare all'attenzione dello spettatore problematiche tipicamente umane, quali la degenerazione della società nella dittatura, la paura e il rifiuto del diverso, la necessità di spingersi oltre gli schemi convenzionali per non perdere aspetti preziosi della nostra esistenza. Del Toro ha infatti dichiarato di essere da sempre "innamorato dei mostri", e di volerne studiare i meccanismi fisici quanto mentali, per capire nel profondo le loro storie e le loro ragioni d'essere.
E' importante ricordare anche l'amicizia che lega Del Toro ad altri due registi messicani, Alfonso Cuarón (I figli degli uomini), e Alejandro González Iñárritu (21 grammi, Babel) che, sebbene molto diversi per scelte registiche, condividono la stessa acuta sensibilità nel saper effettuare una disillusa disamina della difficile condizione umana.
2018 Premio Miglior regia per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2018 Candidatura Migliore sceneggiatura originale per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2007 Candidatura Migliore sceneggiatura originale per Il labirinto del fauno
2017 Premio Leone d'oro per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2018 Premio Migliore regista per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2018 Candidatura Migliore sceneggiatura originale per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2018 Candidatura Miglior film per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2007 Premio Miglior film non in lingua inglese per Il labirinto del fauno
2007 Candidatura Migliore sceneggiatura originale per Il labirinto del fauno
2019 Candidatura Miglior Regista per La forma dell'acqua - The Shape of Water
2023 Produzione
2022 Regia, Sceneggiatura, Soggetto, Produzione
2021 Regia, Sceneggiatura, Produzione
2021 Produzione
FILM 2011
Produzione, Recitazione
Genere: Animazione, Avventura, Commedia, Fantastico
La star di We Live in Time ha manifestato il proprio disappunto per non essere nella prossima versione del regista messicano.
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