Nell'ambito della tradizionale celebrazione dell'annata di cinema che ci lasciamo alle spalle, abbiamo l'abitudine di pubblicare una Top 20 di redazione ricavata dalle preferenze personali di ognuno dei redattori di Movieplayer.it sulla base delle uscite italiane del 2013. Quest'anno abbiamo deciso di rendervi partecipi anche di questi singoli contributi: pubblicheremo dunque, in singole news, le top 20 personali, con in aggiunta un commento di ogni "curatore". Le news, che in totale saranno tredici, saranno infine raccolte nell'articolo di commento alla classifica generale delle preferenze dello staff, affinché tutti possano curiosare tra i colpi di fulmine dei singoli redattori. Se poi volete dare il vostro contributo e tirare quindi le somme sul vostro 2013 filmico (e televisivo), potete farlo partecipando a Movieplayer.it Awards.
Ma adesso lasciamo la parola a Valentina D'Amico e alla sua Top 20:
- Il lato positivo - Silver Linings Playbook
- Django Unchained
- Noi siamo infinito
- Il passato
- Flight
- No - I giorni dell'arcobaleno
- Frankenweenie
- Philomena
- Before Midnight
- Spring Breakers - Una vacanza da sballo
- Gravity
- Blue Jasmine
- Zero Dark Thirty
- Re della terra selvaggia
- Blue Valentine
- I sogni segreti di Walter Mitty
- The Master
- Prisoners
- La fine del mondo
- La grande bellezza
"L'amore è di per sé follia. Se a innamorarsi sono due pazzi scatenati come i protagonisti di Il lato positivo - Silver Linings Playbook il risultato non può che essere debordante. E debordante è il mio film del cuore del 2013, una pellicola intrisa di humor aspro, costellata di scene di culto, interpretata da un Bradley Cooper bello e schizofrenico e dall'incantevole Jennifer Lawrence, la stella più splendente della nuova generazione. David O. Russell riesce nell'impresa di sorprendere a ogni svolta narrativa e il suo stile asciutto ed essenziale, libero da schemi preconfezionati, è perfetto per confezionare una delle romcom più anticonformiste di sempre. Al secondo posto svetta Django Unchained. La scrittura a orologeria di Quentin Tarantino colpisce ancora reinventando la storia della fine della schiavitù in un west di culto popolato di incredibili personaggi. Il protagonista è Jamie Foxx, ma la geniale penna di Quentin sforna comprimari memorabili. Due per tutti: il cacciatore di taglie Christoph Waltz e il feroce latifondista Leonardo DiCaprio. Sul podio trova posto anche Noi siamo infinito, struggente bildungsroman dedicato all'adolescenza tormentata (quale non lo è?). Il film racconta la storia di un'amicizia fuori dai canoni e di una presa di coscienza di sé prendendo per mano lo spettatore e conducendolo nell'isola 'dei misfits toys'.
Nella parte alta della classifica trovano posto due drammi assai diversi, ma egualmente impeccabili. Colpisce al cuore Il passato di Asghar Farhadi. L'autore iraniano ha la capacità di rappresentare dubbi, debolezze e moti dell'animo umano con un'acutezza e un realismo unici. Anche stavolta Farhadi ha centrato il bersaglio realizzando un'opera potente, che scava in profondità mettendo in scena con invidiabile naturalezza la complessità dei rapporti sentimentali e familiari. Altrettanto sconvolgente, Flight gode della perfomance mozzafiato di Denzel Washington e della regia classica di Robert Zemeckis. Inoltre ospita una delle sequenze più realistiche mai viste sul grande schermo, quella di uno spettacolare incidente aereo che, da sola, vale la visione del film. Visione sconsigliata a chi ha paura di volare.
Il 2013 è stato l'anno della rinascita di Tim Burton che, con il poetico e ironico Frankenweenie, ha recuperato la magia del suo sguardo tornando a utilizzare la sua tecnica di animazione preferita, la stop motion, per narrare una fiaba che affonda le radici nelle sue origini artistiche, ed è stato l'anno della conferma del talento militante di Pablo Larrain il quale, con un notevole sforzo creativo, ci ha regalato il rigoroso No - I giorni dell'arcobaleno, una lezione di regia, estetica e politica che guarda al passato per riflettere sul presente. E' stato l'anno del ritorno di Jesse e Celine in un gioiellino come Before Midnight, ideale conclusione della trilogia sentimentale di Richard Linklater, ed è stato l'anno della scoperta del talento letterario cristallino di Steve Coogan, commediante di classe, spalla dell'immensa Judi Dench e coautore del bellissimo Philomena. In una classifica schizofrenica che premia la maestosa regia di Alfonso Cuaron, capace, in Gravity, di piegare le più sofisticate tecnologie a un racconto intimo ed emozionale, ma non dimentica le fantasie utopistiche del tenero e coraggioso outsider Ben Stiller di I sogni segreti di Walter Mitty, il trash volutamente provocatorio, ma intriso di profonda malinconia, di Spring Breakers - Una vacanza da sballo, o la potenza narrativa di The Master, in cui brilla l'incredibile talento attoriale dell'antidivo Joaquin Phoenix, non poteva mancare La grande bellezza. Opera imperfetta e affascinante, eccessiva e sfacciata, mette a nudo con spietata lucidità e abusa dei corpi, dei volti e delle anime artistiche di Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Serena Grandi, in bilico sul confine tra realtà e finzione. Un film che dimostra come l'inquietudine artistica di Paolo Sorrentino non si sia ancora placata. Per fortuna, aggiungerei". (Valentina D'Amico)