Non c'è stata storia, quest'anno, per quanto riguarda la vetta assoluta della nostra classifica di redazione. Vi sarete accorti dell'onnipresenza e dell'ascendente di Boyhood di Richard Linklater nelle classifiche individuali dello staff - sulla base delle quali è stata ricavata questa selezione finale - che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, per cui era difficile attendersi una classifica che non lo vedesse trionfare. Non è questo il luogo per tornare a parlare della singolarità e della bellezza del film di Linklater, quando l'abbiamo già fatto in lungo e in largo dall'inizio dello scorso anno: resta da sottolineare solo il distacco che ha inflitto ai suoi eccellenti avversari, e il fatto che abbia saputo conquistare un posto speciale nel nostro cuore non solo tra i film del 2014, ma probabilmente tra le opere che segneranno la nostra carriera di cinefili e giornalisti.
Più inatteso, forse, il secondo posto; è ufficialmente uscito nel 2013, The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, ed è uscito un anno fa in Italia, non era implausibile che, tra le tante uscite notevoli dei successivi 12 mesi, finisse un po' messo da parte... e invece non solo non l'abbiamo dimenticato, ma l'abbiamo premiato quando, guardando indietro alle uscite italiane dell'anno, abbiamo ripensato al suo piglio amaro e dissacrante e alla sua incontenibile energia cinematografica. Alle spalle del venerabile, sempreverde Scorsese, però, si fa strada un ragazzino: Xavier Dolan, che dopo aver commosso le platee e aver condiviso con Jean-Luc Godard il premio della giuria a Cannes, si è presentato finalmente anche al pubblico italiano con Mommy, quinto film dell'incredibile carriera di questo québécois non ancora ventiseienne.
Altri titoli che abbiamo tenuto nel cuore per buona parte del 2014 dopo averli visti a Cannes sono Nebraska di Alexander Payne e A proposito di Davis dei fratelli Joel e Ethan Coen: per Payne, dopo diversi lavori interessanti, è arrivato finalmente il film che ci ha messo d'accordo tutti. I Coen, si sa, sono una garanzia, e con il film interpretato dal lanciatissimo Oscar Isaac ci hanno regalato una delle loro opere più stilisticamente significative.
Certamente sorprendente, considerato il profilo un po' basso del film, il settimo posto di Locke: il film di Steven Knight, ambientato interamente in un'automobile guidata da un uomo legato al filo di una manciata di telefonate alla vita che ha conosciuto fino a quel momento, è una declinazione estrema del Kammerspiel e una delle opere più intelligenti e intense dell'anno, e il regista e sceneggiatore inglese è un cineasta da non perdere di vista. Ma l'originalità è un tratto che non ha mai fatto difetto nemmeno a Spike Jonze, che nell'anno appena trascorso ci ha stupito con la bizzarra e indimenticabile storia d'amore tra un uomo (un delicato Joaquin Phoenix) e un sistema operativo con la voce di Scarlett Johansson, quella narrata in Lei, che piazziamo all'ottavo post della nostra top 20.
Emozioni forti e grande attualità con i due titoli che chiudono la prima parte di questa classifica: Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne, racconto vivido e toccante della battaglia di una giovane donna alla ricerca di giustizia e solidarietà in un ambiente lavorativo ostile e avvilente; cronaca di un paradossale e osceno trionfo è invece Lo sciacallo - Nightcrawler, una durissima denuncia - confezionata con un linguaggio cinematografico immersivo e vibrante - del degrado etico del mondo dell'informazione televisiva; dell'inquietante, inarrestabile inaridimento di un'intera cultura di fronte alla vita e alla morte.
Ci muoviamo in territori e scenari diversissimi con le posizioni dalla 11 alla 20, che ci portano a riflettere sulla paternità grazie con il tenerissimo Father and Son di Hirokazu Koreeda, che ha saputo raccontare con incredibile sensibilità una storia che rivela sia peculiarità della cultura giapponese che sentimenti universali. Ci porta a Detroit e in Marocco, invece, l'imprevedibile Jim Jarmusch, al fianco dei suoi magnifici immortali Tilda Swinton e Tom Hiddleston, custodi fragili, saggi e sgomenti della memoria e della bellezza al centro di Solo gli amanti sopravvivono.
Prosegue, la nostra top 20, con uno dei film più blasonati della scorsa Awards Season, quel Dallas Buyers Club che è valso il premio Oscar sia a Matthew McConaughey che alla sua co-star Jared Leto, seguito, al quattordicesimo posto, dall'inatteso protagonista di quella in corso: Grand Budapest Hotel, fresco vincitore del Golden Globe, è una festa per gli occhi e per il cuore, come, salvo pochissime eccezioni, tutto il cinema di Wes Anderson, frutto di una visione personalissima e di una rara coerenza stilistica. Quindicesimo posto per un film che, al di là delle classifiche, ha reso il 2014 un anno speciale, ma anche triste: l'anno dell'addio di Hayao Miyazaki al mondo dell'animazione. Il suo ultimo film, Si alza il vento, non raggiunge forse i livelli sublimi dei suoi capolavori (altrimenti lo trovereste ai primi posti), ma è un film maestoso e lirico in cui il maestro dello Studio Ghibli si fa più che mai alfiere dello spirito della sua terra.
Uno dei cineasti francesi più interessanti degli ultimi anni, Olivier Assayas, piazza il suo raffinato, affascinante e arguto Sils Maria al sedicesimo posto, davanti a uno dei blockbuster dell'anno, l'irresistibile Guardiani della galassia, che ha trasformato James Gunn in uno dei Re Mida della scuderia Marvel e ci ha fatto tremare per le sorti di umanoidi vegetali, procioni bisbetici e altri generi di reietti spaziali. E a proposito di spazio. Ci aspettavamo forse di vederlo volare un po' più in alto, all'inizio del 2014; ci aspettavamo maggiore spessore dal regista di Il cavaliere oscuro e Inception Christopher Nolan, alle prese con la sua personale odissea cosmica. Ma Interstellar riesce comunque a conquistarsi un posto nella nostra eterogenea classifica grazie all'insaziabile ambizione del suo autore e a una confezione sontuosa.
Siamo alla fine della nostra top 20, ma siamo particolarmente orgogliosi delle ultime due posizioni che accolgono titoli dal profilo un po' più basso rispetto al resto delle opere della nostra selezione, ma che hanno saputo conquistarsi uno spazio tra le nostre visioni e un plauso meritato da parte delle nostre firme: parliamo di Class Enemy, claustrofobico e tagliente dramma psicologico ambientato tra le mura di un liceo, e infine Belluscone. Una storia siciliana, sorprendente documentario meta-cinematografico che racconta l'anima irrimediabilmente sordida del nostro sciagurato paese.
Questi sono dunque i venti titoli che emergono dall'analisi nostre preferenze individuali; e anche quest'anno, si tratta di una selezione variegata, ricca ed esplosiva che riflette diverse tendenze e passioni, ma che rappresenta, crediamo, in maniera efficace, quanto di grande ha raccontato il cinema nell'anno che abbiamo da poco salutato.
- 1) Boyhood
- 2) The Wolf of Wall Street
- 3) Mommy
- 4) L'amore bugiardo - Gone Girl
- 5) Nebraska
- 6) A proposito di Davis
- 7) Locke
- 8) Lei
- 9) Due giorni, una notte
- 10) Lo Sciacallo - Nightcrawler
- 11) Father and Son
- 12) Solo gli amanti sopravvivono
- 13) Dallas Buyers Club
- 14) Grand Budapest Hotel
- 15) Si alza il vento
- 16) Sils Maria
- 17) Guardiani della Galassia
- 18) Interstellar
- 19) Class Enemy
- 20) Belluscone. Una storia siciliana
Tutte le top 20 dello staff:
La classifica di Alessandro Aniballi
La classifica di Alessandro Antinori
La classifica di Alessia Starace
La classifica di Antonello Rodio
La classifica di Antonio Cuomo
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La classifica di Luciana Morelli
La classifica di Marco Minniti
La classifica di Stefano Lo Verme