C'era una volta a... Hollywood: le citazioni al cinema e serie tv nel film di Tarantino

C'era una volta a... Hollywood: le citazioni al mondo del cinema e delle serie TV nel nono film di Quentin Tarantino.

Once Upon A Time In Hollywood Di Caprio Pacino Pitt
C'era una volta a... Hollywood: Brad Pitt, DiCaprio e Al Pacino in una scena

Come suggerito dal titolo, C'era una volta a... Hollywood è un omaggio molto personale al cinema americano da parte di Quentin Tarantino, che ha scelto di ambientare il suo nono lungometraggio a Los Angeles nel 1969, anno di transizione per l'audiovisivo statunitense - basti pensare all'uscita di Easy Rider - ma anche quello in cui il giovane Quentin, che all'epoca aveva sei anni, iniziava a scoprire le meraviglie del grande schermo (tra le altre cose, in quel periodo uscì negli USA uno dei film a cui il regista è maggiormente legato, C'era una volta il West). le citazioni ai film e serie tv, visive, sonore e tematiche abbondano, che si tratti del casting o della ricostruzione della Hollywood che fu, e noi abbiamo scelto di passare in rassegna tali omaggi. Attenzione, l'articolo contiene spoiler !

Un suono riconoscibile

Il citazionismo di C'era una volta a... Hollywood inizia già col logo della Columbia, che è quello vintage dell'epoca, per poi passare alla prima sequenza, uno spot della serie TV Bounty Law, di cui Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) fu protagonista. Una delle sue vittime, infatti, emette un suono che i cinefili riconosceranno sicuramente: il famoso Wilhelm Scream, effetto sonoro riciclato, spesso con intento parodistico, in molte produzioni americane a partire dagli anni Settanta (il pioniere, in tal senso, fu Ben Burtt, che lo inserì nei film di Star Wars e Indiana Jones). Il narratore dello spot è invece Corey Burton, celebre doppiatore americano (tra le altre cose, è la voce attuale di personaggi disneyani come Pico De Paperis, Ciop e Capitan Uncino), che ha un legame professionale stretto con un grande amico di Tarantino, Robert Rodriguez: Burton è infatti l'announcer del canale televisivo El Rey Network, creato dall'autore di Machete, e proprio in quest'ultimo film è lui ad annunciare i due sequel. Un altro suono d'epoca è udibile quando Cliff Booth (Brad Pitt) torna a casa e passa davanti a un drive-in, dove si sente il jingle che annunciava, a seconda dei casi, l'inizio dei trailer o del film vero e proprio. Un elemento di cui Tarantino e Rodriguez si sono serviti in Grindhouse.

C'era una volta a... Hollywood: Cliff Booth e gli altri stuntman: una vita al massimo

Cronologia, portami via

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C'era una volta a... Hollywood: un'immagine del teaser trailer

C'era una volta a... Hollywood è pieno zeppo di personaggi reali così come di film realmente usciti in quegli anni, ma parzialmente distorti in base alla logica fiabesca di Tarantino: l'elemento più ovvio è il finale, dove Sharon Tate (Margot Robbie) non muore per mano dei seguaci di Charles Manson (e presumibilmente, nel futuro alternativo che ne deriva, lavora col marito Roman Polanski per portare sullo schermo Tess, di cui compra il romanzo prima di andare al cinema a rivedersi insieme al pubblico), ma ce ne sono altri. Durante il suo incontro con Dalton, per esempio, Marvin Schwarz (Al Pacino, che cita anche Scarface riproducendo i gesti di Tony Montana col fucile in mano) dice che a lungo andare l'attore le prenderà anche dai protagonisti di Organizzazione U.N.C.L.E. e Batman, due serie che in realtà erano state cancellate un anno prima degli eventi del film. Lo stesso principio anacronistico vale per Lancer, vero serial western che Tarantino omaggia con una certa filologia, facendo interagire Rick con i veri attori e il vero regista del pilot, Sam Wanamaker, ma alterando le date: nel febbraio del 1969, quando girano il primo episodio, la serie andava già in onda da diversi mesi. Infine, notare il taglio di capelli di Bruce Lee: è quello degli anni Settanta, anziché quello che aveva sul set de Il Calabrone Verde.

Charles Manson e quei figli di...

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C'era una volta a... Hollywood: Margaret Qualley in una scena del film

Il film parla, in parte, del ricambio generazionale che ci fu con la New Hollywood, filone che lanciò anche le carriere di alcuni notevoli "figli di" come Michael Douglas e Jane Fonda. Tarantino cita apertamente questo fenomeno facendo interpretare molti dei seguaci di Manson a figli d'arte come Margaret Qualley (figlia di Andie MacDowell), Harley Quinn Smith (figlia di Kevin Smith) e Maya Hawke (figlia di Ethan Hawke e Uma Thurman).
Lo stesso Charles Manson è una scelta di casting molto curiosa, dato che Damon Herriman interpreta lo psicopatico anche nella seconda stagione di Mindhunter, mentre Patricia Krenwinkel ha il volto di Madisen Beaty, che l'ha interpretata precedentemente nella seconda annata di Aquarius. Era prevista anche una doppia presenza di Burt Reynolds, come attore e come personaggio: nel primo caso - il ruolo di George Spahn - è morto prima dell'inizio delle riprese ed è stato sostituito da Bruce Dern, nel secondo invece la scena (con James Marsden nei panni di Reynolds) è stata tagliata.

C'era una volta a... Hollywood, Quentin Tarantino: "Un film non può salvare vite, ma ispirare un cambiamento"

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Rick Dalton prepara un barbecue di nazisti

Significativa anche la presenza di The Gang, ossia gli attori ricorrenti nei film di Quentin Tarantino, elencati a partire nei credits finali: Michael Madsen, Zoe Bell (che oltre a interpretare una stunt coordinator ha svolto la stessa funzione sul set) e Kurt Russell (il cui personaggio, stando ai fan, potrebbe essere il fratello maggiore di Stuntman Mike, ma non c'è stata alcuna conferma al riguardo per ora). Citato nel gruppo anche Tim Roth, ma con la precisazione "Cut" tra parentesi, dato che il suo personaggio - il maggiordomo inglese di Jay Sebring - non appare nel montaggio finale. Nota curiosa: è la prima volta che Madsen non muore in un film di Tarantino, poiché appare solo come guest star in uno spezzone di Bounty Law.

C'era una volta a... Hollywood: la scena dopo i titoli di coda!

Veri divi in circostanze fittizie

Appaiono direttamente o sono menzionati diversi divi dell'epoca, tra cui Sergio Corbucci e Antonio Margheriti (già usato come pseudonimo dai Bastardi tarantiniani nel 2009), che dirigono Rick Dalton in alcuni progetti italiani (targati Titanus, con tanto di locandine filologicamente corrette), e Steve McQueen, protagonista di una doppia citazione: da un lato c'è un frammento de La grande fuga dove Rick appare al posto di McQueen (sequenza assente quando il film è stato presentato a Cannes, dato che richiedeva l'uso di effetti digitali e quindi non era pronta in tempo), dall'altro l'attore stesso appare nella sequenza della Playboy Mansion, con le fattezze di Damian Lewis. A lui è affidata una sottile allusione al futuro di Polanski, tramite la battuta "Un giorno quel coglione polacco farà una cazzata di troppo". E a proposito di futuro, avete presente il cinema dove si tiene la prima di un film porno? Oggi è il New Beverly, ed è di proprietà di Tarantino.

C'era una volta a... Hollywood, la nostra teoria: se il finale nascondesse una realtà diversa?

Autocitazione

Once Upon A Time In Hollywood
Quentin Tarantino e Brad Pitt sul set di C’era una volta a… Hollywood

Dulcis in fundo, Tarantino si prende allegramente in giro da solo nella sequenza mid-credits, dove Rick, ai tempi di Bounty Law, gira uno spot per le sigarette Red Apple, marca fittizia che appare costantemente nella filmografia del regista. La presa in giro, abilmente inserita all'interno di una citazione storicamente corretta (le serie dell'epoca erano spesso sponsorizzate dall'industria del tabacco), arriva alla fine, quando viene dato lo stop (con la voce di Tarantino, ovviamente) e Dalton esclama "Queste sigarette hanno un sapore di merda!". Dopo il finto spot ce n'è uno autentico, solo audio, legato al Batman televisivo degli anni Sessanta. Anche qui c'è un legame diretto con il cinema tarantiniano: fu l'Uomo Pipistrello di Adam West a ispirare alcune delle mosse di Vincent Vega nel celebre ballo diPulp Fiction.