Ci siamo quasi. Pochi giorni ancora e poi pubblicheremo la top 20 definitiva della redazione di Movieplayer.it relativa a i film usciti in Italia nel 2014, e, naturalmente, anche i risultati dei Movieplayer.it Awards Nell'attesa, potete deliziarvi con una nuova top 20 individuale, quella di Tiziana Morganti.
Leggi anche [I migliori film del 2014 - la top 20 della redazione di Movieplayer.it](https://movieplayer.it/articoli/i-migliori-film-del-2014-la-top-20-della-redazione-di-movieplayerit_1403
1 - L'amore bugiardo - Gone Girl
2 - Mommy
3 - Boyhood
5 - Locke
6 - Lo Sciacallo - Nightcrawler
8 - Nebraska
10 - Tutto può cambiare
11 - Lei
12 - American Hustle - L'apparenza inganna
13 - Grand Budapest Hotel
14 - Belluscone. Una storia siciliana
15 - Smetto quando voglio
16 - Disconnect
17 - Interstellar
18 - Dallas Buyers Club
19 - Snowpiercer
20 - The Lego Movie
"Avete presente quando Facebook vi propone il famoso riassunto fotografico del vostro anno? Bene, io mi sono approcciata con lo stesso scetticismo iniziale a questa classifica con la convinzione di riuscire a coprire a stento i primi dieci posti. Poi, rispolverando la memoria come le foto proposte dal "buon" Zuckerberg, ho scoperto di aver avuto un anno niente male e le difficoltà sono aumentate nel cercare di dare spazio a tutte le emozioni. In breve, il 2014, pur non sembrandolo a prima vista, è stata un'annata incredibile, almeno davanti al grande schermo, che, tenuta idealmente a battesimo da Martin Scorsese, è stata conclusa niente meno che dal ritorno di David Fincher. Se a loro due, poi, si aggiunge anche l'immenso Boyhood, potremmo definirlo come l'anno dei grandi autori. Almeno dei miei preferiti.
Per questo motivo, senza alcun dubbio ed esitazione, il primo posto nella mia classifica e nel mio cuore è occupato da L'amore bugiardo - Gone Girl. Il mio essere fan di Fincher mi ha portato ad amare questo film sulla fiducia. Ma dopo aver letto il romanzo di Gillian Flynn, rigorosamente in lingua originale, mi sono resa conto che le mie aspettative non sarebbero state deluse. Così a settembre, seduta nella sala gigantesca di un cinema in zona Lincoln Center a New York, ho assistito alla proiezione ufficiale per l'apertura del New York Film Festival. Indubbiamente la location ha aggiunto fascino al momento, ma con il suo racconto Fincher ha costruito un percorso a tratti duro e senza vie d'uscita all'interno della coppia e degli elementi, spesso misteriosi, che la compongono. La sua analisi, però, non si ferma certo qui. Attraverso uno dei personaggi femminili più intriganti e complessi che siano stati portati sullo schermo, ha continuato la sua indagine sulla realtà, quella vera e quella fittizia che costruiamo per lo sguardo altri, lasciandoci confrontare con una tematica capace di partire dall'universale per arrivare al particolare.
Altro film che non lascia scampo, anche se per motivazioni del tutto diverse, è Mommy. Recuperato in extremis, ha rappresentato uno delle visioni più belle e dolorose cui abbia assistito fino ad ora. Alcuni dicono che Xavier Dolan si farà come regista e autore. Da parte mia posso dichiarare che il ragazzo non ha nulla da maturare, mostrando già un'innata capacità di direzione degli attori, un gusto estetico raffinato senza cadere mai nel manierismo ed una profondità emotiva con cui gestisce racconti umani con una delicatezza che va dritta al cuore senza troppi giri di parole. La sua spietatezza sentimentale non ha conquistato l'Academy che, probabilmente, non ha voluto correre il rischio di premiare un ragazzo di 26 anni. Ma da quando il talento dovrebbe avere un'età?
Richard Linklater, da parte sua, è un altro autore che sa parlare d'amore come pochi e nel suo Boyhood costruisce un racconto sentimentale, inteso nel significato più ampio del termine. lungo questi dodici anni, però, l'emozione più grande è rappresentata dall'assistere all'evoluzione fisica ed interiore dei suoi protagonisti, sapendo che nulla è artificiale ma assolutamente reale. Anche con Martin Scorsese si parla di cuore, visto che si tratta di un regista che ha arricchito il mio gusto per l'immagine e nutrito la mia passione per il melodramma. Con The Wolf of Wall Street, invece, ha dimostrato di avere ancora desiderio di osare costruendo un film politicamente scorretto in cui l'eccesso, estetico e narrativo, è il centro di una narrazione con cui ricostruire un'epoca precisa e le sue creature. Ed ancora una volta ha ricreato l'incanto del cinema con Leonardo DiCaprio, un attore diventato adulto proprio grazie al suo tocco.
Per chiudere, vorrei ricordare un piccolo miracolo casalingo che ha evidenziato come anche il nostro cinema possa essere giovane, divertente ed efficace. Si tratta di Smetto quando voglio, la commedia che, giustamente, ha fatto parlare molto di se durante la scorsa stagione invernale. Come mai direte voi? Semplice, perché ad una sceneggiatura esilarante, capace di unire situazioni e dialoghi ad alto ritmo, unisce un cast perfetto nelle sue individualità come nella forza del gruppo. Il risultato è un film che finalmente rappresenta una generazione ed una situazione ben precisa, raccontando la precarietà con il sorriso sulle labbra senza cliché e sconti emotivi." (Tiziana Morganti)