I migliori film del 2013: la top 20 di Antonello Rodio

In attesa della pubblicazione della top 20 definitiva dello staff del nostro webmagazine, abbiamo deciso di svelare, una per volta, le selezioni dei singoli redattori. Oggi, spazio alle preferenze di Antonello Rodio.

Nell'ambito della tradizionale celebrazione dell'annata di cinema che ci lasciamo alle spalle, abbiamo l'abitudine di pubblicare una Top 20 di redazione ricavata dalle preferenze personali di ognuno dei redattori di Movieplayer.it sulla base delle uscite italiane del 2013. Quest'anno abbiamo deciso di rendervi partecipi anche di questi singoli contributi: pubblicheremo dunque, in singole news, le top 20 personali, con in aggiunta un commento di ogni "curatore". Le news, che in totale saranno tredici, saranno infine raccolte nell'articolo di commento alla classifica generale delle preferenze dello staff, affinché tutti possano curiosare tra i colpi di fulmine dei singoli redattori. Se poi volete dare il vostro contributo e tirare quindi le somme sul vostro 2013 filmico (e televisivo), potete farlo partecipando a Movieplayer.it Awards.

Ma adesso lasciamo la parola ad Antonello Rodio e alla sua Top 20:

  1. La grande bellezza
  2. Zero Dark Thirty
  3. Django Unchained
  4. Il passato
  5. Prisoners
  6. Come un tuono
  7. The Master
  8. Philomena
  9. Rush
  10. Gravity
  11. Blue Jasmine
  12. Before Midnight
  13. I sogni segreti di Walter Mitty
  14. No - I giorni dell'arcobaleno
  15. Lincoln
  16. Les Miserables
  17. La vita di Adele
  18. Viva la libertà
  19. La mafia uccide solo d'estate
  20. Il caso Kerenes

"Chi lo avrebbe mai detto? Un film italiano in cima alla top 20 del 2013. Eppure la mia scelta è stata fatta senza esitazioni, senza il minimo dubbio. Segno che quando il talento di un regista si unisce al coraggio e alla voglia di esagerare, tutto è possibile. Ecco perché La grande bellezza si guadagna la mia personale vetta del podio: Paolo Sorrentino, a parere di chi scrive il regista italiano contemporaneo con maggiore capacità di osare e farsi apprezzare a livello internazionale (e il freschissimo Golden Globe arriva come una puntuale conferma), riesce a emozionare, commuovere e stupire: sensazioni imprescindibili da regalare per un film che voglia restare davvero nel cuore e nell'anima. Sorrentino è riuscito nell'impresa abbinando uno stile virtuosistico ormai inconfondibile a contenuti di grande spessore: infatti dietro l'apparenza del semplice affresco di una Roma bifronte, abbagliante da morire nella sua bellezza ma oscenamente degradata nella sua mondanità superficiale e cafona, il regista italiano soddisfa l'ambizione di trattare temi più universali che mai.

Subito dietro a La grande bellezza, tanto di cappello a Zero Dark Thirty, un'avvincente e magistrale ricostruzione della cattura di Bin Laden che parte da lontano e arriva al traguardo con folgorante incisività: un film che conferma la maestrìa di Kathryn Bigelow nelle scene di azione e nelle dinamiche degli scenari di guerra.

Un posto sul podio se lo guadagna anche Quentin Tarantino, perché Django Unchained è un film più tarantiniano che mai e non si può scordare. Ma hanno incantato anche le insostenibili tensioni familiari de Il passato firmate da Asghar Farhadi, la vibrante narrazione di Prisoners (bella conferma per Denis Villeneuve dopo La donna che canta) e le derive esistenziali governate dal caso di Come un tuono.

Impossibile poi dimenticare le interpretazioni da urlo di Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix in The Master (anche se Paul Thomas Anderson non riesce ancora a ritrovare la perfetta magia di Magnolia) e quella di Judi Dench in Philomena, e poi ancora gli spazi sconfinati mozzafiato di Gravity, la velocità vintage di Rush, il graffio di Woody Allen in Blue Jasmine, la delicata e infinita storia d'amore di Before Midnight.

Ma fa immensamente piacere, tornando al cinema italiano, che nei primi venti trovino posto anche Viva la libertà (un altro incredibile Toni Servillo dopo quello de La grande bellezza) e il sorprendente esordio di Pif con La mafia uccide solo d'estate. Perché anche quest'ultimo film, proprio come quello di Sorrentino, è caratterizzato da un grande coraggio. E il coraggio, se utilizzato con saggezza e innestato su delle buone basi, va sempre premiato." (Antonello Rodio)