Torino 2010, giorno 5: è di scena il dramma familiare

In lutto per la scomparsa tragica di Mario Monicelli, il festival del cinema di Torino, giunto al quinto giorno, fa i primi bilanci e propone in concorso Last Chestnuts e Winter's Bone e fuori concorso la commedia Cyrus, tre storie familiari incentrate sul rapporto genitori-figli.

Il primo weekend di programmazione è passato, e al Torino Film Festival è già tempo di bilanci. Sale stracolme e tanti bei film hanno illuminato la città in questi primi quattro giorni di festival insieme alle caratteristiche luci natalizie delle piazze torinesi. Questi i risultati: aumento degli incassi del 19% rispetto all'anno scorso con un significativo incremento di biglietti e abbonamenti venduti, in cifre oltre 19 mila ingressi per un incasso di ben 105 mila euro. Anche i giornalisti presenti alla kermesse sono in aumento, e fanno registrare cento presenze in più rispetto al 2009, segno indiscutibile di un interesse accresciuto dei media per il festival, diretto con successo da Gianni Amelio.
Questa edizione 2010 verrà ricordata però anche per la morte del grande Mario Monicelli, avvenuta tragicamente ieri sera a Roma, uno dei più grandi esponenti della commedia all'italiana e grande amico del cinema dei giovani e del Torino Film Festival. Impossibile dimenticare la serata dello scorso anno quando, a ben 94 anni, fu ospite di Amelio per la presentazione della versione restaurata di Risate di gioia. Mette i brividi e riempie il cuore di tristezza il pensiero che ad un anno esatto di distanza il grande artista del cinema italiano abbia deciso di mollare, esausto dopo una grande guerra contro la malattia e contro la solitudine. Oggi, per chi ama il cinema, non potrà essere una giornata come le altre, questo è sicuro.

Tornando a noi, parliamo del concorso che propone oggi Winter's Bone, la storia di una ragazza alla ricerca disperata del padre scomparso dopo aver impegnato la casa di famiglia per pagare la sua cauzione. Protagonista di questa storia di violenza e solidarietà femminile, la bravissima Jennifer Lawrence in odore di statuetta (protagonista insieme a Kim Basinger di The Burning Plain - Il confine della solitudine e prossima protagonista nei panni di Mystica nell'imminente nuovo capitolo della saga X-Men: First Class (in uscita nelle sale italiane a giugno) mentre dietro la macchina da presa c'è l'americana Debra Granik che porta sul grande schermo con mano sicura Un gelido inverno, il celebre romanzo di Daniel Woodrell. (Leggi la recensione del film) Ancora un percorso di ricerca nel secondo film in concorso Last Chestnuts di Zhao Ye, poetico dramma sul dolore di una madre malata terminale che cerca di elaborare il dolore per la morte del figlio andando a ripercorrere le tappe dell'ultimo viaggio compiuto dal ragazzo prima della scomparsa. Tra sconosciuti gentili e umani scoprirà un mondo di affetti che solo in parte allevieranno la sua disperazione. Interpretazioni straordinarie e un finale che lascia il cuore a pezzi.
Fuori dalla competizione oggi è il giorno di Cyrus, commedia sentimentale americana con Marisa Tomei e John C. Reilly e de La Mosquitera dello spagnolo Agustì Vila. Anche qui due storie familiari, ma molto diverse tra loro. La prima infatti è una divertente commedia su solitudini diverse che s'incontrano e si scontrano, una storia d'amore tra due quarantenni, Molly e John, intralciata da Cyrus, ventenne musicista new age figlio della donna che non ha nessuna intenzione di condividere sua madre con un altro uomo. Firmato dai fratelli Jay e Mark Duplass al loro terzo lungometraggio dopo The Intervention e Baghead, Cyrus vede protagonista nei panni del ragazzo ribelle Jonah Hill, attore di commedie di grande successo come 40 anni vergine e Molto incinta nonchè sceneggiatore spalla di Judd Apatow. (Leggi la recensione del film)
La Mosquitera narra invece la storia di una famiglia affranta dai sensi di colpa: i genitori sono virtualmente separati, il marito ha una relazione con la giovane donna delle pulizie, la moglie è depressa e insicura, la nonna è malata di Alzheimer e il figlio adolescente della coppia si consola raccogliendo per strada cani e gatti randagi. Dramma eccentrico travestito da commedia nera, come nella migliore tradizione del cinema iberico, con un cammeo di Geraldine Chaplin e un succedersi continuo di situazioni tragicomiche e piccoli drammi quotidiani.

Fuori dal concorso viene presentato oggi anche il nuovo lavoro del compositore Michael Nyman (autore delle musiche dei film di Greenaway e Jane Campion) che, invitato nel 2002 a comporre le musiche per la nuova edizione DVD con la versione restaurata de L'uomo con la macchina da presa, capolavoro di sperimentazione cinematografica del 1929 ad opera di Dziga Vertov, rimane letteralmente folgorato dalla freschezza e dalla genialità delle immagini. Tanto da voler a tutti i costi rendere omaggio al film con un altro film da lui diretto e intitolato Nyman with a movie camera (proiettato oggi preceduto da cinque cortometraggi che riassumono i viaggi intrapresi da Nyman negli ultimi dieci anni), una ricostruzione per sequenze del film originale in cui le inquadrature del film di Vertov sono sostituite da inquadrature provenienti dall'archivio filmico di Nyman, catturate tra Mosca, Riga e Kiev negli ultimi vent'anni. La percezione della verità, la documentazione della vita così com'è riflettendo sulla persistenza dello sguardo. Il risultato è un mosaico dell'immaginario ricamato con lo stesso filo usato da Vertov.

Un altro capolavoro del maestro russo è stato omaggiato ieri da Dario Argento al TFF durante l'incontro col pubblico che ha seguito la proiezione di Il Cineocchio, il film che ha fatto sbocciare l'amore tra il maestro del brivido e la macchina da presa. Dopo aver confessato di essere un grande fan di Vertov e di Fritz Lang, Argento ha annunciato che sta ufficialmente lavorando ad un nuovo progetto su Dracula, addirittura in tre dimensioni. "Il 3D è una tecnica difficilissima che non conosco, per questo mi sto facendo aiutare da due tecnici, uno americano e uno spagnolo, per alcuni test preventivi. Dopo i primi tragici risultati qualcosa finalmente si muove, mi piace l'idea di essere in un certo senso il pioniere italiano dell'horror 3D, il primo in Italia a sperimentare questa tecnica e ad aver pensato a canini insanguinati che mordono sul collo gli spettatori in sala", ha detto sogghignando il regista.

Ancora sperimentazione, ma stavolta incentrata sulla Storia. Festa Mobile propone infatti oggi, nella sezione Paesaggio con figure, quello che può essere definito un mix tra un film di montaggio realizzato con immagini di archivio, un film storico, un documentario e un biopic. Parliamo di The Autobiography of Nicolae Ceausescu, il lungometraggio (molto lungo) diretto dal rumeno Andrei Ujica che in tre ore di immagini, riprese in momenti ufficiali e di vita privata, restituisce la personalità di Ceausescu. Una pietra miliare del cinema moderno capace di racchiudere con potenza e ironia tutte le contraddizioni, le fragilità, i fanatismi e le assurdità del dittatore.
Dopo Scuolamedia è il momento di un altro film sul tema scottante, quello dell'istruzione, che invade ormai da settimane tutte le pagine dei giornali. Una scuola italiana, il documentario di Giulio Cederna e Angelo Loy presentato oggi nella sezione Italiana.Doc ci fa entrare nella Scuola Materna Pisacane di Torpignattara, quartiere popolare di Roma, e grazie alla favola del mago di Oz ci fa scoprire una realtà in cui si mescolano lingue e tradizioni, mentre fuori si agitano i fantasmi del razzismo e dell'intolleranza. Tempo di inaugurazioni stasera alle 22:15 per il concorso dedicato alla sezione dei cortometraggi italiani, Italiana.corti, con cinque gioiellini tra cui spicca Diarchia, la lotta rivelatoria tra Louis Garrel e Riccardo Scamarcio (anche produttore insieme a Luca Guadagnino) con la partecipazione di Alba Rohrwacher.

A chiudere il fitto programma di appuntamenti del giorno l'incontro col pubblico del regista di Private e La solitudine dei numeri primi Saverio Costanzo, presso il cinema Massimo, nell'ambito della sezione Figli e Amanti. Costanzo parlerà con giornalisti e spettatori del suo cinema al termine della proiezione del film da egli presentato e cioè L'Angelo Sterminatore di Luis Buñuel, una pagina emblematica e indimenticabile di grande cinema sull'incomunicabilità della società, un'occasione da non perdere per riscoprire, a quasi cinquant'anni di distanza, di uno dei capolavori indiscussi del maestro del cinema spagnolo.