Dalle baracche della periferia di Reggio Calabria alla sabbia e alle stelle di Cannes, su un palco che in confronto a lui sembra enorme, sconfinato. Sembra la scena di un film: Marcello sorride, l'abito scuro un po' fuori misura sembra quasi volerlo trattenere a terra, mentre lui spicca il volo per la felicità, come un piccolo astronauta in uno scafandro troppo grande. Nel frattempo i media si accorgono di lui e noi ci auguriamo che gli applausi scroscianti e l'entusiasmo riservati a Marcello Fonte alla fine dell'ultima edizione del festival francese non siano l'epilogo di una tenera fiaba, quella di un bambino che suonava il tamburo nella banda del suo paese e adesso si gode il suo momento d'oro per l'interpretazione nell'ultimo film di Matteo Garrone, ma siano l'inizio di una carriera punteggiata di ruoli sorprendenti, affascinanti e diversi.
Continuerò a sognare, spero solo di non finire come Gesù Cristo: prima acclamato, poi crocifisso.
Ma chi è quest'uomo di quarant'anni, dai grandi occhi velati di malinconia e con l'espressione un po' stralunata che in Dogman interpreta un assassino dal cuore gentile che divide un piatto di pasta con il suo cane?
Le origini, tra Archi e tamburi
Ultimo di cinque figli, Marcello è cresciuto nella baraccopoli dell'Archi, quartiere della periferia nord di Reggio Calabria che si affaccia sullo Stretto di Messina. Anni dopo, nel 2015, rievocherà la sua infanzia nel suo unico film da regista, Asino vola, nel quale il piccolo protagonista parla con gli animali e sogna di entrare a far parte della banda musicale del quartiere. Qualcuno racconta che la sua infanzia è segnata da un incidente stradale e da tre giorni di coma dai quali si risveglierà con il desiderio di ricevere un tamburo in regalo.
Prima parlavo solo calabrese, poi ho imparato l'italiano e adesso spero di imparare lingue straniere
Tra Roma e la New York di Martin "Scozzese"
Nel 1999 si trasferisce nella Capitale e grazie agli incoraggiamenti di suo fratello, che è scenografo, si appassiona alla recitazione. Si intrufola nei set cinematografici per approfittare dei cestini del pranzo, si offre come tuttofare (e del resto sul suo profilo Twitter si definisce ancora così) e comparsa.
Appare in qualche serie TV, come Don Matteo e il più recente La mafia uccide solo d'estate, in film come Concorrenza sleale, La setta dei dannati e Corpo celeste di Alice Rohrwacher, che per ironia della sorte condividerà con lui il prestigio di essere premiata a Cannes nella stessa edizione, per il film Lazzaro felice.
Si arrangia a fare tanti lavori, dal sarto al barbiere, ma non perde di vista le sue passioni e partecipa ad alcuni spettacoli teatrali e alle attività del Teatro Valle Occupato e del Cinema Palazzo, rendendosi anche disponibile per i lavoretti più disparati.
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La comparsata più "eclatante" però, è quella in Gangs of New York di Martin Scorsese - ma lui, Marcello, aveva capito "scozzese" - e sul set "ruba" una foto accanto a Leonardo DiCaprio. Una foto scattata da un tizio a caso, un certo Daniel Day-Lewis, che il nostro piccolo eroe neanche conosceva.
Marcello spicca il volo
Il suo film Asino vola, scritto e diretto con Paolo Tripodi e per il quale coinvolge la gente del suo quartiere, ma anche Lino Banfi e Luigi Lo Cascio, viene presentato a Piazza Grande a Locarno e tre anni dopo, nel 2018, Marcello si prepara alla grande occasione della sua vita.
In primavera esce Io sono Tempesta, in cui recita accanto ad Elio Germano e Marco Giallini nel ruolo del "Greco", uno dei senzatetto ospitati dal centro sociale in cui il protagonista, suo malgrado, si ritrova a scontare una condanna per evasione fiscale. Qualche settimana dopo il film di Luchetti, Dogman viene presentato in concorso a Cannes e inizialmente l'attenzione dei media si concentra più sul terrificante caso di cronaca nera che ha ispirato il film di Garrone, il delitto del "Canaro della Magliana"
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L'uomo dei cani
Quando Marcello lavorava come custode al Teatro Fort Apache, una compagnia teatrale formata da detenuti ed ex-detenuti, gli capitò di dover sostituire all'ultimo minuto un attore venuto a mancare. Fu scelto lui perché sapeva tutte le battute a memoria e fu in quell'occasione che si fece notare da Matteo Garrone che lo scritturò per il ruolo da protagonista in Dogman. Accanto a Marcello Fonte, nel cast del film c'è Edoardo Pesce nel ruolo altrettanto intenso di Simone, il piccolo delinquente di quartiere con il quale il "Canaro" ha un rapporto ambiguo che si concluderà nel sangue. I nomi dei personaggi sono diversi da quelli coinvolti nel caso di cronaca che sconvolse l'Italia nel febbraio del 1988 e anche la storia è rievocata con ampia libertà narrativa, tanto che Marcello inviterà il vero "Canaro" a vedere il film. Dopo qualche polemica iniziale (sollevata dalla madre di Giancarlo Ricci, il giovane che fu ucciso da Pietro De Negri) l'attenzione di pubblico e critica si concentra sulla straordinaria performance del protagonista.
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Un giorno indimenticabile
La premiazione di Cannes si avvicina e Fonte viene richiamato in fretta nella città francese perché dovrà ritirare un premio. Le voci di un riconoscimento per Dogman si fanno sempre più insistenti e durante la cerimonia arriva la conferma. Roberto Benigni, che inizialmente era stato considerato per il ruolo di Marcello, lo chiama sul palco per dargli la Palma per la miglior interpretazione maschile, ma lui preferisce attardarsi un po' per godersi un momento speciale e successivamente spiega: "Pensavano che non avessi capito ma invece io volevo godermelo. La vita è piena di cose brutte.'Facciamolo durare un po' di più mi sono detto. E ho contato fino a tre".
Da piccolo, quando ero a casa mia, pioveva sopra le lamiere. Chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi. Invece adesso li apro, e quegli applausi siete voi e c'è un calore che è come una famiglia
"La mia vita è qui"
Il suo discorso di ringraziamento emoziona il pubblico del Palais ma anche l'Italia, tanto che il passaggio in cui rievoca il fragore della pioggia sulle lamiere viene ripreso dai media nazionali. Al suo ritorno in Italia, in Seicento rossa, Marcellino viene accolto calorosamente dal "suo" quartiere San Lorenzo, dagli amici del Bar dei Sanniti e del Cinema Palazzo. Ma prima di riprendere la sua vita, c'è un altro premio importante da consegnare: la Dog Palm per la cagnolina congelata alla quale Marcello presta soccorso nel film. Garrone avrebbe premiato un altro cane, tra quelli che si vedono nel film, ma non si oppone al verdetto della giuria cannense. La cagnolina recuperata dal freezer riceverà il guinzaglio dalle mani della star del film.