L'immaginario cinematografico non si compone (sol)tanto di immagini, quanto piuttosto (in corrispondenza con la natura stessa del medium di riferimento) di "immagini in movimento"; e parlando appunto della settima arte e delle sue 'declinazioni' televisive, anche il 2016 ci ha regalato diverse sequenze che hanno lasciato una notevole impronta. Con l'anno che volge ormai a conclusione, proviamo dunque a ripercorrere i dodici mesi appena trascorsi proprio attraverso alcune fra le scene più potenti e memorabili che ci hanno accompagnato fra grande e piccolo schermo.
Quella che segue, pertanto, è una top 20 non solo delle sequenze semplicemente più belle del 2016 cinematografico e televisivo (si tratta comunque di venti sequenze bellissime, ma in una classifica di gradimento avremmo potuto inserirne molte altre), ma anche e soprattutto di quelle che hanno avuto un maggior impatto sul pubblico e che potrebbero ambire ad entrare a far parte del novero delle scene cult del cinema e della TV. Ed ecco, rigorosamente in ordine ascendente, quindici sequenze viste al cinema e cinque sequenze viste in televisione che si sono meritate un posto nel nostro ideale best of 2016.
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20. Captain America: Civil War: tutti contro tutti
Inauguriamo la nostra Top 20 con ben tre sequenze di 'scontri', tutte e tre in fila. La prima è la scena clou del blockbuster di maggior successo dell'anno, Captain America: Civil War, nuova avventura del manipolo dei supereroi Marvel: il "tutti contro tutti" che per la prima volta vede contrapposte, in una "guerra civile" insieme tesa e goliardica, le due fazioni guidate rispettivamente da Captain America e da Iron Man. Oltre al dinamismo dei combattimenti, al montaggio frenetico e al ritmo incalzante, la scena si fa ricordare anche per la prima apparizione in costume del nuovo Spider-Man (alias Bimbo-Ragno) interpretato da Tom Holland.
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19. Lo chiamavano Jeeg Robot: duello sul Tevere
Batte bandiera italiana il secondo cinecomic presente nella nostra classifica: tra i film rivelazione del 2016, Lo chiamavano Jeeg Robot, apprezzato esordio alla regia di Gabriele Mainetti, vive sul contrasto fra la sua coppia di antagonisti, il Jeeg Robot di Claudio Santamaria e lo scatenato Zingaro di Luca Marinelli.
E fra tante sequenze formidabili all'interno di una pellicola originalissima e sorprendente, una in particolare è il furioso scontro sulle rive del Tevere fra Jeeg Robot e lo Zingaro, con il sadico villain che finirà nelle acque del fiume romano.
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18. Creed - Nato per combattere: un match in piano sequenza
Complessivamente meno spettacolare dei due titoli appena citati, Creed - Nato per combattere, sorta di spin-off della saga di Rocky Balboa, contiene almeno una scena che dà prova del grande talento registico di Ryan Coogler: il primo incontro combattuto sul ring dal giovane pugile emergente Adonis Johnson, interpretato da Michael B. Jordan. Tutto il match, infatti, viene rappesentato da Coogler in un unico, appassionante piano sequenza, in un "pezzo di bravura" davvero ammirevole.
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17. Sully: "Andiamo nell'Hudson"
È l'evento al cuore dell'ultimo lavoro di Clint Eastwood, Sully, in cui un meccanismo a flashback ricostruisce l'incidente aereo e il miracoloso ammaraggio di cui fu protagonista nel 2009 il pilota Chesley Sullenberg, interpretato nel film da Tom Hanks. E sebbene lo spettatore già conosca l'esito della delicata manovra di Sully e del suo co-pilota, la sequenza in cui Eastwood ci mostra le fasi più drammatiche dell'incidente e l'aereo che plana fra i grattacieli di New York, fin sulle acque del fiume Hudson, sono l'ennesima dimostrazione di un talento registico infaticabile.
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16. Room: la fuga
Scoprire che il mondo non finisce con le pareti di una stanza: il primo sguardo al cielo di Jack Newsom, il bambino di cinque anni protagonista di Room, è un momento profondamente emozionante e la sequenza forse più potente di tutto il film di Leonard Abrahamson. Dalla soggettiva su un cielo limpidissimo al primo piano sugli occhi di Jacob Tremblay, per culminare con il salto fuori dal veicolo del suo carceriere, la scena della fuga di Jack in Room è uno dei momenti di cinema da incorniciare dell'anno appena trascorso.
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15. Gomorra - La serie: l'esecuzione di don Pietro
Un parricidio "per interposta persona", che segna il culmine di un racconto sanguinario giunto al suo secondo capitolo. La conclusione della stagione 2 di Gomorra è uno dei momenti più tragici nel tenebroso percorso dei suoi personaggi. E l'omicidio di don Pietro Savastano, boss caduto ormai in disgrazia e tradito nella desolazione di un cimitero perfino dal figlio e 'delfino' Genny, per mano del suo ex braccio destro e ora acerrimo rivale, lo spietato Ciro Di Marzio, è destinato a rimanere fra le pagine più cupe e importanti della serialità televisiva italiana.
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14. The Hateful Eight: Jim Jones at Botany Bay
Nell'arco delle quasi tre ore del fluviale western diretto da Quentin Tarantino, ricco di sequenze da antologia, una delle scene migliori è, insospettabilmente, anche una di quelle più 'quiete', laddove il talento narrativo del cineasta emerge attraverso la cura dei dettagli. La feroce Daisy Domergue di Jennifer Jason Leigh impugna la chitarra e inizia a cantare la ballata Jim Jones at Botany Bay. Dopo alcuni secondi, nel rifugio immerso nella neve entra il suo custode, il cacciatore di taglie John Ruth, in procinto di essere avvelenato. In un'alternanza di messa a fuoco e fuori fuoco, Tarantino sfrutta la profondità di campo per far montare la tensione in maniera graduale ma implacabile.
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13. Ave, Cesare!: "Would that it where so simple"
In quell'apoteosi di humor nero e di irresistibile satira hollywoodiana che è l'ultima commedia dei fratelli Coen, una scena in particolare si guadagna di diritto una menzione d'onore: il confronto sul set tra il sofisticato regista europeo Laurence Laurentz e il giovane divo Hobie Doyle, che incontra insormontabili difficoltà nel pronunciare la battuta "Would that it were so simple" ("Vorrei che fosse così semplice"). Il duetto tra Ralph Fiennes e Alden Ehrenreich è una sequenza davvero esilarante, nonché uno dei momenti di massima comicità di un intero anno di cinema (da gustare però rigorosamente in versione originale).
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12. Rogue One: A Star Wars Story: sull'altare della speranza
La scena in questione, tratta dal recentissimo spin-off della saga di Star Wars, contiene ovviamente un enorme spoiler riguardante Rogue One, quindi ai lettori che non l'avessero ancora visto consigliamo di interrompere qui la lettura del paragrafo. Chi ha già avuto modo di vedere il film, invece, concorderà sulla potenza e sull'effetto devastante della sequenza in cui il perfido Grand Moff Tarkin decide di utilizzare la temibile arma della Morte Nera per distruggere la base imperiale sul pianeta Scarif. Un massacro che costerà la vita tanto ai soldati dell'Impero, quanto al manipolo di ribelli capitanato dalla Jyn Erso di Felicity Jones. E quell'abbraccio finale fra Jyn e Cassian Andor, su una spiaggia sul punto di essere divorata dalle fiamme, è un indimenticabile pugno nello stomaco.
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11. Steve Jobs: faccia a faccia
In quel film straordinario che è lo pseudo-biopic in tre atti su Steve Jobs, c'è una scena in particolare in cui la superba sceneggiatura di Aaron Sorkin e la regia ispiratissima di Danny Boyle raggiungono un perfetto punto d'incontro: il doppio faccia a faccia, in due linee temporali distinte, fra il magnetico personaggio interpretato da Michael Fassbender e il suo ex superiore John Sculley, CEO della Apple. Un montaggio parallelo estremamente dinamico, una colonna sonora incalzante che accompagna il furioso scambio di accuse fra i due amici ora rivali e le eccellenti performance di Fassbender e di Jeff Daniels suggellano uno dei momenti di cinema più 'alti' dell'anno.
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10. Stranger Things: "Talk to me!"
È stata forse la maggior serie evento del 2016, Stranger Things: un omaggio al cinema degli anni Ottanta, fra suggestioni fantascientifiche e horror, che ha segnato anche il rilancio di Winona Ryder. E proprio la Ryder nel ruolo di Joyce Byers, madre angosciata per la scomparsa del figlioletto dodicenne Will, è al centro di una scena emblematica della natura tenebrosa e paranormale della serie. In una casa costantemente immersa nella penombra Joyce, in bilico tra disperazione e follia, inizia ad appendere in maniera frenetica le luci di Natale alle pareti, convinta che l'intermittenza delle lucette sia il veicolo usato da Will per mettersi in contatto con lei... fino a quel raggelante "Run" conclusivo.
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9. The Walking Dead: la vittima di Negan
Nonostante un andamento altalenante in termini di gradimento, al termine della sua sesta stagione The Walking Dead ha toccato il punto di maggior attenzione mediatica di tutta la sua storia, grazie a un cliffhanger entrato di prepotenza negli annali della televisione: il feroce pestaggio consumato da parte del nuovo, agghiacciante villain della serie, il Negan interpretato da un beffardo Jeffrey Dean Morgan, su una vittima dall'identità non precisata (e rivelata solo all'inizio della settima stagione). L'inquietante discorso di Negan, i colpi di mazza da lui sferrati e la soggettiva finale, con il sangue che man mano ricopre l'obiettivo, sono un autentico apice di orrore.
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8. It Follows: la comparsa di It
Da un horror televisivo a un horror cinematografico: nel capolavoro diretto da David Robert Mitchell si contano diverse sequenze dalla tensione divorante, a partire dal memorabile incipit. Fra queste, una delle più impressionanti è però il primo 'incontro' fra la giovane Jay Height, tenuta immobilizzata dal suo partner Hugh dopo la loro notte d'amore, e quella creatura senza nome che da lì in poi inizierà a darle la caccia. La perfetta gestione della suspense e il sapiente utilizzo dello spazio filmico e della colonna sonora rendono questa sequenza un momento elettrizzante e spaventoso.
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7. Il cittadino illustre: l'omaggio al premio Nobel
Dall'horror al cinema d'autore e da festival, con una doppietta tutta dedicata al cinema sudamericano. Si parte con Il cittadino illustre, corrosiva black comedy argentina che, allo scorso Festival di Venezia, ci ha regalato le risate più fragorose e irrefrenabili dell'intera Mostra soprattutto grazie a una singola sequenza: il video-omaggio, terribilmente pacchiano e involontariamente comico, realizzato dagli abitanti della piccola città di Salas in onore del loro "cittadino illustre", lo scrittore premio Nobel Daniel Mantovani. Una scena assimilabile a un piccolo, divertentissimo capolavoro del kitsch.
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6. Neruda: l'inseguimento sulle Ande
Di tutt'altro genere è invece la penultima opera del prolifico regista cileno Pablo Larrain, Neruda, anomalo biopic dedicato al grande poeta nel periodo della sua persecuzione da parte del regime di Videla. Nella sfida a distanza fra Pablo Neruda e l'ispettore di polizia Oscar Peluchonneau, l'atto conclusivo avrà luogo fra le nevi della Cordigliera delle Ande, in un'atmosfera quasi da western onirico che vedrà contrapposti per l'ultima volta l'instancabile detective di Gael García Bernal e l'inafferrabile scrittore: una scena carica di suggestioni, da inserire fra le vette del cinema di Larrain.
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5. È solo la fine del mondo: un tuffo nel passato
Da Pablo Narrain a un altro talentuoso regista affermatosi nel corso dell'ultimo decennio, il canadese Xavier Dolan che nel melodramma familiare È solo la fine del mondo ci ha regalato un'altra, struggente sequenza da inserire nell'antologia del suo cinema traboccante di pathos: il flashback con cui il protagonista, il giovane Louis interpretato da Gaspard Ulliel, si trova a rivivere ad occhi aperti alcuni gioiosi frammenti della propria infanzia. Ancora una volta, come da tradizione per Dolan, è la musica il veicolo per le emozioni più forti, e in questo caso la scena funziona a meraviglia nonostante (o forse proprio in virtù di) una scelta bizzarra come Dragostea Din Tei degli O-Zone.
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4. Mr. Robot: "Dove pensi di essere in questo momento?"
Dal cinema torniamo alla televisione, con un'altra scena spiazzante in merito alla quale consigliamo a chi fosse rimasto indietro con la programmazione di non proseguire la lettura. La serie, in questo caso, è Mr. Robot, che attorno alla metà della sua seconda stagione ribalta di colpo l'intera impalcatura narrativa con un sensazionale colpo di scena a proposito della realtà in cui è immerso il protagonista, l'hacker sociopatico Elliot Alderson. L'incredibile impatto della sequenza in questione, però, non è dovuto solo alla scioccante rivelazione su Elliot, ma al modo in cui tutte le componenti del linguaggio audiovisivo contribuiscono a determinare tale 'epifania', a riconferma dell'altissimo livello di questa serie capolavoro.
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3. Revenant - Redivivo: l'imprevedibile virtù del piano sequenza
Se il cineasta messicano Alejandro González Iñárritu è riuscito nell'impresa, quasi unica e senz'altro rarissima, di conquistare un secondo premio Oscar consecutivo per la miglior regia, buona parte del merito deriva di sicuro dalla scena più stupefacente (se non altro a livello tecnico) di Revenant, l'avventuroso kolossal con protagonista Leonardo DiCaprio. Lo scontro selvaggio fra un gruppo di cacciatori sulle montagne del North Dakota e la tribù degli indiani Arikara è messo in scena infatti attraverso uno sbalorditivo piano sequenza, uno dei marchi di fabbrica di Iñarritu, che qui si produce in un esempio di virtuosismo registico decisamente spettacolare, in grado di lasciarci senza fiato.
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2. Il trono di spade: "Hold the door!"
È il singolo momento televisivo di cui si è più parlato nel corso del 2016. A dispetto di una sesta stagione in cui non sono certo mancate le sequenze da antologia, soprattutto nei due splendidi episodi conclusivi, la pagina più memorabile de Il trono di spade quest'anno è stata scritta all'interno dell'episodio Il tempo è giunto, con la straziante sequenza della morte di Hodor, pronto a sacrificare la propria vita pur di salvare Bran dall'aggressione degli Estranei. Il climax emotivo della puntata e quell'impressionante corto circuito fra passato e presente, con il flashback dedicato alla giovinezza di Hodor (e allo scioccante 'segreto' sull'origine del suo nome), sono ormai parte integrante della cultura popolare e dell'immaginario televisivo contemporaneo.
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1. Carol: l'amore in uno sguardo
La magia di un epilogo semplicemente perfetto. Il capolavoro romantico diretto da Todd Haynes costituisce già di per sé un magistrale saggio di regia, ma la scena conclusiva di Carol è uno di quei finali di tale poesia e bellezza da lasciare esterrefatti: il classicismo di un semplice gioco di campi e controcampi, quelli fra la Therese Belivet di Rooney Mara e la Carol Aird di Cate Blanchett, unito al potere evicativo dell'atmosfera, della dolcissima musica di Carter Burwell e di una macchina da presa che aderisce appieno agli stati d'animo delle due protagoniste. E quell'ultimo primo piano sul viso di Cate Blanchett, che si apre in un sorriso carico di luce, ci restituisce in maniera sublime l'emozione del sentimento fra le due donne.
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