Fin dalla sua presentazione in anteprima mondiale al Festival di Venezia lo scorso 31 agosto, è stato evidente che il già attesissimo Joker di Todd Phillips sarebbe diventato uno dei film-evento del 2019. Un fenomeno che, tuttavia, ha assunto dimensioni ancora più colossali del previsto: dalla sbalorditiva vittoria del Leone d'Oro a un successo stratosferico, oltre le più rosee previsioni della Warner Bros, che ha portato il film a oltrepassare il traguardo del miliardo di dollari al box office internazionale, con circa centoventi milioni di spettatori in tutto il mondo. Un successo che, nel corso delle prossime cinque settimane, proseguirà con la partecipazione di Joker agli Oscar 2020.
Le votazioni dell'Academy si sono appena concluse e l'elenco completo dei candidati sarà reso noto lunedì prossimo, ma appare già certo che Joker svolgerà un ruolo di primissimo piano nella corsa agli Oscar, con il suo protagonista Joaquin Phoenix in pole position per la statuetta come miglior attore. E tra i probabili film in gara, Joker è quello che ha saputo catalizzare maggiormente l'attenzione del pubblico (l'altro campione d'incassi di questa edizione, C'era una volta a... Hollywood, ha registrato circa trecentosettanta milioni di dollari, poco più di un terzo della pellicola di Phillips), pur avendo polarizzato le opinioni di critici e appassionati.
Il fenomeno Joker da Venezia agli Oscar (passando per i Cahiers du Cinéma)
Perché Joker, al di là del verdetto unanime della giuria di Venezia e dell'imminente "bacio accademico" degli Oscar, resta senz'altro un titolo divisivo, uno di quelli in grado di suscitare accesi dibattiti sui social media e nei 'salotti' (reali o virtuali) delle discussioni cinefile. Mentre opere quali Parasite, The Irishman e Storia di un matrimonio sono riuscite a mettere d'accordo praticamente tutti, per Joker il discorso è più complesso, tanto che su Metacritic il suo punteggio è un modesto 59/100. Se testate quali Variety, Rolling Stone ed Empire non hanno lesinato l'entusiasmo, così come gran parte della stampa a Venezia (qui potete leggere la nostra recensione di Joker), e il film è stato inserito perfino nella Top 10 annuale dei Cahieurs du Cinéma, da colonne di prestigio come il New Yorker e il Time sono arrivate invece stroncature feroci.
Una ricezione da mettere in conto, del resto, per un anomalo cinecomic che si è imposto - nel bene e nel male - per il suo carattere estremo, per la cruda descrizione della discesa nella follia dell'aspirante comico Arthur Fleck e per i costanti richiami allo stile e alla poetica di Martin Scorsese. Nell'attuale awards season, soltanto Jojo Rabbit può 'vantare' una quantità di detrattori paragonabile a quella di Joker, ma il peso mediatico della commedia satirica di Taika Waititi è decisamente inferiore. E dopo la vittoria di due Golden Globe e le ben undici nomination ai BAFTA Award, analizziamo di seguito le effettive chance del film di Todd Phillips nelle singole categorie degli Oscar.
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Miglior film, regia e sceneggiatura: una potenziale tripletta?
Con un numero di candidati compreso in teoria fra i cinque e i dieci titoli, ma che oscilla puntualmente fra gli otto e i nove, è quasi scontato che Joker ottenga la nomination all'Oscar come miglior film: una categoria che l'ha già visto in lizza ai Golden Globe, ai Critics' Choice Award e ai BAFTA Award. Assai più serrata, in compenso, la gara per entrare nella cinquina per l'Oscar alla miglior regia, in cui quattro posti dovrebbero già essere stati ipotecati da Bong Joon-ho, Sam Mendes, Martin Scorsese e Quentin Tarantino. Todd Phillips è stato candidato come miglior regista ai Golden Globe e ai BAFTA Award, mentre i giurati dei Directors Guild Award gli hanno preferito Taika Waititi.
Quel quinto posto, pertanto, dovrebbe essere in bilico proprio tra Phillips e Waititi, ma senza escludere la possibilità che il ramo dei registi membri dell'Academy possa optare per una scelta più sorprendente, come Pedro Almodóvar (sull'onda di quanto accaduto un anno fa con Pawel Pawlikowski) o un nome fra Noah Baumbach e Greta Gerwig. Ma seppure Phillips dovesse mancare la nomination per la regia, sembra estremamente probabile (benché non del tutto certa) una candidatura per lui e Scott Silver per l'Oscar alla miglior sceneggiatura adattata, specialmente dopo la doppia nomination ai Writers Guild Award e ai BAFTA Award.
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La colonna sonora e le categorie tecniche
Più difficile, come da tradizione, elaborare previsioni nelle categorie tecniche, ma pure in questo caso i precursors ci offrono una panoramica del 'bottino' che Joker dovrebbe mettere a segno lunedì prossimo. A partire dalla categoria per la miglior colonna sonora, dove ai Golden Globe ha prevalso la compositrice islandese Hildur Guðnadóttir; e sarebbe davvero bizzarro se l'Academy dovesse escludere la sua inquietante partitura per Joker, una componente fondamentale nel creare un'atmosfera di angoscia e di paranoia attorno alla storia di Arthur Fleck. Buone chance anche quelle relative alla fotografia, al sonoro e al trucco, mentre a nostro avviso è molto più incerta l'ipotesi di una candidatura per la scenografia, per il montaggio e per gli effetti sonori.
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Joaquin Phoenix, il grande favorito come miglior attore
Ma la categoria in cui Joker può contare su una certezza matematica è in primo luogo quella per il miglior attore: perché Joaquin Phoenix si produce in una prova spiazzante, immersiva, capace di sfruttare al massimo grado sia l'espressività del volto, sia i dettagli dei gesti, dei movimenti e della postura del corpo. Non si tratta solo di un processo di "trasformazione fisica", da sempre apprezzato dai membri dell'Academy, ma di una performance volta a suggerire fin nelle minime sfumature la contraddittorietà patetica e allucinata del personaggio in questione: e il lavoro di Phoenix, in questo senso, non avrebbe potuto essere più esemplare, inclusa la decisione di offrire un ritratto di Joker molto diverso da quello disegnato da Heath Ledger quasi dodici anni fa.
Joaquin Phoenix, appena ricompensato con il Golden Globe e in procinto di ricevere la sua quarta candidatura all'Oscar (dopo Il gladiatore, Walk the Line e The Master), è dunque l'indiscusso favorito nella corsa al premio come miglior attore: un riconoscimento da tempo auspicato per uno degli interpreti di maggior talento della sua generazione. Un trofeo al quale, la notte del 9 febbraio, dovrebbe aggiungersi la statuetta per trucco e acconciature, e forse pure un terzo Oscar per le musiche (qui la sfida sarà con il Thomas Newman di 1917), a fronte di un totale di nomination che potrebbe variare da un minimo di sei o sette a un massimo di undici (il nostro pronostico è di nove candidature). Lunedì arriverà il primo responso da parte dell'Academy, dopodiché la corsa agli Oscar 2020 entrerà nella sua fase finale... e a undici anni da Il cavaliere oscuro, lo storico nemico di Batman tornerà ad esserne lo spaventoso protagonista.
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