Il Gladiatore: i 20 anni del film che lanciò Hollywood nel nuovo millennio

Nel Maggio del 2000 usciva nelle sale internazionali Il Gladiatore di Ridley Scott, film che confermava la vocazione spettacolare della Hollywood del nuovo millennio.

Il gladiatore: un momento del film
Il gladiatore: un momento del film

Gli anni '90 del cinema americano si erano chiusi con titoli che oggi consideriamo dei classici. Tra questi, ricordiamo il kolossal di fine secolo, ovvero Titanic di James Cameron, capace di sbancare il botteghino internazionale e di conquistare undici Oscar; l'eccezionale Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg, con la sequenza iniziale (lo sbarco alleato in Normandia) che ha rilanciato il genere bellico; opere dalla superba scrittura come The Truman Show di Peter Weir e American Beauty di Sam Mendes; e il discusso e discutibile Shakespeare in Love di John Madden, oggi ricordato per lo più come uno dei film più sopravvalutati dall'Academy e manifesto di un'egemonia di potere (quella dei fratelli Weinstein) che non esiste più.

All'alba del nuovo secolo, le più avanzate tecnologie - sia classiche che computerizzate - erano divenute un supporto irrinunciabile nelle grandi e medie produzioni, i cui prodotti riempivano prima le sale e poi le videoteche di tutto il mondo, rivitalizzando anche l'Europa in fase di trasformazione culturale e politica al termine di un decennio turbolento. Ma, se dobbiamo indicare il film che più di tutti ha caratterizzato l'avvio degli anni Duemila, la risposta non può che essere una: Il gladiatore.

Gladiatore
Una scena de Il gladiatore

Nell'anniversario del ventennale dall'arrivo sugli schermi internazionali (era il Maggio del 2000), non possiamo non ricordare una pellicola che racchiude la vocazione all'intrattenimento spettacolare propria del suo regista, Ridley Scott, il quale ha sfruttato pienamente un impianto narrativo collaudato e formidabile (per quanto l'antica Roma del film non sia esattamente quella che ritroviamo sui libri di storia). Andiamo dunque a riscoprire tutte le peculiarità che hanno reso celebre Il gladiatore, un titolo da considerare ancora oggi come quello che, più di ogni altro, lanciò Hollywood nel nuovo millennio.

Il generale che divenne uno schiavo

Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità!

Una scena di Il Gladiatore
Una scena di Il Gladiatore

180 d.C., il generale Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) guida l'esercito romano alla vittoria nella cruenta battaglia che sancisce la sconfitta dei Marcomanni nelle terre germaniche, mentre l'Imperatore Marco Aurelio (Richard Harris) assiste nelle retrovie, elogiando ancora una volta il suo più fedele soldato. Egli vorrebbe Massimo come successore nella transizione verso una nuova Repubblica, restituendo il potere al Senato del popolo e ponendo fine alle brame di conquista di Roma, giunta alla sua massima espansione. Marco Aurelio non ha infatti alcuna stima nei confronti del figlio Commodo (Joaquin Phoenix), la cui unica ambizione è sedere sul trono del padre, ormai molto anziano. A placare l'indole irrequieta e il fare da pazzoide del principe è la sorella Lucilla (Connie Nielsen), affascinante e dal carattere deciso, innamorata da sempre di Massimo. Quando Commodo comprende di essere stato scavalcato nella successione, in un drammatico scontro uccide il padre, nascondendo l'accaduto. Non per il generale Massimo, che viene però fermato e attaccato dai pretoriani inviati da Commodo. Riuscito a salvarsi, fugge verso casa ma, dopo un lungo viaggio, trova barbaramente uccisi la moglie e il figlioletto. Stremato dalla fatica e dalla disperazione, viene catturato da un mercante di schiavi e venduto a Proximo (Oliver Reed), un gladiatore che ha guadagnato la libertà e adesso addestra uomini per portarli a combattere nelle arene imperiali...

La vendetta come essenza della sopravvivenza

Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell'esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell'unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa, e avrò la mia vendetta... in questa vita o nell'altra.

Il gladiatore: un'immagine del film
Il gladiatore: un'immagine del film

Dopo un lungo percorso che lo porterà dalla periferia dell'Impero fino alla Grande Arena di Roma, ciò che darà a Massimo la forza di lottare è lo spirito di vendetta verso Commodo, l'uomo che gli ha tolto tutto: il rango, la famiglia e l'amicizia che lo legava a Marco Aurelio, il quale rappresenta il punto di congiunzione tra i due nemici oltre che Lucilla, verso cui il folle Commodo prova sentimenti impossibili da contraccambiare.

Un duello dietro l'altro, tastando il terreno di combattimento prima di sguainare la spada: particolare che conferma l'attaccamento alla terra di Massimo, elemento ricorrente durante la pellicola. Verrà chiamato Ispanico, in onore alla sua provenienza. Uccidendo senza scampo ogni altro avversario, la parabola del generale che divenne uno schiavo si tramuta in quella dello schiavo che divenne un gladiatore, andando a comporre un percorso narrativo leggendario, che ha certamente contribuito al coinvolgimento del pubblico.

Creato su un soggetto di David Franzoni e scritto da quest'ultimo insieme a John Logan e William Nicholson, Il gladiatore è stato sviluppato gradualmente, anche con il contributo dello stesso Russell Crowe in alcuni dettagli del proprio personaggio, persino durante le riprese. Tematiche come l'aldilà (i Campi Elisi) e il suo significato nella mitologia pagana, il desiderio di vendetta, la rinuncia all'amore di un'altra donna per mantenere la fedeltà alla propria famiglia, l'amicizia tra combattenti visti come condannati (un gladiatore poteva restare ucciso in qualunque esibizione) sono i principali argomenti attorno ai quali il film è stato costruito. Non si può certo definire un'opera storica in senso stretto, quindi, ma una pellicola d'azione drammatica che utilizza elementi usuali al cinema storico, declinandoli diversamente per un'ambientazione del tutto sospesa nel tempo.

Antistorico ma spettacolare

Un soldato ha il grande vantaggio di poter guardare il suo nemico negli occhi.

Russell Crowe in una sequenza di Il Gladiatore
Russell Crowe in una sequenza di Il Gladiatore

Se volessimo dunque soffermarci nel dettaglio sulle differenze tra quanto viene raccontato all'interno de Il gladiatore rispetto a quanto riportano gli annali di storia, occorrerebbe una discussione a parte rispetto alla trattazione del film. Ne ricorderemo solo alcune: Massimo Decimo Meridio è un personaggio immaginario, per quanto ispirato da diverse figure realmente esistite; le vicende reali di Marco Aurelio, Commodo e Lucilla sono totalmente differenti da come vengono raccontate nel film; la descrizione dell'esercito romano e dei pretoriani, delle campagne di guerra nell'odierno centro-Europa, dei giochi gladiatori, dell'architettura della Roma del II secolo (incluso l'Anfiteatro Flavio) e soprattutto del paventato ritorno alla Repubblica in piena epoca imperiale non trovano supporto nella realtà storica, così come vengono inseriti nella pellicola. Eppure...

Il cinema di Ridley Scott

155 minuti di durata (171 nella versione estesa), esterni tra Gran Bretagna, Marocco e Malta, supporto massiccio e calibrato della grafica computerizzata (fra cui l'aggiunta delle scene che Oliver Reed, venuto a mancare durante le riprese, non poté terminare): il tutto suggellato dalla regia illuminata di Ridley Scott. Il gladiatore ottenne un successo enorme di critica e pubblico, con un incasso internazionale di oltre 460 milioni di dollari, ricevendo inoltre numerosi riconoscimenti tra i quali spiccano i cinque premi Oscar vinti nel 2001 (su un totale di dodici candidature). Si può dunque affermare, machiavellicamente, che il fine giustifica i mezzi. Artistici, tecnici e soprattutto narrativi, dato che l'eccellente risultato finale è l'unione di tutti gli aspetti, con buona pace di chi avrebbe voluto un trattato storico prima che un film dall'altissimo livello spettacolare. Si possono ottenere entrambi gli obiettivi, direte voi, amici lettori. Assolutamente vero, ma la fabbrica dei sogni della Hollywood del Duemila poteva anche alimentarsi senza i troppi vincoli e paletti a cui magari oggi si presta maggiore attenzione: la licenza di sottrarsi dalla realtà, del resto, è ormai riservata soltanto ai cinecomic.

La "battaglia": perfetto incontro tra immagini e musica

Al mio segnale, scatenate l'inferno.

Una sequenza di Il Gladiatore
Una sequenza di Il Gladiatore

Una sequenza racchiusa, nel montaggio finale, in oltre dieci minuti, con le varie scene immortalate dalla maestria di Ridley Scott e del direttore della fotografia John Mathieson: la battaglia che apre Il gladiatore è ormai storia del cinema. Con frasi storiche (rese magnificamente anche nella versione italiana del film, attraverso la voce di Luca Ward per il protagonista), frecce, catapulte, dardi infuocati, colpi di spada inferti senza remore e, alla fine, il generale Massimo Decimo Meridio che esclama "Roma ha vinto!".

L'inconfondibile sottofondo musicale della sequenza e dell'intera pellicola è, naturalmente, quello realizzato da Hans Zimmer. Il compositore tedesco (Oscar nel 1995 per Il Re Leone) ha scritto per il film alcuni dei suoi più riconosciuti capolavori: The Battle, Earth, The Might of Rome, Slaves to Rome, Am I Not Merciful? e Now We Are Free (con la voce di Lisa Gerrard). Ogni brano caratterizza le diverse parti del film, descrivendone l'importanza nella narrazione e la forte drammaticità. Incontro assolutamente perfetto tra immagini e musica: un altro aspetto indimenticabile de Il gladiatore.

Le 10 migliori colonne sonore di Hans Zimmer

Russell Crowe e Joaquin Phoenix: i nuovi divi di inizio millennio

Credo che tu abbia avuto paura per tutta la vita.

Russell Crowe in una scena de Il Gladiatore
Russell Crowe in una scena de Il Gladiatore

Nonostante una differenza di dieci anni di età, i percorsi attoriali del neozelandese Russell Crowe e dello statunitense Joaquin Phoenix ebbero una svolta proprio grazie a Il gladiatore. Crowe aveva preso parte a film quali Pronti a morire (1995), L.A. Confidential (1997) e Insider - Dietro la verità (1999), e con quest'ultimo aveva anche ottenuto le prime candidature a Oscar e Golden Globe. Phoenix, dal canto suo, aveva già diversi film all'attivo ma non aveva ancora ottenuto il ruolo che cambiasse le sue prospettive e, anzi, aveva vissuto la terribile esperienza della morte del fratello River e in un paio di occasioni aveva anche provato ad allontanarsi dal mondo del cinema.

Joaquin Phoenix è lo psicotico imperatore Commodo ne Il gladiatore
Joaquin Phoenix è lo psicotico imperatore Commodo ne Il gladiatore

Massimo Decimo Meridio e Commodo hanno rappresentato, per entrambi, i ruoli della consacrazione dei rispettivi talenti recitativi. Il valoroso generale e il disprezzato principe prima, il coraggioso gladiatore e il pavido Imperatore poi: "una storia che colpisce... e adesso il popolo vuole sapere come va a finire". Perfetti nell'interpretazione di ogni sfumatura dei propri personaggi, Crowe e Phoenix riceveranno da Il gladiatore ciò che forse non avrebbero mai immaginato. Entrambi candidati in tutti gli eventi principali della Awards Season, l'attore neozelandese fu insignito dell'Oscar come miglior attore protagonista, primo e (finora) unico nella sua carriera. In un periodo da stato di grazia, peraltro, considerando anche i riconoscimenti che otterrà in seguito con A Beautiful Mind (2001) e Master & Commander: Sfida ai confini del mare (2003). Phoenix dovrà ancora attendere, come sappiamo: arriveranno altri film cruciali come Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line (2005), The Master (2012), Lei (2013) prima del trionfo con l'Oscar e la miriade di statuette ottenute con la sua monumentale prova in Joker, film che ha caratterizzato l'annata cinematografica da poco conclusa. Ricordare quanto sia stata straordinaria quest'ultima evidenzia, oltretutto, come i venti anni de Il Gladiatore siano corrisposti, per nostra fortuna, ad altrettanti anni di grande cinema.

Joaquin Phoenix: i migliori film dell'attore