Un festival che è diretto da un regista può offrire qualcosa in più agli spettatori rispetto ad altre manifestazioni che non hanno questa caratteristica? Paolo Virzì non ha ancora trovato una risposta, ma è intenzionato a scoprirlo insieme al pubblico torinese e agli addetti ai lavori che si apprestano a seguire sotto l'ombra della Mole l'edizione 2013 del Torino Film Festival, il primo affidatogli in qualità di direttore artistico al posto del predecessore Gianni Amelio.
Timido, appassionato e un po' emozionato, Paolo Virzì ha presentato insieme al suo vice Emanuela Martini e ai curatori delle storiche sezioni Onde e TFFDoc Massimo Causo e Davide Oberto, un'edizione davvero ricca di titoli interessanti, di nomi importanti, di sorprese e di entusiasmo: "Ho già fatto delle conferenze stampa in vita mia ma erano situazioni completamente diverse, quella di oggi è una conferenza speciale perché sono qui a presentarvi un gigantesco filmone lungo 9 giorni di cui tutti noi siamo molto orgogliosi, quasi come se li avessimo girati tutti noi questi film". Centottantacinque titoli selezionati su più di quattromila titoli visionati per un festival che con la sua sezione competitiva si prefigge ormai da sempre di dare voce e spazio ai nuovi talenti del cinema del futuro, quasi tutte opere prime e seconde con una sola eccezione per un'opera terza. Quattordici titoli che comprendono tre film francesi tra cui spicca La Bataille de Solférino, una commedia familiare ambientata nel giorno delle elezioni presidenziali in Francia tra Hollande e Sarkozy. Molto interessanti anche il revenge-movie Blue Ruin, Pelo Malo, il film venezuelano di Mariana Rondon che racconta la storia drammatica di una madre in cerca disperatamente di un lavoro e del figlioletto che sogna di fare il cantante, lo spagnolo La Plaga, interessante opera prima del documentarista Neus Ballus che narra storie parallele ambientate tra i sobborghi della periferia di Barcellona e Karaoke Girl della regista tailandese Visra Vichit Vadakan che racconta, a metà tra realtà e finzione, una sorta di pedinamento zavattiniano messo in atto da una ragazza che per vivere 'intrattiene' i turisti in un locale notturno di Bangkok. Da sottolineare anche la presenza di un film giapponese che farà sicuramente discutere, parliamo di A woman and war di Junici Inoue, un'opera che i selezionatori hanno annunciato come "nichilista e shockante, un film tostissimo che ci ha molto colpiti" che vuole essere il ritratto di un paese, il Giappone dilaniato dalla Seconda Guerra Mondiale, sull'orlo del baratro e senza coordinate di riferimento. "E' stata la sezione che ci ha fatto più palpitare" - ha dichiarato Virzì parlando del concorso del 31° TFF - "c'era anche quest'anno il desiderio di imbatterci in qualche bella scoperta e, come nella miglior tradizione del festival, di battezzare qualche nuovo autore capace di ritagliarsi un suo personale percorso di rilievo nel panorama internazionale".
A rappresentare il cinema italiano sarà il film che segna l'esordio alla regia di Pif e cioè La mafia uccide solo d'estate (in sala con 01Distribution dal 28 novembre prossimo) una commedia sulla mafia che ha come protagonista una specie di Forrest Gump palermitano e narra di eventi tragicissimi che ci riguardano da vicino "un po' come ha fatto Benigni con La vita è bella, Pif si avvicina a questa grande questione italiana con uno sguardo ironico" ha aggiunto Virzì. Sempre in concorso Il treno va a Mosca di Federico Ferrone e Michele Manzolini, un film fuori dalle righe che nasce dal ritrovamento da parte di due ragazzi trentenni che hanno trovato dei vecchi filmati 8mm realizzati da un barbiere comunista di Ravenna negli anni '50 filmava tutte le feste dell'unità e che filmò anche il suo viaggio a Mosca in occasione del 6° Festival mondiale della gioventù, un'opera che Virzì ha voluto in concorso "perché le immagini struggenti di quegli anni si mischiano con le riprese in terra sovietica mostrandoci con sguardo disincantato cos'era il comunismo italiano, il grande sogno e la disillusione, perché è un film che ci ha fatto venire i lucciconi e che abbiamo voluto a tutti i costi inserire nella competizione nonostante non appartenga a un genere non ben identificabile". Sarà complicato come al solito il compito della giuria presieduta dal grande Guillermo Arriaga (sceneggiatore di grandi film come Amores Perros, 21 grammi e Babel) e composta dal romanziere americano Stephen Amidon, dalla sceneggiatrice e scrittrice Francesca Marciano (storica collaboratrice di Carlo Verdone e co-autrice dello script di Io e te di Bertolucci), dall'attore e regista Jorge Perugorrìa (protagonista del cult Fragole e Cioccolato), divenuto una specie di eroe popolare per il popolo cubano, e dalla regista bosniaca Aida Begic. Tante le novità per questa 31ª edizione del TFF, una kermesse che lo stesso direttore artistico ha definito come "un orgoglio nazionale, uno spettacolo che i torinesi non vogliono mai perdersi e al quale dedicano anche qualche giorno delle loro ferie, un festival popolare ma dotato di una matrice raffinata". Tre nuove microsezioni andranno ad affiancare la storia sezione Festa Mobile, che torna come raccoglitore multiplo e variegato dei migliori film raccolti dai selezionatori in giro per i festival di tutto il mondo tra cui spiccano il nuovo di Robert Redford All Is Lost presentato a Cannes, i film di apertura e chiusura Last Vegas (definito dalla Martini "un addio al celibato tra anzianotti di un certo livello" interpretato dal quartetto Freeman-De Niro-Douglas-Kline) e Grand Piano ("un thrillerone, una specie di Speed al pianoforte con Elijah Wood e John Cusack"), Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen, Only lovers left alive di Jim Jarmush, il nuovo di Carlo Mazzacurati La sedia della felicità con Valerio Mastandrea e Isabella Ragonese e il film postumo di James Gandolfini diretto da Nicole Holofcener intitolato Enough Said (titolo italiano Non dico altro). Cinque soli film per una sottosezione intitolata 'Festa mobile - Europop' che risponde alla domanda "cosa gurdano al cinema gli spettatori europei?" e si può paragonare ad una sorta di passeggiata tra le vette del box-office europeo: il polar polacco Drogowka, un biopic sulla vita e la carriera della musicista svedese icona del jazz scandinavo Monica Zetterlund, la commedia Molière in bicicletta che uscirà nelle sale italiane a dicembre con Teodora Film, la commedia irlandese The Stag che ha divertito il pubblico di Toronto e in assoluta anteprima il film d'esordio alla regia dell'eroe del cinema popolare italiano Claudio Amendola dal titolo La mossa del pinguino. Nuove di zecca anche le sezioni 'E intanto in italia', che racchiude tutto quello che bolle in pentola in questo momento nel cinema italiano proponendo in esclusiva uno sguardo sul cinema work-in-progress (ospiti del TFF i registi Maurizio Zaccaro, Francesca Archibugi, Francesco Bruni, Alice Rohrwacher, Gianni Zanasi, Antonietta De Lillo e Diego Bianchi) e 'Big Bang TV' dedicata alle grandi serie televisive in arrivo: House of cards di David Fincher con protagonisti Kevin Spacey e Robin Wright, la miniserie in sei puntate Top of the lake diretta da Jane Campion e interpretata da Peter Mullan, Holly Hunter ed Elizabeth Moss, e Southcliffe, la serie diretta da Sean Durkin (La fuga di Martha) e interpretata da Sean Harris, Rory Kinnear e Eddie Marsan. Spazio anche a succulente anticipazioni riguardo Gomorra e 1992, le due attesissime serie che vedremo presto su Sky. Altre due novità rispetto al passato sono rappresentate dalla rassegna 'Torino a Roma', che come per Milano porterà nella Capitale i migliori film della selezione torinese dal 2 al 4 dicembre grazie alla collaborazione del Cinema Nuovo Sacher, del Greenwich e dell'Alcazar, e dalla sezione 'After Hours' curata da Emanuela Martini e da lei definita come "un calderone di film bizzarri e per lo più fuori di testa" che verranno proiettati a partire dalle ore 22 "non solo horror ma tanti generi diversi e molti poliziotti cattiv_i" tra cui spicca il thriller che Quentin Tarantino ha definito come il più bel film dell'anno e cioè Big Bad Wolves diretto da due registe israeliane e incentrato sulla scomparsa di una bambina e sul lato oscuro della natura umana. Insomma un festival rinnovato ma al contempo in linea con la sua tradizione, capace di aprire per nove giorni una finestra sul mondo del cinema a 360 gradi, una manifestazione capace di offrire sguardi diversi, contesti diversi e contaminazioni diverse rispetto al solito palinsesto festivaliero, che non si perde dietro ad inutili rivalità e si rivolge anche al pubblico di Internet con le proiezioni in _streaming dei film di tutte le sezioni (uno al giorno) in contemporanea con quelle ufficiali e che cerca in ogni modo di riaccendere i cuori, i cervelli e le luci della notte contando sul grande cinema e sull'energia positiva che esso è in grado di sprigionare al fine di aiutare gli italiani a superare questo brutto momento.