Oscar 2022: candidati e pronostici per il miglior attore

Una panoramica dei candidati all'Oscar come miglior attore: da superstar quali Will Smith e Denzel Washington al tenebroso cowboy interpretato da Benedict Cumberbatch.

Will Smith Sag
Will Smith con il SAG Award per Una famiglia vincente

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei candidati agli Academy Award nelle categorie principali: è il momento di parlare dell'Oscar 2022 per il miglior attore, una categoria in cui quest'anno, eccezionalmente, sono tornati in competizione cinque interpreti che in passato avevano già riscosso tutti quanti i favori dell'Academy. Da un'icona del calibro di Denzel Washington a un Andrew Garfield che sta dimostrando un talento sempre più poliedrico, i cinque nominati per l'anno 2021 hanno dominato l'attuale awards season: andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio le performance che li hanno riportati alla ribalta degli Oscar, procedendo in ordine ascendente in base alle loro probabilità di raccogliere il maggior numero di voti in vista della premiazione del 27 marzo.

5. Javier Bardem, A proposito dei Ricardo

Being The Ricardos
A proposito dei Ricardo: un'immagine di Javier Bardem

Dalla sua prima nomination in questa categoria, nel 2001, nella parte dello scrittore Reinaldo Arenas in Prima che sia notte, Javier Bardem si è imposto come l'attore ispanico più apprezzato nella storia dell'Academy: dopo l'Oscar nel 2008 per Non è un paese per vecchi e un'altra candidatura per Biutiful, Bardem ha raccolto la quarta nomination della propria carriera grazie ad A proposito dei Ricardo di Aaron Sorkin, dedicato alla coppia televisiva più popolare degli anni Cinquanta, Lucille Ball e Desi Arnaz. In un film in cui è la sua co-protagonista, Nicole Kidman, a dominare la scena, la candidatura per Javier Bardem è apparsa forse fin troppo generosa; in favore del divo spagnolo, probabilmente, hanno giocato il consenso trasversale per A proposito dei Ricardo e il fattore del ruolo biografico, da sempre un elemento irresistibile per i membri dell'Academy.

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4. Denzel Washington, Macbeth

Macbeth
Macbeth: un primo piano di Denzel Washington

Ecco invece una candidatura che è apparsa inevitabile fin dall'annuncio del progetto in questione: uno dei più grandi attori dei nostri tempi, Denzel Washington, alle prese con una delle icone del teatro shakespeariano in una trasposizione affidata al talento di Joen Coen. Per il suo Macbeth crepuscolare e con venature di beffarda ferocia, Washington ha ricevuto la sua nona nomination all'Oscar in qualità di interprete, nonché la settima come protagonista (in aggiunta può vantare due nomination come attore supporter e una come produttore del film Barriere). Premiato in passato per Glory e Training Day, Denzel Washington è entrato, grazie a Macbeth, nel novero dei nove interpreti (uomini e donne) che hanno ricevuto il più alto numero di candidature nella storia dell'Academy; e considerando la qualità del suo lavoro, il traguardo della decima nomination potrebbe non essere lontano.

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3. Andrew Garfield, Tick, Tick... Boom!

Tick Tick Boom
Tick, Tick... Boom!: un'immagine di Andrew Garfield

A trentotto anni, Andrew Garfield ha collezionato la sua seconda candidatura all'Oscar come miglior attore cinque anni dopo quella per La battaglia di Hacksaw Ridge. A riportare l'ex-Amazing Spider-Man in lizza agli Oscar è stato Tick, Tick... Boom!, il musical di Netflix basato sull'omonimo spettacolo teatrale di matrice autobiografica messo in scena per la prima volta dal commediografo Jonathan Larson nel 1990. La frenesia di un artista ossessionato dal proprio lavoro, ma anche dal tempo che passa; il senso di inadeguatezza che incombe come una spada di Damocle; la difficoltà nel conciliare ambizioni professionali e vita privata: sono gli elementi veicolati da Andrew Garfield nel film diretto da Lin-Manuel Miranda, in cui l'attore britannico nato a Los Angeles presta volto e voce a Larson con un formidabile trasporto emotivo. Per la sua intensa performance Garfield è stato insignito del Golden Globe come miglior attore di commedia, mentre nella corsa all'Oscar dovrà accontentarsi di un onorevole terzo posto.

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2. Benedict Cumberbatch, Il potere del cane

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Il potere del cane: un'immagine di Benedict Cumberbatch

Come Andrew Garfield, è alla sua seconda nomination all'Oscar anche il londinese Benedict Cumberbatch, già candidato nel 2015 per il ruolo di Alan Turing in The Imitation Game. Ne Il potere del cane, ad oggi l'autentico trionfatore dell'awards season di quest'anno, Cumberbatch sfodera il proprio "lato oscuro" per dar vita a Phil Burbank, il rude ranchero al cuore dell'intreccio dello psicodramma western diretto da Jane Campion dal romanzo di Thomas Savage. Quello di Benedict Cumberbatch è uno dei ruoli più complessi dell'annata: si tratta di una figura ambigua e sfuggente, che l'attore inglese incarna con un amalgama di ferocia, durezza e inconfessabile fragilità. Un Oscar per Cumberbatch, in questo caso, sarebbe meritatissimo: ma salvo clamorosi colpi di scena, è assai difficile che il protagonista de Il potere del cane possa raccogliere più voti rispetto al super-favorito della categoria.

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1. Will Smith, Una famiglia vincente

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Una famiglia vincente: un'immagine del film

Tutti i pronostici, infatti, indicano che l'Academy Award come miglior attore verrà attribuito al cinquantatreenne Will Smith, che si era guadagnato il primo posto nelle previsioni per l'Oscar fin dalla presentazione di Una famiglia vincente ai festival di fine estate. Diretto da Reinaldo Marcus Green e basato sull'ascesa al successo delle sorelle Venus e Serena Williams, Una famiglia vincente vede Smith nella parte del King Richard del titolo originale, ovvero Richard Williams, padre e manager delle due campionesse del tennis. A dispetto del deludente risultato al box office, il film è stato uno dei titoli di punta della stagione dei premi ed è valso a Will Smith tutti i principali riconoscimenti, dal Golden Globe al BAFTA allo Screen Actors Guild Award. Dopo due precedenti candidature per Ali e La ricerca della felicità, stavolta l'Oscar sembra a portata di mano: non solo (o non tanto) per questa singola interpretazione, ma anche come riconoscimento per la carriera di uno degli attori più popolari degli ultimi tre decenni.

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