Alcune di loro si sono formate per caso e non si sono mai più lasciate, altre si sono divise per poi ritrovarsi, altre ancora invece hanno sperimentato per uno o due film il "menage di coppia", a volte con successo. Stiamo parlando delle coppie comiche del nostro cinema, da quelle ormai considerate mitologiche come Bud e Terence, a quelle accoppiate interessanti che hanno dato vita a duetti di successo - come Verdone con Pozzetto, e più recentemente con Antonio Albanese in L'abbiamo fatta grossa.
Circa sessant'anni di comicità vissuta in coppia che nel loro insieme raccontano un po' la storia del nostro Paese, e di quanto siano cambiati i gusti del pubblico. C'erano coppie che sapevano far morire dal ridere con un semplice sketch ambientato per strada, quelle che puntavano tutto sui contrasti - Nord e Sud, uomo e donna - e quelle che funzionavano (e funzionano ancora) perché la loro alchimia è semplicemente perfetta, come nel caso di Totò e Peppino o di Troisi e Benigni.
C'era una volta un Principe... e il suo compare
Se per un attimo ripensiamo a tutti quei comici e artisti che hanno affiancato Totò nell'arco della sua lunga carriera, siamo certi che lui ci direbbe "Guardi che spalle!", per citare uno dei suoi film più riusciti. In effetti, da Anna Magnani a Nino Taranto, Aldo Fabrizi e Fernandel, per citarne alcuni, Totò ebbe modo di confrontarsi con dei partner di scena spesso adeguati alla sua grandezza. Ma è accanto a Peppino De Filippo che il Principe De Curtis ci ha regalato alcuni dei siparietti più esilaranti della commedia all'italiana di quel periodo. Totò era quello scaltro, mentre Peppino era quello meno sveglio, il braccio al servizio di una mente capace di pensate discutibili, che si trattasse di un finto rapimento (con richiesta di riscatto) o di avventurarsi fino a Milano per tentare di "salvare" il nipote, invaghitosi di una soubrette.
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Ed è proprio con le lettere (anonime e non) che i due danno il meglio di sé: indimenticabile la scena di Totò, Peppino e la... malafemmina in cui si rivolgono direttamente alla "signorina" che ha circuito il nipote, ma anche la composizione del biglietto di invito al Pozzo dei Rospi (con due P, perché plurale!) per lasciare il riscatto al famigerato bandito Ignazio detto il Torchio in una delle scene chiave de La banda degli onesti. Tuttavia è nel confronto con il vigile milanese - e quindi straniero - per chiedere "una semplice informazione" che l'alchimia tra i due raggiunge vertici altissimi. E sessant'anni dopo, la comicità di questa sequenza non ha perso assolutamente smalto.
Vianello diviso tra Tognazzi e la Mondaini
Il periodo a cavallo tra gli anni '50 e '60 vede tra i suoi protagonisti un'altra celebre coppia comica destinata a lasciare il segno, soprattutto in ambito televisivo, con uno sketch di satira politica che costò il licenziamento immediato ad entrambi. Prima di intraprendere strade diverse, tuttavia, Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi recitarono insieme anche in una manciata di film, commediole senza troppe pretese che si reggevano sul loro affiatamento. In seguito Raimondo farà coppia fissa con Sandra Mondaini, e con lei formerà l'unica coppia di marito e moglie con uno show televisivo tutto loro, seguito con affetto fino a non molti anni fa. Gli sketch tra Vianello e Tognazzi forse oggi mostrano un po' i segni del tempo, ma la battuta che chiudeva ogni episodio di Casa Vianello - "Che barba, che noia! Che noia, che barba! Ma io son stufa, eh!" - ormai è entrata nel linguaggio comune.
Come inguaiarono il cinema italiano
In una delle loro commedie, tra l'altro, Tognazzi e Vianello condivisero la scena con altri due comici che di lì a poco sarebbero diventati popolarissimi. Franco e Ciccio sono ricordati soprattutto per le loro commedie in cui facevano il verso ai film di fantascienza o di spionaggio che all'epoca andavano per la maggiore e il loro successo stava nel contrasto tra la seriosità di Ciccio Ingrassia e il volto di Franco Franchi che invece era una maschera grottesca in movimento continuo. Anche se la loro comicità non poteva essere certo paragonata a quella di Totò, i due si ispirarono anche a lui, oltre che ai modelli americani, e tra alti e bassi durarono abbastanza a lungo.
Bud e Terence, re del boxoffice
Non erano e non sono mai stati due comici in senso stretto, eppure con loro il divertimento era assicurato. Hanno girato quasi venti film insieme nel giro di vent'anni, spesso con ottimi risultati ai botteghini, eppure dicono di essere l'unica coppia cinematografica che non ha mai litigato, anche se nelle loro avventure di scazzottate se ne sono viste parecchie (anche enfatizzate dal sonoro, come qualcuno ricorderà). Evidentemente questo dev'essere il segreto di questi due ex-ragazzoni - uno biondo, con gli occhi azzurri e belloccio, l'altro ben piazzato, ex-nuotatore con un faccione adorabile. Abbiamo seguito Bud Spencer e Terence Hill nei contesti più avventurosi - dalle strade di Miami alle isole tropicali con tanto di tesoro nascosto, dall'Africa nera al selvaggio West - e li abbiamo visti affrontare i prepotenti di turno sempre di petto... e mai a stomaco vuoto. Ricordate Io sto con gli ippopotami?
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Pugni e pupe
Altre due coppie cinematografiche che saranno ricordate per i loro scontri fisici oltre che per la loro alchimia sullo schermo - alchimia che li ha portati a ritrovarsi sul set in più di un'occasione - sono quelle formate da Mariangela Melato con Giancarlo Giannini e Monica Vitti con Alberto Sordi. I loro film rientrano più nell'ambito della commedia che quello della comicità pura, ciò non toglie che abbiano dato vita ad alcune delle sequenze più memorabili del nostro cinema. Se la Vitti è stata una delle pochissime attrici italiane con un vero talento comico, oltre che una donna di grande fascino - quindi non una delle solite bruttine relegate a ruoli di moglie insopportabile o servetta scema - e con Sordi riuscì a tratteggiare gli alti e bassi di una relazione, soprattutto in Amore mio aiutami, ma anche in Polvere di stelle, la Melato fu la partner ideale per un Giannini ruvido e manesco in quel piccolo gioiello che è Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto, in cui danno vita ad una tumultuosa presa in giro dei cliché sulla borghese finto-emancipata e il marinaio rozzo, spaventosamente manesco e sessista che durante un naufragio su un'isola deserta ne fa la sua schiava, perché di fatto senza soldi lei non ha potere.
Quelli del cinepanettone... e della TV
Con gli anni Ottanta, l'impegno degli anni precedenti viene messo in disparte per dare spazio ad una comicità sapida, caciarona, poco impegnativa e un po' grezza. Mentre Massimo Boldi e Christian De Sica a partire da Vacanze di Natale '90 si affermano come una delle coppie più longeve (e criticate) del panorama comico nostrano fino alla drastica rottura (continuando però a sfornare cinepanettoni ognuno per conto proprio) altre coppie che avevano già consolidato il loro successo sul piccolo schermo, tentavano la conquista del cinema. Parliamo di Zuzzurro e Gaspare o Gigi e Andrea ad esempio, che ricorderemo come i due ragazzoni sfigati di Acapulco, prima spiaggia... a sinistra, talmente sfigati da dover rinunciare a Serena Grandi e ripiegare su Gegia.
La tendenza a mettersi in gioco anche sul grande schermo non si è certamente esaurita negli anni Ottanta, visto che negli ultimi tempi altre coppie comiche televisive hanno provato a ritagliarsi un loro spazio nel cinema, con esiti non sempre stellari: basti pensare a Ficarra e Picone ad esempio o Ale e Franz e i Fichi d'India.
Doppio misto
In quegli anni, mentre alcune coppie fisse approdarono al cinema, se ne crearono altre estemporanee, una serie di "coppie aperte", che in alcuni casi funzionarono anche molto bene. Ad esempio Carlo Verdone fu uno di quelli che dimostrò di interagire con naturalezza con altri compagni d'avventure come Enrico Montesano, Alberto Sordi e Renato Pozzetto (che a suo tempo aveva fatto coppia fissa con Cochi Ponzoni) in commedie irresistibili come I due carabinieri, In viaggio con papà e 7 chili in 7 giorni, anche se a dirla tutta, i suoi siparietti con Lella Fabrizi non si battono. Pozzetto a sua volta tentò una joint venture con Paolo Villaggio ed Ezio Greggio - qualcuno ricorda Infelici e contentiche uscì prima della parentesi americana di Greggio e vedeva i due attori nei panni di due avventurosi disabili. Tra tante coppie più o meno improvvisate, però, una sola riuscì a distinguersi per genialità e alchimia...
Chi siete? ...Sì, ma quanti siete?
Così come era capitato per Totò, anche Massimo Troisi aveva lavorato con spalle adeguate alla sua genialità e ai suoi tempi comici, basti pensare a Lello Arena con il quale ci ha regalato alcuni siparietti che oggi tutti ricordiamo a memoria. Roberto Benigni era agli inizi della sua singolare e gloriosa carriera cinematografica, e probabilmente sia lui che Troisi neanche immaginavano che un giorno sarebbero arrivati all'Oscar, sia pure in circostanze differenti. In Non ci resta che piangere l'interazione tra due personalità così diverse - timido e riflessivo Massimo, esuberante, folle ed istintivo Roberto - dà vita a qualcosa che difficilmente potrà essere replicato, uno straordinario viaggio nel tempo nell'arco del quale i due ci regalano dei siparietti che arrivano allo stesso livello di Totò e Peppino, pur mantenendo una propria identità e soprattutto la spontaneità delle loro invenzioni. Con loro si ride dall'inizio alla fine.
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La coppia comica più rappresentativa di questi ultimi anni, è quella di Alessandro Siani e Claudio Bisio, che con un semplice remake italiano di una commedia francese - quel Benvenuti al Sud che conquistò i botteghini, qualche anno fa - dà vita ad una serie di situazioni, portate un po' all'eccesso, incentrate sul contrasto Nord-Sud. Una formula che inevitabilmente fa presa sul pubblico (basti pensare anche al successo dell'ultimo film di Checco Zalone, Quo Vado?) e che regge per due capitoli. Pur essendo davanti ad una coppia che funziona, i loro siparietti puntano tutto sulle esagerazioni alle quali abbiamo accennato: colazioni sontuose e cartelli crivellati di proiettili per il Sud, pragmatismo ottuso e giubbotti antiproiettili per il Nord.