Io ero la ragazza che marinava la scuola per andare al parco, e mentre gli altri fumavano e bevevano mi mettevo a leggere Shakespeare.
L'apparizione di Jessica Chastain nel panorama del cinema americano è assimilabile a una sorta di epifania, un'epifania fulminea e ineludibile. Perché all'improvviso, nell'arco di pochi mesi, quella giovane donna di trentaquattro anni della quale nessuno aveva mai sentito parlare, con una bellezza diafana che pare appartenere a un dipinto preraffaelita e il viso incorniciato da una cascata di capelli rossi, è comparsa sugli schermi con una frequenza impressionante, riuscendo a lasciare il segno in ogni singola occasione.
Nel 2011 Jessica Chastain, originaria di Sacramento, in California, classe 1977, affianca Brad Pitt in The Tree of Life, il film-evento di Terrence Malick che conquista la Palma d'Oro al Festival di Cannes, e si fa apprezzare in numerose produzioni indipendenti: l'inquietante Take Shelter di Jeff Nichols, la moderna rivisitazione di Coriolanus di Ralph Fiennes, il docufilm metateatrale Wilde Salomé di Al Pacino e il thriller poliziesco Le paludi della morte. Quell'estate inoltre recita nel cast di The Help di Tate Taylor, dramma sul razzismo che sbanca il box office negli USA e, all'inizio del 2012, le farà guadagnare la nomination all'Oscar come miglior attrice supporter: il perfetto coronamento di un'annata davvero magica.
Jessica Chastain, una diva fra blockbuster e cinema d'autore
Da allora Jessica Chastain ha mantenuto appieno le promesse di quella che, per molti cinefili, ha rappresentato un'autentica folgorazione. Non è frequente, infatti, scoprire di colpo un talento così profondo e cristallino affidato a un'attrice tanto colta e raffinata: una star in grado di dominare i red carpet ma al contempo di citare Bertolt Brecht durante una cerimonia di premiazione hollywoodiana; che sui propri social media dimostra di conoscere e amare il cinema d'autore europeo e che non perde occasione di spendere parole d'elogio per la sua attrice preferita, Isabelle Huppert, con la quale ha condiviso una splendida copertina dell'Hollywood Reporter.
La Chastain, inoltre, ha avuto l'intelligenza di dividersi fra progetti più sofisticati e personali e grandi blockbuster: è stata la comprimaria di due fortunatissimi kolossal di fantascienza, Interstellar di Christopher Nolan e The Martian di Ridley Scott; ha partecipato agli assai meno fortunati Il cacciatore e la regina di ghiaccio e X-Men: Dark Phoenix; e ha interpreteto Beverly Marsh da adulta in It: Capitolo 2, seconda parte del dittico horror tratto dal capolavoro di Stephen King. Nel 2020 la ritroveremo in due nuovi progetti: il thriller Ava di Tate Taylor, nei panni di una sicaria professionista, insieme a Colin Farrell, John Malkovich e Geena Davis, e il dramma The Eyes of Tammy Faye di Michael Showalter, vera storia di una coppia di televangelisti, in cui divide la scena con Andrew Garfield, mentre è programmata per il gennaio 2021 l'uscita dell'action movie 355 di Simon Kinberg, con un super-cast che conta pure Penélope Cruz, Lupita Nyong'o, Sebastian Stan, Diane Kruger ed Edgar Ramírez. Nel frattempo, rendiamo omaggio alla strepitosa carriera dell'attrice californiana con una classifica dei migliori film e ruoli che Jessica Chastain ci ha regalato fino ad oggi.
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7. The Help
Nel suo magico 2011, Jessica Chastain ha ottenuto la sua prima candidatura all'Oscar grazie alla parte di Celia Foote in The Help di Tate Taylor: casalinga spontanea, goffa ed ingenua, isolata dal resto della propria comunità e osservata con scherno dal circolo di mogli borghesi che si fanno beffe di lei, Celia stringerà una solida amicizia con la sua nuova cameriera, la Minny Jackson di Octavia Spencer. L'attrice, alle prese con un personaggio tenero e naif, riesce a trasmettere anche i lati più 'nascosti' di Celia, evitando di ridurla a una figura stereotipata e guadagnandosi l'empatia dello spettatore.
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6. La scomparsa di Eleanor Rigby
Presentato al Festival di Toronto 2013 come due film distinti (Him e Her), acquistato da Harvey Weinstein per essere poi 'rimontato' come un singolo lungometraggio e passare semi-inosservato al box office, La scomparsa di Eleanor Rigby di Ned Benson costituisce in realtà un progetto decisamente interessante: un malinconico racconto sentimentale sviluppato, all'interno di questo dittico, secondo i due punti di vista di Conor Ludlow (impersonato da James McAvoy) ed Eleanor Rigby, la cui vicenda è sviluppata dal reciproco colpo di fulmine iniziale alla dolorosa elaborazione di un lutto. E nel ruolo eponimo, Jessica Chastain offre una delle sue performance più complesse e toccanti in un "doppio film" che avrebbe meritato maggior attenzione.
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5. Miss Julie
Quante dive, all'apice della carriera, avrebbero accettato di impegnarsi in una piccola produzione indipendente europea tratta da un testo teatrale di August Strindberg? La nostra Jessica, però, non ha avuto esitazioni nel lavorare con uno dei suoi idoli, Liv Ullmann, regista nel 2014 di Miss Julie: un rigoroso dramma da camera ambientato nell'Irlanda di fine Ottocento, all'interno dell'abitazione di una giovane aristocratica. Nel ruolo del titolo, la Miss Julie che si trasforma al tempo stesso nell'oggetto del desiderio e nella sfrontata seduttrice del valletto John (Colin Firth), la Chastain dà una prova eccezionale delle sue capacità di interprete drammatica, riuscendo a reggere sulle proprie spalle l'intero film.
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4. 1981: Indagine a New York
Sempre nel 2014, insieme a Miss Julie e Interstellar, Jessica Chastain prendeva parte a un'altra pellicola, un'autentica gemma rimasta purtroppo sottovalutata dal pubblico: 1981: Indagine a New York, cupo crime drama diretto da J.C. Chandor. Nella parabola dell'ascesa e della caduta dell'uomo d'affari Abel Morales (Oscar Isaac), una Chastain insolitamente biondissima presta il volto a sua moglie Anna: una donna astuta e determinata, quasi una rielaborazione dell'archetipo di Lady Macbeth. Un personaggio connotato da ambiguità morale e da una straordinaria forza di carattere, e che la Chastain restituisce con un'interpretazione che le permette di rubare puntualmente la scena.
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3. Miss Sloane - Giochi di potere
Non ha riscosso grande fortuna al box office neppure Miss Sloane, dramma a sfondo politico diretto nel 2016 da John Madden, con Jessica Chastain protagonista assoluta nella parte di Elizabeth Sloane: un'abilissima e implacabile lobbista di Washington D.C. che decide di intraprendere una crociata contro l'industria delle armi, mettendo così a rischio la propria carriera. All'interno di un film tesissimo e coinvolgente, la Chastain si impone con il suo ritratto di una donna dotata di una grinta incrollabile, esattamente il tipo di ruolo che l'attrice è in grado di 'indossare' come un guanto.
Miss Sloane - Giochi di potere: il torbido dietro le quinte delle lobby
2. Molly's Game
E ad appena un anno di distanza da Miss Sloane, Jessica Chastain ha incarnato un'altra donna dalla tenacia fuori dal comune, in grado di imporsi con carisma ed intelligenza in un ambiente dominato da uomini: Molly Bloom, ex sciatrice professionista che, dopo un grave infortunio, decide di reinventarsi come organizzatrice di un giro di poker per giocatori milionari, finendo però nel mirino della Mafia russa e dell'FBI. Basato sull'autobiografia della Bloom, Molly's Game mette le qualità tipiche del cinema di Aaron Sorkin (qui al suo debutto da regista), a partire dai monologhi fulminanti e dai dialoghi serratissimi, al servizio di una protagonista che unisce fascino e caparbietà, rigore morale e demoni interiori; e permette alla Chastain di prodursi in un'altra performance magnifica.
Molly's Game: la correttezza non è un bluff
1. Zero Dark Thirty
È raro, nella filmografia di un attore, trovare un personaggio con il mistero, la complessità e l'oscuro potere di fascinazione di Maya, l'analista della CIA al cuore del capolavoro del 2012 di Kathryn Bigelow, Zero Dark Thirty. Ricostruzione della lotta ad al-Qaeda e della caccia a Osama bin Laden, il film pone al centro del racconto la figura di una donna totalmente assorbita da un lavoro percepito come una missione a cui è impossibile sottrarsi: un'eroina contemporanea che agisce dietro le quinte, ma anche e soprattutto un individuo logorato da angosce silenziose e inesprimibili. E Jessica Chastain, ricompensata per questo ruolo con il Golden Globe e la nomination all'Oscar come miglior attrice, offre una prova davvero superlativa, con un primo piano finale che rimarrà negli annali del cinema del decennio.
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