Daredevil: Il lato oscuro del Marvel Cinematic Universe

L'eroe cieco della Casa delle Idee, già portato sullo schermo nel 2003, inaugura un nuovo filone televisivo delle produzioni Marvel, grazie alla partecipazione di Netflix.

All'età di nove anni, Matthew "Matt" Murdock, figlio del pugile "Battlin' Jack", perde la vista in seguito ad un incidente. Il materiale tossico che l'ha reso cieco gli ha però potenziato gli altri sensi, consentendogli di "vedere", a modo suo, il mondo che lo circonda.

Daredevil: Charlie Cox in azione travestito da vendicatore
Daredevil: Charlie Cox in azione travestito da vendicatore

Anni dopo, Matt lavora come avvocato insieme all'amico Franklin Nelson, detto Foggy, e cerca di migliorare la vita degli abitanti di Hell's Kitchen, quartiere di Manhattan in via di ricostruzione dopo gli eventi di The Avengers. Murdock aiuta il prossimo in due modi: giurista di giorno, vigilante di notte. Si ritrova così coinvolto in una battaglia spietata per il controllo della città, uno scontro che vede protagonisti la mala russa e Wilson Fisk, un uomo d'affari le cui ambizioni non sono strettamente lecite...

Personaggi ed interpreti

L'avvocato cieco Matt Murdock ha il volto dell'attore inglese Charlie Cox, noto per Stardust e Boardwalk Empire - L'impero del crimine. Karen Page, segretaria di Matt, è interpretata da Deborah Ann Woll (True Blood), Foggy Nelson ha le fattezze di Elden Henson mentre Scott Glenn fa un'apparizione speciale interpretando Stick, il mentore di Murdock.

Dietro le quinte

Dopo i risultati non proprio entusiasmanti del Daredevil di Mark Steven Johnson, con Ben Affleck nei panni dell'uomo senza paura, e quelli disastrosi dello spin-off Elektra con Jennifer Garner, la 20th Century Fox aveva messo in cantiere un reboot, affidato al regista David Slade. In seguito alla defezione di quest'ultimo, il progetto fu accantonato definitivamente, data la scadenza legata ai diritti cinematografici del personaggio, ritornato in casa Marvel nell'autunno del 2012. Per il ritorno in scena del supereroe cieco, la Casa delle Idee ha deciso di affidarne la sorte alla sua divisione televisiva, capitanata da Jeph Loeb (a suo tempo autore di uno dei fumetti fondamentali legati al personaggio, ossia Daredevil: Yellow).

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Daredevil: Charlie Cox sul set newyorkese
Daredevil: Charlie Cox sul set newyorkese

La gestione della serie è stata affidata a Drew Goddard, il quale ha però dovuto abbandonare il suo ruolo da showrunner per via di altri impegni (è comunque rimasto coinvolto come produttore esecutivo e consulente, oltre ad aver scritto i primi due episodi). Lo ha sostituito Steven S. DeKnight, autore di Spartacus: sangue e sabbia (nonché veterano, come Goddard, delle produzioni catodiche di Joss Whedon). Le prime due puntate sono dirette da Phil Abraham, storico direttore della fotografia di Mad Men e I Soprano, mentre il finale di stagione vanta la regia dello stesso DeKnight. Tra i produttori esecutivi spiccano i nomi di Stan Lee, creatore di Daredevil, purtroppo senza cameo nella serie, e Joe Quesada, disegnatore del ciclo di storie intitolato Guardian Devil, scritto da Kevin Smith. Nei titoli di coda vengono inoltre ringraziati vari autori e disegnatori che hanno contribuito alle annate migliori del fumetto, primo fra tutti Frank Miller, la cui influenza è palpabile in ogni singolo episodio.

Benvenuti a Hell's Kitchen

Daredevi: Charlie Cox in una delle prime immagini della serie
Daredevi: Charlie Cox in una delle prime immagini della serie

Mentre sta per chiudersi la cosiddetta Fase Due del Marvel Cinematic Universe, con l'uscita di Avengers: Age of Ultron e Ant-Man, una nuova era si apre grazie alla collaborazione tra Marvel Studios e Netflix: Daredevil è il primo prodotto televisivo della Casa delle Idee realizzato appositamente per il servizio di streaming che ha contribuito alla moda del binge watching (ossia guardare almeno due-tre episodi consecutivi della stessa serie senza interruzioni, secondo la definizione scaturita dai risultati di un sondaggio rivolto agli utenti di Netflix). Seguiranno, nei mesi a venire, A.K.A. Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist, prima del crossover intitolato The Defenders. Ciò che accomuna questi personaggi è il loro statuto di eroi "da strada": mentre Iron Man, Captain America e Thor affrontano minacce globali, per non dire cosmiche, Matt Murdock e i suoi amici si occupano di crimine organizzato, su una scala più ridotta, limitata alle zone più malfamate di Manhattan.

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Ampio respiro

Daredevil: Charlie Cox con il bastone in un'immagine di Entertainment Weekly
Daredevil: Charlie Cox con il bastone in un'immagine di Entertainment Weekly

Concepito come un film di tredici ore, il Daredevil televisivo consente agli autori di raccontare le origini del vigilante cieco con una maggiore cura per la psicologia dei personaggi. Assistiamo così alle varie fasi del percorso di Matt Murdock, fino al debutto ufficiale del suo alter ego, riprendendo il modello di Frank Miller (la cui miniserie The Man Without Fear mette in immagini le prime avventure dell'eroe con un approccio simile a quello della versione televisiva, come si evince anche dall'uso dell'abbigliamento nero da ninja al posto del tradizionale costume rosso "diabolico", che farà capolino solo alla fine della stagione). Inoltre, la durata estesa ci permette di osservare più da vicino anche i comprimari, solitamente sacrificati in termini di spazio nel contesto di un lungometraggio di un paio d'ore: l'ottavo episodio, Shadows in the Glass, mostra nei dettagli l'infanzia di Wilson Fisk, mentre quello precedente, Stick, è interamente dedicato all'omonimo personaggio. Infine, menzione speciale per Nelson v. Murdock, sul rapporto fra Matt e il suo migliore amico.

Botte da orbi

Daredevil: Charlie Cox e Rosario Dawson in una scena della nuova serie
Daredevil: Charlie Cox e Rosario Dawson in una scena della nuova serie

Essendo Netflix esente dalle varie restrizioni legate alla televisione generalista, Daredevil può permettersi di andare un po' più in là rispetto ai film del Marvel Cinematic Universe e alle serie che vanno in onda in America su ABC (Agents of S.H.I.E.L.D. e Agent Carter). Se a livello di linguaggio siamo tranquillamente in zona PG-13, come per i film, le sequenze d'azione, brutali e spesso decorate con una sana dose di sangue, giustificano pienamente il divieto TV-MA (lo stesso che accompagna gran parte delle produzioni cable negli Stati Uniti). Due sequenze, in particolare, sottolineano senza concessioni - o quasi - l'atmosfera più cupa che attraversa tutta la serie: un combattimento in un corridoio al termine del secondo episodio, Cut Man, girato in un unico piano sequenza con la macchina da presa che rimane immobile, lasciando che la violenza venga verso di essa; e il finale della quarta puntata, in cui Wilson Fisk uccide un gangster russo spaccandogli la testa con una portiera d'auto. L'atto in sé non viene mostrato, ma la sua brutalità resta di grande impatto.

Il futuro?

Daredevil: il protagonista interpretato da Charlie Cox in versione vigilante
Daredevil: il protagonista interpretato da Charlie Cox in versione vigilante

Pur raccontando una storia completa, che non necessita di ulteriori visioni Marvel per risultare comprensibile, Daredevil rimane ancorato nella tradizione cinematografica Marvel di seminare indizi riguardanti ciò che accadrà altrove nell'universo, nonché in una possibile seconda stagione. Gli autori hanno già affermato di voler introdurre prossimamente sia Bullseye che Elektra (menzionata indirettamente nel decimo episodio), mentre la presenza di Stick funge da preludio all'entrata in scena dei ninja della Mano. È invece legata ad Iron Fist la misteriosa signora Gao, alleata di Wilson Fisk. La rivedremo l'anno prossimo? Quanto ad una possibile apparizione cinematografica dell'eroe cieco, non è escluso che, a seconda dell'esito narrativo di Captain America: Civil War, qualche supereroe fuorilegge abbia bisogno di un avvocato...

Questioni di continuity

Daredevil: il protagonista impegnato in uno scontro
Daredevil: il protagonista impegnato in uno scontro

Non viene precisato il periodo esatto, ma Daredevil è ambientato dopo gli eventi di The Avengers (ai quali viene fatta allusione nella prima puntata) e, presumibilmente, prima di Avengers: Age of Ultron. Nell'ufficio di Ben Urich viene ricordato anche il finale di L'incredibile Hulk (la battaglia di Harlem). Inoltre, in uno dei flashback incentrati su Jack Murdock veniamo a sapere che la sera della sua morte sfidò sul ring un certo "Crusher" Creel, ossia una versione più giovane di uno dei cattivi della seconda stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.

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Questioni di diritti

Già nel film del 2003 la testata per cui lavora Ben Urich era stata cambiata: poiché la Sony deteneva i diritti cinematografici di Spider-Man, e quindi del quotidiano The Daily Bugle, il giornalista si ritrovò a lavorare per il New York Post. Qui, poiché le riprese hanno avuto luogo prima che Spidey tornasse all'ovile, scrive per il fittizio New York Bulletin.

Un villain da brividi

Daredevil: Vincent D'Onofrio in un'immagine della serie targata Netflix
Daredevil: Vincent D'Onofrio in un'immagine della serie targata Netflix

La prima incursione della Marvel Studios nella produzione seriale per Netflix è un prodotto tecnicamente ineccepibile, con un cast di prim'ordine, che apre una finestra su un'area nuova, più dark, del Marvel Cinematic Universe. Prodotto a sé stante eppure compatibile con quanto visto dal 2008 ad oggi, espande il mondo cinematografico della Casa delle Idee con ritmo e ferocia, confermando la versatilità del reparto cinematografico del colosso del fumetto. Consigliato soprattutto a chi ritiene generalmente poco riusciti i cattivi della Marvel sul grande schermo: la scelta di Vincent D'Onofrio per il ruolo di Kingpin (anche se nessuno lo chiama così, per ora) è forse il casting più azzeccato dello studio da quando Jon Favreau insistette per scritturare Robert Downey Jr. per la parte di Tony Stark...

Movieplayer.it

4.5/5