18 novembre 2015. "È vero, ho già diretto Daniel Craig in veste di 007 per la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Londra. Ma non potrei mai fare il regista di un film su James Bond. Li vado a vedere, certo, ma non posso dirigere film dove non si può contraddire la natura base del personaggio". Così parlò Danny Boyle, proprio qui in Italia, a Roma, dove era venuto per presentare il suo film Steve Jobs.
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18 febbraio 2018. "Non sarò io. Ed è un no definitivo. Ogni volta che parlano di un nuovo regista, esce il mio nome. Mi piacerebbe fare un film di Bond a un certo punto, ma i produttori stanno facendo un lavoro splendido e Sam Mendes ha fatto due film incredibili, quindi non c'è assolutamente bisogno di me". Così parlò Christopher Nolan, chiamandosi fuori dai casting per l'attesissimo Bond 25, molto probabilmente l'ultimo 007 con Daniel Craig come protagonista.
20 febbraio 2018. Variety lancia un rumour secondo il quale, in cima alla lista dei candidati a dirigere il prossimo film di James Bond, ci sarebbe proprio Danny Boyle. Tra gli sfidanti ci sarebbe anche il meno conosciuto Yann Demange ('71, White Boy Rick). Ma le indiscrezioni non finiscono qui: Boyle starebbe lavorando a un suo script, con la propria idea del prossimo Bond movie, insieme al suo sceneggiatore di fiducia, John Hodge, autore dello script di Trainspotting. E questa storia sarebbe in concorrenza con quella a cui starebbero lavorando Neal Purvis e Robert Wade, autori delle sceneggiature degli ultimi 6 James Bond, e soprattutto della spettacolare storia di Skyfall. Fin qui arrivano le notizie. Ma perché un Bond diretto da Nolan o uno 007 diretto da Boyle dovrebbero attrarci? E, soprattutto, che Bond sarebbe?
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Christopher Nolan: un Bond in buone mani. Quelle di un fan
Inutile negarlo. La dichiarazione con cui Christopher Nolan si è chiamato fuori dai giochi ha deluso i tantissimi, tra cui chi scrive, che pensano che un Bond diretto dal regista di Memento sarebbe al momento il non plus ultra per chi ama una delle franchise più longeve della storia del cinema. Non solo perché Nolan è uno dei migliori registi su piazza. Ma soprattutto perché, a più riprese, lui stesso ha dichiarato di essere un vero fan dei film di 007. Crediamo che James Bond sarebbe in buone mani. Come è accaduto con Star Wars e J.J. Abrams, così appassionato della saga da trattarla con il massimo rispetto (forse troppo, a sentire i commenti di molti fan su Star Wars: Il risveglio della forza...).
Uno dei film preferiti da Nolan (in assoluto, non solo per quanto riguarda Bond) è Agente 007, la spia che mi amava, secondo lui il miglior film dell'era Roger Moore. È uno dei primi film che ricorda di aver visto. Ed è stato colpito da quelle immagini in larga scala, quell'idea di essere portati in altri posti, in una corsa sfrenata, che però fosse anche qualcosa di credibile. "Ne La spia che mi amava la Lotus Esprit si trasforma in un sottomarino, ed è totalmente convincente, e funziona, e tu dici: wow, è incredibile" ha detto Nolan. È proprio quello che ha voluto fare Nolan con la trilogia del Cavaliere Oscuro: ancorare l'uomo pipistrello alla realtà, fare qualcosa che, pur suscitando stupore, abbia anche qualcosa di realistico, tangibile, credibile. L'altro film di 007 che Nolan ama è Agente 007, al servizio segreto di sua maestà. "Perché finisce in modo straordinariamente coraggioso, e tragico". Non a caso sono i due film con le più belle sequenze di inseguimenti sugli sci. E il regista inglese ha voluto omaggiare questi due film (soprattutto quello con Lazenby) in una delle sequenze più ad effetto di Inception. Peter Travers su Rolling Stone descrisse quel film come "James Bond incontra Matrix".
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Se ancora ci fossero dubbi sulla dimestichezza di Christopher Nolan con la materia Bond c'è la sequenza iniziale de Il cavaliere oscuro - Il ritorno, in cui Bane fugge lanciandosi da un aeroplano a un altro in volo. Nolan ha ripreso la scena dalla sequenza iniziale di License to Kill (in italiano Agente 007, Vendetta privata), il secondo e ultimo film con Timothy Dalton, una grande sequenza d'azione in cui Bond salta da un aeroplano all'altro. Durante la promozione de Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno, Nolan ha dichiaratamente ammesso il suo amore per i film di Bond - spiegando di aver usato gli stessi team che hanno costruito queste scene - e per le scene d'azione vecchia maniera, girate con gli stunt.
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Danny Boyle: l'onore di girare con Bond. E con la regina
Come racconta nella dichiarazione di cui sopra, anche Danny Boyle qualche titolo per dirigere un Bond ce l'ha. Pare che sia anche lui un fan di 007. In più ha già diretto Daniel Craig nei panni dell'agente segreto più famoso. Con una "bond girl" d'eccezione: la Regina Elisabetta II. Sì, l'occasione è stata la cerimonia d'apertura dei giochi olimpici di Londra nel 2012, e si tratta di un corto di quattro minuti e mezzo in cui James Bond va a prendere la Regina a Buckingham Palace e la scorta in elicottero fino allo stadio. L'aplomb di Craig nel vestire i panni di 007, che ormai gli calzano a pennello, è proverbiale. E tanti piccoli dettagli - i cagnolini che lo accompagnano nel suo ingresso a palazzo, alcuni sguardi divertiti e sornioni (che, in fondo, sono tipicamente bondiani) - denotano una certa ironia. Certo, dirigere un corto, poco più di un omaggio, è molto diverso dal dirigere un film. Ma Danny Boyle, pur non essendo così dichiaratamente legato a 007 come Nolan, ha dimostrato di poter fare qualunque cosa: all'uscita di Trainspotting lo credevamo un regista punk, irriverente e iconoclasta. Poi ha dimostrato di essere un artista capace di aderire perfettamente al testo che mette in scena. E di saper fare qualsiasi genere: l'horror (lo zombie movie 28 giorni dopo), la fantascienza (Sunshine), la favola (The Millionaire) e così via. Una spy story, o comunque molto di più, un Bond movie, potrebbe farlo benissimo. Ricordate quando i protagonisti di Trainspotting citavano Sean Connery? Evidentemente era destino...
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Christopher Nolan: l'agente segreto oscuro
Che sia Nolan o che sia Boyle, i produttori di 007 sembrano andare nella direzione di un "Bond d'autore". Dopo Marc Forster (Quantum of Solace), che un certo percorso autoriale ce l'ha, e soprattutto Sam Mendes (Skyfall e 007 Spectre), il futuro di 007 sembra essere quello di film diretti da grandi autori. E se Nolan si è tirato fuori, probabilmente è solo per questo giro. Il regista di Inception infatti ha ammesso di aver parlato con i produttori, ma di aver detto di voler reinventare la franchise. Come aveva fatto con Batman. E com'è nelle sue corde. Come scrive in un interessante articolo Ben Child su The Guardian, Nolan ha analizzato Bruce Wayne e il suo Batman come se fosse uno psichiatra con un paziente. E ha capito che, se dovevamo credere in Batman, dovevamo capire da dove venisse.
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Un Bond firmato Nolan dovrebbe partire da questo assunto. E probabilmente il momento più adatto per farlo sarebbe tra qualche anno, dopo la chiusura del ciclo con Daniel Craig. Il suo Bond è già stato demolito e ricostruito, analizzato, visto nascere. Ma Nolan, con Bond, probabilmente andrebbe ancora più a fondo. Le zone oscure dell'agente segreto, già esplorate in Skyfall, sono molte, e Nolan vorrebbe scrutarle a fondo. Il senso di lealtà verso l'Inghilterra e la Regina, il suo sangue freddo nell'uccidere, la sua infanzia, il suo rapporto con le donne sono temi su cui investigare e costruire nuove storie. Ci immaginiamo una serie che, da un lato, racconti un Bond ancora più fragile e problematico di quello di Craig. E, dall'altro, un racconto che proceda come un rompicapo, in maniera non lineare, ma allo stesso tempo sia un continuo omaggio a una tradizione ricca come poche altre e a un certo modo di fare cinema. E magari con Tom Hardy, attore feticcio di Nolan, capace di unire sensibilità e brutalità per un nuovo modo di essere Bond.
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Danny Boyle: un Bond adrenalinico. E un cerchio che si chiude
Ma sarà la prossima frontiera. Bond 25 probabilmente chiuderà i discorsi lasciati in sospeso da Spectre: il ruolo di Ernst Stavro Blofeld, la relazione tra Bond e Madeleine Swann, il ritiro a vita privata dell'agente segreto. Sarà costretto a tornare in scena? E cosa lo farà tornare? La sua relazione durerà? Dovrà temere più i suoi nemici o i suoi fantasmi interiori? E uno storyteller, esperto ma meno "protagonista" di Nolan, come Danny Boyle potrebbe continuare il lavoro di Sam Mendes (e probabilmente quello degli sceneggiatori Purvis e Wade, nonostante abbia una sua idea di script), regalandoci un Bond in linea con gli ultimi. Il Boyle Bond sarebbe sicuramente adrenalinico ed emozionante. E magari un po' ironico e irriverente. Boyle e Craig potrebbero intendersi per un ultimo, grande spettacolo. E poi, dopodomani, potrebbe essere finalmente Bond Begins.
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