Sono passati 80 anni dalla prima apparizione di Batman, icona del fumetto americano e ancora oggi, insieme al quasi coevo Superman, il simbolo della DC Comics. Privo di superpoteri ma dotato di un grande intelletto e notevoli capacità strategiche, il vigilante di Gotham City è tra gli eroi più "umani" del panorama supereroistico, ed è forse quella qualità ad averlo reso il più gettonato di tutti per adattamenti cinematografici e televisivi: se consideriamo solo il cinema, dal 1943 Bruce Wayne e il suo alter ego notturno hanno avuto ruoli importanti in ben sedici film, tra live-action e animazione. I più recenti di questi sono ora disponibili su Infinity, e per l'occasione abbiamo voluto ripercorrere tutti i film su Batman, l'uomo pipistrello.
Batman, le origini del mito
Il primo Batman sul grande schermo fu in realtà un serial in quindici parti, prodotto dalla Columbia Pictures e con Lewis Wilson nel ruolo principale. Come molti prodotti simili dell'epoca, racconta una storia legata alla Seconda Guerra Mondiale: Batman lavora per il governo americano e deve sconfiggere uno scienziato giapponese, aiutato come sempre da Robin e Alfred. Questo serial è importante anche a livello mitologico poiché introduce due elementi successivamente integrati nei fumetti: la Batcaverna (e il suo ingresso segreto nella dimora di Wayne) e un Alfred più pimpante rispetto alla versione con qualche chilo di troppo inizialmente usata da Bob Kane e Bill Finger. Il successo di questo racconto porta a un sequel, Batman and Robin, uscito nel 1949: una storia supereroistica più tradizionale, dove i due beniamini del pubblico devono sconfiggere un villain incappucciato in grado di controllare le automobili. In questa sede fa anche la sua prima apparizione cinematografica il commissario Gordon, assente nel primo serial.
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Adam West, a tutta leggerezza
Dal 1966 al 1968 il personaggio si trasferisce sul piccolo schermo, protagonista di una serie che, traendo ispirazione dai fumetti di allora, opta per un tono più leggero e scanzonato, con minacce volutamente ridicole e onomatopee disegnate per accompagnare le scene d'azione. A questa atmosfera molto camp si contrappone la serietà assoluta di Adam West, che interpreta Bruce Wayne e Batman con una dignità che l'ambiente circostante non suggerirebbe. Tale contrasto raggiunge il suo apogeo nell'adattamento cinematografico del telefilm, uscito nelle sale tra la prima e la seconda stagione, dove il nostro eroe deve sventare un intrigo "politico" ordito da Catwoman, Joker, il Pinguino e l'Enigmista. Notevole soprattutto il momento più deliziosamente eccessivo di tutti, in cui Batman sconfigge un pescecane servendosi dello "Batspray antisqualo". A causa della popolarità di questa incarnazione, West continua a rivisitare il personaggio, spesso in chiave più apertamente parodistica, fino alla fine della sua carriera.
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Il ritorno del Cavaliere Oscuro
Nei decenni successivi, tramite l'operato di Neal Adams prima e Frank Miller poi, i fumetti tornano alle atmosfere dark dei primi tempi, ed è in tale ottica che Tim Burton decide di avvicinarsi al proprio Batman (che è disponibile a noleggio su Infinity), arrivato nelle sale americane il 23 giugno 1989. Il suo approccio è inizialmente contestato per la scelta di Michael Keaton come interprete di Bruce Wayne: i fan lo ritengono troppo basso e generalmente inadatto alla parte in quanto noto soprattutto per ruoli comici. Tutto cambia con l'uscita del film vero e proprio, un incubo dark che trasuda follia dalla prima all'ultima inquadratura. È anche il lungometraggio che inaugura il trend delle storie di Batman dove egli stesso è il personaggio meno interessante, elemento che qui è esemplificato anche dall'obbligo contrattuale di mettere al primo posto nei titoli di testa il nome di Jack Nicholson, interprete del Joker. Lo stesso accade in Batman - il ritorno, dove Keaton occupa la prima posizione nei credits ma si fa rubare la scena da Michelle Pfeiffer, Danny DeVito e Christopher Walken. È un sequel puramente burtoniano, dove le idee grottesche abbondano, forse anche troppo: pur ottenendo il visto PG-13 negli Stati Uniti, il secondo episodio incassa di meno a causa dei contenuti ritenuti poco adatti per il pubblico più giovane, il che compromette anche il merchandising.
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Fantasmi animati
Un anno dopo la seconda avventura di Keaton, il Cavaliere Oscuro torna in sala, ma passa quasi inosservato: parliamo di Batman: La Maschera del Fantasma, film d'animazione e spin-off cinematografico (ma inizialmente destinato a uscire direttamente in home video, dove ebbe una seconda vita dopo l'insuccesso al cinema) della popolare serie animata in onda in quel periodo. Per certi versi, è il film che la Warner Bros. si aspettava da Burton: fedele al tono dark che i lettori prediligono, ma non al punto da alienare una determinata fascia d'età. Questo non significa che Bruce Timm e i suoi collaboratori ci vadano piano: per chi l'ha visto in lingua originale, basta ascoltare la prestazione davvero inquietante di Mark Hamill nei panni del Joker, personaggio che ha permesso a colui che fu Luke Skywalker di reinventarsi come doppiatore. Un piccolo gioiello che merita di essere riscoperto, come già accadde all'epoca: nella loro consueta recensione televisiva, i noti critici americani Gene Siskel e Roger Ebert rimpiansero apertamente di non averlo visto in sala.
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Batman Forever: colore e capezzoli
Tornando al live-action, Burton rimane solo come produttore per Batman Forever, mentre in cabina di regia lo sostituisce Joel Schumacher. Il risultato è un prodotto più leggero, ma comunque dotato di una certa dose di follia, che intrattiene il giusto malgrado un paio di difficoltà produttive: i due villain Tommy Lee Jones e Jim Carrey non andarono d'accordo durante le riprese ("Non posso tollerare la tua buffonaggine", disse il primo al secondo), e lo stesso regista faticò a sopportare Val Kilmer, scelto per sostituire Keaton. Al suo posto, per Batman & Robin, subentrò George Clooney, il quale ancora oggi chiede sempre scusa ai fan per aver temporaneamente "distrutto" il franchise: tra situazioni caricate fino all'eccesso e attori che o sono visibilmente annoiati o pigiano al massimo sul tasto dell'istrionismo puro (vedi Arnold Schwarzenegger, anch'egli, come Nicholson, menzionato per primo nei credits), il quarto film della prima vera saga cinematografica di Batman è un pasticcio. Occorre una reinvenzione, e per averla bisognerà aspettare otto anni.
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Il Cavaliere Oscuro: quando il cinecomic è grande tragedia
Ci prova Darren Aronofsky, che sogna una origin story vietata ai minori. Ci prova Wolfgang Petersen, che vuole far scontrare Batman e Superman. Poi arriva Christopher Nolan, che vuole esplorare le origini del personaggio e situarlo in un mondo il più verosimile possibile. Coadiuvato da Christian Bale, che dà il giusto spessore a entrambi lati della personalità di Bruce Wayne, il regista britannico rivoluziona il fumetto al cinema rendendolo tragedia e crime movie, con Batman Begins - disponibile a noleggio su Infinity) soprattutto ne Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro - Il ritorno, dotati di una grande carica politica e di un certo spessore letterario (il finale del terzo episodio cita apertamente Dickens). Per molti è il Batman cinematografico definitivo, almeno per quanto riguarda le versioni in carne e ossa, ed è notevole soprattutto l'impatto che ha avuto la performance postuma di Heath Ledger nel ruolo del Joker: dopo l'uscita del film, alcuni fan firmano una petizione affinché il personaggio non appaia più al cinema.
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Everything is awesome!
Dopo il successo della versione di Nolan, può esistere un Batman più leggero e scanzonato sullo schermo? Sì, se lo si approccia nel modo giusto. È quello che fanno Phil Lord e Chris Miller con The Lego Movie, affidando a Will Arnett la voce di un Batman a mo' di mattoncino, pomposo e innamorato della propria immagine cupissima (l'apoteosi è quando canta "Darkness! No parents!"). Questa rivisitazione autoironica continua e aumenta in Lego Batman - Il film (che possiamo rivedere su Infinity) e poi in The Lego Movie 2: Una nuova avventura, dove viene apertamente suggerito che questa incarnazione del personaggio abbia vissuto tutte le avventure precedenti, dallo squalo al duello con Superman. Come dice Alfred: "Ci siamo già passati, signor Wayne. Nel 2016, 2012, 2008, 2005, 1997, 1995, 1992, 1989 e in quel periodo molto strano negli anni Sessanta." Si potrebbe quasi dire, storpiando la canzone principale del franchise Lego come ha fatto il canale YouTube How It Should Have Ended, che Everything is Batman!
Tutti insieme appassionatamente?
Nel 2016 assistiamo al ritorno del Cavaliere Oscuro in live-action, ed è davvero oscuro: il Bruce Wayne incarnato da Ben Affleck in Batman v Superman: Dawn of Justice (disponibile in streaming su Infinity) è segnato da decenni di attività, cinico e non più disposto a credere nelle proprie filosofie (questo Batman non si fa scrupoli dinanzi alla possibilità di uccidere i cattivi). Un percorso intrigante ma che non ha messo d'accordo tutti, e che non vedremo per intero: Zack Snyder aveva in mente un arco narrativo di cinque film per la sua versione dell'universo cinematografico DC, ma le alte sfere della Warner sono intervenute durante la lavorazione di Justice League , modificando i piani e rendendo incerto il futuro di alcuni personaggi. Tra questi c'è proprio Batman, al quale Affleck ha deciso di rinunciare dopo solo due apparizioni al fianco di Wonder Woman, Aquaman e compagnia bella (escluso il cameo in Suicide Squad). Sarà invece Robert Pattinson (già ribattezzato "Battinson") a indossare il costume in The Batman, scritto e diretto da Matt Reeves e previsto per il 2021. Ancora non è chiaro se il film sarà situato nella continuity del DC Extended Universe, ma si tratta in ogni caso di un Batman più giovane, alle prime armi o quasi, e per certi versi inedito: stando a Reeves, che ha parlato di un tono più noir per il prossimo lungometraggio, vedremo finalmente Bruce in una veste solitamente poco utilizzata sullo schermo, quella del più grande detective di sempre.
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