Considerato uno dei più importanti autori della cinematografia italiana, ispiratore e maestro spirituale di molti registi stranieri, sperimentatore di nuove forme di espressione, Michelangelo Antonioninasce il 29 settembre 1912 da una famiglia medio borghese. La sua formazione ed il contesto sociale ed artistico in cui cresce sono essenziali per comprendere la sua poetica. Ottiene una laurea in Economia e Commercio, ma s'interessa fin da subito all'arte, in particolare al teatro. Ha alcune esperienze in questo campo, ma si avvicina anche al cinema in un periodo in cui il Neorealismo la faceva da padrone. Alla fine degli anni Trenta scrive sul "Corriere Padano" di Nello Quilici e, dopo il trasferimento a Roma, pubblica vari articoli su "Cinema". Nella redazione di questo giornale fa conoscenza con Cesare Zavattini. Studia nel Centro Sperimentale di Cinematografia e successivamente si dedica alla gavetta, lavorando con personalità prestigiose come Roberto Rossellini, Giuseppe De Santis e Marcel Carnè: di quest'ultimo sarà aiuto regista in Francia in periodo di guerra, ma, proprio per l'aggravarsi della situazione bellica, sarà costretto a rientrare in Italia nel 1943.
In questo periodo realizza il suo primo cortometraggio intitolato Gente del Po. I suoi interessi sono rivolti più ai conflitti psicologici dell'individuo che non alla realtà politica in senso stretto, motivo per cui passa molto tardi dietro alla macchina da presa con opere che si rivelano un ibrido tra il dramma borghese e l'analisi del contesto sociale italiano. Il suo primo lungometraggio, Cronaca di un amore, risale al 1950 e rivela già una rottura con la scuola neorealista. Il film narra della crisi di una coppia borghese, un tema che ritornerà spesso nelle produzioni successive. Seguono una serie di titoli accolti piuttosto tiepidamente da pubblico e critica: I vinti (1952) - spaccato della società immorale dei giovani nel dopoguerra - La signora senza camelie (1953), Le amiche(1954), tratto da un romanzo di Cesare Pavese. Lo spartiacque del suo cinema è Il grido, del 1957. Il cambiamento rispetto ai film precedenti è sia contenutistico sia formale: il protagonista non è più un borghese, ma un proletario, mentre il linguaggio e la tecnica si evolvono ed Antonioni si spinge in avanti nella sua ricerca di nuove forme volte a descrivere stati d'animo e condizioni psicologiche dei personaggi. Purtroppo il film è un insuccesso ed il regista è costretto a ripiegare verso l'attività teatrale per un certo periodo. Torna dietro la macchina da presa nel 1959 per dirigere L'avventura, ovvero quello che sarà il primo tassello di un mosaico più ampio, la celebre "Tetralogia esistenziale". Quest'opera subirà il sequestro della magistratura con l'accusa di oscenità, ma tornerà a circolare nel giro di pochi giorni. L'avventura inizia come un giallo, ma si rivela ben presto un dramma sull'incontro di due personalità, esempio chiaro di come Antonioni modifichi i canoni dei generi che tratta. Seguono La notte e L'eclisse, rispettivamente del 1961 e 1962, tutti interpretati da Monica Vitti, la quale avrà un'intensa relazione con Antonioni. Questi film riflettono sull'incapacità dell'uomo moderno di comunicare con il prossimo e rappresentano l'impossibilità ed addirittura l'inesistenza dei sentimenti.
Con Deserto rosso (1967) si chiude la "tetralogia dell'esistenza" all'insegna del più nero pessimismo: le città nell'epoca dell'industrializzazione pullulano di persone che si sentono estranee tra loro, disadattate e consumate dalla nevrosi. Con Blow-up, datato 1967, il regista realizza quello che da molti è considerato il suo capolavoro, nonché il suo maggior successo commerciale. La storia di un fotografo che crede di vedere un omicidio nelle fotografie da lui scattate in un parco è occasione per riflettere sul costante allontanamento dalla realtà da parte dell'uomo contemporaneo. Blow-up farà molto discutere, soprattutto per i riferimenti ai problemi sociali del periodo ed in particolare alla contestazione giovanile ormai vicina.
Con Zabriskie point il cineasta prosegue la riflessione sulla gioventù degli anni Sessanta, ma il film non ottiene lo stesso successo di pubblico di Blow-up. Restano comunque famose le immagini finali dell'esplosione della villa di un imprenditore, soprattutto per la loro carica sovversiva che all'epoca suscitò molte polemiche. La sua opera successiva, Professione: reporter, esce nelle sale cinque anni dopo ed è presentata al Festival di Cannes. Si tratta della prima collaborazione del regista con altri due grandi della cinematografia mondiale: Jack Nicholson e il direttore della fotografia Luciano Tovoli. Del film è da ricordare il famoso e difficile piano sequenza finale. L'attività di Antonioni da questo momento rallenta in modo considerevole: realizza per la televisione Il mistero di Oberwald nel 1980 e due anni più tardi torna al cinema con Identificazione di una donna. In questo periodo viene colpito da un ictus che paralizza parzialmente il suo corpo e lo priva quasi del tutto della parola. Le difficoltà nel comunicare saranno la causa del suo ritiro dal mondo del cinema.
Dopo anni trascorsi insieme alla sua seconda moglie, sposata nel 1985, e sporadiche attività svolte per la televisione, dirige insieme a Wim Wenders Al di là delle nuvole(1995) e nove anni dopo gira Il filo pericoloso delle cose, uno degli episodi di Eros, film ad episodi realizzato con Steven Soderbergh e Wong Kar Wai. Negli ultimi anni della sua vita Michelangelo Antonioni si rifugia nella pittura per poi spegnersi il 30 luglio 2007 a Roma.
1995 Premio Premio alla carriera
1967 Candidatura Miglior regia per Blow-up
1967 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Blow-up
1967 Premio Grand Prix du Festival International du Film per Blow-up
1962 Premio Premio Speciale della Giuria per L'eclisse
1961 Premio Miglior regista per La notte
1976 Premio Regista del miglior film per Professione: reporter
1968 Premio Regista del miglior film straniero per Blow-up
1962 Premio Regista del miglior film per La notte
1956 Premio Regista del miglior film per Le amiche
2004 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
1995 Regia, Montaggio, Sceneggiatura, Soggetto
1982 Regia, Montaggio, Sceneggiatura, Soggetto
1975 Regia, Montaggio
Quando giro un film non penso mai a come voglio girarlo, semplicemente lo giro. La mia tecnica, che differisce da film a film, è completamente istintiva e mai basata su considerazioni fatte a priori.
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