Abbiamo esplorato le preferenze di Beatrice Pagan, Antonello Rodio, Francesca Fiorentino, Stefano Lo Verme e Marco Minniti: è ora il tuono della nostra Valentina D'Amico e della sua selezione dei migliori film usciti in Italia durante l'anno appena concluso.
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1 - Boyhood
2 - Mommy
3 - Dallas Buyers Club
4 - Pride
5 - Mistaken for Strangers
6 - Lei
7 - Due giorni, una notte
8 - Mud
9 - Nymphomaniac - Volme 1
10 - L'amore bugiardo - Gone Girl
11 - Frank
12 - Locke
13 - Sils Maria
14 - Nebraska
15 - Frances Ha
16 - A proposito di Davis
17 - Solo gli amanti sopravvivono
18 - The Wolf of Wall Street
19 - Lo Sciacallo - Nightcrawler
20 - All Is Lost - Tutto è perduto
"Stilare classifiche è sempre un'impresa ardua, ma quest'anno due film si sono distinti su tutto il resto per originalità, potenza della visione e complessità del progetto. Travalica l'arte per imitare la vita l'eccezionale Boyhood di Richard Linklater. Dodici anni catturati da una macchina da presa. Dodici anni nella vita di un bambino, della sorella, del padre immaturo, della madre amorevole, ma sempre pronta a scegliere l'uomo sbagliato. Dodici anni in cui Linklater ha catturato pubertà, rughe, i primi capelli grigi, aumenti di peso nelle perfomance di un team di incredibili attori. Insuperabile. Se non ci fosse stato Boyhood, la palma della mia classifica sarebbe andata a Mommy. Il cinema francocanadese in Italia è praticamente invisibile, ma Xavier Dolan è riuscito nel miracolo ed è stato distribuito grazie alla più matura delle sue opere. Un film che affronta un tema a lui caro, il rapporto madre-figlio, con incredibile eleganza visiva e sonora. L'Academy si era già accorta dell'efficacia delle performance degli interpreti di Dallas Buyers Club, biopic drammatico ambientato durante l'esplosione dell'epidemia di AIDS. Il film crudo, asciutto, ben diretto e ottimamente recitato racconta ciò che deve senza speculare sulla lacrima facile. Matthew McConaughey, di cui ho inserito in classifica anche l'avventuroso Mud, e Jared Leto sono perfetti. Curiosamente anche Dallas Buyers Club, come Mommy, è diretto da un autore francocanadese. Che il Quebec rappresenti il futuro del cinema?
Emozioni a fiumi nei successivi titoli della mia top 20. Come riuscire ad assistere alla visione di minatori e omosessuali inglesi che sfilano fianco a fianco contro la Thatcher in Pride senza sciogliersi in lacrime? Il film di Matthew Warchus ricostruisce un'epoca, un mood, una lotta per la giustizia. Un romanzo di formazione individuale e al tempo stesso un film politico costellato di talenti britannici come Imelda Staunton e Bill Nighy. Si ride fino alle lacrime e poi si piange sul serio. Travestito da documentario musicale su una delle band indie più apprezzate negli ultimi anni, i The National, Mistaken for Strangers è in realtà un diario sincero, buffo e doloroso di una relazione fraterna burrascosa tra il carismatico leader della band, il sofisticato Matt Berninger, e il fratellino Tom, impacciato e confusionario aspirante regista. Per chi vuol sapere tutto sull'amore, reale, ma soprattutto virtuale, Spike Jonze ha confezionato un vademecum coloratissimo ed emozionante. Impossibile non mettere Lei tra le prime posizioni della classifica, anche solo per la misurata e toccante performance di Joaquin Phoenix.
Il rigore dei Dardenne mi affascina sempre, ma stavolta i fratelli belgi sono andati a scavare nel cuore della crisi economica raccontando con semplicità una delle tante storie di licenziamenti che hanno caratterizzato questi ultimi anni. Per farlo hanno piegato ai loro scopi il talento di Marion Cotillard, mai così brava. Un'attrice che non ha paura di mostrarsi al naturale, con le occhiaie e i capelli opachi, per calarsi nei panni di una donna qualunque in una storia che potrebbe capitare a molti di noi. Tra le perfomance attoriali dell'anno è ammirevole quella di Tom Hardy in Locke, capace di sostenere novanta minuti da solo chiuso nell'abitacolo di un'auto, o quella della frizzante Greta Gerwig, musa del cinema indie e del compagno Noah Baumbach che, in Frances Ha, le ha cucito addosso un incredibile ritratto di donna bambina caotica e perennemente insoddisfatta. Particolarmente toccante il grande Bruce Dern alle prese con le magagne della senilità e con il patetismo suscitato da certi anziani in Nebraska.
Nella mia top 20 non manca il potentissimo Nymphomaniac - Volume 1. Tra follia e provocazione, Lars von Trier si conferma uno dei geni della settima arte. Mi sarebbe piaciuto citare in toto i due volumi di Nymphomaniac, ma il secondo risulta meno avvolgente e ironico del primo e con temi come il sadomaso, la prostituzione, la depressione e la criminalità a fare da sfondo, un pizzico di quello humor intellettuale che pervade il volume uno avrebbe senz'altro fatto comodo. Citazione d'obbligo per il bellissimo Frank, pellicola musicale che infrange tutti i canoni del racconto tradizionale giovandosi della presenza di un Michael Fassbender con testone di cartapesta che recita magnificamente solo con la voce e il corpo, e per i vampiri rockettari, intellettuali e sofsticati di Jim Jarmusch in un'altra opera fuori dai canoni, il lascivo Solo gli amanti sopravvivono. Cinema magnetico da non perdere". (Valentina D'Amico)