Berlino 2020: l'Orso d'Oro a There Is No Evil, due i premi per l'Italia

Parla iraniano l'Orso d'Oro di questa edizione andato a There Is No Evil di Mohammad Rasoulof, ma l'Italia si impone con i premi a Elio Germano, miglior attore per Volevo nascondermi, e alla sceneggiatura di Favolacce.

Berlino 2020 ha il suo vincitore: l'Orso d'Oro di questa edizione è stato assegnato all'iraniano There Is No Evil, ma l'Italia è grande protagonista con due premi per entrambe le pellicole in concorso, Favolacce e Volevo nascondermi, che regala l'Orso d'Argento per la miglior interpretazione maschile a Elio Germano.

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There Is No Evil: un'immagine del film

Come si legge nella nostra recensione di There Is No Evil, potente pellicola di denuncia firmata dall'iraniano Mohammad Rasoulof, il film è un collage di quattro storie legate da un elemento comune, la denuncia nei confronti del regime dispotico iraniano e delle sue conseguenze sui cittadini. Un importante manifesto a favore della libertà, dei diritti civili e contro la pena di morte.

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Volevo Nascondermi: una scena del film

E veniamo alle due pellicole italiane in concorso: Elio Germano conquista il premio per la miglior interpretazione maschile nel ruolo del pittore Antonio Ligabue in Volevo nascondermi. Germano ha mostrato la maglietta sotto l'abito scuro col volto del pittore. A Favolacce di Fabio e Damiano D'Innocenzo. i due gemelli, emozionati, hanno ringraziato la Berlinale ammettendo la difficoltà di fare un discorso di ringraziamento per un film scritto molti anni fa ricordando, nei ringraziamenti, i produttori, il cast, la loro famiglia e la produttrice Tiziana Soudani scomparsa di recente.

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La pellicola indie americana di Eliza Hittman, Never Rarely Sometimes Always, ritratto al femminile di due ragazzine alle prese con un aborto, conquista il Gran Premio della Giuria mentre a sorpresa, Hong Sang-soo conquista un altro Orso d'oro per la regia del tenero The Woman Who Ran, malinconica pellicola incentrata sulla sua musa e compagna Kim Min-Hee.

La miglior attrice di questa 70° Berlinale è la tedesca Paula Beer che gioca in casa nel drammatico Undine di Christian Petzold.

Ha diviso la giuria e il pubblico, ma il controverso DAU. Natasha dei russi Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel si porta a casa il contributo per la miglior fotografia. Un premio anche per l'ironica pellicola francobelga contro il cyberbullismo, Delete History, di Benoît Delépine e Gustave Kervern, che conquista l'Orso d'Argento Speciale della 70° Berlinale per il miglior contributo tecnico.

Quattro nuovi premi per la sezione Encounters, voluta dal nuovo direttore Carlo Chatrian: a trionfare è la pellicola fiume The Works and Days (of Tayoko Shiojiri in the Shiotani Basin) di by C.W. Winter e Anders Edström, premio speciale della giuria a The Trouble With Being Born di Sandra Wollner mentre il premio per la miglior regia va a Malmkrog di Cristi Puiu. Menzione speciale per Isabela di Matías Piñeiro.

A trionfare nella categoria Miglior Documentario è il doloroso Irradiated di Rithy Panh un "film difficile che denuncia la violenza degli uomini contro altri uomini, dedicato a chi resiste e difende la libertà di tutti noi". Il premio per la miglior opera prima viene assegnato a Los Conductos del colombiano Camilo Restrepo, menzione speciale a Naked Animals.