Con l'uscita di The Suicide Squad - Missione Suicida continua l'espansione del DC Extended Universe, con James Gunn che riporta sullo schermo il concetto della squadra composta da criminali reclutati controvoglia per missioni disperate. Al contempo sequel del film del 2016 e reinvenzione, il lungometraggio di Gunn rimane fedele all'idea di includere piccoli, deliziosi Easter Eggs che fanno la gioia dei fan, che si tratti di rimandi espliciti ai fumetti o connessioni intertestuali sul piano cinematografico. Per l'occasione, ecco la nostra consueta panoramica dei dettagli nascosti più simpatici e significativi. N.B. L'articolo contiene alcuni spoiler .
1. Cameo d'autore
Per The Suicide Squad - Missione Suicida l'ispirazione principale di James Gunn è stata la gestione del fumetto a opera di John Ostrander, che ha creato la versione moderna della squadra del 1986 (nel primo numero la missione si svolge a Jotunheim, nome della fortezza nel film), introducendo Amanda Waller come mandante delle varie operazioni e dando posizioni di rilievo a personaggi precedentemente trascurati come Captain Boomerang (presente in entrambi i lungometraggi) e Deadshot (apparso nel primo capitolo). Per omaggiare il suo operato, Gunn ha affidato a Ostrander un cameo altamente simbolico: è lui a inserire alla base del collo dei vari membri del team l'ordigno esplosivo che li ucciderà qualora decidessero di fare storie e cercare di ribellarsi.
2. Doppia presenza
Due attori nel film hanno un ruolo duplice, per questioni legate alla natura dei loro personaggi: Sean Gunn, fratello minore del regista e presenza fissa nei suoi lungometraggi, interpreta Weasel, realizzato con la CGI, e ha anche una parte umanoide nei panni di Calendar Man, mentre Steve Agee, che appare fisicamente nei panni di John Economos (uno dei personaggi principali dell'imminente spin-off incentrato su Peacemaker), sul set è stato anche il riferimento visivo per gli altri attori nei panni di King Shark, altra creazione digitale la cui voce in originale è stata poi affidata a Sylvester Stallone. Ironia della sorte, Weasel - e quindi il fratello di Gunn - è il primo a morire, anche se poi il mid-credits svela che in realtà è sopravvissuto e teoricamente libero di vivere lontano dalle attività della squadra.
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3. Un proiettile 'magico'
Uno dei dettagli filologici più carini riguarda il passato di Robert DuBois, alias Bloodsport, descritto come uno che è riuscito a mandare Superman al pronto soccorso sparandogli con un proiettile di kryptonite. Questo è effettivamente accaduto nei fumetti, ed è già stato portato sullo schermo in modo leggermente diverso quasi vent'anni fa, nella terza stagione di Smallville: in quel caso DuBois è stato ribattezzato Van McNulty, ed è un vigilante assetato di vendetta nei confronti di tutti gli individui dotati di superpoteri (uno di loro gli ha ucciso il padre), il che lo pone direttamente in conflitto con il giovane Clark Kent.
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4. Da un universo all'altro
Complice - per alcuni - il loro rapporto con Gunn, nel cast ci sono diversi attori che hanno recitato dall'altro lato della barricata supereroistica, nei film tratti dai fumetti Marvel in generale e nel Marvel Cinematic Universe in particolare: Stallone, Agee e Sean Gunn sono tutti apparsi in Guardiani della Galassia Vol. 2, così come Michael Rooker e Nathan Fillion (questi ultimi anche nel primo episodio, e nel secondo il cameo di Fillion è stato tagliato). Da quel mondo provengono anche Pom Klementieff e Lloyd Kaufman (il mentore di James Gunn), che in questa sede hanno camei come ballerini in un locale. Da altri angoli del MCU provengono Idris Elba, Taika Waititi e David Dastmalchian. E a tal proposito...
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5. Incursioni multiple
Per David Dastmalchian, che appare nel film nei panni di Polka-Dot Man (incluso nel progetto perché Gunn l'ha trovato digitando su Google "il personaggio DC più stupido di sempre"), si tratta della quinta esperienza in un adattamento dei fumetti della casa editrice: nel 2008 è stato uno degli scagnozzi del Joker ne Il cavaliere oscuro, mentre nel 2017 è apparso sia in Gotham che in The Flash (nel secondo caso, nei panni del villain Abra Kadabra, è tornato quest'anno). In ambito animato è possibile sentire la sua voce nella trasposizione bipartita di Batman: The Long Halloween, nel doppio ruolo di Calendar Man e del Pinguino.
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6. Una location 'molto italiana'
La missione della squadra si svolge sull'isola di Corto Maltese, località fittizia sudamericana il cui nome è un omaggio all'opera del fumettista Hugo Pratt. Il tributo è opera di Frank Miller, che ha introdotto l'isola nel celeberrimo The Dark Knight Returns. Questo è il debutto cinematografico di quel luogo, che è però già apparso sul piccolo schermo, soprattutto in Arrow che, guarda caso, ha dato spazio di rilievo ad Amanda Waller e alla Suicide Squad (anche se tutti i personaggi in questione sono poi stati rimossi - il più delle volte uccisi - su richiesta della Warner in occasione dell'uscita del primo film nel 2016).
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7. Una canzone simbolica
Nei titoli di testa, in perfetta attinenza con il contenuto del film, si sente la canzone People Who Died, dove l'artista Jim Carroll elenca diverse persone che lui conosceva e che sono morte in circostanze tragiche (questo dopo che il primo team è stato quasi completamente sterminato). Una scelta musicale che si ricollega anche agli inizi della carriera hollywoodiana mainstream di James Gunn: era presente anche ne L'alba dei morti viventi, che lui ha scritto per la Universal nel 2004 e che è stato diretto da Zack Snyder, uno degli artefici del DC Extended Universe e produttore esecutivo di entrambe le avventure cinematografiche della Suicide Squad.
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8. Una canzone simbolica - Parte 2
Nella sequenza d'apertura, invece, mentre vediamo i detenuti di Belle Reve, si sente Folsom Prison Blues di Johnny Cash, per l'esattezza la versione che lui suonò proprio all'interno della prigione, un'esibizione live che ebbe luogo nel 1968. Guarda caso, Cash al cinema è associato soprattutto al film Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line, dove ha le fattezze di Joaquin Phoenix, premio Oscar per aver interpretato una versione del Joker (personaggio escluso dal lungometraggio di Gunn perché non aveva senso cercare di reclutarlo per la squadra).
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9. Un'origine da ridere
Mentre si spiegano i retroscena dei vari membri della squadra, per King Shark suscita ilarità il fatto che lui sostiene di essere il figlio di Shark God, ossia il re di tutti gli squali. Questo è coerente con la sua caratterizzazione nei fumetti, dove è effettivamente il figlio di Shark God, ma gli altri reagivano alla notizia con scetticismo, bollandola come una superstizione e catalogandolo come il risultato di una qualche strana mutazione. Nei fumetti è uno squalo martello, ma per il film il suo design è stato modificato perché rendeva troppo complicato il contatto visivo tra lui e gli altri personaggi.
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10. Una nuova Harley
Con il nuovo film c'è un nuovo look per Harley Quinn, e anche se non viene menzionata esplicitamente la sua relazione con il Joker ci sono dei rimandi sottili alla fine della loro storia: è sparito il tatuaggio che aveva in faccia, rimosso anche per motivi extracinematografici (né Gunn né Margot Robbie lo apprezzavano), e quello sulla schiena, che nel primo capitolo recitava "Property of the Joker", adesso dice "Property of No One", proprietà di nessuno, alludendo all'emancipazione di Harley in tempi recenti, prima e durante gli eventi di Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn).