The Penguin, show ideato e scritto da Lauren LeFranc, è il primo prodotto seriale che deriva da The Batman, il film di Matt Reeves che ha totalmente riletto le imprese dell'Uomo Pipistrello, creando una mitologia nuova di zecca che trae ispirazione dalle altre interpretazioni del personaggio (e del suo universo) per andare a realizzare qualcosa di originale. Come suggerisce il nome, il protagonista assoluto dell'opera è il famoso Oswald Cobblepot (noto anche come Il Pinguino) interpretata da Colin Farrell, che ha un importante ruolo in The Batman, senza però essere il villain principale. Al di là del suo impatto per quanto concerne questo mondo supereroistico creato da Reeves, in realtà The Penguin avrà un peso notevole anche per l'intera DC, avendo delle caratteristiche fondanti che sicuramente non passeranno inosservate. Nella nostra analisi della serie, partiamo con le particolarità esclusive del titolo di LeFranc per poi andare a tracciare quelli che sono gli elementi maggiormente importanti anche per il mondo supereroistico di Warner Bros. in generale.
Lo spazio creativo dell'Elseworlds
Cominciamo la nostra analisi partendo dal contesto di riferimento: The Penguin, essendo una serie spin-off di The Batman, in realtà appartiene ad un universo a sé stante rispetto al mondo DC ordinario, ovvero è racchiuso sotto l'etichetta Elseworlds, dove convivono progetti collaterali come Joker (2019) che non sono strettamente connessi alla continuity classica. Mentre James Gunn ha fatto capire che in questo contenitore vedrà al suo interno anche altri progetti di cui ancora non sappiamo nulla, proprio una zona totalmente indipendente come questa dà la possibilità all'opera sopracitata di potersi esprimere al massimo, senza temere bacchettate da parte dei fan più puri. Non solo: essendo l'Elseworlds ancora in formazione, con anche l'universo di The Batman appena tratteggiato, questo titolo può essere visto come un punto di partenza dal quale poi prendere ispirazione per altri successivi** che potrebbero avere le medesime caratteristiche, quindi potenzialmente altri spin-off dell'Elseworlds.
Non chiamatelo semplicemente The Batman 1.5
Tornando sempre a The Batman, è chiaro che tra The Penguin e il film di Reeves vi è una connessione strutturale e tematica, ma è importante non fare l'errore di considerare lo show solamente un progetto minore rispetto al lungometraggio. Purtroppo anche le ultime news in merito all'opera sembrano protendere per quella direzione, con alcuni report che avrebbero segnalato la presenza del Batman di Robert Pattinson all'interno della serie (probabilmente come cameo con un ruolo molto ridotto), ma tutto questo non sminuisce affatto la realizzazione, anzi. Per prima cosa, a differenza della pellicola originale, cambia il punto di vista, stavolta quello di un villain mentre sembra che il genere di riferimento sia riconducibile maggiormente al crime più classico, forse rinunciando a quelle sfumature thriller e noir che hanno reso così tanto particolare The Batman. Ecco che quindi non siamo di fronte ad una semplice estensione del film in questione, ma ad un titolo a sé stante, chiaramente collegato a The Batman, ma che possiede le proprie peculiarità.
Un test per la solidità dell'universo di Reeves
Tornando al discorso che abbiamo iniziato in precedenza, The Penguin è il primo spin-off dell'Elseworlds nonché il primo titolo che va ad ampliare quello che è l'universo che Reeves ha inaugurato con The Batman. Si tratta di un mondo a parte con una sua mitologia fondante, rappresentando quindi una rilettura in toto di tutto quello che conosciamo del mondo del Cavaliere Oscuro. Quindi lo show in questione rappresenta il test ufficiale di un blocco narrativo che si misura con qualcosa di più grande di un semplice film. Si tratta di una sfida a tutti gli effetti, visto e considerato che non solo tutto questo universo deve funzionare in termini di coerenza e organicità, ma deve anche porre le basi per il futuro, da quello prossimo (andando, a quanto pare, ad influenzare anche quello che vedremo in The Batman 2 come abbiamo riportato in una news) fino ad arrivare a potenziali altri progetti di cui ancora non sappiamo l'esistenza.
La creazione di un nuovo canone transmediale
Dopo aver parlato delle responsabilità di The Penguin per quanto riguarda l'Elseworlds e l'universo di Matt Reeves, andiamo ad estendere il nostro discorso in termini generali. Per ora, tenendo conto delle varie uscite DC, perlomeno lasciando al di fuori quello che è l'Arrowverse (che comunque ha una sua indipendenza seriale), sono ben pochi i casi in cui parliamo di show del piccolo schermo e ancora meno di situazioni in cui questi prodotti seriali sono collegati a qualche film. Il primo esempio da tenere in considerazione è Peacemaker (qui trovate la nostra recensione), spin-off di The Suicide Squad - Missione Suicida che, non a caso, è stato realizzato da James Gunn. Mentre torneremo a parlare di questo autore nel paragrafo successivo, è importante sottolineare che nel mondo DC sono nell'aria diversi cambiamenti e proprio The Penguin potrebbe settare un nuovo standard per quanto concerne la struttura delle nuove serie televisive di casa DC, che forse possono continuare su questa falsariga, andando a creare sempre più legami tra settima arte e piccolo schermo.
L'apertura della nuova DC
Tornando al nostro James Gunn, per concludere la nostra analisi, siamo di fronte al factotum della rivoluzione in casa DC. L'artista, in compagnia di Peter Safran, è diventato il nuovo co-CEO dei DC Studios, proponendo un'idea totalmente diversa di questo mondo supereroistico. Se la visione di Zack Snyder, per quanto cupa e suggestiva, era particolarmente limitante perché legata alle idee e alla filosofia di un solo autore con pochi sbocchi di ampliamento, nel caso dell'approccio di Gunn e Safran parliamo di un punto di vista diverso che sì vede al centro la coordinazione di due soli autori, ma che al contrario guarda ad una gestione settoriale su singoli autori, tra l'altro suggerendo una connessione e una stratificazione maggiori. Proprio The Penguin è il perfetto esempio di questa ecletticità artistica, una serie televisiva che nasce già come costola indipendente di un film, che fa parte a sua volta di un canone non legato alla tradizione DC classica e che quindi ha il dovere e l'onere di rappresentare una delle prime sperimentazioni di questo nuovo mondo Warner Bros.