Stranger Things 3, parlano Dustin e Lucas: “I ragazzi della serie vivono nell’immaginazione di tutti!”

Intervista a due protagonisti di Stranger Things 3, Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin, arrivati a Roma per accompagnare il lancio della stagione 3, aggiunta al catalogo Netflix il 4 Luglio.

Estate, tempo di vacanze, di mare e di svago... ma non per tutti! No, per i giovani protagonisti di Stranger Things 3 l'estate può essere il momento di affrontare nuovamente il male che hanno conosciuto a partire dal 2016, l'anno del lancio in catalogo su Netflix e dell'inizio di un cammino fatto di popolarità crescente che li ha portati a diventare vero fenomeno di massa. In occasione del lancio della stagione 3 della serie, Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin, ovvero Dustin e Lucas, sono sbarcati a Roma per incontrare i fan della serie in un fantastico Stranger Summer Party e accompagnare il lancio dei nuovi episodi dello show, confermando dal vivo quella sensazione di piacevole alchimia che già dimostravano su schermo: è stato un vero piacevole guardarli mentre si alternavano nel rispondere alle nostre domande, in un botta e risposta gioioso e vivace, ma più profondo di quanto lascerebbe immaginare la loro giovane età.

Stranger Things 3, tra novità e continuità

Una domanda semplicissima: ci dite tre parole per definire Stranger Things 3?

Gaten Matarazzo: Vediamo... più grande... neon!!! [Ride] Caleb, dammi una mano...

Caleb McLaughlin: Te ne dico una, ma è veramente buona: Zenith! Indica qualcosa che è al suo punto più elevato. Adoro questa parola!

E che ci potete dire dei nuovi acquisti? Li fate sentire a loro agio?

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Stranger Things: Maya Hawke, Gaten Matarazzo e Joe Keery in una scena della terza stagione

Gaten Matarazzo: Assolutamente! Tutti quelli che arrivano diventano subito parte della famiglia. Quello che mi colpisce sempre, che è capitato con l'arrivo di Sadie [Sink, interprete di Max], con Maya [Hawke, interprete di Robin] e con Priah [Ferguson, interprete di Erica] che ora è diventate regular, è percepire il loro punto di vista. Perché quando una produzione è ormai avviata ci sono dinamiche consolidate, le persone sul set si conoscono tutte, ci sono rapporti già stabiliti, un'energia che scorre. Per chi arriva in un secondo momento è difficile inserirsi in questo flusso che va a tutta velocità, ma l'importante è far capire loro che tutti noi siamo felicissimi di averli e possono sentirsi a casa. Siamo una famiglia e loro ne sono entrati a far parte e lavorare con loro è fantastico perché sono tutti di grande talento.

Cosa vi ha colpito del 1985 quando avete iniziato a studiarli?

Gaten Matarazzo: Neon!!! [Ride di nuovo] Mi piace la musica del 1985 e i film sono fantastici. Sono usciti molti bei film in quell'anno, amo Ritorno al futuro che è uscito nel 1985. Anche Taron e la pentola magica è dello stesso anno, un film d'animazione che è tra i miei preferiti e penso che sia molto sottovalutato.

Caleb McLaughlin: La moda era figa, ma mi piace molto la musica. È quando l'hip hop era al suo meglio. È l'epoca della ribellione, la new age della cultura moderna. Ma non credo di poter dire molto di più sugli anni '80 perché non c'ero.

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Ma li avete studiati, no? Per la serie?

Caleb McLaughlin: Moderatamente. Un pochino, solo quello che avevamo bisogno di sapere.

Cosa è cambiato per quanto riguarda il rapporto tra voi ora che vi conoscete molto meglio?

Caleb McLaughlin: Ci conosciamo fin troppo! [scherza] Siamo fratelli, ecco quello che siamo. Discutiamo, ci vogliamo bene...

Gaten Matarazzo: Ci somigliamo anche!

Caleb McLaughlin: Siamo identici! Il rapporto tra noi è cresciuto tantissimo. Credo di parlare a nome di tutti se dico che dovendo stare otto mesi sul set insieme per una stagione, dobbiamo andare d'accordo. Anche se non ci piacessimo, ma non è così perché ci vogliamo bene tutti, dovremmo trovare il modo di andare d'accordo.

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Stranger Things 3: uno scatto di Gaten Matarazzo allo Stranger Summer Party

Gaten Matarazzo: Passiamo così tanto tempo insieme che abbiamo finito per essere legati gli uni agli altri.

Caleb McLaughlin: Abbiamo visto ognuno di noi al suo meglio e al suo peggio.

E il fatto che ormai vi conosciate così bene influisce sul lavoro? Capita che cambiate dei dialoghi o che improvvisiate? Collaborate con gli autori?

Caleb McLaughlin: L'abbiamo sempre fatto, ma è ovvio che ora è un po' diverso, siamo un po' più maturi! Per la prima stagione diciamo che eravamo iperattivi e bizzarri.

Gaten Matarazzo: Siamo ancora iperattivi e bizzarri!

Caleb McLaughlin: Sì, lo siamo ancora [ride] ma i Duffer e Shawn Levy ci hanno gestiti benissimo. Sono stati pazienti con noi e hanno usato questa energia. Hanno usato la nostra giovane età, non ce ne hanno privati.

Effetto Netflix

La scorsa settimana ero in autobus in una zona turistica della mia città e sullo schermo è apparso il trailer della stagione 3. Hanno reagito insieme sia una coppia giapponese che delle ragazze mediorientali, tutti sapevano di che si trattava. Credo che sia interessante, ora che Netflix è arrivato in quasi 200 paesi, che uno show come il vostro riesca ad andare oltre le differenze culturali. Secondo voi da cosa dipende?

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Stranger Things 3: uno scatto di Caleb McLaughlin allo Stranger Summer Party

Caleb McLaughlin: È una cosa incredibile! Come ho detto in un'altra intervista, la serie è multi generazionale e tutti possono identificarsi con i personaggi. Tutti possono provare qualcosa guardando la serie e sentirsi a casa.

Gaten Matarazzo: Non credo ci sia modo per capire come persone di culture così diverse possano essere attratte da Stranger Things. È un onore, è fantastico, e siamo grati che sia così. Ma è difficile da capire perché la gente guarda la serie per ragioni molto diverse: per esempio troviamo spesso persone che avevano la nostra età negli anni '80, che ci dicono di quanto sia un riflesso della loro gioventù. Ed è una ragione. Ma ci sono anche i ragazzi che sono contenti di vedere dei coetanei in una serie che non è necessariamente rivolta a un pubblico giovanissimo. Ne sono ispirati.

Caleb McLaughlin: I ragazzi di Stranger Things vivono nell'immaginazione di tutti.

E questo incredibile successo come vi ha cambiati? È stato difficile crescere sotto i riflettori?

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Stranger Things: Caleb McLaughlin in una scena della terza stagione

Caleb McLaughlin: Beh, siamo più riconoscibili o famosi. Abbiamo l'opportunità di viaggiare per il mondo, di venire qui in Italia! Non è cosa che capita a tutti. E abbiamo un'incredibile piattaforma dalla quale parlare delle cose in cui crediamo, che dobbiamo stare attenti a usare con responsabilità.

Caleb McLaughlin: In un'intervista ci hanno chiesto come stiamo fuori dai casini e penso che sia perché siamo bravi ragazzi. Non è che cerchiamo di starne fuori, semplicemente facciamo quello che faremmo normalmente.

Gaten Matarazzo: Può essere difficile a volte, ma cerchiamo sempre di restare legati a noi stessi e capire da dove veniamo, le nostre radici. È importante mantenere questi legami, perché se li lasci andare e ti immergi completamente in questo mondo di, odio questa parola, fama, può essere stressante. È importante identificare le persone delle nostre vite che non hanno niente a che fare con tutto questo e tenercele strette, per non perdere di vista chi siamo. Molti si perdono, soprattutto in questi tempi in cui c'è un abuso di social media, perché non sono solo veicolo di supporto, ispirazione e innovazione, ma anche di odio e negatività, di paura e rabbia. È importante fare un passo indietro e capire che stiamo solo facendo il nostro lavoro e non è diverso da quello che fa chiunque altro. Dobbiamo rispettarlo ed è importante che tutti rispettino il prossimo e quello che fa.

In che modo i vostri genitori e chi vi circonda vi protegge?

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Stranger Things: la gang in una scena della terza stagione

Gaten Matarazzo: I miei genitori ci sono sempre, ma è così anche per gli altri del gruppo.

Caleb McLaughlin: Ovviamente. Posso affidarmi sono a me stesso, i miei genitori e familiari. Mi tengono con i piedi per terra, mi circonda e ricorda da dove vengo, mi fa tenere in mente chi ero e chi devo continuare a essere.

Gaten Matarazzo: La cosa più importante da capire è perché facciamo quello che stiamo facendo. Devi capire perché lo vuoi fare e avere bisogno di volerlo. I miei genitori mi chiedono sempre, soprattutto mentre giriamo, "vuoi farlo ancora?" Forse me lo chiedono una volta alla settimana e finora la risposta è sempre stata sì, che mi diverto e mi piace il mio lavoro, che amo recitare e allora ho il loro supporto incondizionato. Farebbero di tutto per me ed è fondamentale avere persone così nella propria vita, che farebbero di tutto per rendermi felice e vedermi soddisfatto. Bisogna circondarsi di persone che non lo fanno per loro stesse, ma che ti supportano e aiutano perché lo vuoi tu, non per loro tornaconto. Purtroppo tante persone che sono entrate in questo mondo in giovane età si sono circondate di qualcuno che ha cercato di guadagnarci qualcosa, piuttosto che preoccuparsi del loro benessere, ma tutti noi abbiamo nelle nostre vite qualcuno che si occupa di noi, che ci guida, protegge e ama.

Stranger Things e il futuro

Una volta che la serie sarà finita, vi piacerebbe che si facesse un revival tra vent'anni con voi adulti ad Hawkins?

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Stranger Things: una scena della terza stagione con Gaten Matarazzo

Caleb McLaughlin: Sì, mi piace, lo farei, un po' come It, sarebbe figo e perfetto per la serie., con tutte queste cose fuori dal comune. Mi chiedo cosa farebbe Dustin...

Gaten Matarazzo: Penso che sarebbe come il signor Clarke. Pensi che uno di noi lascerebbe Hawkins?

Caleb McLaughlin: Penso che sarebbe Lucas. "Questo posto è folle, io me ne vado!"

Q: Pensate che la terza stagione possa essere l'ultima?

Caleb McLaughlin: No, non credo. Non si può mai dire ma... avete visto tutta la stagione 3? Non credo che lo sia ma tutto dipende da chi la realizza.

Gaten Matarazzo: Non credo che sia l'ultima, o almeno lo spero. Noi di certo vogliamo che ci siano altre stagioni, ma non dipende da noi.

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