A poche settimane dal termine di questo 2015, il pianeta Terra è abitato da due tipologie di persone e due soltanto: quelli che aspettano spasmodicamente l'arrivo in sala del settimo capitolo di Star Wars e quelli che invece, poveri loro, ancora non hanno ben capito cosa esattamente sta per travolgerli.
Perché - anche solo a scriverlo sembra assurdo, lo sappiamo bene - c'è davvero gente che non ha ancora visto la saga di George Lucas.
Peggio ancora, c'è chi ha visto (o intravisto) uno o più dei sei film ambientati "tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..." e ne è uscito comunque illeso, immune al fascino del lato oscuro o chiaro della Forza. Nella maggior parte dei casi si tratta di poveri illusi che non si rendono conto che, proprio come Yoda ci ha raccontato 25 anni fa, Star Wars è "intorno a noi, qui, tra te, me, l'albero, la pietra, dovunque!".
Come fare quindi a convincere il resto della popolazione mondiale a superare questa diffidenza, a far capire loro che, come dice Han Solo nel trailer di Star Wars: Il risveglio della forza, "è vero, è tutto vero: il lato oscuro, i Jedi, sono reali"?
Come rispondere a coloro che hanno il coraggio dire "Ma perché tutto questo entusiasmo? Quando poi l'altra volta che erano usciti quegli altri film siete rimasti tutti delusi!", come se il nuovo film di J.J. Abrams fosse un prequel qualsiasi con tanto di Jar Jar Binks?
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Un modo sicuramente efficace ce l'avremmo, ma nell'attesa di poter impugnare anche noi una spada laser a tre lame come Kylo Renn e risolvere definitivamente la questione con questi eretici, abbiamo pensato che fosse il caso di ricorrere per un'ultima volta alla dialettica e di provare a buttare giù 5 ragioni che rendono questo 16 dicembre e l'arrivo del film in sala l'evento cinematografico più importante di questo secolo.
E forse pure del prossimo.
1. Si tratta di un sequel diretto alla trilogia originale
Probabilmente messa così non fa poi questo grande effetto, lo capiamo, d'altronde viviamo in un'epoca in cui i sequel sono all'ordine del giorno. Ma 32 anni fa - quando arrivava in sala Il ritorno dello Jedi e ben prima quindi che fosse anche solo ufficialmente annunciata la nuova trilogia prequel voluta da Lucas - un seguito delle storie di Luke, Han e Leia rappresentava un vero e proprio sogno per milioni di (giovani) spettatori. Un sogno, però, che col passare del tempo e per ovvi motivi è sembrato sempre più irrealizzabile.
Proprio questo è probabilmente quello che molti non appassionati non riescono a capire e, poverini, è difficile biasimarli considerato che da decenni vedono il logo Star Wars in librerie, sale giochi, negozi di giocattoli senza sapere che in realtà la grandissima parte del cosiddetto Universo Espanso ufficializzato dalla Disney/Lucasfilm va a coprire ed estendere soprattutto quanto successo prima o durante la trilogia originale, e molto più raramente quanto succede dopo. Con l'annuncio ufficiale di questa nuova trilogia (episodi 7-9) tutto ciò che era stato raccontato dopo la battaglia di Endor in libri, videogiochi o quanto altro diventa "non canone" e quindi non va più considerato come parte dell'universo ufficiale di Star Wars. Per chi quindi ha seguito ed amato la saga anche oltre i film (ed è inutile dire che l'universo non filmico è ben più vasto di quello puramente cinematografico) queste tre nuove pellicole rappresentano un must da cui non si può davvero prescindere.
È quantomeno singolare, poi, il fatto che questo sequel arrivi nel 2015, nello stesso anno che ha già visto in sala Mad Max: Fury Road e Jurassic World, altri due sequel più o meno diretti di opere che provengono da due o tre decenni addietro. Ma anche qui ci sono alcune differenze sostanziali da non sottovalutare, perché se è vero che Mad Max ha potuto contare sul ritorno dietro la macchina da presa di George Miller e che Colin Trevorrow ha avuto come produttore lo stesso Steven Spielberg, nessun sequel a distanza di ben 32 anni ha mai potuto contare su un ritorno sul set così massiccio ed imponente. E questo ci porta esattamente al secondo motivo!
Siamo a casa
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2. Ha il cast originale e nuove musiche di John Williams
Pensate pure a tutti i sequel che volete, vi assicuriamo che non ne troverete poi tanti che possano superare i 32 anni di distanza tra un film e l'altro. Diventano ancora di meno se escludiamo i film di animazione (tipo Fantasia 2000) o film che comunque hanno protagonisti completamente diversi. Se vogliamo poi addirittura considerare soltanto i sequel che hanno mantenuti gli stessi attori, di titoli davvero significativi ne rimangono non più che una manciata: a memoria, per esempio, ricordiamo Il colore dei soldi, Wall Street: il denaro non dorme mai, Tron Legacy , Belle toujours - Bella sempre o lo stesso Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo prodotto e voluto da Lucas.
Perché sia così raro non è poi difficile da capire: molte volte alcuni attori non ci sono più, oppure hanno smesso di lavorare, o più semplicemente la sceneggiatura non è sufficientemente invitante e magari non hanno alcuna voglia di riprendere un vecchio ruolo e dare così adito a confronti spesso spiacevoli. Anche per questo motivo Star Wars: Il risveglio della Forza non è un film come tanti, perché invece potrà contare sul ritorno di TUTTI gli interpreti storici, nonostante alcuni di essi si fossero allontanati dal cinema che conta da diverso tempo: parliamo ovviamente di Harrison Ford, Mark Hamill e Carrie Fisher ma anche di coloro che non ci mettono la faccia come Anthony Daniels (C-3PO), Kenny Baker (R2-D2) o Peter Mayhew (Chewbacca), ma non per questo sono meno importanti.
Sappiamo invece tutti che George Lucas non tornerà dietro la macchina da presa, ma in questo caso poco male; perché la continuità vera e proprio viene data non solo dal fan della primissima ora J.J. Abrams, ma anche da alcuni collaboratori storici della saga come lo sceneggiatore Lawrence Kasdan (che firmò per esempio la strepitosa sceneggiatura de L'impero colpisce ancora) e soprattutto l'impareggiabile John Williams, uno dei più celebri compositori da cinema di tutti i tempi (49 nomination e 5 premi Oscar!) che è legato per sempre alla saga di Star Wars e alle sue indimenticabili musiche. Lo stesso John Williams che, per esempio, non è tornato a lavorare su Jurassic World (nonostante anche il tema di Jurassic Park sia una delle sue composizioni più amate) ma che non ha potuto dire di no alla saga che ha confermato il suo talento e l'ha reso immortale già 38 anni fa. Proprio a lui forse spetta il lavoro più difficile, perché superarsi o anche solo eguagliarsi sembrerebbe impensabile, ma d'altronde è anche vero che non è certo un caso che il brano Duel of the Fates resti una delle cose migliori del tanto odiato Episodio I.
3. Gli incassi potrebbero, anzi, dovrebbero essere da record
Lasciamo per un attimo perdere la nostalgia e passiamo a cose ben più concrete, come il boxoffice. Che Star Wars: Il risveglio della Forza sarà un successo non sembrano esserci dubbi, la questione è più che altro QUANTO sarà un successo. Considerato l'hype che circonda questo film da anni ormai, la storia della saga al boxoffice e anche e soprattutto gli enormi successi che abbiamo visto in questo 2015 (Jurassic World ovviamente, ma anche Fast & Furious 7, Avengers: Age of Ultron e Minions, tutti abbondantemente sopra il miliardo di dollari a livello internazionale) è difficile non immaginare che il film di Abrams possa non solo arrivare a quei livelli senza troppa fatica ma magari anche superare il più ambito dei traguardi, quello dei 2 miliardi di dollari che per il momento è appannaggio soltanto di James Cameron con i suoi Titanic ed Avatar.
Se però provate a chiedere alla Disney (noi lo abbiamo fatto la scorsa estate a Riccione intervistando il direttore marketing italiano Davide Romani), la tendenza è (giustamente) quella di cercare di smorzare il più possibile gli entusiasmi e le aspettative. Recentemente lo stesso Alan Horn, presidente dei Walt Disney Studios, ha fatto notare come in realtà storicamente nessun film uscito in America durante le feste di Natale sia mai andato oltre 85 milioni all'esordio (il record è appunto del 2012 con Lo Hobbit: un viaggio inaspettato), e che quindi immaginare un'apertura da 200 milioni o più come fosse un blockbuster estivo non è realistico( andrebbe anche notato però come si sia tenuto ben lontano dall'aggiungere che sia Titanic che Avatar sono usciti nello stesso periodo e sono partiti con numeri ben più bassi...).
Ma con questo Star Wars numero 7 c'è poco da rimanere con i piedi per terra, e lo hanno già dimostrato gli impressionanti numeri delle prevendite che sono già arrivati, solo negli USA, ad oltre 50 milioni di dollari (il doppio de Il cavaliere oscuro - Il ritorno, blockbuster estivo che deteneva il precedente record di 25 milioni di dollari).
C'è quindi qualcuno che ancora crede alla favoletta degli 85 milioni di apertura?
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Questo film invece è fatto per infrangere record e finora ha mantenute le promesse: non solo le prevendite di cui abbiamo già detto, ma anche il numero di visualizzazioni online di un trailer. Lo scorso 19 ottobre il nuovo video veniva visto oltre 112 milioni di volte soltanto nelle prime 24 ore, stracciando il record precedente di 88 milioni che spettava al secondo teaser uscito in primavera. E ricordate quel primo teaser che nel novembre 2014 che entusiasmò gli animi e fece piangere milioni di fan? "Soltanto" 55 milioni di visualizzazioni nelle prime 24 ore. Ecco perché è francamente impossibile immaginare un qualsiasi scenario in cui Il risveglio della Forza non sia comunque un successo stratosferico e, forse, anche senza precedenti.
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4. Star Wars rappresenta la saga più importante della storia del cinema
Lo sappiamo che questa frase farà storcere il naso a molti, ma qua non si tratta di gusti personali ma di fatti oggettivi. Certo, quello di James Bond è il filone più longevo e il Marvel Cinematic Universe il più redditizio (anche in prospettiva), ma nessuna saga può anche solo pensare di competere in termini di impatto culturale, sociale e commerciale sulla società contemporanea: pensate a quante frasi, immagini e personaggi di Star Wars sono entrati nella nostra quotidianità negli ultimi 38 anni o pensate alla moltitudine di gadget e merchandising che hanno invaso le nostre case in questi decenni. Ma soprattutto pensate a quanto è cambiata l'industria cinematografica dopo il successo di pubblico e di critica di Guerre stellari e la nascita della Industrial Light & Magic.
Non dimentichiamoci poi l'aspetto più importante di tutti, quel piccolo dettaglio assolutamente non trascurabile: a differenza di tutte le altri grandi saghe di maggiore successo di sempre, Star Wars è un soggetto originale e non proveniente da libri, fumetti o videogiochi. L'universo creato da Lucas è sicuramente debitore a moltissime opere precedenti, ma ad oggi rimane a tutti gli effetti l'universo cinematografico per eccellenza, la perfetta sublimazione di quel cinema fantastico e fantascientifico immaginato, sognato e cercato da Georges Méliès fin dagli albori della settima arte.
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5. Quella contraddizione del "tanto tempo fa"
Per chi si è avvicinato a Star Wars fin da piccolissimo, uno degli aspetti più affascinanti del film di George Lucas è sempre stato quell'incipit al limite dell'anacronistico che proietta fin da subito lo spettatore nello spazio in mezzo ad astronavi e laser ma in realtà gli ricorda che sta raccontando una storia, anzi una favola di altri tempi. Si tratta di un piccolissimo particolare che contribuisce a creare un'atmosfera magica che in effetti si addice più al fantasy che alla fantascienza.
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C'è però un secondo significato, certamente non voluto all'epoca, che adesso possiamo attribuire a quella frase così particolare, ed ha a che fare con la nostalgia. Non solo la nostalgia per questi film di cui stiamo cantando le doti in questo articolo, ma nostalgia per un tipo di cinema sicuramente innovativo ma comunque semi-artigianale che proprio Guerre stellari e i suoi due sequel avevano fatto grande; un cinema che ormai non sembra esserci più, ma a cui J.J. Abrams ha scelto di tornare in maniera condapevole proprio per recuperare quanto di quel fascino era andato perduto nella trilogia prequel, che invece è figlia di un cinema fatto di digitale, CGI, green screen e che spesso - e questa è certamente la colpa imperdonabile di Lucas - sembra più un videogioco che un film.
Questo Episodio VII sarà quindi un grande ritorno ad effetti speciali più "pratici" e tradizionali a discapito di quelli digitali, ma senza per questo perdere nulla in spettacolarità, come d'altronde già ampiamente dimostrato da uno dei film più belli di questo 2015, il già citato Mad Max: Fury Road. Un'altra scelta in controtendenza è quella di girare in pellicola 35mm (e alcune parti in 65mm Imax) invece che in digitale, un approccio che verrà mantenuto anche nei due episodi successivi come già confermato da Rian Johnson, regista di Episode VIII.
Noi saremo sicuramente dei vecchi fan nostalgici, ma l'idea di avere uno dei più grandi successi di sempre girati in questo modo rappresenta, a nostro modo di vedere, una grande vittoria per il cinema, a prescindere da quello che sarà il reale risultato in termini qualitativi del film di Abrams. Perché, se non si fosse ancora capito, il film vero e proprio ancora non l'abbiamo visto e se non stiamo morendo dalla curiosità e dal desiderio poco ci manca. Per questo ci consoliamo pensando che, quando lo vedremo, se pure non sarà il più bello di sempre, sarà quantomeno il più importante.