Un altro anno di cinema è arrivato alla sua conclusione e, come sempre, abbiamo raccolto le opinioni della redazione per stilare la nostra classifica ideale da affiancare ai risultati della votazione dei nostri utenti per i Movieplayer.it Awards 2010. Come prevedibile non sono mancati i film che hanno colpito il nostro immaginario, sapendoci emozionare e coinvolgere, meritandosi di diritto un posto in classifica, ma è anche naturale che i titoli citati tra le preferenze personali dei nostri redattori siano stati nel complesso più numerosi dei dieci necessari a stilare la top ten. Inevitabile la presenza di esclusi ugualmente amati, ma meno titolo di particolare rilievo e poche vittime illustri.
Escludendo i primi due titoli, che hanno ottenuto un consenso più ampio staccando il gruppo degli inseguitori, dal terzo all'ottavo posto colpisce un equilibrio notevole che avrebbe facilmente potuto portare ad inversioni nelle posizioni in classifica, indice anche di una qualità media elevata che ha portato a votare secondo il proprio gusto, disperdendo i voti tra tante pellicole di buon livello. Spicca, però, la mancanza di film italiani dopo l'illusione di rinascita dello scorso anno con Il Divo e Gomorra.
Ma prima di commentare, guardiamo insieme la classifica finale:
Gran Torino
Revolutionary Road
Nemico pubblico - Public Enemies
The Wrestler
Up
Valzer con bashir
Lasciami entrare
A Serious Man
Il Nastro bianco
Colpisce la vetta conquistata da Quentin Tarantino, soprattutto dopo le prime reazioni in quel di Cannes, piuttosto fredde nel complesso, che dimostrano come l'autore sia sempre sotto esame ad ogni sua nuova uscita cinematografica. Un esame che, a giudicare dalla quasi unanimità con cui, non solo all'interno della nostra redazione, il film è stato accolto, è stato superato ampiamente ancora una volta. Bastardi senza gloria, vagamento ispirato a Quel maledetto treno blindato, è un film totalmente tarantiniano, un film di guerra e di vendetta che porta al sogno dei sogni, l'eliminazione del Nazismo (leggi la recensione).
Come dicevamo, gli inseguitori sono molto vicini tra loro.
Immediatamente alle spalle di Kate & Leo, troviamo uno dei grandi registi contemporanei alla sua nuova conferma: Michael Mann ed il suo Nemico pubblico - Public Enemies. Con due star come Johnny Depp e Christian Bale al suo servizio, Mann attinge all'attenta analisi del libro di Brian Burroghs per raccontare una parte della vita di Dillinger, con la maestria che lo contraddistingue, realizzando un film che intrattiene ed allo stesso tempo impegna mentalmente lo spettatore. Alle sue spalle il Leone d'oro 2008, The Wrestler, il ritorno in grande stile di Darren Aronofsky e di un incredibile Mickey Rourke, un film che partendo dalla celebrazione di uno sport, tratteggia il ritratto di un uomo ed approfondisce la situazione dell'America.
Seguono due film d'animazione che di questa forma d'arte incarnano due anime diverse, ma ugualmente importanti: che la Pixar sia stata negli ultimi anni un punto di riferimento del campo è un dato di fatto e che Up confermi questa tendenza ne è un altro. I primi dieci minuti sono da scuola di cinema e se tutto il film fosse stato su quella falsariga, la sua posizione in questa classifica sarebbe stata probabilmente più prestigiosa; dopo quel delicato prologo, però, il film di Pete Docter diventa solo un bel film, visivamente ricco, curato nei dettagli, avventuroso e divertente.
Negli anni del ritorno in grande stile dei vampiri al cinema e non solo, è un film piccolo sull'argomento che ha colpito la nostra immaginazione: lo svedese Lasciami entrare di Tomas Alfredson. Un horror, certo, ma anche racconto di formazione ed una delicata storia d'amore tra un ragazzino ed una piccola vampira. Alfredson è bravo a rendere il rapporto tra i protagonisti, ma anche la depressa ambientazione svedese in cui si muovono.
Una parentesi più leggera, ma comunque profonda, prima della chiusura dedicata ad un'ulteriore, necessaria, riflessione sulla Germania nazista attraverso l'estetica di un maestro del cinema di questi anni come Michael Haneke. Vincitore a Cannes e come film straniero ai Golden Globes, Il nastro bianco si colloca a metà tra dramma familiare ed affresco storico ed è attraversato da una tensione costante nonostante la staticità e sobrietà delle riprese, l'eleganza del bianco e nero e la totale assenza di accompagnamento musicale.
Prima di chiudere, un accenno agli esclusi, a quei film che di poco hanno fallito l'ingresso in classifica, tra loro non mancano le pellicole di qualità ma particolari, come Nel paese delle creature selvagge e Moon, o estreme come Martyrs, o il caso de Il mio vicino Totoro, giunto nelle nostre sale con imbarazzante ritardo rispetto alla sua produzione.
Nonostante ci siano state sicuramente annate complessivamente migliori in passato, questi nomi, sia quelli in top ten che quelli degli esclusi, dimostrano come anche questo 2009 abbia offerto spunti interessanti e motivi per essere ricordato e, per noi che di cinema viviamo, è sempre un aspetto non trascurabile.