Captain Marvel è il ventunesimo film del Marvel Cinematic Universe, ma per certi versi è anche il primo: essendo ambientato nel 1995, funge da prequel alla Fase Uno del franchise, spiegando in parte come Nick Fury ha avuto l'idea di mettere su una squadra di supereroi per difendere il pianeta Terra (come dice una delle frasi di lancio del marketing, prima degli Avengers c'era Carol Danvers). La collocazione cronologica antecedente ha anche consentito ai registi Anna Boden e Ryan Fleck di giocare ancora di più con il concetto degli Easter Eggs, che si tratti di rimandi cinematografici, fumettistici o altro. Come da consuetudine, ecco la nostra panoramica delle chicche nascoste più significative, dieci curiosità su Captain Marvel, con la solita avvertenza: l'articolo contiene spoiler!
1. 1989, un anno importante
Mentre indaga sul proprio passato insieme a Fury, Carol scopre di essere data per morta in seguito a un incidente avvenuto nel 1989, durante il quale perse la vita anche Wendy Lawson (Annette Bening). Un anno che, come ben sa chi segue attentamente le vicende del Marvel Cinematic Universe, creò un altro grattacapo per lo S.H.I.E.L.D., poiché nel medesimo periodo Hank Pym lasciò l'organizzazione per impedire che la sua formula per rimpicciolire oggetti e persone venisse replicata. Un'altra fortunata coincidenza vuole che sia anche l'anno di nascita di Brie Larson, l'interprete di Carol.
2. Stan Lee tra Marvel e Mallrats: universi che si incontrano
Il tradizionale cameo, ora postumo, di Stan Lee è situato all'interno della metro, dove il suo sguardo incrocia per un istante quello di Danvers. Il Sorridente è impegnato con la memorizzazione dei dialoghi per un progetto cinematografico, di cui vediamo il titolo sulla copertina del copione: Mallrats, ossia Generazione X, il secondo lungometraggio di Kevin Smith, dove Lee appare nei panni di se stesso per fungere da mentore al protagonista. Il fatto che Stan cerchi di imparare le battute a memoria è un simpatico inside joke: non riuscendoci, sul set del film di Smith dovette leggere la propria parte su appositi cartelli (motivo per cui, in alcune inquadrature, guarda continuamente in una direzione e poi nell'altra).
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3. Da Blockbuster al Marvel Cinematic Universe
Quando Carol precipita all'interno di un Blockbuster, vi sono rimandi visivi espliciti a due film, True Lies e Uomini veri, mentre il gatto Goose, che nei fumetti si chiama Chewbacca, è un omaggio dichiarato a Top Gun. Il caso vuole che tutti e tre i film abbiano nel cast attori che hanno successivamente recitato nel MCU: Bill Paxton (John Garrett nella prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.), Jeff Goldblum (Il Gran Maestro in Thor: Ragnarok) e Adrian Pasdar (Glenn Talbot, sempre nella serie dedicata all'agenzia spionistica). Uscendo dalla cerchia diretta dei collegamenti con la Marvel c'è un altro omaggio nella sequenza in cui Fury e Coulson inseguono la metropolitana in macchina, evidente rimando a Il braccio violento della legge.
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4. Mar-Vell
Alla fine del film (a proposito, qui potete leggere la nostra recensione di Captain Marvel) parlando di quello che Carol farà in seguito, Fury sbaglia la pronuncia del nome Mar-Vell, storpiandolo in "Marvel". Questo scambio di battute allude in modo ironico alla nascita del nome "Captain Marvel" nei fumetti, dove divenne l'appellativo ufficiale di Mar-Vell (nell'universo cartaceo un guerriero mandato sulla Terra per determinare se fosse una minaccia per l'impero Kree) quando le persone che assisterono alle sue gesta capirono male il suo nome alieno. Da notare inoltre che, per infiltrarsi tra di noi, Mar-Vell impersonò uno scienziato defunto da poco, tale Walter Lawson, che al cinema è diventato Wendy Lawson.
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5. Nick Fury
Per accedere alla base militare contenente il fascicolo sull'operazione Pegasus, Nick Fury comunica il proprio nome per intero: Nicholas Joseph Fury. Dinanzi alla perplessità di Carol sul triplo nome, il futuro direttore dello S.H.I.E.L.D. precisa che tutti lo chiamano Fury: "Niente Nicholas, Joseph, o Nick. Anche mia madre mi chiama Fury." Questo allude, con fare sottilmente beffardo, a come il personaggio viene trattato negli anni successivi: nelle sue apparizioni precedenti sullo schermo, tutti l'hanno sempre chiamato o per cognome o aggiungendo il suo titolo professionale, con un'eccezione: Tony Stark, soprattutto in The Avengers, lo chiama Nick apposta per sfidarne l'autorità.
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6. Questioni di lingua
Nel doppiaggio italiano è stato creato un anacronismo involontario quando Carol mette alla prova Fury per dimostrare che non è uno Skrull, chiedendogli di rispondere ad alcune domande personali. Lui risponde sarcastico "Vuoi la mia password del Wi-Fi?", solo che la tecnologia in questione ha debuttato tre anni dopo gli eventi del film. In inglese si parla, più correttamente, della password AOL (America Online, che esiste dal 1983). Sempre in lingua originale, questo diventa il secondo film Marvel in cui Samuel L. Jackson può dire la sua parolaccia preferita aggirando in modi creativi la censura: in Avengers: Infinity War dice "Motherf..." prima di smaterializzarsi, e in questa sede, quando Goose gli danneggia l'occhio in modo permanente, esclama "Mother Flerken!", alludendo alla razza aliena a cui appartiene il "felino".
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7. Un volto nascosto
La Suprema Intelligenza, entità artificiale che assimila le menti dei Kree dopo la loro morte, si manifesta fisicamente nel film assumendo le sembianze della persona che l'interlocutore ammira maggiormente (nel caso di Carol si tratta di Mar-Vell). Stando a Yon-Rogg, nessuno ha mai visto la vera forma dell'Intelligenza, che invece nei fumetti è la sua manifestazione principale: una gigantesca testa verde, con dei capelli tentacolari, sospesa in una vasca. La colonna sonora allude ironicamente alla natura ambigua del personaggio durante il suo scontro finale con Carol, introdotto dalla canzone Come As You Are (letteralmente "Vieni così come sei") dei Nirvana. Un brano che la Marvel ha già sfruttato in un'altra occasione, usandola per il primo trailer della miniserie The Defenders.
8. il doppio ruolo di Ben Mendelsohn
Un altro motivo per vedere il film in lingua originale è legato alla prova attoriale di Ben Mendelsohn, interprete di Talos, leader degli Skrull. L'attore australiano appare infatti in una duplice veste, prestando il corpo non solo all'alieno mutaforma, sotto diversi strati di trucco, ma anche al direttore dello S.H.I.E.L.D., di cui Talos assume le sembianze per ingannare Fury. La doppia natura della performance si estende anche alla voce, poiché in forma umana Mendelsohn usa un accento americano (basato su Donald Rumsfeld), mentre per la vera forma di Talos ha scelto di esprimersi con il suo accento normale australiano, giocando in parte con le aspettative del pubblico, dato che i cattivi nei film hollywoodiani spesso non hanno una parlata statunitense, mentre in questo caso Talos è dalla parte dei buoni.
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9. Ricambio generazionale
Nel film viene introdotta la figura di Maria Rambeau, migliore amica di Carol Danvers e madre di Monica Rambeau, noto personaggio dei fumetti, dove è stata la prima donna a farsi chiamare Captain Marvel (Carol all'epoca era Ms. Marvel) dopo aver ottenuto poteri simili in un incidente non tanto diverso da quello mostrato sullo schermo. Successivamente ha cambiato nome tre volte, diventando prima Photon (che nel film è il soprannome da aviatrice della madre, mentre quello di Carol è Avenger), poi Pulsar e, dal 2013, Spectrum. Dato che il ritorno di Danvers sul nostro pianeta avviene una ventina d'anni dopo la battaglia contro Yon-Rogg, è probabile che in futuro non troppo lontano la versione adulta di Monica segua le orme della sua controparte cartacea.
10. Oltre i limiti
Nella sequenza mid-credits di Captain Marvel appaiono, non accreditati, Chris Evans, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo e Don Cheadle, in quella che presumibilmente è una clip tratta da Avengers: Endgame. La presenza di Evans fa particolarmente sorridere a livello di numero di film con la sua presenza nei panni di Steve Rogers: l'attore rifiutò infatti di firmare un contratto per nove film, accettando invece di fare sei apparizioni, con un accordo supplementare per il quarto film sugli Avengers. Se a questo però aggiungiamo i suoi camei in Thor: The Dark World e Spider-Man: Homecoming (dove si ironizza proprio sul suo contratto) arriviamo esattamente a nove, come previsto inizialmente, mentre l'uso di materiale esterno per questo film e il primo Ant-Man fa salire il totale a undici.