Robert Altman, è uno dei grandi autori del cinema americano, anche se il suo contributo alla Settima arte è stato coronato in patria soltanto dalla vittoria dell'Oscar alla carriera nel 2006.
Altman nasce il 20 febbraio 1925 a Kansas City, e a sei anni entra in una scuola cattolica, nella quale viene istruito secondo canoni morali piuttosto rigidi. Dopo esseri iscritto alla Rockhurst High School, a diciotto anni frequenta l'accademia militare di Wentworth. Due anni dopo, nel 1945, si arruola in aviazione e partecipa a più di cinquanta bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale come pilota di B-24, esperienza che lo segnerà profondamente e influenzerà la sua futura produzione. Nel 1947, tornato dalla guerra, si iscrive alla facoltà di ingegneria dell'Università del Missouri.
Nel frattempo inizia a scrivere soggetti per la radio e a lavorare come apprendista per la Calvin Company, facendo le prime esperienze e imparando molto sulle tecniche cinematografiche. Per la Calvin Company dirige diverse produzioni commerciali, cortometraggi e documentari, finché racimola abbastanza denaro per realizzare nel 1955 il suo primo lungometraggio: The Delinquents, film sulla gioventù ribelle mai arrivato al pubblico italiano, in cui lo vediamo nella tripla veste di scrittore, produttore e regista. Nel 1957 filma un documentario sulla vita di James Dean, La storia di James Dean, deceduto l'anno prima.
Nei dieci anni successivi partecipa saltuariamente a numerose serie televisive in qualità di regista e sceneggiatore, tra cui Bonanza, Alfred Hitchcock Presenta, Route 66, e U.S. Marshal; anche se da buona parte dei set viene regolarmente licenziato, sia per la sua incapacità di sottostare alle direttive della produzione, sia per le sue forti pressioni ad includere ovunque contenuti politici ed antimilitaristi.
Dopo alcuni lungometraggi di scarso successo al box-office - Conto alla rovescia e Quel freddo giorno nel parco - e sull'orlo del crollo finanziario per le sue perdite al gioco, riesce comunque a fondare una casa di produzione, la Lion's Gate Films.
Esordisce, inaugurandola in grande stile con M.A.S.H. nel 1970, film su un ospedale militare durante la guerra in Corea, ma al tempo stesso tagliente satira antimilitarista che rimanda al contemporaneo conflitto in Vietnam. M.A.S.H. riceve ben sei nomination all'Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, vince la Palma d'oro a Cannes, e segnala Altman come regista coraggioso e attento osservatore della realtà americana degli anni Settanta.
Con M.A.S.H., che tra l'altro dà origine anche a una delle serie televisiva più popolari nella storia americana, Altman si distinse subito per il poco ortodosso metodo di produzione (gli attori e la troupe vivevano all'interno del set, un campo militare), unito a uno stile audace (sovrapposizioni, dialoghi improvvisati, montaggio e riprese semidocumentarie) e all'irriverenza nei confronti dei generi e delle convenzioni di Hollywood. Il regista, infatti, ha sempre odiato gli stereotipi cinematografici, i limiti imposti dalle produzioni e il modo ormai abusato di fare cinema in America: con la realizzazione della sua Lion's Gate Films, casa di produzione gestita totalmente da lui, ma soprattutto con il successo di M.A.S.H., si prende dunque una rivincita nei confronti di Hollywood.
Forte del buon esito ottenuto, iniziò a spaziare all'interno di diversi generi: fu così la volta di Anche gli uccelli uccidono nel 1971, profondo dramma sul razzismo, e I compari, nello stesso anno, epopea western per nulla eroica e spavalda.
Dopo l'onirico Images del 1972, che è valso alla protagonista Susannah York il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes, l'atipico noir Il lungo addio del 1973 ci mostra un Marlowe (inarnato da uno straordinario Elliott Gould) alle prese con la quotidianità e lontanissimo dalla figura di paladino della legge.
L'anno seguente dirige Gang, sulla malavita degli anni Trenta in cui i gangster sono dei perdenti e reietti. Dopo il divertente California Poker, ancora con l'attore feticcio Gould, nel 1975 arriva il film più significativo, più noto e più universalmente apprezzato di Robert Altman: Nashville. Altre cinque nomination all'Oscar, inclusa nuovamente quelle per miglior film e miglior regia, e un enorme successo di pubblico, per una feroce satira che ritrae diversi spaccati di vita amara e inquietante, ritratto dell'America del tempo.
L'anno successivo vince l'Orso d'oro a Berlino con Buffalo Bill e gli indiani: ovvero la lezione di storia di Toro Seduto, in cui prosegue sulla strada di demitizzazione degli eroi americani.
La critica ed il pubblico però lo abbandonarono quando le sue opere si fecero più eccentriche, così negli anni seguenti titoli come il dramma femminile Tre donne, il grottesco Un matrimonio e la fantascienza psicologica di Quintet, questi ultimi due ultimi interpretati anche da Vittorio Gassman, ottengono scarso successo
Nel 1980 dopo l'ennesimo flop con Popeye - braccio di ferro, con l'istrionico Robin Williams nei panni del celebre personaggio dei fumetti e cartoons, vende la Lion's Gate Films e si dedica al teatro fondando la Sandcastle 5 Productions.
Per una decina d'anni resta lontano da Hollywood dedicandosi prevalentemente al teatro e sporadicamente al cinema, dirigendo lungometraggi ben accolti dal pubblico come Jimmy Dean, Jimmy Dean nel 1982, in cui ritorna ancora a riflettere sul mito americano, Streamers nel 1983, ennesimo pamphlet antimilitarista, il buffo Terapia di gruppo del 1987, che si fa beffe della psicanalisi, e il televisivo Vincent e Theo, appassionata biografia di Van Gogh.
Il suo vero ritorno al cinema in grande stile avviene solo nel 1992 con I protagonisti, efficace satira dell'ambiente Hollywoodiano. Gli incassi gli rendono nuovamente giustizia e il suo impegno continua a evolversi e a manifestarsi nel 1993 con America oggi, che ricorda un po' Nashville per la sua anomala struttura corale e vince il Leone d'Oro a Venezia. Entrambi i film ricevono l'ennesima candidatura all'Oscar che però non riesce a concretizzarsi.
È l'inizio di un lungo periodo positivo, in cui dirige la girandola ambientata nel mondo della moda Prêt-a-porter nel 1994; il dramma sullo sfondo della Grande depressione Kansas City nel 1996, anno in cui riceve anche il Leone d'Oro alla carriera; l'insolito thriller Conflitto di interessi nel 1998; il ritratto corale femminile La fortuna di Cookie nel 1999 e il piacevole Il dottor T e le donne nel 2000, con Richard Gere e Helen Hunt.
Nel 2001 è il turno di un nuovo capolavoro: Gosford Park, raffinato giallo "d'altri tempi" con cui si aggiudica il Golden globe come miglior regista e l'ultima candidatura all'Oscar, ovviamente non suffragata dal premio. Negli ultimi anni della sua carriera Altman si dedica, ancora, a riflettere sul teatro, con The Company del 2003, e sull'essenza dell'arte e della musica americana con l'eccezionale Radio America del 2006, suo testamento spirituale.
Nel 2006 giunge finalmente l'Oscar alla carriera, con il quale l'Academy sottolinea quanto il premio sia attribuito non soltanto all'esperienza, ma soprattutto alla manifestata ed innegabile capacità di rinnovare il cinema ispirando autori, registi e pubblico. Peccato che il maestro, che ci ha lasciato il 20 Novembre dello stesso 2006, non sia riuscito a goderselo.
2006 Premio Premio alla carriera
2002 Candidatura Miglior regia per Gosford Park
2002 Candidatura Miglior film per Gosford Park
1994 Candidatura Miglior regia per America Oggi
1993 Candidatura Miglior regia per I protagonisti
1976 Candidatura Miglior film per Nashville
1976 Candidatura Miglior regia per Nashville
1971 Candidatura Miglior regia per MASH
2002 Premio Migliore regia per Gosford Park
1994 Candidatura Miglior sceneggiatura per America Oggi
2006 Regia, Produzione
2003 Regia
2001 Regia, Produzione, Soggetto
2000 Produzione
Sono nato e cresciuto in una famiglia di donne, e le donne hanno sempre avuto un ruolo molto importante nella mia vita. Amo le donne perché sono loro che hanno la possibilità di fare figli. La loro è una posizione …
A 25 anni dalla sua uscita torna al cinema il 6 novembre in versione restaurata 4K Il grande Lebowski dei fratelli Coen, uno dei cult più importanti nella filmografia di Joel e Ethan. Nelle sale con La Cineteca di Bologna.
Uscito al cinema il 1° ottobre 1993, tratto dai racconti di Raymond Carver e premiato con il Leone d'Oro a Venezia, America oggi è un altro straordinario affresco corale che si attesta fra i capolavori di Robert Altman.
Il lungo addio di Robert Altman celebra i suoi cinquant'anni. Un classico degli anni Settanta che chiudeva idealmente il periodo del noir classico, aprendo a nuove prospettive narrative.
Non è raro che i Golden Globe compiano scelte di gran lunga migliori rispetto all'Academy: ecco dieci casi in cui le sfere dorate si sono fatte apprezzare ben più degli Oscar.
Quentin Tarantino ha rilasciato dichiarazioni poco lusinghiere su Anche gli uccelli uccidono, il film diretto nel 1970 da Robert Altman: ma ha ragione o no?