Paul Thomas Anderson detto "PTA" nasce il 26 giugno 1970 a Studio City, nello stato della California, da Bonnie (nata Edwina Gough) ed Ernie Anderson. Suo padre è un noto artista dalla voce fuori campo meglio conosciuto come annunciatore dell'American Broadcasting Company (in particolare per Love Boat e America's Funniest Home Videos) e all'interno dell'ambiente dei B-Movies di genere horror per il personaggio di Ghoulardi, presentatore in costume da lui stesso creato che introduceva film horror su una stazione televisiva locale di Cleveland: è proprio in onore di tale personaggio che Paul Thomas chiamerà la propria compagnia di produzione Ghoulardi Films. Cresciuto coi suoi due fratelli e quattro sorelle in quella San Fernando Valley di Los Angeles che tanto l'ha influenzato (probabilmente è stata da lui stesso immortalata già negli anni '80 in Valley Girls, dove viene in realtà considerata una piccola e squallida parte del sobborgo americano, vicino a Hollywood ma non esattamente lì), sede di prosperità per l'industria del cinema porno negli anni '70 (per il quale diventa ossessionato già in giovane età), questo indisciplinato "enfant prodige" del cinema hollywoodiano non è stato mai attratto dalla scuola. Alla sesta classe è infatti costretto a lasciare la Buckley School di Sherman Oaks per risse e brutti voti, e dopo il Montclair College Prep High School, trascorre due semestri alla facoltà inglese di Emerson prima di andarsene. Più tardi si iscrive alla New York University Film School che frequenterà per soli due anni prima di abbandonare gli studi. Sapendo che si sarebbe allontanato dalla facoltà, alla classe di sceneggiatura presenta sottoforma di gag alcune pagine del film drammatico a sfondo criminale scritto dal premio Pulitzer David Mamet, Hoffa: santo o mafioso? (1992), giusto per vedere cosa sarebbe accaduto: il risultato fu un C meno.
Il suo desiderio è sempre stato quello di diventare regista, e guardare film è l'unica forma di educazione di cui sente il bisogno. Suo padre è uno dei primi uomini del suo isolato ad avere il videoregistratore, quindi già da piccolissimo Paul Thomas ha a sua completa disposizione un numero infinito di titoli: proprio per questo è uno dei primi rappresentanti di filmmakers, assieme al caro amico Quentin Tarantino, della generazione "video store" che ha una conoscenza enciclopedica della tecnica e della cultura cinematografica. Mentre registi come Steven Spielberg si staccavano i denti per girare film in super 8, Paul Thomas fa lo stesso per realizzarli in videocassetta e montarli da videoregistratore a videoregistratore.
La sua carriera di filmmaker inizia molto presto: il suo film più significativo da non professionista è il cortometraggio The Dirk Diggler Story (1988), sorta di mockumentary di trenta minuti realizzato durante gli anni di frequentazione del Montclair College Prep High School, e dedicato a Dirk Diggler, il "re del porno" dal pene lungo 13 dita ispirato a un articolo su John Holmes (che gli servirà come maggiore ispirazione per Boogie Nights - L'altra Hollywood). Dopo la parentesi newyorkese e tornato nel Sud della California, Paul Thomas inizia a lavorare come assistente di produzione in un gioco televisivo per bambini chiamato The Quiz Kids Challenge (Syndicated, 1990-1991) e nel film tv Sworn to Vengeance (1993) di Peter H. Hunt. Dopo aver conosciuto l'attore Philip Baker Hall mentre è al lavoro in uno speciale della PBS, Paul Thomas lo dirige (e sarà solo la prima di una serie di collaborazioni), con una macchina da presa in affitto, in Cigarettes & Coffee (1993), cortometraggio di 20 minuti - da lui stesso scritto, come tutti i suoi futuri film - su cinque persone le cui vite si intrecciano improvvisamente in una cena a Las Vegas. Il lavoro viene presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival nella sezione "Shorts Program II": il giovane regista viene allora ammesso al Sundance Institute Filmmaker's Workshop, dove trasforma il corto nel suo primo lungometraggio, Sydney (1996). Il film mette volutamente ed immediatamente in mostra il marchio di fabbrica del cineasta: storie multiple, uso eccezionale della sorgente di luce, un abbagliante lavoro dietro alla macchina da presa con lunghe riprese, enfasi dettagliata sul dialogo e sui personaggi e recitazione di prima qualità. Thriller ambientato tra i tavoli da gioco di Las Vegas, Sydney annovera nel cast lo stesso Philip Baker Hall, John C. Reilly (attore affezionato di PTA), Gwyneth Paltrow, Samuel L. Jackson e Philip Seymour Hoffman (che prenderà parte a tutti i suoi primi quattro film), e viene proiettato sia al Sundance Film Festival che al Festival del Cinema di Cannes, dove è acclamato per le complesse performances e l'affascinante psicologia umana presentata. Inoltre, la rivista Film Comment incorona Paul Thomas Anderson come "il più grande regista promettente del 1997", e nonostante il flop al box office, anche i critici lo ammirano. Dopo aver cambiato il titolo in Hard Eight, rimontato la pellicola senza il suo permesso, ed aver distribuito un film non in linea con la sua versione originale, il regista entra in conflitto con lo studio Rysher Entertainment che l'ha prodotto. Più volte e in più momenti non si lascia sfuggire l'occasione per esprimere il suo disappunto, dichiarando nelle interviste "è stata l'esperienza più dolorosa che ho dovuto vivere".
Intanto Paul Thomas inizia a lavorare al suo secondo lungometraggio, e sulla base del suo The Dirk Diggler Story (da cui però getta via l'approccio satirico) scrive una mastodontica sceneggiatura di 300 pagine (che gli varrà la nomina agli Oscar) che si trasformerà nel film che lo farà definitivamente sfondare: Boogie Nights - L'altra Hollywood (1997). Incentrato sul mondo della pornografia, il film è la storia di un giovane della San Fernando Valley (Mark Wahlberg) con un membro un po' troppo grosso, che entra nell'industria dei film per adulti nel bel mezzo dello storico passaggio dalla pellicola alla videocassetta. Sotto la guida di Jack Horner (Burt Reynolds, la cui carriera viene ora rilanciata), produttore e figura paterna, e dell'attrice Amber Waves (Julianne Moore, che assieme a Wahlberg viene da questo momento inserita nella lista A degli attori seri), la nuova star - soprannominata Dirk Diggler - si gode la grande celebrità, subendo solo una caduta nella tossicodipendenza. Il film, largamente considerato come una delle più fini rappresentazioni dell'industria del cinema porno, è spesso gioioso nel suo sguardo agli anni '70 e ai giorni in cui il porno era ancora girato in pellicola, proiettato nelle sale cinematografiche, e gli attori potevano almeno illudersi di credere che erano star del cinema. Il regista dimostra le alte ambizioni del suo cinema corale e visionario che si ispira al Robert Altman delle storie collettive e al Martin Scorsese dei sinuosi movimenti di macchina e dei lunghi piani sequenza accompagnati da un'incalzante colonna sonora. Ben interpretato su tutti i fronti - sia Burt Reynolds che Julianne Moore guadagnano una nomination agli Oscar, e sono affiancati dalle interpretazioni di John C. Reilly, Don Cheadle, Heather Graham, William H. Macy, Philip Seymour Hoffman, Philip Baker Hall e Alfred Molina - combinando uno humour acuto, un'indelebile acutezza e dettagli meticolosi, il secondo lungometraggio di Anderson è stato salutato come il primo grande film sugli anni '70 che è venuto fuori dagli anni '70 sino ad oggi. La grande acclamazione che lo circonda mette Paul Thomas in prima linea tra i giovani registi americani, confermandolo come uno dei talenti più interessante degli anni a venire.
L'attesa su come il cineasta avrebbe dato seguito allo straordinario successo di Boogie Nights - L'altra Hollywood è molto alta. Con una mossa pressoché senza precedenti, la New Line Cinema offre a Paul Thomas praticamente carta bianca, compreso il tanto desiderato final cut che viene negato alla maggior parte dei registi. Dopo aver incontrato il suo idolo Francis Ford Coppola che gli suggerisce di sfruttare l'occasione per realizzare ciò che desidera perché potrebbe trattarsi della sua prima ed ultima opportunità, il cineasta si butta a capofitto nel suo prossimo film. Ispirato dalle canzoni dell'amica Aimee Mann, scrive la sceneggiatura di quello che sarebbe diventato Magnolia (1999), uno sguardo disordinato, affascinante e qualche volta confuso sul complicato reticolo delle tante e caotiche vite della San Fernando Valley, che si scontrano tra caso, azione umana e perfino intervento divino. Imperniato su temi come l'amore, la morte, l'abbandono e il disamoramento familiare, il regista ritrae un'umanità variegata popolata da padri assenti e figli instabili, profondamente e ineluttabilmente segnati dalle cicatrici del passato. Nel fitto schema narrativo nove vite e storie diverse s'incrociano l'una con l'altra, ed i paragoni con l'influenza di Altman sono inevitabili: con destrezza, Paul Thomas depone uno strato di personaggi narrativi in un arazzo di vicine proporzioni bibliche. Ancora una volta si serve dei suoi attori preferiti - Philip Baker Hall, John C. Reilly, William H. Macy, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman e Melora Walters - e seguita a dare alla luce le sue ambiziose storie di fede e redenzione che continuano a fargli guadagnare numerose nominations, incluse tre agli Oscar per il miglior attore non protagonista (Tom Cruise, che lavora quasi gratis), la migliore canzone originale ("Save Me" di Aimee Mann) e la migliore sceneggiatura originale. Nonostante Magnolia compaia nella lista dei 10 migliori film del 1999 di oltre 150 critici, sia considerato il capolavoro di Paul Thomas Anderson, abbia vinto l'Orso d'oro al Festival Internazionale del Film di Berlino ed abbia affascinato molte persone per come un giovane regista di appena 30 anni è riuscito a creare un film così complesso e potente, la pellicola tiene alla larga il grande pubblico, ed incassa meno del suo precedente lavoro. In un'intervista realizzata dopo la distribuzione del film, il cineasta comunque dichiara: "ciò che veramente sento è che Magnolia è, nel meglio o nel peggio, il miglior film che mai farò".
Paul Thomas trascorre parte del 2000 ad affinare il suo talento comico nel più improbabile dei posti: il venerabile sketch show della NBC Saturday Night Live. Seguendo passo dopo passo un episodio che vede come protagonista la cantante e a suo tempo fidanzata Fiona Apple, il cineasta viene sfruttato per il suo talento nella scrittura anche per una coppia di segmenti di mockumentary prefilmati. La commedia fa presa sul regista, e non passa molto tempo prima che l'autore si unisca ad Adam Sandler per una romantica e sofisticata commedia low-budget. Paul Thomas ha già dimostrato a se stesso di essere un regista di formidabile talento e potere, ma non ha ancora raggiunto il pubblico più vasto. Eppure, cerca di tenere sotto controllo i suoi impulsi logorroici dimostrando che può conquistarsi il consenso popolare con Ubriaco d'amore (2002), storia dell'inetto Barry Egan (Adam Sandler), proprietario di una piccola attività insieme alle sue sette sorelle che lo bistrattano continuamente considerandolo un fallito, e che lo obbligano costantemente a mettere in dubbio la propria virilità. In un momento di solitudine e vulnerabilità, Barry contatta un operatore di un telefono erotico che minaccia di ricattarlo. Disperato, l'uomo si fa aiutare da una delle sue sorelle che lo presenta ad una collega (Emily Watson). Con le emozioni che delirano - oscillando dalla lussuria al dubbio fino ad un'incontrollabile rabbia - Barry inizia ad essere propenso a fare qualsiasi cosa sia necessaria per cambiare, con la speranza di avere la possibilità di vivere una vera storia d'amore. Contrariamente agli altri film, questo non è un'insieme di storie, bensì un veicolo per il ruolo da protagonista di Adam Sandler. Paul Thomas scrive infatti il ruolo di Barry specificatamente per l'attore (di cui è un grande ammiratore): una mossa sfacciata considerando il lignaggio dell'attore. Molte persone sono infatti prese di sorpresa dall'idea che il regista di Magnolia giri un film con la star di Billy Madison (1995), nonostante la coprotagonista sia la grande Emily Watson. Eppure Ubriaco d'amore dà prova di essere un film bizzarro, originale ed effettivamente ben fatto, che attinge dalla rabbia e dalla vulnerabilità dell'attore in una maniera in cui le sue commedie pre-adolescenziali fallivano: per di più, Paul Thomas riceve una gloria speciale per la sua abilità nell'aver trasformato Sandler da ragazzo immaturo in protagonista romantico e compassionevole. Il filmmaker è stato inoltre insignito del premio per il miglior regista al Festival del Cinema di Cannes (a pari merito col sudcoreano Im Kwon-Taek), ma nonostante la sua uscita negli Stati Uniti sia stata accompagnata da recensioni estatiche e da uno scrupoloso marketing, il film non riesce a trovarsi in sintonia col pubblico - che forse si aspettava la solita commedia di Adam Sandler - e finisce fuori dal box office dopo una promettente uscita limitata.
Soffrendo presumibilmente di un esaurimento nervoso a seguito della mancanza di responso a Ubriaco d'amore, il cineasta trascorre l'estate del 2005 a fare da produttore esecutivo e regista di riserva nell'ultimo film del suo idolo Robert Altman, Radio America (2006). Il 15 ottobre nasce la sua prima figlia, Pearl Bailey Anderson, avuta dall'attrice Maya Rudolph, famosa per far parte del cast del Saturday Night Live. L'occupazione nel film di Altman lo rinvigorisce, e nessuno ha modo di prepararsi ad un film dal raggio così esteso e da una trama talmente ricca come quella de Il petroliere (2007). Vagamente ispirato al romanzo "Petrolio!" di Upton Sinclair, uno sguardo compassionevole alla triste condizione dei lavoratori nei giacimenti petroliferi della California del volgere del secolo, "Il petroliere" racconta la storia di Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis), uno squattrinato cercatore e mercante d'oro nero che dalla polverosa Little Boston riceve una misteriosa soffiata che lo porta a scovare un ricco filone di petrolio. Nella piccola città, però, un carismatico predicatore di nome Eli Sunday (Paul Dano) lo ostacola. Quella che ne consegue è una battaglia piena di rancore, in cui ognuno lotta per resistere all'umiliazione e all'inganno dell'altro. Il petroliere si mette in forte contrasto col precedente lavoro di Anderson, particolarmente alla luce del genere e del periodo. Salutato dai critici come il migliore del 2007, il film si aggiudica l'Orso d'argento per la migliore regia al Festival Internazionale del Film di Berlino e guadagna otto nomination agli Oscar, incluse quelle per il miglior regista, la migliore sceneggiatura ed il miglior film, oltre alla statuetta vinta da Daniel Day-Lewis e dal direttore della fotografia Robert Elswit. Il budget è di 25 milioni di dollari, ed il film ne guadagna 40.
E' in sviluppo il suo prossimo film, Desperadoes.
Curiosità: il film che preferisce in assoluto è Quinto potere (1976) di Sidney Lumet.
2018 Candidatura Miglior regia per Il filo nascosto
2015 Candidatura Migliore sceneggiatura non originale per Vizio di forma
2008 Candidatura Migliore sceneggiatura non originale per Il petroliere
2008 Candidatura Miglior regia per Il petroliere
2008 Candidatura Miglior film per Il petroliere
2000 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Magnolia
1998 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Boogie Nights
2002 Premio Miglior regia per Ubriaco d'amore
2012 Premio Leone d'argento per la miglior regia per The Master
2012 Premio Premio Fipresci per The Master
2022 Fotografia, Regia, Sceneggiatura, Soggetto, Produzione
2017 Regia, Sceneggiatura, Soggetto, Produzione, Fotografia
2014 Regia, Sceneggiatura, Produzione
2014 Recitazione
Due leggende di Hollywood erano inizialmente in lizza per dirigere il film sui primi anni da imprenditore di Donald Trump
Il prossimo film di Paul Thomas Anderson, The Battle of Baktan Cross, ha terminato la sua produzione.
Greenwood e Anderson collaborano fin da Il petroliere e questa sarà la loro sesta volta insieme
Sembra che il nuovo film del regista sarà effettivamente un adattamento del romanzo di Pynchon, ma leggermente reinterpretato
La pellicola, attualmente senza un titolo ufficiale, sarà distribuita anche nelle sale IMAX