Pur avendo ricevuto per otto nomination agli Oscar, A Star Is Born ha visto, nell'arco degli ultimi mesi, eroso il suo potenziale per poter essere il vero frontrunner della prossima Notte delle stelle. Il segnale più eclatante era stata la mancata candidatura di Bradley Cooper alla regia, verso la quale lo stesso attore/regista aveva espresso tutta la sua delusione in una intervista. Un ridimensionamento implacabile di cui si erano viste le prime avvisaglie dal risultato dei Golden Globe - solo un premio alla miglior canzone a fronte di cinque segnalazioni - di cui si erano avvantaggiati Bohemian Rapsody e soprattutto A Cold War. Ora a difesa non solo del film, ma anche di Cooper è arrivata una lettera di Sean Penn, apparsa su Deadline; un vero e proprio endorsement in cui augura al collega di fare grandi cose in futuro perché lo reputa una persona di grande talento.
Il due volte premio Oscar Sean Penn rimarca come A Star Is Born sia un'opera commovente che però non eccede in facili sentimentalismi e, diversamente da altri candidati di cui si perderà la memoria negli anni a venire, il film di Bradley Cooper con Lady Gaga rimarrà nei cuori degli spettatori. Penn, nonostante i premi vinti per Mystic River e Milk, non ha mai avuto una opinione lusinghiera degli Academy Awards e nella lettera questo traspare in modo inequivocabile quando sostiene che, in fondo, Cooper stia pagando il suo successo in quanto è allo stesso tempo uomo di talento e attore molto popolare. "Bradley Cooper ha un problema. - scrive Penn - Certo, sembra tutto fantastico visto dall'esterno. Famiglia, fama, fortuna e con il suo primo film come regista ha realizzato la storia d'amore contemporanea di maggior successo di tutti i tempi. Questo è esattamente il problema che ha Bradley Cooper. Bradley è una star. È giovane, avrà molte opportunità. Se questo, come sospetto, spiega i risultati ottenuti negli altri premi, i votanti dell'Academy hanno sicuramente mancato il punto fondamentale. Questa non è l'opportunità di Bradley Cooper, sono loro a dover apprezzare la profondità e il valore di questo film prima che la sua eredità sopravviva alla possibilità di parteciparvi".
Sean Penn, conosce piuttosto bene i meccanismi implacabili che muovono l'Oscar e lo spiega senza peli sulla lingua: "Alla fine, sono le regole della competizione tra film, e l'iniquità dei budget pubblicitari ha sempre lasciato gli Academy Awards con un certo inevitabile retrogusto dell'alcol che molti di noi devono bere per arrivare alla fine della cerimonia. Per risparmiarmi la potenziale delusione, brindo in anticipo a Bradley Cooper e A Star Is Born. Sicuramente un brindisi vale lo stesso di un globo placcato d'oro o di una statuetta di un uomo senza un pene (a sua volta placcato d'oro). Ci mancherebbe solo che avesse le palle quest'anno!".
Le parole di Penn, non sono le uniche apparse in queste ore a sostegno di Cooper, il regista Paul Schrader, in gara per la sceneggiatura di First Reformed, ad esempio lo ha definito il miglior regista dell'anno. Per sapere se A Star is born riuscirà a vincere qualcosa bisogna aspettare il 24 febbraio, giorno in cui ci sarà la consegna degli Oscar 2019 al Dolby Theatre di Los Angeles.