Ventuno film in concorso e, per la prima volta nella storia della Mostra, tutti in anteprima mondiale. Dopo mesi di anticipazioni, conferme e desolanti smentite (una su tutte quella sulla possibile presenza al Lido di Woody Allen, con il suo nuovo Scoop), è stata finalmente svelata la composizione della selezione ufficiale della 63. Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre. Durante la conferenza stampa di presentazione, tenutasi oggi a Roma e presieduta dal Presidente della Biennale di Venezia, Davide Croff, e dal Direttore della Mostra, Marco Muller, è emerso il desiderio di continuare il percorso già intrapreso nella passata edizione, il tentativo, cioè, di dare "un segnale forte di reazione a due problemi - come dichiarato dal Presidente Croff - Da un lato un cinema in continua evoluzione, sia sul piano del linguaggio che su quello dell'industria, e dall'altro un pubblico tentato da diverse forme di comunicazione mediale che lo portano a disertare le sale cinematografiche". Croff esprime grande soddisfazione per i risultati della precedente Mostra, che ha saputo "portare benefici concreti al cinema e, in particolare, al cinema italiano" e guarda avanti, certo di aver organizzato quest'anno un'edizione ancora più esaltante. "Ci siamo posti una serie di importanti obiettivi - continua Croff - per far sì che questa Mostra possa essere contemporaneamente cultura e spettacolo. Vogliamo che essa sia un momento forte di riflessione, di ricerca e di scoperta, ma anche di consacrazione di autori affermati e di incontro con le star e con il pubblico." E sull'inevitabile questione Festa del cinema di Roma, Croff afferma: "La mostra di Venezia dialoga con la Festa di Roma perché fa parte del suo dna essere aperta nei confronti di simili iniziative. Sono in via di sviluppo progetti e collaborazioni con la Festa di Roma, segnali di continuità con quanto la Mostra di Venezia ha sempre fatto in passato, portando i suoi film in rassegna in città come Milano e Roma, oltre che nella stessa Venezia."
Non sarà, forse, un cartellone di grande richiamo, come quello dell'ultimo Festival del cinema di Cannes, ma gli appassionati di cinema non saranno certo delusi dai 62 lungometraggi ammessi nella selezione ufficiale, provenienti da 27 paesi, un record per la Mostra del cinema di Venezia.
Forte presenza del cinema italiano, con ben dieci lungometraggi distribuiti nelle varie sezioni. Saranno presentati in concorso La stella che non c'è di Gianni Amelio, Nuovomondo (The golden door) di Emanuele Crialese, e Quei loro incontri, di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, storica coppia di cineasti francesi, ma italiani d'adozione. Nella sezione Orizzonti, invece, trovano posto i film di Mimmo Paladino (Quijote, che chiuderà il 9 settembre la sezione) e Gianluca Tavarelli (Non prendere impegni stasera), mentre fuori concorso sarà proiettato Lettere dal Sahara, l'ultimo film del maestro Vittorio De Seta. Ben quattro i documentari: Bellissime 2 di Giovanna Gagliardo, Pasolini prossimo nostro di Giuseppe Bertolucci, Kill Gil Vol. 2 di Gil Rossellini, e Il mio paese, di Daniele Vicari, regista di Velocità massima e L'orizzonte degli eventi, che, in questo nuovo lavoro, si ferma a riflettere sulla crisi economica che sta attraversando l'Italia e sulla sua perdita di competitività internazionale .
Tra i film in concorso, la parte del leone spetta però agli Stati Uniti, presenti con ben quattro pellicole: al già annunciato The Black Dahlia di Brian De Palma, film d'apertura della Mostra, ammesso in concorso "dietro espressa richiesta del regista americano", come dichiarato dal Direttore Muller nel corso della conferenza, si aggiungono The fountain, l'attesissimo nuovo lavoro di Darren Aronofsky, sei anni dopo l'incredibile Requiem for a Dream; Hollywoodland di Allen Coulter, regista di numerose serie televisive di grande successo, tra cui The Sopranos, Six feet under e Sex & the city, al suo primo lungometraggio; e, infine, Bobby, di Emilio Estevez, che annovera nel cast nomi come Sharon Stone, Antony Hopkins e Demi Moore, che saranno, sicuramente, tra le star più fotografate di questa Mostra. Ma gli Usa saranno presenti al Lido con altri nove lungometraggi, tra i quali spiccano certamente i nuovi lavori di grandi nomi quali David Lynch (Inland empire) e Oliver Stone (World trade center). Da segnalare anche The hottest state di Ethan Hawke, tratto dal suo primo romanzo, edito in Italia da Sonzogno con il titolo Amore giovane, e il documentario, dalla durata di quattro ore, di Spike Lee, When the Leeves Broke. A Requiem in Four Acts, sul governo americano e la sua reazione alla devastazione portata dall'uragano Katrina, che non mancherà certo di far discutere. Infine, come già annunciato nelle scorse settimane, sarà Infamous di Douglas McGrath il film d'apertura della sezione Orizzonti.
E va ormai consolidandosi la tradizione che vuole una forte presenza del cinema orientale al Lido. Si è auto-dichiarato "militante filo-giapponese" Marco Muller, che ha scelto per la Mostra ben sei lungometraggi provenienti dal Sol Levante: in concorso vedremo il film d'animazione Paprika, di Satoshi Kon, e Mushi-shi di Katsuhiro Otomo, ma c'è grande curiosità anche per Gedo senki, film d'animazione dell'esordiente Goro Miyazaki, figlio del grande Hayao, presentato fuori concorso. Dall'Asia arriveranno al Lido a contendersi il Leone d'oro anche i nuovi lavori di un regista sopraffino quale Tsai Ming-Liang, cinese di Malesia, del fin troppo prolifico Johnny To, nome blasonato del cinema di Hong Kong che porterà a Venezia il suo sedicesimo film in cinque anni, e di Apichatpong Weerasethakul, il regista tailandese di un'opera bella e controversa come Tropical Malady. Un solo film, invece, proveniente dalla Corea del Sud: è Jakpae di Ryoo Seung-wan, proiettato fuori concorso nella selezione di Mezzanotte.
Tra gli altri film in concorso da segnalare I figli degli uomini, film co-prodotto da Inghilterra e Stati Uniti e diretto dal messicano Alfonso Cuaron, thriller sci-fi, ambientato nella Londra del 2027; The queen di Stephen Frears, film che guarda alla tragedia della morte di Lady Diana dal punto di vista della regina Elisabetta e del Primo ministro Tony Blair; i due film francesi L'intouchable di Benoit Jacquot e Private fears in public places di Alain Resnais, con la nostra Laura Morante tra i protagonisti; Zwartboek di Paul Verhoeven, il regista di Basic instinct, tornato alla regia sei anni dopo L'uomo senza ombra; e Daratt di Mahamat-Saleh Haroun, che porta per la prima volta il Ciad alla Mostra di Venezia. Fuori concorso, invece, saranno proiettati, tra gli altri, i nuovi film di Santiago Amigorena, Kenneth Branagh, Manoel de Oliveira e Jaume Balaguerò. Tanti saranno invece i nomi nuovi che animeranno questa Mostra di Venezia: sono ben undici, infatti, le opere prime selezionate e tutte provenienti da paesi diversi.
Numerose le iniziative che aggiungeranno valore e interesse alla Mostra. Dopo la "Storia segreta del cinema italiano" nel 2004 e la "Storia segreta del cinema asiatico" nel 2005, quest'anno sarà la volta della "Storia segreta del cinema russo", una rassegna di diciotto film "invisibili" del cinema sovietico tra gli anni 1934 e 1974. Tra gli altri eventi, la retrospettiva dedicata a Joaquim Pedro de Andrade, regista brasiliano delle avanguardie storiche, e la celebrazione del centenario dalla nascita di tre grandi nomi del cinema italiano: Roberto Rossellini, Mario Soldatie Luchino Visconti. Nei giorni precedenti sono state, inoltre, presentate le sezioni parallele alla selezione ufficiale: la Settimana internazionale della critica (nove film in concorso, quasi tutte opere prime, ma nessun italiano selezionato), le Giornate degli autori (sezione di grande interesse, incentrata su temi di attualità, che l'anno scorso ci ha offerto gioielli come 13 - Tsameti e C.R.A.Z.Y.) e le Giornate di cinema omosessuale, al Lido dal 5 al 7 settembre.