Titanic, un film inaffondabile: i ricordi della redazione

A venti anni dall'uscita italiana del capolavoro di James Cameron, i nostri redattori ci raccontano il loro ricordo del film.

Titanic: DiCaprio e Kate Winslet nella sequenza della zattera
Titanic: DiCaprio e Kate Winslet nella sequenza della zattera

Venti anni non sono un periodo di tempo lunghissimo, ma sono abbastanza per poter guardare le cose dalla giusta distanza e prospettiva. Per questo abbiamo approfittato del ventennale di Titanic per esplorare a fondo un film che ha segnato la recente storia del cinema a partire dal mese scorso e fino all'anniversario dell'uscita italiana: abbiamo cercato di raccontarvi il fenomeno che fu, di ripercorrere la carriera successiva dei suoi protagonisti, di indagare quel cult attraverso un po' di curiosità sulla sua realizzazione.

Per completare questo nostro speciale sul capolavoro di James Cameron, abbiamo chiesto anche ai nostri redattori di raccontarci il loro ricordo riguardo Titanic, tra chi ha vissuto già da appassionato il periodo dell'uscita e chi l'ha necessariamente recuperato negli anni a seguire, magari approfittando della recente conversione in tre dimensioni curata dallo stesso regista americano. Quello che oggi, a venti anni di distanza, va raccontato è un fenomeno senza precedenti, una pietra miliare del cinema, un successo senza limiti e l'opera folle di un uomo ambizioso oltre ogni misura che sa come ottenere ciò che vuole. A qualunque costo.

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Oscar 1998: James Cameron è 'il re del mondo' con il suo Titanic
Oscar 1998: James Cameron è 'il re del mondo' con il suo Titanic

Il cuore dell'oceano batte ancora, vent'anni dopo (Alessia Starace)

Titanic in 3D: Kate Winslet in una scena del film insieme a Frances Fisher
Titanic in 3D: Kate Winslet in una scena del film insieme a Frances Fisher

[...] Forse all'inizio Jimmy Cameron voleva davvero solo i soldi per finanziare la spedizione sottomarina dei suoi sogni, ma in seguito fu completamente conquistato dalla vicenda del Titanic, lesse ogni volume pubblicato, esaminò ogni documento esistente, esplorò le vite delle vittime e dei sopravvissuti. Accanto alla volontà di girare il film tecnicamente più ambizioso di sempre c'era un profondo rispetto per la tragedia umana, la paura, la perdita, l'ingiustizia che si consumarono a bordo della nave condannata.
E questo si sente, questo ci commuove. Questo ci fece tornare in sala vent'anni fa, trascinando gli amici a commuoversi con noi. Per questo abbiamo pianto e continuiamo a versare lacrime a ogni visione per il coraggioso capitano Smith, per l'ammirevole ingegnere Andrews, per una madre che conforta i suoi figli, per una coppia di anziani che si abbracciano, per i musicisti che riprendono a suonare sul ponte di prima classe. E per Jack e Rose, naturalmente. Come la paura, la perdita, l'ingiustizia è universale l'illusione dell'amore; il dolce inganno della passione giovanile non ha bisogno di realismo psicologico per essere afferrato, anzi forse è vero esattamente il contrario. Così precipitoso, così ingenuo, così umano che dopo averlo sfiorato dobbiamo lasciarlo scivolare in fondo all'oceano del tempo. [...]Continua a leggere

Gli altri ricordi della redazione

Titanic: di fazzoletti e zattere per due (Valentina Ariete)

Titanic in 3D: James Cameron sul set di Titanic insieme a Leonardo DiCaprio
Titanic in 3D: James Cameron sul set di Titanic insieme a Leonardo DiCaprio

1997, esplode la DiCaprio mania: dopo essere stato Romeo in Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, e aver già allertato le antenne delle adolescenti, la consacrazione arriva con Titanic. Nel film di James Cameron l'angelico Leo si imbarca sul Titanic, è pieno di entusiasmo, si sente il re del mondo e si innamora di Rose, una Kate Winslet splendida. Le ragazzine impazziscono: si narra di persone andate a vedere il film 10 volte di fila in una settimana e di pianti tali da allagare le sale, tanto da far pensare che l'acqua fosse uscita dallo schermo. A 11 anni, non ancora imbizzarrita dagli ormoni, vado a vedere il fenomeno del momento. Già da allora la regia di Cameron mi rapisce, la potenza delle sue immagini mi riempie gli occhi e nella mia mente si gettano le basi per una consapevolezza che sarebbe arrivata qualche anno dopo: Titanic è l'ultimo grande film classico del cinema americano. Mentre sono presa da tutto questo, intorno a me il dramma: le compagne di classe disperate, la gente si strappa i capelli nemmeno fosse a un concerto, di fila in fila, tutti cedono e piangono ostentatamente come prefiche. Un ragazzo più grande mi allunga un pacchetto di fazzoletti in segno di conforto. "No grazie, non lo voglio il fazzoletto". E mentre vivo il mio primo episodio di isteria collettiva, non posso non pensare: "Cavolo, ma se lei si spostava su quella zattera c'entravano in due!".

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Vent'anni di storia inaffondabile (Mattia Bianchini)

Billy Zane e Kate Winslet in una scena di Titanic
Billy Zane e Kate Winslet in una scena di Titanic

Titanic è il cuore del suo tempo, il cuore delle persone, il cuore delle ambizioni spasmodiche di un regista, il cuore del cinema come spettacolo epico, è il cuore dell'oceano. L'Azzurro e il rosso, il caldo e il freddo, l'amore e la tensione si fondono per diventare i contraltari di un film maestoso, che non è stato soltanto un fenomeno generazionale, ma una straordinaria icona cinematografica. Tutti almeno una volta sono saliti con la fantasia a bordo di quella nave, tutti hanno volato sulla prua della nave e visto l'icerbeg davanti ai propri occhi, tutti hanno immaginato cosa potesse significare essere lí e respirare quelle atmosfere, tutti sono stati travolti dall'impennarsi sotterraneo e implacabile della disperazione. Avevo 8 anni all'epoca, ricordo ancora lo stupore infinito che provai durante quella visione. Forse per la prima volta capii cos'era il senso della meraviglia, e cosa poteva davvero fare il cinema. Perchè questa non è soltanto una semplice storia d'amore, ma è la ricostruzione di un' epoca minuziosa e certosina che fonde tanti piccolissimi dettagli per arrivare a creare una gigantesca totalità. Titanic è un crescendo di emozioni che trasbordano da una messa in scena sontuosa, è una spinta a sognare , a volare, a spingersi oltre i confini dell'impossibile per renderli possibili. E se oggi, dopo 20 anni, siamo ancora qui, a ripetere a memoria dialoghi indimenticabili, a ricordare scene che ormai fanno parte dell'immaginario collettivo e ad ammirare due tra i più grandi attori viventi, è il segno evidente che ci troviamo di fronte ad una pagina indelebile della storia del cinema, alla quale in un modo o nell'altro tutti noi apparteniamo.

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La mia 'titanica' madeleine (Elisabetta Bartucca)

Leonardo DiCaprio e Danny Nucci in una scena di Titanic
Leonardo DiCaprio e Danny Nucci in una scena di Titanic

Non ricordo chi fu il mio compagno o compagna d'avventura, forse a dirla tutta a vedere Titanic ci andai da sola. Almeno la prima volta. Sì, perché come tutte le adolescenti annebbiate dal fascino di Leonardo DiCaprio e completamente in balia della struggente storia d'amore "acquatica" tra Jack e Rose, sarei tornata in sala per una seconda e una terza visione, la quarta (seguita da una quinta, e una sesta, e una settima, e un'interminabile altra serie di volte) avrebbe inaugurato invece le visioni compulsive in videocassetta. Se provo a rispolverare i ricordi di quell'esperienza mi vengono in mente questi piccoli fotogrammi, e poi la compulsività, i singhiozzi (al "Ti fidi di me?", "Sto volando Jack", "Lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho neanche una sua foto, non ho niente di lui... vive solo nei miei ricordi..."), l'imbarazzato sfregarsi dei kleenex per asciugare le lacrime nel silenzio della piccola sala di provincia, un teatro che all'occorrenza sapeva dignitosamente assolvere al ruolo di unica sala cinematografica della città. O la speranza segreta che da qualche parte Jack non avesse mai dovuto pronunciare quelle parole: "No Rose, non dire addio. Tu morirai quando sarai vecchia nel tuo bel lettino al calduccio ma non qui, non così, non ora, sono stato chiaro? Devi promettermi che sopravviverai, me lo prometti Rose?".

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Revisione necessaria (Max Borg)

Kate Winslet con Leonardo DiCaprio in una scena di Titanic
Kate Winslet con Leonardo DiCaprio in una scena di Titanic

La prima volta che ho visto Titanic avrò avuto 9 anni: rientrando da un weekend in montagna con mio padre, arrivai a casa e vidi insieme a mia madre l'ultima ora del film, in VHS. Lo rividi per intero solo qualche anno dopo e, complice una parziale allergia adolescenziale nei confronti dei film "per ragazze", lo trovai interessante ma un tantino sopravvalutato. Poi, nel 2012, sono andato alla proiezione stampa della versione 3D, scherzando sul fatto che avrei visto DiCaprio morire in tre dimensioni. E lì, a sorpresa, la folgorazione: sul grande schermo l'ambizione di James Cameron si manifestò in tutto il suo splendore, dal lavoro di ricostruzione storica al misto di pathos e tecnica nella parte legata al naufragio. Persino la - per me - insopportabile canzone di Céline Dion acquistò un senso nuovo di zecca. Non sorprende quindi che solo Avatar lo abbia potuto superare come maggiore incasso di tutti i tempi: il cinema di Cameron va assaporato in sala, sullo schermo più grande a disposizione.

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Tra attesa, fascino e stupore (Antonio Cuomo)

Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in una scena drammatica di Titanic
Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in una scena drammatica di Titanic

Ricordo il periodo di dicembre/gennaio di venti anni fa come il culmine di una grandissima attesa. Perché del film di Cameron sul Titanic si parlava da tempo, dei costi, della grandiosità, dell'enorme sforzo produttivo. Un po' come di un flop annunciato. Ma Cameron veniva da tanti lavori che avevo amato, dal sequel di Alien ai Terminator, True Lies a quell'affascinante ed imperfetto Abyss, sapevo che mi avrebbe travolto e lo fece. Di quella prima visione ricordo la tensione insopportabile e crescente della seconda metà, quell'ora e mezza di naufragio quasi in tempo reale. Più puntuale, preciso, realistico ed emozionante di un documentario. Poi venne lo stupore, quello legato alle reazioni di molta gente, non tanto al film in sé ma alla mania nei suoi confronti: nei mesi a venire ci fu da una parte una incredibile passione, dall'altra un aspro ed insensato odio per un film che avrebbe meritato solo applausi e che resterà sempre nella storia del cinema.

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Titanic, un mare di lacrime nell'oceano (Valentina D'Amico)

Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in una scena di Titanic
Leonardo DiCaprio e Kate Winslet in una scena di Titanic

Un film che ha resistito alle riedizione 3D venendo ulteriormente valorizzato dal rimaneggiamento del 2012. James Cameron è il Re del Mondo (del cinema), su questo non c'è proprio niente da obiettare. Lo è soprattutto perché anche quando realizza opere tutt'altro che perfette riesce a infondergli una forza emotiva tale da catturare la mente e il cuore dello spettatore. Titanic è un film manicheo, un film che valorizza i suoi due protagonisti circondandoli di figurine di cartapesta, ma a Cameron si perdona tutto per godere della potenza visiva di un'opera ancora oggi impareggiabile. Se i romantici si commuoveranno di fronte all'abbraccio tra Rose e Jack sulla prua della nave e verseranno fiumi di lacrime osservando l'ingiusta fine del ragazzo aggrappato a un frammento di scialuppa insieme alla sua bella, sono le spettacolari sequenze del naufragio a mozzare il fiato e a far tremare i polsi. E mentre l'orchestra si rimette al suo posto per continuare a suonare mentre la nave si inabissa, rifiutando di mettersi in salvo, il pubblico in sala singhiozza. Potere del cinema, potenza di un film che travalica il realismo per regalare uno spettacolo incredibile la cui messa in scena e i cui effetti speciali non invecchiano nonostante il passare del tempo. Quando James Cameron vuole, sa davvero essere il re.

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"Life goes on and on..." (Sonja Della Ragione)

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Vent'anni? Sono passati vent'anni? Ma siamo sicuri? No perchè io Titanic non ho ancora smesso di guardarlo. E' un po' come Il nome della rosa, per me, ogni volta che lo rileggo ci trovo qualcosa di nuovo. La prima volta che l'ho visto non ho potuto relazionarmi con alcuni momenti vissuti dai protagonisti, ma dopo decenni ed esperienze di vita, vedere Rose in procinto di buttarsi in mare fa un effetto molto diverso, o vedere Jack rendersi conto che ormai la fine è giunta per lui e abbracciare coraggiosamente gli ultimi istanti di vita per dire alla sua Rose quanto vincere quel biglietto sia stato importante, è un pugno allo stomaco molto più devastante. Avendo seguito spasmodicamente i lavori di produzione (e che altro avrei potuto fare visto che era di Cameron il film?), ritagliato articoli, letto libri sul vero affondamento, ritrovarmi lì in sala a vedere l'orribile, orribile, morte del leviatano e dei suoi passeggeri, è stato a dir poco un trauma. Quando l'acqua ha sfondato la cupola sulla Grande Scalinata per un lungo momento ho considerato l'idea di alzarmi e uscire dal cinema perché tutto questo è stato reale, quel terrore, quelle fughe disperate e senza scampo, sono state reali. Dire che divento una furia quando sento gente dire che Titanic "è solo un film" è dir poco. Quando poi mi capita di leggere o sentire giovinastri dubitare dei fatti storici su cui è basato (!!!) là c'è solo da mettersi a urlare per la frustrazione. Fiumi di parole si sono spesi per parlare degli aspetti tecnici e artistici di quest'opera, non saprei cos'altro aggiungere in quel senso. Quello che mi rimane oggi è un altro ricordo preziosissimo che Titanic mi ha dato: il passaggio di testimone a mia nipote, che a nove anni si è innamorata di Jack e Rose fino al punto di vedere e rivedere il film in lingua originale con me "perchè Zia, quando Jack chiama Uòse! (DiCaprio style) in italiano non è uguale". Ora guardo lei fare ricerche su teorie di cospirazione strampalate su Youtube, guardare e riguardare le sue scene preferite, inventare quiz con me e mio padre basati sulle battute del film e penso che fin quando Céline continuerà a gorgheggiare sullo sfondo, le vittime non saranno mai più dimenticate.

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Le prime lacrime non si scordano mai (Gabriella Giliberti)

Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una scena di Titanic di James Cameron
Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una scena di Titanic di James Cameron

Il mio primo ricordo di Titanic non possono che essere le parole di un'anziana Rose "Non ho nemmeno una sua foto... non ho niente di lui, vive solo nei miei ricordi" e le prime feroci lacrime che ne conseguirono subito dopo. Quell'attimo in cui prendi la piena consapevolezza che delle parole del genere possono solo appartenere a un film che ti farà disperare e si farà anche odiare per quella sottile e violenta delicatezza con cui solo il cinema sa toccare l'animo umano, ma proprio per questo si farà amare e ricordare, negli anni, invecchiando sempre meglio (a differenza tua). All'epoca ero davvero solo una bambina, eppure difficile dimenticare il fatidico "Ti fidi di me", il gelo di quegli oceani, la magia di ogni stanza di quell'immensa nave, l'imbarazzo di quel finestrino appannato, la consapevolezza della morte e la voce di Céline Dion, preceduta dai flauti e dalle prime note pizzicate della chitarra. Suoni che ancora adesso non possono che trasmettere brividi, gli stessi provati in ogni cruciale momento, nella disperazione del volersi aggrappare a una speranza, come quella dannata zattera che cerca di restare a galla. Brividi che portano dietro di loro la nostalgia di quelle lacrime, le prime versate per la magia di un film immortale e sempre verde. Le stesse che, ancora adesso, si riaffacciano al pensiero che sono già passati vent'anni. Vent'anni in compagnia di un grande film. E anche se il nostro "cuore continuerà ad andare avanti", sappiamo benissimo che il posto per Titanic ci sarà sempre!

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Ricordi! Dritti davanti a noi (Giuseppe Grossi)

Kate Winslet, Leonardo DiCaprioe e Kathy Bates in una scena di Titanic
Kate Winslet, Leonardo DiCaprioe e Kathy Bates in una scena di Titanic

Enorme, gigante, mastodontico. Il ricordo che mi lega al romantico naufragio di James Cameron è titanico in ogni senso. Avevo dodici anni, ed ero ancora più bambino che ragazzino. Ancora nel bel di quell'età in cui si guarda al mondo con intatta meraviglia e affamata curiosità. La prima volta che ho visto Titanic è stata anche la mia prima volta all'interno di un multisala: gioia, sorpresa, stupore incredibile.Il luna park del cinefilo che stavo diventando. Senza il rischio di fare pubblicità fuori luogo (ormai la catena non si chiama più così), ammetto che quella volta al Warner Village di Casamassima, piccolo paesino alle porte di Bari, ha ancora il profumo intatto dei pop corn, il suono ovattato della moquette blu e il suono poderoso di un impianto sonoro mai sentito prima. La magia di quel grande schermo mai così enorme si fuse con una storia senza tempo e senza argini, capace di arrivare anche nel cuore ancora immacolato e inconsapevole di un bambino che di amore non sapeva ancora niente di niente. Rimasero le immagini poderose, la sensazione umida di essere davvero salito su quel transatlantico disgraziato e l'onda lunga di un fenomeno di nome Leonardo DiCaprio. Capite bene che affrontare le scuole medie assieme a ragazzine pazze di quel biondino fu davvero una titanica prova di sopportazione.

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Al cinema con i piedi bagnati (Luca Liguori)

Una scena di Titanic
Una scena di Titanic

Ricordo quel venerdì 16 gennaio 1998 come fosse ieri. La Titanic-mania e la DiCaprio-mania ancora dovevano cominciare in Italia, ma io ero lì al primo spettacolo pronto a godermi il film che stavo aspettando da così tanto tempo. Non per gli incassi mostruosi o per il record di nomination e vittorie agli Oscar, quelle sono tutte cose che sarebbero arrivate dopo. Ma semplicemente perché si trattava del nuovo film di James Cameron, l'unico regista che sapevo sarebbe stato in grado di riconciliarmi con i blockbuster dell'epoca e con quel filone dei disaster movie che non avevo mai apprezzato. Cameron con il suo Titanic fece molto, molto di più_ riuscì a trasmettermi quella sensazione di meraviglia e stupore che probabilmente dovevano aver provato gli spettatori degli anni '50 guardando i kolossal di DeMille o della vecchia Hollywood. Assistere a questo film in sala voleva dire letteralmente immergersi nell'atmosfera magica del cinema, riuscire quasi a sentire l'acqua che ti avvolgeva. Prima ancora di Avatar Cameron aveva già riscoperto il cinema in 3D, ma senza abisogno di occhialetti o diavolerie tecnologiche. C'era riuscito con uno stile cinematografico tradizionale eppure rivoluzionario nelle dimensioni, nel budget e nelle ambizioni. Quel 16 gennaio fu la prima volta che vidi in sala Titanic ma non fu l'ultima. Ne seguirono almeno altre 4 di visioni in sala e anche molti anni dopo, quando arrivò la VERA riedizione in 3D, non mi lasciai sfuggire l'occasione. Lo riproponessero in sala oggi probabilmente sarei ancora il primo spettatore, con la speranza, anzi l'assoluta certezza di riprovare lo stesso stupore e coinvolgimento di una volta. Non per niente il buon Cameron lo chiamiamo il Re del mondo.

Il Via col vento di noi Millennials (Stefano Lo Verme)

Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una celebre scena del film Titanic
Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una celebre scena del film Titanic

Forse soltanto chi è nato negli anni Ottanta, e quindi nella stagione 1997/98 si trovava nel bel mezzo dell'adolescenza, ha vissuto e percepito appieno l'impatto (scusate la scelta lessicale poco felice) di Titanic. Perché in qualche modo, l'importanza del film di James Cameron trascende ogni discorso su qualità tecniche, meriti artistici e giudizi estetici (temi su cui critici e cinefili continueranno a dibattere ancora a lungo) per estendersi a territori ben più ampi: quelli dell'immaginario collettivo di una generazione per la quale Titanic si è rivelato un fenomeno di massa senza precedenti. In un periodo in cui non esisteva ancora il tam-tam mediatico di internet e dei social media, Titanic è stato il film che tutti, nella mia scuola e probabilmente anche nella vostra, dovevano aver visto; uno dei principali, inesauribili argomenti di conversazione per mesi interi; un riferimento culturale immediato e condiviso da ciascuno di noi, diventato da subito oggetto di folli innamoramenti e di parodie più o meno affettuose; il contatto più risonante con il concetto stesso di star system (provate a spiegare agli adolescenti di oggi cos'è stata vent'anni fa la "dicapriomania"); e, giusto per non farci mancare nulla, il sottofondo musicale di un'intera annata accompagnata dalla voce di Céline Dion... con My Heart Will Go On diventata di colpo non solo il tormentone romantico per eccellenza, ma lo spartito su cui trascorrere lunghi pomeriggi a suon di flauto e da riproporre ad ogni saggio scolastico per gli anni a venire.

Una lotta per la sopravvivenza, anche emotiva, che resiste alla prova del tempo (Beatrice Pagan)

Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una famosissima scena del film Titanic
Kate Winslet e Leonardo DiCaprio in una famosissima scena del film Titanic

Pur apprezzando molto Titanic, a distanza di 20 anni devo ammettere che la love story tra Jack e Rose, piuttosto convenzionale, non mi ha mai entusiasmata, non apprezzando particolarmente nemmeno il modo in cui viene trattato Cal dalla fidanzata: il personaggio di Billy Zane è sicuramente il villain della situazione e delineato con tutte le possibili caratteristiche negative, ma, nonostante non si sottolinei sullo schermo, è anche il frutto di un'educazione e di una società che lo hanno reso incapace di amare in modo sincero. Del film di James Cameron, oltre agli aspetti tecnici che lasciano tuttora senza fiato tra ricostruzioni scenografiche e sequenze d'azione incredibilmente realistiche, quello che ho sempre amato è invece la forza emotiva con cui Rose decide di lottare, contro il destino e i la società, persino quando ormai sembra non esserci più speranza. Da applausi, infine, la Molly Brown di Kathy Bates e la colonna sonora senza tempo di James Horner.

Jack e Rose, mea culpa: io all'epoca non venni a vedervi (Antonello Rodio)

Kate Winslet in una scena del film Titanic
Kate Winslet in una scena del film Titanic

Magari con un po' di vergogna, ma lo ammetto. Sapete quell'atteggiamento di fastidio verso una cosa che ha un successo planetario, nello specifico un film con un incasso travolgente che all'epoca quando uscì andavano a vedere tutti, ma proprio tutti? Ebbene, sarà stato il fatto che, nonostante avessi appena scavallato la trentina, mi piaceva ancora fare lo snob che non voleva mischiarsi con la massa e guardava con sospetto le cose che piacevano a tutti, fatto sta che io Titanic al cinema non lo andai a vedere. Quasi una ripicca nei confronti di chi mi incitava a farlo. Mea culpa, mea grandissima culpa. Aumentata a dismisura nel corso degli anni, quando non ricordo nemmeno come, tv, videocassetta o dvd, Titanic ovviamente lo vidi. E come è accaduto a tanti, da allora l'ho visto tantissime volte, non finendo mai di appassionarmi e commuovermi. Forse non servirebbe nemmeno sottolinearlo ma quando cinque anni fa uscì al cinema in 3D, beh, stavolta al primo giorno ero lì, in fila con gli altri per apprezzare la maestria tecnica di James Cameron, lasciarmi trasportare dalla storia di Jack e Rose e godermi uno spettacolo indimenticabile.

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Ricostruzione storica e pianti accorati (Manuela Santacatterina)

Bernard Hill in una scena di Titanic
Bernard Hill in una scena di Titanic

Le mie passioni hanno sempre avuto il retrogusto dell'ossessione. Fin da bambina se qualcosa mi appassiona, io devo studiarla. È stato così, ad esempio, in primina per i dinosauri, alle medie per i Beatles ed anche in quinta elementare per l'affondamento del Titanic. Potete immaginare, quindi, quel misto di eccitazione ed ansia per la ricostruzione storica della mia fissa del momento raccontata in un film. Quel pomeriggio di vent'anni fa andai al cinema con due mie compagne di classe e le loro mamme. La proiezione finì con il mio pianto accorato per il povero Jack (che su quella zattera di fortuna ci stava eccome) mentre annuivo soddisfatta tra i singhiozzi per i dati riportati correttamente. Una visione alla quale ne seguirono molte altre in Vhs per la "gioia immensa" dei miei genitori. Oggi, invece, il primo ricordo legato al film di James Cameron è la sequenza di ballo girata in terza classe, tra pinte di Guinness e l'incontro di quei due mondi (non più) separati.

Titanic e l'adolescenza (Erika Sciamanna)

Una scena di Titanic di James Cameron
Una scena di Titanic di James Cameron

Per quelli che, come me, nel 1997 si affacciavano timidamente all'adolescenza Titanic non è stato solo il bel film da vedere, rivedere ( e rivedere...), ma un vero e proprio rito di passaggio, la porta che una volta attraversata si sarebbe chiusa per sempre. I miei poveri e spaventati genitori hanno assistito inermi al progressivo tappezzamento della camera con foto e poster del bel Di Caprio: la loro piccola bimba era ormai un adolescente e da ora in poi sarebbero stati cavoli amari. Dopo la quarta volta al cinema ormai era possibile recitare a memoria tutte le battute e se nel veder annegare all'infinito il povero Jack c'era un non so che di sadico le lacrime scorrevano copiose tra i presenti delle sale sempre gremite. Titanic è e rimarrà sempre nel mio cuore, non solo come pellicola di sicuro e indiscusso valore, ma come marcatore di un momento importante e, per quanto si possa scherzare sul fatto che su quella maledetta zattera ci fosse posto per due (e forse anche per tre), siate sinceri, all'epoca, annebbiati dalle lacrime in preda a singhiozzi convulsi ci avevate veramente fatto caso?