Creed III, il terzo film che racconta la storia di Adonis Creed, il figlio di Apollo Creed, è in fondo il nono episodio di quella saga di Rocky che, trovando un nuovo protagonista, ha trovato una nuova giovinezza, diventando una delle più longeve della storia del cinema (è andata in scena dal 1976 al 2023 e potrebbe continuare). Iniziata negli anni Settanta, arrivata al suo apice negli anni Ottanta e scomparsa negli anni Novanta, negli ultimi 10 anni è tornata con un nuovo protagonista, un nuovo titolo, riportando in scena - nei primi due film ma non nel terzo - proprio il personaggio di Rocky Balboa, ormai anziano, come mentore del protagonista. Arrivata al nono film, forse la saga potrebbe fermarsi qui. E allora è il momento di mettere insieme Rocky e Creed, e provare a mettere in fila tutti i film della saga di Rocky e Creed dal peggiore al migliore.
9. Rocky V
Il posto più basso in classifica non può che essere Rocky V (1990), un film sbagliato in tutto e per tutto, che molti fan non considerano neanche un film di Rocky. Rocky V parte dall'idea che Rocky Balboa, dopo l'incontro con Ivan Drago, abbia riportato dei danni al cervello tali da non poter più combattere. Ci si mette Paulie (uno dei personaggi più molesti della saga) che sbaglia gli investimenti. E così Rocky perde tutto e investe su un giovane campione, Tommy Gunn, che finisce per rivoltarglisi contro. Il giovane Tommy Morrison, un vero pugile, che interpreta il suo delfino e poi antagonista, è poco espressivo e non aggiunge nulla al film. E il combattimento finale, avvenuto in strada e non sul ring, non fa che confermare la tesi. In Rocky V manca tutto quello che amiamo di Rocky, manca il ring, la boxe, lo scontro finale. Da dimenticare, nonostante la regia di John G. Avildsen, che aveva diretto il primo Rocky. E infatti lo hanno dimenticato un po' tutti, Stallone stesso. Anche se, in fondo, in Rocky V c'era l'idea di partenza di Creed.
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8. Creed III
Intanto, Creed III (2023) parte già battuto, perché è il primo dei nove film della saga allargata di Rocky e Creed in cui manca Sylvester Stallone. Non è poco. Ma Creed III è forse il meno convincente dei tre film dedicati ad Adonis Creed, il figlio di Apollo Creed. Al centro della storia c'è un amico di infanzia di Adonis, Damien (Jonathan Majors) che, dopo essersi fatto ingiustamente 20 anni di galera, torna e va a trovare il suo amico. Vuole tornare a fare il pugile, ma a un certo punto pretende di combattere per il titolo. Il problema di Creed III, a parte la credibilità di una storia simile, è che prende troppi spunti dai vecchi film di Rocky (Rocky, Rocky III, Rocky IV), come se non avesse ispirazione, come se non avesse un'idea forte su cui puntare. Anche la regia (è proprio di Michael B. Jordan, al suo esordio dietro la macchina da presa) ci sembra un po' troppo retorica, e alterna idee buone ad altre meno buone.
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7. Creed II
Creed II (2108), diretto da Steven Caple Jr., invece, è un film che funziona. Intanto in scena, a questo punto per l'ultima volta, c'è Sylvester Stallone nel ruolo di Rocky, e questa è già una grande cosa. Creed II, poi, porta avanti l'idea di Creed e, di fatto, è la sua continuazione: ai personaggi di Adonis e Bianca ci siamo affezionati nel primo film. E Creed II si collega a Rocky IV, uno dei più epici dei film della saga: al centro della storia c'è Ivan Drago, che dopo il match con Rocky è stato dimenticato da tutti. Suo figlio, Viktor Drago (Florian Munteanu) fa il pugile, e, come rivalsa, vuole affrontare e battere Adonis Creed. Il villain del film funziona, l'amarcord con Rocky IV anche. Funziona anche Stallone, e con lui anche Dolph Lundgren, che ritorna nel ruolo di Ivan Drago.
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6. Creed - Nato per combattere
Creed - Nato per combattere (2015) è la dimostrazione che le buone idee non bastano, conta il modo in cui sono realizzate. L'idea di partenza di Creed, infatti, è quella di Rocky V. Rocky non combatte più e fa da mentore a un giovane talento. Lì il gioco non riusciva, per le ragioni che vi abbiamo spiegato. Qui è molto diverso. Il nuovo protagonista, infatti, non è uno qualunque, ma qualcuno che può avere un legame affettivo particolare con Rocky. È Adonis Creed, figlio del suo grande amico Apollo Creed. E così il legame affettivo è anche il nostro, ed è doppio, perché, dopo Rocky III, è come se Apollo fosse anche un nostro amico. La malattia di Rocky, che è una sottotrama del film, aggiunge pathos, così come la Philadelphia di Rocky, con la vecchia palestra di Mickey, aggiunge calore. Creed - Nato per combattere ha tutto per funzionare, a partire dai protagonisti, belli e carismatici: Michael B. Jordan è perfetto come figlio di Apollo, e Tessa Thompson, nei panni del suo amore Bianca, è luminosa. C'è l'epica sportiva. E, alla regia, c'è Ryan Coogler, reduce dal film Prossima fermata Fruitvale Station e lanciato verso il successo di Black Panther.
5. Rocky III
Rocky III (1982), diretto dallo stesso Stallone, è uno dei film più bistrattati della saga di Rocky, un capitolo interlocutorio, forse. Eppure, nel suo piccolo (è un film che scorre velocissimo, nei suoi 99 minuti) è pieno di cose che lasciano il segno. La fotografia, il montaggio, la regia, le musiche sono una summa di un certo cinema anni Ottanta (lo sarà anche Rocky IV, ma in modo diverso). Ed è 100% anni Ottanta il villain, l'avversario di Rocky: Clubber Lang è interpretato da Mr. T, che era P.E. Baracus nella serie A-Team. Clubber Lang è un pugile affamato di umili origini che chiede si affrontare Rocky, ormai imborghesito, per batterlo. Rocky III è il film che ci regala Eye Of the Tyger, dei Survivor, brano rock da FM, che sarà identificato per sempre non solo con Rocky, ma con la boxe stessa. E Rocky III è il film che sancisce l'amicizia tra Rocky e Apollo: gli allenamenti a Downtown L.A. e sulla spiaggia sono da antologia. E anche il finale sospeso, con i due amici che si sfidano per gioco, e con la macchina da presa che si ferma proprio in quel momento.
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4. Rocky II
Rocky II (1979), diretto da Sylvester Stallone, in fondo, è la continuazione del primo Rocky, il secondo tempo del film. Ed è normale che ci piaccia per questo. Abbiamo voluto così bene a Rocky che per lui, volevamo il lieto fine. Se lo meritava. Si meritava di sfidare ancora Apollo Creed, di aver la rivincita di quella sfida in cui non aveva demeritato, ma che lo aveva visto sconfitto. Rocky II, come il primo Rocky, contiene elementi autobiografici: Stallone, dopo il successo di Rocky, al cinema ebbe solo insuccessi. E Rocky II racconta questo, come si viene dimenticati in fretta. Rocky II racconta anche quel senso di inadeguatezza che prende un'atleta quando, smesso di gareggiare, non sa fare altro (neanche girare uno spot pubblicitario). Da antologia il combattimento, con quel finale in cui Rocky e Apollo cadono contemporaneamente, e solo chi riesce ad alzarsi prima dell'altro è il vincitore.
3. Rocky Balboa
Archiviato Rocky V, Sylvester Stallone torna, molti anni dopo, per dare un finale di carriera dignitoso al suo Rocky Balboa, ancora una volta, forse, pensando a se stesso. Rocky Balboa (2006), il sesto film della saga (che si chiama così, e non Rocky VI), scritto e diretto da Stallone, è un film crepuscolare e malinconico, che vede Rocky ormai sessantenne, come un eroe solitario, che ormai ha perso quasi tutto, compresa l'amata moglie Adriana. Ha un ristorante, dove tiene le sue foto e racconta le storie di quando era pugile. Quando una simulazione al computer si chiede se sarebbe in grado di sconfiggere il campione in carica, una serie di eventi lo porta a combattere per l'ultima volta per sfidarlo. Rocky Balboa è l'ultima sfida di Rocky, che non abbandona l'epica sportiva della saga, ma è carico di umanità ed empatia. Ci fa capire quanto amiamo Rocky. In sala, mente scorre il film, il pubblico più volte applaude a scena aperta.
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2. Rocky IV
Rocky IV (1985), ancora scritto e diretto da Stallone, è un altro film simbolo degli anni Ottanta, ma in un altro senso rispetto a Rocky III. Girato con lo stile tipico di quegli anni, è un film che coglie il segno dei tempi, quel disgelo figlio della glasnost e della perestrojka sovietica che stava per porre fine alla Guerra Fredda. Auspicio e speranza più che profezia, come Sting che cantava Russians. Certo, il disgelo è visto dal punto di vista degli americani, e nel film tutto è bianco e nero. Ma quel "se voi potete cambiare e io posso cambiare, allora tutto il mondo può cambiare" (citata anche in una stagione di Cobra Kai...) è significativo. Ma Rocky IV è prima di tutto un film epico ed entusiasmante: Rocky che torna sul ring per vendicare l'amico Apollo Creed e battersi con Ivan Drago (Dolph Lundgren), atleta/automa russo da laboratorio, è una storia potente. Rocky IV è pieno di scene da antologia: dall'incontro tra Apollo e Drago, introdotto da Living In America di James Brown, al montaggio alternato che confronta gli allenamenti di Drago, in palestra, e Rocky, in montagna, tra la legna e la neve, fino allo scontro finale. Tornano anche i Survivor, con Burning Heart. È un film davanti al quale è impossibile non emozionarsi.
1. Rocky
Ma il film che emoziona di più è ovviamente Rocky, il primo, indimenticabile film della saga.Sylvester Stallone ha scritto quel film (diretto da John G. Avildsen) quando non era ancora un attore affermato, e in quella voglia di Rocky Balboa di farcela, di sfruttare al massimo quell'unica occasione, ci sono tutta la fame e la voglia di arrivare di Sylvester Stallone. Un pugile bravo ad incassare, coraggioso, ma non un fuoriclasse, viene notato e gli viene proposto di sfidare il campione incarica, Apollo Creed (Carl Weathers), che vuole dare un'occasione a quest'uomo che viene dal nulla. Crede che sarà facile, ma non sarà così. Nel frattempo Rocky si innamora della timida Adriana (Talia Shire), che diventerà la donna della sua vita, quella da chiamare dal ring, una volta finito il match, una volta capito che è rimasto in piedi. È da questo film che nascono tutte le leggende del film: l'allenamento, la corsa lungo le strade di Philadelphia con l'arrivo sulla scalinata, l'indimenticabile musica Gonna Fly Now di Bill Conti. E il meraviglioso Mickey di Burgess Meredith. Rocky è il personaggio più amato da Sylvester Stallone perché Rocky è lui. È tutte le sue frustrazioni, tutte le sue insicurezze, tutta la sua fame.