La rassegna internazionale di Roma assume in questa settima edizione le sembianze di un vero e proprio festival lasciandosi dietro un pesante strascico di polemiche sia per gli scandali istituzionali che hanno coinvolto la Regione Lazio, che conferma anche quest'anno il patrocinio, sia per gli immancabili attriti con gli altri festival, nel caso specifico soprattutto con la Mostra di Venezia e con il Torino Film Festival che aprirà i battenti solo pochi giorni dopo la conclusione del festival romano. E' apparso visibilmente teso e di poche parole Marco Müller sul palco della Sala Sinopoli dell'Auditorium e le sue risposte sempre sfuggenti quando si sono toccati argomenti spinosi come la situazione politica attuale in Regione o il dettaglio delle star che calpesteranno il red carpet e dei film che saranno proiettati in concorso. E' mancata infatti l'immancabile e dettagliata carrellata di titoli cui Müller negli anni della direzione della Mostra di Venezia ci aveva abituato, è mancato fondamentalmente in lui quell'entusiasmo che in altri momenti abbiamo letto sul suo volto e colto nelle sue parole. "In soli quattro mesi e mezzo siamo riusciti a dar vita ad un festival di questo calibro e lo abbiamo fatto senza voler ragionare su grossi cambiamenti strutturali ma apportando modifiche sostanziali che ne hanno cambiato il volto" - ha dichiarato Müller in apertura del suo discorso di presentazione - "mi fa molto effetto tornare dopo ventidue anni nella mia città e non riconoscere molte delle facce con cui avevo iniziato la mia carriera, è stato importante per me riscoprire il potenziale che Roma ha in queste situazioni perché solo in una città come Roma poteva nascere un festival collocato a metà strada tra i grandi festival internazionali di metà estate e quelli invernali".
Non dev'essere stato facile in così poco tempo accaparrarsi titoli importanti e di grande appeal anche perché la breve progettualità di questa edizione ha dovuto scontrarsi con le strategie di marketing di grandi majors, già definite da lungo tempo. E il programma parla chiaro a questo proposito. Quindici film in concorso di cui due a sorpresa che verranno rivelati solo a ridosso dell'inizio (che testualmente "non devono creare in voi troppa aspettativa riguardo grandi nomi, sono solo due film che vogliamo proteggere dalla censura che vige nel loro paese di appartenenza"), nove film fuori concorso tra i quali annoveriamo sia il film d'apertura che quello di chiusura. Sarà la prima mondiale del film Aspettando il mare, del regista russo Bakhtyar Khudojnazarov, ad aprire le danze regalando al pubblico quello che viene annunciato come uno spettacolare kolossal costato sei lunghissimi anni di produzione, a mettere l'ultimo tassello della manifestazione sarà invece Una pistola en cada mano, dello spagnolo Cesc Gay che vedrà impegnato uno strepitoso cast composto da Ricardo Darìn, Luis Tosar, Eduardo Noriega e Jordì Mollà. "Quentin Tarantino lo vedrete presto qui a Roma" - ha dichiarato sottovoce Müller - "non posso anticiparvi nulla ma solo che egli ha in serbo per il pubblico romano una grande sorpresa, tra qualche giorno daremo l'annuncio ufficiale ma vi dico sin da ora che Django Unchained calcherà il palcoscenico dell'Auditorium in un modo del tutto particolare". In attesa di capire i termini di questa grande sorpresa tarantiniana diamo uno sguardo al cinema di casa nostra. Tre i film italiani in concorso: E la chiamano estate di Paolo Franchi con Isabella Ferrari, Filippo Nigro e Luca Argentero, Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi e Il volto di un'altra di Pappi Corsicato con Laura Chiatti e Alessandro Preziosi. Il resto del cinema nostrano presente a Roma affollerà la sezione Prospettive Italia, che consisterà in un repertorio di sole opere prime e seconde selezionato tra tutto il cinema italiano dei prossimi mesi. Protagonisti del concorso italiano nuovi autori e nuovi film (tra fiction e documentario) ma anche tanti volti noti tra cui Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Giampaolo Morelli, Sergio Rubini, Alessandro Gassman, Michele Placido e Filippo Timi.La sezione Extra delle scorse edizioni del festival si trasforma quest'anno in CinemaXXI: cinema del presente, del nostro tempo ma anche cinema espanso che per continuare a vagliare nuovi strumenti, nuove tecniche e nuove modalità di visione i cui film (presentati in una conferenza stampa separata nei prossimi giorni) verranno proiettati nel MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Qualche anticipazione sui film della sezione? Eccone qualcuna: Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway, il film collettivo Invisible World diretto tra gli altri anche da Wim Wenders, il mediometraggio di Paul Verhoeven intitolato Tricked e il documentario di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti su Carlo Verdone intitolato Carlo!. "Un festival parallelo con la sua indipendenza a tutti gli effetti anche per quel che riguarda la collocazione" ha dichiarato Müller descrivendo per sommi capi la vastissima sezione collaterale del festival.
Per quel che riguarda gli incontri con i grandi autori Müller ha accennato ad una masterclass di Paul Verhoeven ed un incontro con il regista di culto Walter Hill, autore de I guerrieri della notte, 48 ore e Strade di fuoco nonché produttore di Alien di Ridley Scott e dei due successivi sequel, che riceverà dal Festival di Roma anche il nuovo premio Maverick Director Award attribuito a partire da quest'anno per celebrare i maestri che hanno contribuito a inventare un cinema lontano dagli schemi. Tempo pieno per Hill che presenterà a Roma fuori dal concorso il suo nuovo lavoro Bullet to the Head, un thriller d'azione con protagonista Sylvester Stallone e Christian Slater con la sceneggiatura di Alessandro Camon che racconta la storia di un sicario di New Orleans e di un poliziotto di Washington D.C. che si alleano per colpire gli assassini dei loro rispettivi partner. Fuori dal concorso troviamo un altro interessante thriller d'azione intitolato Il cecchino (titolo originale Le Guetteur), il nuovo lavoro di Michele Placido prodotto in Francia con un cast di stelle del calibro di Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz e Olivier Gourmet accompagnati dai 'nostri' Violante Placido e Luca Argentero. Annunciato come una sorta di Romanzo Criminale francese il film sarà distribuito da 01Distribution. Altri titoli di spicco fuori dalla competizione sono l'attesissimo The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2 e il kolossal di animazione Le 5 leggende, il nuovo film d'animazione 3D di Dreamworks Animation riceverà anche il nuovo premio Vanity Fair International Award For Cinematic Excellence dedicato ad un film che esprima al meglio il contributo innovativo, artistico e strategico, delle realtà produttive e distributive che si sono distinte nel mondo del cinema contemporaneo. Il film sarà accompagnato a Roma da Jeffrey Katzenberg, dal regista Peter Ramsey e da Guillermo del Toro.
Due curiosità a chiudere il ricco programma della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma che riguardano il web e la fotografia. Al festival di Roma arriva anche YouTube! che attraverso il canale dedicato Festival Tube contribuirà alla valorizzazione e alla diffusione in rete dei contenuti della manifestazione con una diretta 24 ore su 24 ed un vero e proprio palinsesto dedicato e interattivo a disposizione degli utenti che vorranno saziare la loro curiosità. Nel foyer dell'Auditorium sarà allestita nei giorni del festival una mostra fotografica curata da Matthew Modine, quest'anno presidente della giuria per il Premio Opera Prima e Seconda, che permetterà al pubblico di visionare in tutta la loro bellezza e unicità più di 80 fotografie da lui stesso scattate sul set di Full Metal Jacket tra cui dei preziosissimi e rarissimi scatti dedicati a Stanley Kubrick. Dunque ci siamo, il 9 novembre si parte, che l'anno zero di Marco Müller abbia inizio e ci porti tanto buon cinema.