La calda domenica di Cannes

Giornata calda in tutti i sensi quella di oggi al festival di Cannes. In mattinata tutti gli occhi puntati sull`evento più altisonante tra i fuori in concorso: l`ultimo episodio della saga Star Wars, il conclusivo La vendetta dei Sith

Giornata calda in tutti i sensi quella di oggi al festival di Cannes. In mattinata tutti gli occhi puntati sullevento più altisonante tra i fuori in concorso: lultimo episodio della saga Star Wars, il conclusivo Star Wars ep. III - La vendetta dei Sith. Affollatissima la conferenza stampa, come le strade colme di turisti pronti a tutto per una foto di una star.

Meno divistica ma altrettanto seguita anche la conferenza dellunico film italiano in concorso: Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Giordana, presentato ieri sera alla stampa mondiale con una discreta accoglienza. Discordanti i pareri sulloutsider hongkonghese Johnny To che ha presentato il suo Election, racconto "interno" della successione nelle triadi mafiose. Non il migliore To, ma a parere di chi scrive decisamente un buon film, confezionato con cura e ricco di spunti avvincenti.

Grande risultato di critica invece per Cachè di Michael Haneke, un dramma familiare sul senso di colpa dai toni duri ed opprimenti come nello stile del regista di Funny Games e La pianista con ottime possibilità di vittoria finale, anche se ancora non sono stati presentati molti dei registi più accreditabili.
Uno di questi è certamente David Cronenberg il cui A History of Violence sarà proiettato stasera. Inutile dire che il vostro umile scriba nutre enormi speranze per questo nuovo film dello straordinario regista canadese di Videodrome, La mosca e Inseparabili.

Discrete notizie anche dal cinema indipendente americano, la cui vitalità non è mai particolarmente a rischio, supportata da un'industria in grado, nel bene o nel male di sfornare sempre qualche ottimo titolo nel corso dell'anno. Niente di folgorante ma due interessanti film si segnalano nelle sezioni parallele: Keane e The King rispettivamente di Lodge H. Kerrigan, autore di soli tre film in quindici anni e James Marsh. Frenetico, intimista e con un finale commovente il primo, più debole per alcune debolezze della storia (che sembra voler omaggiare La rabbia giovane di Malick, ma finisce in qualche modo per cedere alle tentazioni del thriller di maniera), ma dal maggior appeal commerciale il secondo che annovera nel cast il lanciatissimo Gael García Bernal e il veterano William Hurt.