Il trailer di Creed 3, nuovo capito della saga pugilistica spinoff di Rocky, debutta sul web dopo un'esclusiva anteprima evento in streaming che ha visto coinvolta la stampa internazionale. A introdurre e commentare il video, il neoregista e interprete Michael B. Jordan, qui al debutto dietro la macchina da presa. Nella triplice veste di protagonista, regista e produttore, Michael B. Jordan non sembra tradire nervosismo, al limite un pizzico di emozione nel raccontare una storia che appartiene in gran parte al suo vissuto di giovane uomo di colore.
Da notare che le parole di Michael B. Jordan vengono tradotte in simultanea anche ne linguaggio dei sordi, scelta che acquista maggior valore del solito visto che la moglie e la figlia di Adonis Creed, hanno entrambe problemi di udito. Né Jordan né la moderatrice della conferenza fanno, però, cenno, al grande assente, Sylvester Stallone, che ha deciso di lasciare che il franchise cammini sulle sue gambe. O forse la scelta di non menzionarlo è legata alle sue sparate contro il produttore di Rocky e Creed, Irwin Winkler, accusato di avergli scippato i diritti del personaggio da lui creato.
La descrizione del trailer
"Non puoi fuggire dal tuo passato" si legge nella frase di lancio dei character poster di Creed 3 diffusi ieri. Concetto ribadito a chiare lettere nel trailer che si apre introducendo la famiglia di Adonis Creed, impegnata a barcamenarsi tra successi sportivi e musicali mentre cura il proprio privato. Adonis si sente già arrivato finché un personaggio del suo passato, che in un primo momento non riconosce, si palesa a fianco della sua vettura. Si tratta di Damian Anderson (Jonathan Majors), ex ragazzo di strada (apparentemente) divenuto a sua volta pugile dopo un duro allenamento. Dame sembra catturare l'attenzione di Adonis e Bianca. In un primo tempo la coppia sembra accoglierlo tra le proprie amicizie, dandogli fiducia, ma l'atteggiamento ostile del personaggio, che ben presto si rivelerà un feroce rivale per Adonis, lascia trapelare cattive intenzioni. Nel trailer non mancano omaggi al franchise come il tradizionale montaggio dell'allenamento dei pugili, la preparazione al combattimento e alcune sequenze del ring, il tutto accompagnato da musiche incalzanti in perfetta tradizione di Rocky.
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La prima volta di Michael B. Jordan
Michael B. Jordan spiega il motivo che lo ha spinto a debuttare come regista proprio con Creed 3: "Sono cresciuto sul set, per me era il momento perfetto. Sono a un punto della mia carriera in cui voglio raccontare una storia, non solo recitare al servizio della visione di qualcun altro. Ho vissuto a lungo con Adonis Creed, abbastanza per raccontarne la storia. Da giovane uomo di colore posso raccontare un pezzo di me stesso e della mia esperienza attraverso questa storia".
Sul set di Creed 3, Michael B. Jordan ha dovuto dimostrare di essere davvero multitasking recitando, dirigendo e producendo. "Ho lavorato con registi fantastici da cui ho imparato tanto, ma credo che dirigere e recitare al tempo stesso ti aiuti a capire ancora meglio il personaggio" spiega. "Stando sul set fin da piccolo, i cast e le crew sono diventati come una famiglia allargata. Avevo una visione chiara della storia che volevo raccontare, ma se ci pensi troppo non è mai il lomento giusto per una simile sfida. Steven Caple Jr., regista di Creed 2, mi ha spinto a buttarmi. Ho cercato di mettermi alla prova superando i miei limiti, cercando di comunicare con il pubblico, trasmettendo il mio entusiasmo. Ma non è facile".
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Il sostegno del cast
Da buon perfezionista, in Creed 3 Michael B. Jordan ha raggiunto l'equilibrio necessario per dirigere se stesso e il resto della crew mentre era impegnato a calarsi ancora una volta nel ruolo di Adonis. Parlando delle difficoltà riscontrate, si definisce scherzosamente "un secchione. Sono pignolo, ma al tempo stesso mi diverto tantissimo, mi piace mettermi alla prova con un compito multitasking come questo. Difficile da descrivere a parole, ogni giorno sul set è stata una sfida, ma ero circondato da persone molto preparate. Facevo tre cose alla volta, fa parte del lavoro".
Tra i colleghi preparati a cui fa riferimento, ci sono Jonathan Majors e Tessa Thompson che interpretano il rivale di Adonis, la vecchia conoscenza Damian Anderson, e la moglie Bianca. "Jonathan è stato fantastico, arrivava al lavoro carico e grintoso, abbiamo legato molto. Quello tra regista e attore è un tipo di legame che dura per sempre e sono felice di aver avuto proprio lui per questo debutto perché mi ha aiutato moltissimo. Damian Anderson è una persona che fa parte del passato di Adonis, ma non voglio anticipare troppo. Quanto a Tessa Thompson, è la mia compagna di viaggio, mi incoraggia e dà fiducia. Mi ha spinto a fare cose impossibili, mi ha dato lo spazio necessario per fare le mie scelte. Adoro questi due ragazzi, sono fortunato".
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La famiglia prima di tutto
Il ringraziamento a Tessa Thompson permette a Michael B. Jordan di parlare di famiglia, uno dei temi chiave di Creed 3: "La famiglia Creed subisce un'evoluzione naturale rispetto ai primi due film: "Dopo essersi incontrati e innamorati, Adonis e Bianca hanno messo su famiglia. Ho affrontato il livello successivo, parlando di due giovani adulti che hanno a che fare con scelte personali e professionali. Riflesso, questo, di dove mi trovo nella mia vita a livello professionale e personale. Le persone si trovano a dover scegliere tra decisioni egoistiche per sé e per la famiglia, devono imparare il compromesso. Due persone che hanno successo da sole come possono riuscire ad avere successo insieme?"
Oltre a queste difficoltà che appartengono alle vite di molti, i Creed hanno qualcosa in più di cui occuparsi: "Bianca e la figlia hanno problemi di udito. Man mano che la famiglia cresce, devono superare problemi che riguardano la mancanza di udito. Ho pensato 'Usiamo questa opportunità per normalizzare questa condizione, è stata una sfida molto importante per noi". Alla fine dei conti, il franchise di Creed, e prima ancora quello di Rocky, hanno sempre affrontato temi come la diversità, la rivalsa sociale e l'inclusività. Come chiosa Michael B. Jordan: "Credo che sia estremamente importante, per il franchise, normalizzare questi temi. Volevo fare qualcosa al riguardo realizzando un film che parlasse davvero a tutti".