Recensione Shrek 2 (2004)

Shrek, Fiona e Ciuchino tornano nelle sale a tre anni di distanza dal loro folgorante debutto in società, con tutto il cast confermato ed arricchito da nuovi, straordinari personaggi.

Chi ha paura dell'orco verde?

Non crediamo che il mostruoso eroe DreamWorks possa in qualche modo spaventare gli spettatori di tutto il mondo, ma siamo sicuri che nell'ambiente cinematografico ci sia qualcuno ad alti livelli che sia un po' intimorito, se non proprio spaventato, dal successo e dalla genialità del simpatico orco e il suo prode compagno Ciuchino, tornati nelle sale a tre anni di distanza dal loro folgorante debutto in società, con tutto il cast confermato ed arricchito di nuovi personaggi straordinari.

E si tratta di una conferma assoluta, sia in termini di qualità tecnico/artistica che di fruibilità complessiva di un film che risulta divertente e piacevole per le varie fasce di pubblico. E' la conferma di un cinema d'animazione intelligente che intrattiene i più piccoli, i suoi fruitori tradizionali, ma strizza l'occhio e diverte anche una fascia di spettatori più esigenti, farcendo la storia di continui riferimenti alla società contemporanea e citazioni di ogni tipo, dal bacio capovolto di Spider-Man a scene di tensione alla Mission: Impossible, senza tralasciare gli immancabili sfottò al mondo fiabesco in generale e ai cartoon Disney in particolare.

Tornano a donare voce alla coppia di orchi protagonisti Mike Myers e Cameron Diaz, perfetti nel rendere le complesse sfumature e i diversi livelli dei due originali personaggi, accompagnati ancora una volta da un magistrale Eddie Murphy, che con il suo Ciuchino semina irresistibile simpatia per tutta la durata del film. Ma gli autori si spingono oltre, inserendo altri nomi noti nel loro mondo di fiabesca irriverenza: Julie Andrews e John Cleese intervengono nel ruolo di genitori della Principessa Fiona e sono interpreti di una delle sequenze più geniali dell'opera (uno spumeggiante pranzo con la novella coppia di sposi e l'onnipresente Ciuchino) e Rupert Everett risulta perfettamente a suo agio nel ruolo del Principe Azzurro. Ma è un incontenibile Antonio Banderas ad avere l'onore di tratteggiare la complessa personalità della più straordinaria nuova entrata del film: il cattivissimo, furbissimo e dolcissimo gatto con gli stivali.

Conrad Vernon, Kelly Asbury e Andrew Adamson dirigono con sicurezza e brio, cercando di dare più compattezza al film rispetto al primo episodio, perdendo forse qualche punto sul piano dell'umorismo, ma dando maggior valore allo sviluppo dei personaggi e della trama.
Risultano evidenti anche i progressi tecnici fatti dal team d'animazione della DreamWorks, come è ovvio che sia per una tecnica così giovane, sia a livello di dettaglio e morbidezza delle forme, che fluidità dei movimenti ed espressività dei personaggi, la cui capacità interpretativa risulta spesso superiore a quella di molti colleghi in carne ed ossa. Meritano un cenno particolare le due figure animali del film, il Ciuchino e il Gatto con gli stivali, che risultano di una naturalezza impressionante.
Ancora una volta viene dedicata molta cura alla scelta delle canzoni che accompagnano le diverse sequenze del film, e sebbene l'efficacia di alcune possa risultare leggermente inferiore alla media, va senza dubbio segnalata la gustosissima sequenza della luna di miele di Shrek e Fiona sulle note di "Accidentally in Love" dei Counting Crows, piccolo film nel film densissimo di trovate e citazioni cinematografiche (dal già detto Spider-Man al Signore degli Anelli, passando per Matrix e La Sirenetta).
Un altro colpo riuscito per l'animazione 3D che sta consolidando sempre più il suo dominio nel settore dell'intrattenimento per ragazzi, almeno qui in occidente, considerando anche il successo e la cura dei suoi diretti concorrenti (in contemporanea nella sale anche Gli Incredibili della Pixar, e prossimamente Robots, dagli autori de L'era glaciale, Shark Tale e Madagascar), riservandosi sempre maggior attenzione da parte di pubblico e critica, al punto da convincere un colosso come la Disney a misurarsi in prima persona con questa tecnica, dopo aver salutato il buon vecchio disegno a mano di recente con il mediocre Mucche alla riscossa.

Movieplayer.it

5.0/5